Visita vulnologica: cos’è
La
visita vulnologica rappresenta il
punto di
inizio dell’approccio al paziente con lesioni cutanee croniche (anche definite ferite difficili), ovvero ferite che non guariscono o che guariscono molto lentamente perché provocate da condizioni che non consentono la cicatrizzazione.
Viene realizzata dallo specialista Vulnologo presso l’Unità di Vulnologia, presso l’Ambulatorio delle lesioni cutanee croniche (o Ambulatorio delle ferite difficili). I membri dell’équipe che si occupa di queste problematiche, all’interno della quale l’
infermiere specializzato in
wound care occupa una posizione centrale, collaborano con il medico di Medicina Generale e gli altri specialisti che seguono il paziente.
La prestazione può essere erogata tramite SSN (in questo caso occorre la ricetta medica) oppure in regime privato ad un costo che varia in funzione della struttura.
A cosa serve
Lo scopo della
visita vulnologica (dal latino vulnus, cioè
ferita) è quello di valutare il quadro del paziente con ferita difficile, anche dal punto di vista psicologico, studiare il tipo di lesione e le cause di base.
Le condizioni che possono richiedere questo tipo di esame sono:
- Problematiche di tipo venoso o arterioso (ulcera da insufficienza venosa);
- Lesioni da pressione (piaghe da decubito);
- Complicanze diabetiche (ulcera diabetica o piede diabetico);
- Infezioni;
- Condizioni post-traumatiche (traumi meccanici oppure ustioni);
- Ferite chirurgiche;
- Tumori;
- Lesioni dovute a malattia autoimmune (artrite reumatoide, vasculite, lupus eritematoso sistemico) o dermatologica (psoriasi).
Si tratta di un
primo contatto nell’ambito del trattamento e monitoraggio della lesione, per il quale alcune strutture mettono a disposizione anche servizi di management del paziente a domicilio e per il supporto ai caregiver. Queste prestazioni sono indicate, ad esempio, nei pazienti con piaghe da decubito.
Nel suo insieme, la vulnologia si occupa di trattare le lesioni e di prevenirne le complicanze, mediante trattamenti specifici (ossigenoterapia, innesti cutanei, trapianti di cellule, terapie avanzate, uso di plasma arricchito in piastrine e monociti, PRP/MNC).
Gli
aspetti psicologici della visita vulnologica sono di grande importanza nella presa in carico del paziente, perché le ferite difficili provocano forti ripercussioni sulla qualità di vita.
Come si esegue
La visita dura complessivamente 15/20 minuti.
La lesione viene:
- Osservata per coglierne le caratteristiche: intensità dell’odore emanato, quantità di essudato e quantità di tessuto necrotico, profondità della ferita, aspetto del letto e dei bordi, ricerca dei segni clinici di infezione (ed esecuzione, nel caso sia necessario, di una coltura con antibiogramma), stato della cute che circonda la lesione;
- Fotografata, per poterne apprezzare l’evoluzione nel tempo;
- Classificata;
- Medicata in base ai protocolli previsti: la medicazione permette di dare sollievo ai sintomi e prevenire complicanze potenzialmente severe, che possono portare alla chirurgia e all’amputazione, nel caso sia interessato un arto.
- Vengono anche studiate eventuali altre lesioni a rischio per cronicizzazione e messe in atto opportune azioni terapeutiche finalizzate a prevenirne l’evoluzione.