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Cosa fa un Uroginecologo?
La visita uroginecologica è mirata alla diagnosi e al trattamento delle condizioni patologiche che interessano le vie urinarie basse femminili (cistiti, dolore pelvico cronico, prolassi urogenitali, incontinenza urinaria).
L’area di riferimento è quella dell’intersezione fra Ginecologia e Urologia. Spesso l’Uroginecologo collabora con altri operatori sanitari (ostetriche, fisioterapisti) nell’ambito di trattamenti integrati.

Quanto costa?
Se vi si accede attraverso i SSN, occorre pagare solo il ticket; se vi si accede come privati è necessario versare l’intero costo della procedura.

Incontinenza urinaria
L’incontinenza urinaria è una condizione associata a perdita involontaria di piccoli volumi di urina, spesso in concomitanza con colpi di tosse o starnuti, che può rappresentare un problema invalidante e determinare un impatto notevole sulla qualità di vita, in particolare per gli aspetti emotivi e sociali.

Le cause principali sono rappresentate da:

  • Parto;
  • Menopausa
  • Interventi chirurgici che coinvolgono gli organi presenti nella pelvi;
  • Prolasso urogenitale;
  • Fattori legati allo stile di vita: obesità, assunzione eccessiva di alcool e caffeina, sedentarietà, stitichezza, fumo, alcune terapie farmacologiche.
Secondo le stime, ne soffrono circa 2,5 milioni di persone in Italia e più della metà della popolazione anziana. Il sesso femminile è più colpito. 

Cistite
La cistite è una condizione di infiammazione della vescica talvolta di origine batterica.
L’incidenza è maggiore nella popolazione femminile in età fertile.
Si manifesta con impellente bisogno di urinare, bruciore e dolore alla minzione. Nella maggior parte dei casi si tratta di episodi sporadici, ma in alcune donne la cistite tende ad assumere un andamento ricorrente. In questi casi, i farmaci normalmente impiegati per trattare le infezioni batteriche che possono essere alla base della patologia non risultano efficaci e i focolai di infezione non vengono eradicati.

Dolore pelvico cronico
Si definisce dolore pelvico cronico un dolore continuo o intermittente, che dura da almeno sei mesi e provoca disturbi nell’area della pelvi (che coinvolge l’apparato genitale, il tratto finale del colon con il retto e lo sfintere anale, il bacino e la zona sacrale).
Può essere causato da patologie quali: endometriosi, malattie infiammatorie della pelvi, infezioni delle vie urinarie, prostatiti, cistiti, ragadi anali, neuropatie periferiche, radicolopatie lombo-sacrali.

Prolasso urogenitale
Il prolasso urogenitale è la discesa degli organi interni che hanno sede nell’area pelvica attraverso la vagina. Il cedimento (totale o parziale) verifica quando il pavimento pelvico non riesce ad esercitare le sue funzioni di sostegno e sospensione.
Può interessare:
  • La vescica (cistocele);
  • Il retto (rettocele);
  • L’utero (isterocele o prolasso uterino).
Le cause prevalentemente associate al prolasso urogenitale sono le sollecitazioni meccaniche (come quelle legate al parto) e la sospensione nella produzione di estrogeni (caratteristica della menopausa), che provoca indebolimenti nelle strutture anatomiche. 
Tale condizione è più frequente nelle donne anziane, ma occasionalmente piò interessare anche donne in età giovane.

Come si fa una visita uroginecologica?
La visita uroginecologica si svolge in maniera piuttosto simile a quella della visita ginecologica. L’Uroginecologo valuta gli organi genitali esterni, la presenza o meno di prolassi e la tonicità del pavimento pelvico.
Se ritiene non possibile formulare una diagnosi può prescrivere esami di approfondimento:
  • Ecografia vescicale transvaginale: è una procedura che permette l’osservazione e la valutazione di utero e annessi;
  • Ecografia perineale dinamica (ecografia translabiale): si tratta di una procedura non invasiva che consente di valutare e quantificare il prolasso e studiare le modificazioni che sopraggiungono negli organi pelvici a seguito di sforzi o cambi di posizione. Viene eseguito prima dell’intervento chirurgico di correzione del prolasso e nel post-operatorio per verificare gli esiti della chirurgia;
  • Uroflussimetria;
  • Esame urodinamico completo: consente lo studio della funzionalità vescicale e dell’incontinenza.
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