Come si può risolvere il problema della disfagia?
La
rieducazione della disfagia, cioè della difficoltà a deglutire gli alimenti, comporta un
iter articolato che coinvolge diversi specialisti.
Accanto alla diagnosi precoce del disturbo, che può essere causato da malattie o traumi,
è importante che la rieducazione sia istituita tempestivamente, al fine di prevenire i rischi che la disfagia comporta (malnutrizione,
disidratazione,
polmonite).
Nel percorso di riabilitazione, allo scopo di sinergizzare gli sforzi,
vengono coinvolti attivamente i caregiver.
La disponibilità di nuovi e sempre più efficaci strumenti rende oggi la rieducazione della disfagia un obiettivo sempre più raggiungibile.
Quanto tempo ci vuole per guarire?
Ogni paziente ha la sua storia e
i tempi di ripresa dipendono dalla gravità del disturbo e dalla presenza di altre patologie.
Cos’è la disfagia: rieducare alla deglutizione
La
deglutizione è una funzione neuromotoria complessa,
governata da più sistemi che devono agire in sincronia.
Diverse malattie possono interferire con questi meccanismi, provocando difficoltà nell’ingoiare gli alimenti, cioè quella che viene definita disfagia:
I
rischi correlati alla disfagia
sono importanti. Il paziente può
andare incontro a fenomeni di malnutrizione, disidratazione o infezioni polmonari (polmonite ab ingestis), dovute al fatto che particelle di alimenti deglutiti in maniera non fisiologica finiscono nelle vie aeree.
Quali esercizi fare?
Il trattamento della disfagia viene messo in atto da più specialisti, ciascuno per le proprie competenze, e comprende l’approccio
otorinolaringoiatrico, quello
neurologico,
logopedico (riabilitazione logopedica) e quello nutrizionale, oltre al
supporto psicologico laddove necessario.
È importante, infatti,
che il paziente mangi cibi morbidi e facili da deglutire ma non troppo liquidi e che riceva un corretto apporto di nutrienti. Nell’ambito di questo quadro generale articolato rientrano anche
interventi mirati alla pratica di esercizi tradizionali per l’allenamento della forza, della resistenza e della coordinazione dei muscoli della bocca e del viso in generale, della lingua e della mandibola.
Viene effettuata la
mobilizzazione dei muscoli dell’osso ioide e del collo. Vengono anche eseguiti trattamenti di elettrostimolazione, cioè di induzione di contrazioni muscolari tramite l’attivazione di elettrodi posizionati sulla cute del collo del paziente, accanto alla mandibola.
L’elettrostimolazione agisce sui muscoli deglutitori della faringe, innescando una sorta di processo di rieducazione per allenarli a compiere di nuovo la loro funzione.
È indolore; può causare una sensazione di formicolio occasionalmente.
Durante l’iter di riabilitazione, al paziente vengono insegnate tecniche compensative: posture che facilitino la deglutizione sicura, rinforzo dei muscoli dei distretti interessati dal problema, strumenti di supporto alla fonazione, all’adeguata nutrizione, al controllo della respirazione, alla ritenzione della saliva.
Fra i
nuovi approcci resi possibili dalle tecnologie digitali, il
biofeedback (che associa la logopedia alla stimolazione visiva e uditiva), la
realtà virtuale, la neurostimolazione centrale o periferica (finalizzata alla riorganizzazione corticale per l’apprendimento),
la teleriabilitazione e le tecnologie di mobile health (m-Health, che permettono il miglioramento della compliance del paziente nel contesto domestico e nell’esercizio delle attività quotidiane).