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ICSI o FIVET fecondazione in vitro: che cos'è?
Tra le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) di secondo livello si inseriscono la FIVET (fecondazione in vitro) e la ICSI (microiniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo). Si tratta di procedure mediche che permettono di fecondare l’ovocita materno con i gameti maschili del liquido seminale paterno fuori dal corpo femminile. L’embrione o gli embrioni così ottenuti vengono poi impiantati nell’utero della donna con la speranza che almeno uno attecchisca e che si sviluppi dando luogo ad una gravidanza, che naturalmente può essere singola o plurima. Entrambe le tecniche possono essere effettuate sia con gameti della coppia che con gameti di donatori estranei (fecondazione in vitro eterologa). La PMA all’interno della quale vengono praticate le tecniche di FIVET e di ICSI è una procedura medica che serve a permettere la procreazione a quelle coppie che per ragioni di vario tipo risultino infertili basandosi su tecniche più o meno invasive e sofisticate che diano luogo ad un concepimento fuori dal corpo della donna

ICSI o FIVET fecondazione in vitro: a chi si rivolge?
Le tecniche di procreazione medicalmente assistita di secondo livello FIVET (fertilizzazione in vitro) e ICSI (microiniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo) si rivolgono agli aspiranti genitori infertili, che vi accedono previa certificazione di sterilità stabilita a seguito di accurati esami di tipo ginecologico/urologico, patologico, endocrinologico e genetico dopo che la coppia abbia tentato di ottenere un concepimento in modo naturale per almeno un anno senza risultati. 
L’infertilità (o sterilità) della coppia può essere di primo livello, quando nonostante i ripetuti tentativi nessun concepimento è mai andato a buon fine, o secondaria, quando si verifica solo dopo un precedente concepimento o gravidanza portati a termine. Le tecniche di FIVET e ICSI prevedono anche il ricorso a donatori esterni alla coppia, nei seguenti casi certificati:

  • Infertilità di uno o entrambi i partner con impossibilità a ricorrere a propri gameti;
  • Incompatibilità immunitaria tra i partner che metterebbero a rischio una gravidanza. Nello specifico tale condizione si verifica quando la donna presenta fattore RH negativo del sangue e il partner sia portatore di fattore RH positivo.

In Italia la donazione dei gameti sia maschili (ovociti) che femminili (liquido seminale), è anonima e gratuita, e i donatori devono avere un’età compresa tra i 18 e i 40 anni (se uomini) e tra i 20 e i 35 anni (se donne). 

La legge 40 del 2004 che norma l’accesso alle tecniche di fecondazione in vitro stabilisce inoltre che:

  • Le coppie che vi accedono devono essere ancora in età fertile (considerando che la percentuale di successo decresce con l’aumentare dell’età della donna), coniugate o conviventi, eterosessuali e maggiorenni e che devono firmare un consenso informato;
  • L’accesso alle tecniche di fecondazione in vitro (secondo livello di PMA) è consentito non in prima istanza, ma quando tecniche precedenti meno invasive si siano dimostrate inefficaci;
  • È consentita la diagnosi preimpianto per le coppie fertili portatrici di malattie genetiche;
  • È consentita la fecondazione alle coppie fertili sierodiscordanti, in cui uno dei due partner sia portatore di una malattia infettiva trasmissibile per via sessuale (HIV ed epatiti B e C in particolare).

ICSI o FIVET fecondazione in vitro: come si svolge?
Le due tecniche di PMA di secondo livello FIVET e ICSI si definiscono mediamente invasive e sono tra le più accreditate per ottenere un concepimento e una gravidanza in caso di infertilità di uno o di entrambi i soggetti della coppia. Si eseguono previa anestesia locale o sedazione profonda. Una breve descrizione di entrambe:

FIVET. È la fertilizzazione in vitro propriamente detta. Viene fatta precedere da una stimolazione ovarica della donna, cui fa seguito il prelievo degli ovociti con tecnica di agoaspirazione follicolare e la fecondazione con i gameti del coniuge o di un donatore sì da ottenere un concepimento extra uterino. Gli embrioni che ne derivino vengono reimpiantati nell’utero femminile con la speranza che almeno uno attecchisca. Se, invece, è la donna a ricevere gli ovociti di una donatrice, si procederà a preparare farmacologicamente l’utero dell’aspirante mamma per renderlo pronto ad accogliere gli embrioni, cui seguirà la fecondazione extra corporea degli ovociti con i gameti maschili. Una volta ottenuti gli embrioni si procede all’innesto nell’utero della donna tramite catetere.

ICSI. (Microiniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo). È indicata in caso il numero degli ovociti disponibili sia ridotto o quando si utilizzino gameti crioconservati. La prima fase prevede la stimolazione ovarica della donna, cui si fa seguire il prelievo degli ovociti dalle ovaie con sedazione più o meno profonda, e contemporaneamente si prepara il campione di sperma del partner o del donatore. La fecondazione avviene sempre in laboratorio, ma solo uno spermatozoo viene selezionato per fertilizzare ciascun ovocita. Una volta ottenuto il concepimento, si procede al reimpianto degli embrioni nell’utero della donna. 

ICSI o FIVET fecondazione in vitro: come ci si prepara?
La FIVET e la ICSI prevedono diversi passaggi. Nel caso vengano utilizzati gli ovociti della stessa aspirante madre per la fecondazione in vitro, è necessario effettuare un prelievo degli stessi. La tecnica di aspirazione follicolare si effettua ambulatorialmente. La paziente dovrà presentarsi a digiuno di almeno 6 ore, durante le quali è consentito bere solo un po’ d’acqua. La sera prima dovrà assumere un antibiotico per prevenire eventuali infezioni durante l’intervento. L’agoaspirazione follicolare (che si effettua per via vaginale) si esegue sotto sedazione profonda, ovvero previa iniezione di un farmaco che indurrà un sonno profondo della durata di circa 20-30 minuti. Al termine la paziente deve restare in day-hospital per qualche ora, monitorata, e poi è libera di rientrare a casa, dove però è necessario che rimanga a riposo per tutto il resto della giornata. Dovrà essere accompagnata e potrà sentirsi stordita per un po’, inoltre possono presentarsi crampi dolorosi di tipo mestruale che si possono alleviare con farmaci analgesici da banco. 

La fase successiva è rappresentata dal transfer, ovvero dal trasferimento degli embrioni ottenuti dalla fertilizzazione in vitro, che vengono impiantati nell’utero della donna dopo circa 48 ore dal prelievo degli ovociti e dalla fertilizzazione in vitro. L’impianto degli embrioni (due-tre al massimo) tramite catetere non è doloroso, e di solito si esegue con tecnica ecoguidata. Nei giorni seguenti è opportuno che la paziente rimanga a riposo ed eviti sforzi e stress di qualunque tipo per agevolare l’attecchimento di almeno un embrione. La percentuale di successo di queste tecniche di PMA è di circa il 30%.

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