Scompenso cardiaco: come scegliere la struttura sanitaria?
Per lo Scompenso cardiaco il Ministero della Salute indica la percentuale di mortalità entro un mese dal ricovero, indice dell’efficacia delle cure prestate. In particolare, è preferibile optare per strutture che abbiano una mortalità a 30 giorni dal ricoveri inferiore al 9% dei casi.
Che cos’è lo scompenso cardiaco?
Lo
scompenso cardiaco è una malattia del cuore caratterizzato dall’incapacità dello stesso di pompare sangue in quantità adatte a soddisfare i bisogni dell’organismo. Può essere classificato in vari modi:
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in base alla durata della malattia in acuto o, come nella maggior parte dei casi, cronico;
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in base alla zona del cuore colpita in destro o, più frequentemente, in sinistro;
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in base alla fase del battito in diastolico o sistolico.
Indipendentemente dalla classificazione e dalla
causa, il cuore scompensato è un cuore che diventa sempre più affaticato e non permette al resto del corpo di essere ben irrorato di sangue. Questo crea un circolo vizioso in quanto gli organi, ricevendo meno sangue, ne richiedono un maggiore apporto ma il cuore, già sfiancato, prova a pompare più sangue senza riuscirci. Nel corso degli anni il cuore tende a raggiungere dimensioni sempre più grandi e a funzionare sempre di meno.
Colpisce il 2-3% della popolazione generale, il 10-15% se si considerano le fasce più alte di età. È la più importante causa di ricovero in ospedale per i pazienti di età > 65 anni.
Cause dello scompenso cardiaco
Lo scompenso cardiaco può essere causato da tutte quelle malattie che, a lungo andare, determinano uno sfiancamento del cuore.
Le principali malattie che possono causare lo scompenso cardiaco sono:
Sintomi dello scompenso cardiaco
Nel paziente con scompenso cardiaco Il sangue non solo non riesce ad essere pompato al resto degli organi dal cuore ristagna a monte di quest’ultimo, causando
sintomi diversi a seconda delle caratteristiche dello scompenso. Il sangue che ristagna a livello dei polmoni determina dispnea (difficoltà a respirare dopo minimi sforzi o addirittura durante il riposo) e tosse durante la notte. Ci può essere anche rigonfiamento del fegato (per il ristagno del sangue nel fegato), anemia e colorazione biancastra della pelle (perché il sangue non raggiunge la pelle), edemi e rigonfiamenti alle gambe (per ristagno del sangue per gravità alle parti inferiori del corpo), confusione e problemi di memoria (per il mancato apporto di sangue al cervello).
Diagnosi dell scompenso cardiaco
Lo scompenso cardiaco è facilmente
diagnosticabile tramite un’attenta intervista sui sintomi, una
visita medica e un
ecocolordoppler del cuore. Potrebbero essere altri esami come esami del sangue,
radiografia del torace,
elettrocardiogramma, test da sforzo, TC o Risonanza Magnetica del cuore,
coronarografia.
Gli esami servono, oltre che per la diagnosi di scompenso, per indagarne la causa e per verificare lo stadio della malattia. A seconda della complessità del quadro, esistono varie classificazioni dello scompenso cardiaco e in base a questo verrà orientata la terapia.
Terapia dello scompenso cardiaco
Il
trattamento dello scompenso cardiaco riguarda diverse figure mediche e dipende dalla gravità e dallo stadio della malattia. Lo scompenso cardiaco non può guarire ma esistono vari trattamenti che ne alleviano i sintomi e migliorano la qualità della vita, riducendo i ricoveri in ospedale e la mortalità. Importante è il cambiamento dello stile di vita e delle abitudini alimentari (ad esempio sull'apporto di sale, assunzione di acqua, la pratica di attività fisica moderata). La terapia farmacologica è comunque essenziale e spesso è composta dall'associazione di più farmaci.
Qualora la sola terapia farmacologica non fosse sufficiente o non tollerata dal paziente per gli effetti collaterali, può essere associata la resincronizzazione cardiaca elettrica o l’introduzione di un pacemaker.
Il trattamento del paziente terminale, ma solo nel caso in cui si rispettino tutti i rigidi criteri di selezione, è il trapianto di cuore.