Polisonnografia diurna o notturna: che cos'è?
La
polisonnografia diurna o notturna è un test specifico per la
diagnosi e la cura dei
disturbi del sonno. Durante questo esame si possono registrare le onde cerebrali sia in fase di
riposo che di
veglia, e nel contempo si misurano altri parametri importanti quali l’ossigenazione del
sangue, la pressione e il ritmo del
cuore, il movimento involontario dei muscoli di braccia e gambe. La polisonnografia si può eseguire in
ospedale o nei
Centri specializzati di Medicina del Sonno, oppure, più comodamente, a domicilio, al fine di monitorare cosa accade al paziente durante il sonno notturno o nelle ore diurne se il problema riguarda persone che lavorano su turni e dormono di giorno, o se soggetti ad addormentamenti improvvisi durante il giorno. Questo
test è utile sia per la diagnosi di un
disturbo del sonno, che per stabilire il tipo di terapia migliore per il paziente a seconda del tipo di problema, e per monitorarne l’efficacia.
Polisonnografia diurna o notturna: a cosa serve?
La polisonnografia notturna o diurna si prescrive per controllare i cicli e le singole fasi del sonno del paziente per capire se, o quando, tale schema venga disturbato o alterato, e perché. Infatti il meccanismo del sonno negli esseri umani si articola in quattro stadi distinti, ciascuno dei quali completa un ciclo. Consideriamo che in media, durante il riposo notturno, si succedono
3-4 cicli completi di
90-100 minuti ciascuno. I quattro stadi sono i seguenti:
- Addormentamento;
- Sonno leggero;
- Sonno profondo non REM (NREM), in cui le onde cerebrali, misurate dall’elettroencefalogramma, risultano al loro minimo;
- Sonno REM (fase onirica), caratterizzato da rapidi movimenti oculari e aumento del ritmo cardiaco e della pressione, ma da estremo rilassamento muscolare.
Negli ultimi cicli
aumenta la fase
REM e si riduce quella del
sonno profondo. Con l’ausilio della polisonnografia è possibile misurare la durata dei vari stadi del sonno durante ciascun ciclo e capire se vi sono elementi di disturbo e di che natura (se fisica, psicologica, ambientale...). Quando il test si esegue fuori casa, in un Centro specializzato o in ospedale, può capitare che il paziente faccia particolarmente fatica ad addormentarsi; ma questo non rappresenta un grosso limite, dal momento che anche poche ore di sonno sono sufficienti a completare l’esame e permettere una valutazione.
Polisonnografia diurna o notturna: a chi si rivolge?
La polisonnografia è un esame specifico per la diagnosi dei disturbi del sonno che viene prescritto dallo/a specialista neurologo/a quando vi sia il sospetto di:
- Sindrome delle apnee notturne o altro genere di disturbo del sonno collegato con problemi respiratori;
- Disturbi del movimento quali la sindrome delle gambe senza riposo. Si tratta di un'anomalia di natura neurologica che comporta l’involontario e insopprimibile bisogno di piegare e flettere le gambe, una condizione che disturba il riposo e comporta buschi risvegli;
- Narcolessia. Si verifica quando il paziente si addormenta improvvisamente e più volte durante le ore diurne pur avendo dormito normalmente durante la notte;
- Disturbi del comportamento durante la fase REM, quali il muoversi, l’agitarsi o il parlare durante l’attività onirica;
- Disturbi del comportamento durante la fase NREM, quali il sonnambulismo;
- Insonnia persistente sia iniziale (difficoltà ad addormentarsi) che di mantenimento (microrisvegli continui) che terminale (risvegli estremamente precoci).
Polisonnografia diurna o notturna: come si svolge?
Per sottoporsi alla polisonnografia notturna o diurna il paziente deve astenersi dal consumare
bevande acoliche o contenenti
caffeina nelle ore che precedono l’esame. Inoltre, dovrà evitare di schiacciare pisolini per non compromettere la sua predisposizione all’addormentamento. Dal momento che il test si basa sull’uso di strumenti di registrazione dell’
attività elettrica cerebrale e
cardiaca che implicano l’applicazione di elettrodi, è anche necessario evitare di usare creme, oli, gel o altro tipo di prodotto per il corpo che lasci residui oleosi.
In genere, il test si effettua in ospedale o nei Centri del Sonno, pertanto prevede una sorta di ricovero per almeno una notte o un giorno. Esiste anche un’
alternativa casalinga: in questo caso l’apparecchio per il monitoraggio dell’attività cardiaca e respiratoria viene posizionato sul paziente nelle ore precedenti, con la
spiegazione del suo
funzionamento. In linea di massima, però, la polisonnografia si esegue in ambiente protetto, organizzato in modo da facilitare l’addormentamento. Il paziente viene condotto in una stanza predisposta con un letto singolo e un bagno, opportunamente oscurata, e può coricarsi con indosso i suoi indumenti per la notte consueti. Successivamente, gli/le viene applicato l’apparecchio per la registrazione dei seguenti parametri:
- L’attività cerebrale attraverso l’EEG;
- L’attività cardiaca attraverso l’ECG;
- Il russamento e il respiro in generale;
- I movimenti del torace e dell’addome;
- L’ossigenazione del sangue;
- I movimenti oculari;
- I movimenti degli arti inferiori.
Nella stanza sono posizionate una telecamera interna e un microfono ambientale per completare la registrazione dell’attività del paziente durate il sonno.
Al termine del test tutti i dispositivi vengono rimossi e il paziente è libero di rientrare a casa e riprendere le sue consuete attività. In seguito, dopo aver attentamente valutato gli esiti della polisonnografia, il paziente viene richiamato al Centro e informato sull’esito e sulle eventuali terapie, indicate a seconda del disturbo riscontrato. Per quanto riguarda le informazioni che una polisonnografia può dare, e quindi che tipo di esito ci si può attendere da questo test del sonno, queste sono alcune delle possibilità:
- Onde cerebrali e movimenti oculari: una loro alterazione permette di individuare malattie de sonno quali la narcolessia o disturbi del comportamento REM;
- Alterazioni del ritmo cardiaco, della respirazione o dell’ossigenazione del sangue fanno sospettare la sindrome delle apnee notturne;
- Frequenti movimenti delle gambe durante il sonno sono tipici di chi soffre di sindrome delle gambe senza riposo, una anomalia neurologica benigna dalle cause in parte sconosciute;
- Anomali movimenti o comportamenti agitati durante il sonno sono indicativi di disturbi del comportamento del sonno NREM.