Esame audiometrico tonale: che cos’è?
L’esame audiometrico tonale è un test dell’udito non invasivo che serve a misurare la capacità di una persona di udire suoni in diverse tonalità e frequenze. In questo modo è possibile scoprire eventuali carenze nell’abilità uditiva e misurarne l’entità. L’esame viene effettuato da un tecnico audiometrista e può essere eseguito da chiunque senza limitazioni o preparazione specifica. Il test audiometrico misura la capacità del paziente di udire il suono più debole, o meno udibile, che l’orecchio umano possa intercettare secondo una specifica scala audiometrica basata su parametri internazionali.
Durante l’esame si indossano delle cuffie attraverso le quali vengono inviati suoni di diverso grado di intensità a ciascun orecchio, misurati in decibel (dB). Per farci un’idea dei diversi gradi volumetrici basti sapere che un suono sussurrato è pari a 20 dB, un sound musicale ad alto volume si situa tra gli 80 e i 120 dB e infine il rombo di un aereo è pari a 180 dB.
La frequenza di un suono si misura invece in Hertz (Hz). Toni molto bassi e mediamente bassi misurano circa 50-60 Hz, mentre le frequenze maggiori udibili dall’orecchio umano raggiungono o superano i 10mila Hz. Le frequenze mediane, quelle dei suoni più comuni, si situano tra i 250 e gli 8mila Hz, per un volume di circa 25 dB.
Esame audiometrico tonale: a cosa serve?
L’esame audiometrico tonale puro misura la capacità di ciascun orecchio – ovvero orecchio destro e orecchio sinistro - di udire suoni di diversi toni e frequenze, che viene registrata in uno speciale tracciato chiamato audiogramma. In generale va detto che l’udito umano è ottimale fino ai 30 anni circa, man mano che gli anni passano la capacità uditiva tende progressivamente a ridursi (è un fenomeno fisiologico), con un drastico peggioramento dopo i 60 anni, soprattutto nella percezione delle frequenze tonali acute. La prescrizione del test è utile proprio per misurare la perdita della capacità auditiva lamentata dal paziente per cause diverse tra cui:
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Neurinoma acustico: tumore benigno a lento accrescimento che si forma sulla guaina di rivestimento dell’ottavo nervo cranico. Questa neoplasia può causare perdita della capacità uditiva, disturbi nell’equilibrio e paralisi facciale
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Perdita uditiva conduttiva: calo dell’udito causato da danni al timpano o agli ossicini dell’orecchio medio (martello, incudine, staffa)
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Perdita uditiva neurosensoriale: calo dell’udito causato da un danno del nervo vestibolococleare, l’ottavo nervo cranico
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Presbiacusia: perdita dell’udito a causa dell’invecchiamento
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Ipoacusia da infezioni (ad esempio otite media purulenta)
Il test può essere, inoltre, prescritto in presenza di acufeni, ossia percezioni di un ronzio o di suoni simili al tintinnio di un campanello all’interno dell’orecchio.
L’orecchio umano si suddivide in tre aree: l’orecchio esterno, costituito da padiglione auricolare e condotto uditivo, l’orecchio medio in cui troviamo il timpano e i tre ossicini che propagano il suono verso l’orecchio interno, dove si trovano coclea e nervi acustici. Il test audiometrico tonale è utile sia per valutare la capacità uditiva dell’orecchio quando vi sia il sospetto di un calo dell’udito per varie cause, che per monitorare la funzionalità di quest’organo di senso dopo un intervento chirurgico alle orecchie o a seguito dell’applicazione di apparecchi acustici e impianti cocleari.
Non è invece utile per la diagnosi di specifiche malattie dell’orecchio o del nervo acustico, perché permette allo/a specialista in otorinolaringoiatria solo di capire a quale livello dell’orecchio – se esterno, medio o interno – si trova il problema che comporta il calo dell’udito nel paziente.
Attraverso questo test è pertanto possibile capire se l’ipoacusia (il calo uditivo) sia di tipo trasmissivo, e quindi dipenda da un problema a carico dell’orecchio esterno o medio, o sia di tipo percettivo e sia causato da un danno ai nervi acustici. In generale per giungere ad una diagnosi è necessario integrare l’esame audiometrico tonale con altri test audiometrici, tra cui l’impedenziometria.
Esame audiometrico tonale: come si svolge?
L’esame audiometrico tonale si esegue all’interno di una cabina insonorizzata. Il paziente dovrà indossare delle cuffie attraverso le quali potrà udire diverse tipologie di suoni inviati dal tecnico audiometrista a ciascun orecchio. La sequenza prevede toni di partenza molto bassi che aumentano di volume e di frequenza progressivamente. Nei pazienti giovani la sequenza potrebbe essere invertita. Ad ogni cambio di tono al paziente viene chiesto di fare un cenno o di premere un apposito pulsante, il che permetterà all’audiometrista di valutare la capacità del paziente di udire quel singolo suono.
Oltre a questo semplice test è possibile che l’esame comporti anche un’ulteriore prova che consiste nell’applicare sul processo mastoideo, la sporgenza ossea posta dietro l’orecchio, un dispositivo avente lo scopo di trasmettere le vibrazioni acustiche direttamente all’orecchio interno. In questo modo è possibile valutare sia la funzionalità dell’orecchio esterno e medio che quella dell’orecchio interno e dei nervi acustici. L’esito dell’esame audiometrico tonale viene registrato graficamente su una carta (audiogramma).
Esame audiometrico tonale: come si leggono i risultati?
L’audiogramma è il tracciato che graficamente mostra la capacità di entrambe le orecchie del paziente di udire suoni a volumi e frequenze diversi. Nel grafico a due colori (rosso per l’orecchio destro e blu per il sinistro), costituito da un piano cartesiano, troviamo sull’asse delle ordinate la perdita acustica espressa in dB, mentre sull’asse delle ascisse è espressa, in Hz, la capacità di percepire le frequenze del suono. In un tracciato audiometrico normale le due linee avranno un andamento regolare, orizzontale e si collocheranno sulla parte alta del piano. La linea del tracciato, però, può avere un andamento declinante e in questo caso ci rivela una ipoacusia (calo dell’udito), di tipo trasmissivo o percettivo. Nello specifico, i risultati dell’esame audiometrico tonale che rilevano una perdita uditiva possono essere di tre tipi:
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Ipoacusia di trasmissione: capacità uditiva per via ossea normale, per conduzione (o via aerea) ridotta. In questo caso la linea appare più bassa nella prima parte del tracciato per poi risalire nella seconda
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Ipoacusia percettiva (o neurosensoriale): la capacità uditiva appare inferiore alla media per entrambe le vie e quindi anche nel tracciato la linea inizia nella zona mediana per poi abbassarsi nella parte inferiore del piano cartesiano
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Ipoacusia mista: in questo caso l’abbassamento dell’udito è sia di tipo percettivo che osseo pertanto la linea nel tracciato si collocherà in basso calando soprattutto nel tratto finale
L’audiogramma dell’esame audiometrico tonale va interpretato dallo/a specialista in otorinolaringoiatria che stabilirà anche quali altri test siano necessari per la diagnosi di ipoacusia e per determinarne le cause effettive.