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Pap test (screening collo utero): cos’è
Il Pap test è un esame non doloroso e non invasivo, rapido e di semplice esecuzione utilizzato nella prevenzione e nella diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero (carcinoma cervicale), in associazione al test HPV, che viene eseguito con una metodica analoga. La combinazione di Pap test e test HPV risulta più efficace del solo Pap test nella prevenzione del carcinoma cervicale, che oggi rappresenta il secondo tumore femminile più diffuso, dopo il carcinoma mammario.
Il collo dell’utero (cervice uterina) è la porzione inferiore dell’organo, quella che prende contatto con la vagina. La mucosa cervicale subisce diverse trasformazioni nel corso della vita della donna, che dipendono dall’assetto ormonale specifico e caratterizzano le fasi successive (pubertà, maternità, menopausa…). L’area di transizione fra la mucosa uterina e vaginale è quella a maggior rischio per lo sviluppo delle neoplasie. Come dimostrato da numerosi studi scientifici, la diffusione dello screening può potenzialmente azzerare l’incidenza del carcinoma cervicale.
Il costo dipende dalla struttura nella quale viene eseguito. Nell’ambito dei programmi di screening, l’esame è gratuito per le persone individuate.

Cos’è, cosa si vede con il Pap test e come si fa l’esame
Il Pap test è un esame citologico, ovvero mirato allo studio di cellule. Viene eseguito prelevando un campione di cellule superficiali della mucosa che riveste il collo dell’utero mediante l’utilizzo di una spatolina o di una piccola spazzola. 
A cosa serve. Lo scopo è quello di verificare la presenza di infiammazione a livello del tessuto e identificare eventuali lesioni precancerose, che possono poi essere asportate per prevenirne l’evoluzione maligna.
Il Pap test fa male? Il prelievo è indolore e di rapida esecuzione.

Quando viene fatto e ogni quanto
Lo screening per il tumore del collo dell’utero predisposto dal Ministero della Salute prevede l’esecuzione del Pap test per le donne di età compresa fra 25 e 29 anni, in combinazione con l’HPV test per le donne dai 30 ai 64 anni. 
La scelta della fascia di età è giustificata dai dati emersi da recenti studi scientifici, che hanno dimostrato come questo esame sia più efficace nell’identificare lesioni a rischio nelle donne giovani.

Cosa bisogna fare prima e quali risultati può dare
La procedura non necessita di una preparazione specifica.
Se l’esito è nella norma (Pap test negativo), il centro presso il quale è stato eseguito invia la comunicazione alla donna, che riceverà anche un ulteriore invito una volta trascorso l’intervallo di tempo previsto.
Se la procedura mette in evidenza elementi di sospetto (Pap test positivo), la donna viene contattata telefonicamente da un operatore sanitario e invitata a sottoposi ad altri esami di accertamento (es. colposcopia). 
Un eventuale chiamata per la ripetizione della procedura non deve generare allarme. In alcuni casi, infatti, l’esame deve essere ripetuto anche se l’esito che ne risulta è negativo. Accade, ad esempio, quando l’operatore di laboratorio verifica che il numero di cellule raccolte è insufficiente per garantire una corretta interpretazione. Oppure quando lo stato di infiammazione della mucosa è tale da impedire la corretta interpretazione degli esiti: in questi casi, il medico prescrive una terapia che riduce i livelli locali di infiammazione e, successivamente, un ulteriore Pap test.