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Il prelievo di sangue venoso: cosa prevede?
Il prelievo di sangue venoso è un esame che prevede l’inserimento di un ago in una vena (in genere del braccio) al fine di raccogliere un campione di sangue da sottoporre a test di laboratorio.
Viene seguito da un Infermiere o da un Medico presso l’Ambulatorio di una struttura sanitaria.
Quali esami comprende? Il prelievo di sangue venoso può essere effettuato per ricavare parametri con valore diagnostico per numerose malattie.
Quanto costa? Il costo di questa procedura dipende dal regime con cui viene erogata (privato o con SSN) e dal tipo di indagini richieste.
Come si svolge e che differenza c’è con il prelievo arterioso?
Il prelievo di sangue venoso viene eseguito in genere da una vena del braccio o della mano, a differenza del prelievo arterioso, che viene effettuato in corrispondenza di un’arteria e ha altre applicazioni mediche. Se le vene del braccio e della mano sono inaccessibili, vengono scelte vene degli arti inferiori e dei piedi oppure le vene giugulari esterne del collo.
Il paziente viene fatto sedere con la schiena appoggiata alla sedia e l’avambraccio appoggiato su una superficie morbida. Per il prelievo di sangue dalla giugulare, invece, il paziente viene messo nella cosiddetta posizione di Trendelenburg, con la testa leggermente inclinata nella direzione opposta al lato dove deve essere eseguita la procedura.
Dopo avere identificato la vena adatta, viene applicato un laccio emostatico a monte (non nel caso del prelievo da giugulare) e viene chiesto al paziente di stringere il pugno del braccio corrispondente. L’operatore, dopo avere palpato dall’esterno la vena, disinfetta l’area, rimuove il laccio emostatico ed esegue la puntura.
Il sangue può essere raccolto in provette sottovuoto oppure in una siringa. Al termine, viene rimosso l’ago e viene applicata pressione sul sito punto con una garza sterile.
Quando l’operatore ha terminato, continua a premere localmente, per facilitare l’arresto del sanguinamento. L’operatore ti applicherà un cerotto adesivo.
Il prelievo per emocoltura richiede una specifica procedura di disinfezione ed esecuzione, al fine di prevenire contaminazioni che possono penalizzare la qualità dei risultati.
Quali sono i rischi?
Si tratta di un esame in generale privo di controindicazioni a cui tutti possono sottoporsi. L’esame del sangue è però controindicato in caso di:
Occasionalmente, alcune persone possono svenire alla vista del sangue (sincope vasovagale). Se ti è capitato in passato, parlane con l’operatore che esegue la procedura: ti farà stendere su un lettino, per prevenire eventuali traumi da caduta.
Se soffri di un disturbo della coagulazione, fallo presente all’operatore: si assicurerà che la pressione sul sito di prelievo sia mantenuta più a lungo rispetto alla norma, per facilitare l’arresto del sanguinamento.
I rischi legati all’esame del sangue sono molto rari. Occasionalmente, possono verificarsi infezioni nel sito in cui è stata eseguita la puntura (il rischio è correlato in particolare al mancato rispetto delle procedure di disinfezione e igiene), ematomi (che compaiono nei giorni seguenti), danno alla vena (per errori dell’operatore).
Se soffri di allergia al lattice, riferiscilo all’operatore, che utilizzerà guanti e laccio emostatico in altro materiale.