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Cos’è la prostatectomia transuretrale?
La prostatectomia transuretrale (TURP, TransUrethral Resection of the Prostate) è un intervento endoscopico mininvasivo che ha lo scopo di rimuovere l’ostacolo al corretto deflusso dell’urina dalla vescica determinato dalla prostata ingrossata. Consiste nell’asportazione per via uretrale della porzione più interna della ghiandola. 
È l’intervento standard per il trattamento di questo disturbo, per il quale rappresenta la procedura più eseguita nel mondo. Consente un miglioramento della sintomatologia nel 75-96% dei pazienti e nei parametri oggettivi (aumento della forza del getto urinario, riduzione del residuo post-minzionale e riduzione dell’ostruzione) esprime performance superiori rispetto alle altre opzioni terapeutiche. 
Nelle 6 ore precedenti la procedura è necessario osservare digiuno da liquidi e solidi ed evitare il fumo. È importante riferire al medico eventuali terapie farmacologiche assunte.

Quando viene eseguita?
La TURP viene effettuata in caso di iperplasia prostatica benigna sintomatica e di neoplasia prostatica ostruente lo svuotamento vescicale non suscettibile di trattamento radicale che non ha risposto al trattamento ormonale.
L’intervento viene prescritto quando l’intensità dei sintomi va da moderato a grave e la prostata ha raggiunto dimensioni comprese fra 30 e 80 millimetri.

Come si svolge?
La procedura viene effettuata in anestesia loco-regionale o generale.
La chirurgia si basa sull’impiego di uno strumento (resettoscopio), un endoscopio dotato di un piccolo anello metallico che viene inserito nella vescica passando per l’uretra, senza quindi praticare incisioni sulla parete addominale. Il resettoscopio taglia fettine di tessuto prostatico affetto dalla malattia utilizzando corrente elettrica ad alta frequenza. Tale strumento è equipaggiato di una telecamera che permette al chirurgo di visualizzare il campo operatorio.

La durata oscilla tra 20 e 60 minuti. 

Dopo l’intervento viene applicato un catetere vescicale con sistema di lavaggio continuo della vescica, per drenare l’urina e inoculare localmente una soluzione sterile che ha lo scopo di prevenire la formazione di coaguli di sangue. In assenza di complicazioni il catetere è rimosso in media dopo 1-3 giorni, fino a quando la ferita non è rimarginata ed è possibile urinare autonomamente. 
In assenza di complicazioni la degenza ospedaliera media è di 3-4 giorni.

Come si vive dopo una prostatectomia?
Per un periodo variabile fra una e 3 settimane, in funzione della gravità della condizione trattata, è raccomandato di:

  • Ridurre gli stress fisici;
  • Ridurre l’attività sessuale;
  • Ridurre l’attività sportiva;
  • Seguire un regime alimentare moderato;
  • Seguire una terapia antisettica urinaria secondo le indicazioni del chirurgo;
  • Assumere lassativi in caso di bisogno: è da evitare qualsiasi sforzo addominale per prevenire il rischio di sanguinamento;
  • Astenersi per un periodo consigliato dal chirurgo dalle normali attività lavorative;
  • Evitare lunghi tragitti in macchina;
  • Evitare l’uso di cicli e motocicli;
  • Idratarsi correttamente per le proprie necessità.
Occorre, inoltre, sottoporsi ad esame colturale delle urine, a dosaggio del PSA e a flussometria con valutazione del residuo.
Nel 5-15% dei casi si rende necessario un secondo trattamento a distanza di 8 anni.

Qual è la complicanza più frequente e come si urina dopo la TURP?
Fra i rischi più comuni, l’eiaculazione retrograda e disturbi urinari di vario grado (che possono verificarsi dopo la rimozione del catetere e persistere per 1 mese circa).
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