Come avviene il trapianto di cellule staminali emopoietiche?
Il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche (CSE) consiste nella somministrazione di chemioterapia e/o radioterapia a dosi molto elevate seguita dalla re-infusione delle CSE del paziente stesso precedentemente raccolte. Come suggerisce l’aggettivo autologo, il paziente è sia donatore che ricevente delle cellule.
Le CSE sono cellule progenitrici contenute nel midollo osseo che si differenziano e danno origine alle cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine). Se queste cellule immature subiscono alterazioni, la produzione delle cellule del sangue subisce delle conseguenze che, nei casi gravi, possono causare la morte. La sostituzione delle staminali alterate con cellule sane permette di ripristinare una normale produzione di cellule del sangue (cellule emopoietiche) da parte del midollo osseo.
Le principali malattie per le quali viene eseguito il trapianto autologo di CSE sono:
- Tumori del sangue: leucemie e linfomi;
- Tumori solidi, in alcuni casi;
- Mutazioni congenite che alterano il metabolismo;
- Immunodeficienze primitive.
Di seguito, analizziamo brevemente le fasi successive della procedura.
Come si raccolgono le cellule staminali emopoietiche?
Tradizionalmente, queste
cellule venivano
raccolte tramite prelievo di midollo osseo emopoietico, cioè eseguendo un aspirato midollare dalle creste iliache (ossa del bacino) in anestesia generale.
Oggi, con grandi vantaggi,
è possibile effettuare la raccolta a partire dal sangue venoso periferico, con un semplice prelievo di sangue.
Dato che, per realizzare il trapianto, è necessario avere un numero relativamente alto di cellule staminali emopoietiche e che normalmente nel sangue periferico esse sono presenti in piccolissime quantità,
il paziente viene sottoposto a terapia con fattori di crescita specifici (G-CSF).
Il prelievo dalle creste iliache viene ancora eseguito quando non è possibile reperire un numero sufficiente di cellule dal sangue periferico.
Come si conservano le CSE?
Dopo la raccolta, le cellule staminali ematopoietiche vengono conservate a temperature variabili tra -80 e -196°C; nel caso in cui l’intervallo di tempo fra la raccolta e la re-infusione non superi le 96-120 ore, esse non vengono congelate.
Quando è invece indispensabile congelarle, per evitare che il passaggio alle basse temperature le danneggi, vengono protette con l’aggiunta di un agente chiamato dimetilsulfossido (DMSO), che consente loro di rimanere integre e vitali anche per lunghi periodi.
Cos’è il condizionamento?
Il condizionamento consiste nella
somministrazione della chemioterapia/radioterapia nei giorni che precedono l’infusione delle cellule staminali.
Questo trattamento ha
due obiettivi principali: creare le condizioni ideali per l’attecchimento delle cellule staminali nel midollo osseo ed eliminare le cellule del sistema immunitario che potrebbero attivarsi contro le CSE e causare il rigetto.
Cos’è la re-infusione?
Concluso il condizionamento, l
e sacche contenenti le cellule staminali raccolte dal paziente vengono scongelate e reinfuse attraverso un catetere venoso centrale o in una vena periferica di grosso calibro, proprio come avviene per una normale trasfusione di sangue. Le sacche vengono gradualmente portate a temperatura immerse in un bagno termostatico a 37°C.
Come ci si sente dopo il trapianto? Il DMSO che viene aggiunto per proteggere le CSE dai danni dovuti al congelamento
può causare reazioni avverse quali
nausea,
vampate di calore, secchezza delle fauci,
febbre.
Quanto dura il trapianto? La procedura di re-infusione avviene in regime di
day hospital e dura dalle 4 alle 6 ore.
Cosa si intende per attecchimento?
Il condizionamento, che comporta la distruzione dell’ambiente midollare tramite la somministrazione di chemioterapia/radioterapia, provoca un
forte indebolimento delle difese immunitarie del paziente, che in questa fase è ad alto rischio di infezioni ed emorragie.
Il r
ischio si riduce quando le cellule somministrate raggiungono il midollo osseo e cominciano a funzionare correttamente producendo le cellule del sangue così come sono chiamate a fare. Ciò avviene generalmente a 10-15 giorni di distanza dal trapianto. Nel frattempo, possono essere necessarie trasfusioni di globuli rossi e/o piastrine.
L’equilibrio immunitario si ripristina completamente mediamente entro 6 mesi.