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Cos’è la rachicentesi, a cosa serve e cosa si scopre eseguendola?
La rachicentesi (anche nota come puntura lombare, che è anche il significato del termine scientifico) è una procedura tramite la quale viene prelevato un campione di liquor cefalorachidiano, il liquido che bagna le meningi, l’encefalo e midollo spinale, a scopo:
Si tratta di una procedura mini-invasiva che dura circa 15 minuti. La definizione di rachicentesi negativa è correlata all’assenza di segni delle patologie che con essa possono essere studiate.
Come si svolge?
Il test viene effettuato tramite l’utilizzo di un ago sottile (in genere 22G) che viene inserito nello spazio racchiuso fra la meninge più interna (pia madre) e quella mediana (aracnoide), il cosiddetto spazio subaracnoideo. La puntura viene realizzata fra la terza e la quarta vertebra lombare oppure fra la quarta e la quinta.
La rachicentesi deve essere effettuata in ambiente asettico e applicando rigide norme di disinfezione della cute locale (tramite l’impiego di tintura di iodio e alcol), per prevenire la penetrazione di germi all’interno del sistema nervoso centrale. L’area di puntura viene anche anestetizzata.
Il paziente viene posto con la schiena arcuata, per dilatare gli spazi intervertebrali, seduto o sdraiato sul fianco sinistro (in posizione fetale) e tenuto fermo da infermieri. Dopo l’inserimento dell’ago da parte del Neurologo, la fuoriuscita del liquido sarà spontanea. Il suo aspetto è tipicamente limpido e trasparente come quello dell’acqua, in condizioni normali. La sede della puntura viene coperta con cerotto adesivo sterile e il campione prelevato (circa 15 millilitri) viene portato in laboratorio per gli esami previsti.
Quanto riposo ci vuole dopo l’esame?
Il paziente viene sottoposto a flebo idratanti, che favoriscono il ripristino del volume di liquor perduto, e posto supino per le ore che seguono la procedura. Ciò riduce il rischio di complicanze.
I rischi: qual è l’evento avverso più comune dopo la rachicentesi?
La procedura è generalmente sicura, ma correlata a possibili complicanze:
La rachicentesi è controindicata in caso di infezione nel sito di puntura (a causa del rischio che si diffondano infezioni a livello delle meningi e del cervello), ernia cerebrale, ipertensione endocranica, tendenza al sanguinamento (diatesi emorragica), deformità vertebrali (scoliosi).