Mammografia bilaterale: cos’è
La mammografia bilaterale è una procedura radiografica eseguita su
entrambe le
mammelle e utilizzata nell’ambito della prevenzione e nella diagnosi precoce del
tumore al seno (
carcinoma mammario).
Viene effettuata da un Tecnico di Radiologia e letta e refertata da un medico
Radiologo.
Il costo dell’esame dipende dal tipo di struttura nel quale viene eseguito e dal fatto che sia stato prescritto o meno nell’ambito del servizio sanitario nazionale (SSN). Le prestazioni che rientrano negli screening regionali sono offerte gratuitamente a tutti coloro che appartengono alla fascia di popolazione prevista e con la frequenza indicata.
Perché a volte si fa l’ecografia dopo la mammografia? L’esame può essere, in alcuni casi, complementare all’
ecografia mammaria.
A cosa serve e quando va fatta
Viene usata per studiare la
natura e le
caratteristiche delle
lesioni mammarie, anche in una fase molto precoce del loro
sviluppo (quando non sono ancora palpabili) e anche in presenza di condizioni che rendono
difficile l’indagine (come nel caso della
mammella fibrocistica). È indicata come esame di screening nella popolazione generale e nelle donne diagnosticate con una mutazione nei geni BRCA1 e BRCA2 o che hanno già avuto un tumore che è stato trattato a livello della regione toracica con la radioterapia.
Le possibili tipologie di lesioni rilevate nel corso della procedura sono noduli, microcalcificazioni e aree di distorsione strutturale.
Le linee guida consigliano di sottoporsi alla mammografia a partire dall’età di 40 anni. Lo screening previsto dal Ministero della Salute indica l’esecuzione dell’esame a tutte le donne di età compresa fra i 50 e i 69 anni di età e offre una mammografia gratuita ogni 2 anni. Alcune Regioni stanno sperimentando i risultati di uno screening allargato al di fuori di queste fasce.
Per mantenere il più possibile bassa la dose di radiazioni assorbita, per quanto riguarda lo screening per il tumore al seno è raccomandata l’esecuzione di non più di una mammografia l’anno.
Significato e come si fa la mammografia bilaterale
Per l’esecuzione dell’esame viene utilizzata un’apparecchiatura (mammografo) che emette un fascio di fotoni (
raggi X): quando la radiazione attraversa il corpo, i raggi vengono assorbiti in maniera diversa a seconda della natura del tessuto con cui interferiscono. Ne risulta, così, un’immagine “in negativo”, studiando la quale è possibile comprendere la tipologia del tessuto.
Vengono effettuate
due proiezioni radiografiche (una presa dall’alto e una presa dal lato), che sono successivamente lette e analizzate da due medici Radiologi diversi in maniera indipendente, per garantire una maggiore affidabilità del referto.
La
mammografia dura qualche minuto e
non è una procedura
dolorosa né invasiva; può risultare lievemente fastidiosa la compressione delle mammelle fra le piastre del dispositivo con cui l’esame viene eseguito.
L’esecuzione della mammografia bilaterale implica l’esposizione a radiazioni ionizzanti, ma la disponibilità di tecniche sofisticate permette oggi di ridurre al minimo il rischio di conseguenze negative per l’organismo.
La
tomosintesi è una metodica di
ultima generazione che permette uno studio stratigrafico della mammella, con una capacità diagnostica superiore rispetto alla mammografia tradizionale.
Cosa non fare prima e come vestirsi
Non è richiesta una particolare preparazione, ma è consigliato un abbigliamento comodo. In caso di gravidanza, informare il personale tecnico che effettua l’esame.
Durante l’esame è necessario
rimuovere collane e
piercing.
Come si interpreta il risultato
Se l’esame riscontra una
formazione sospetta, la
donna viene richiamata e invitata ad effettuare un ulteriore esame, al fine di modificare la prima diagnosi oppure di confermarla.
In caso di conferma, viene applicato il protocollo di trattamento del carcinoma mammario, che prevede l’esecuzione di procedure mediche e/o chirurgiche a seconda delle caratteristiche del tumore e dello stadio in cui si trova il suo sviluppo.