Protesi d'anca: come scegliere la struttura?
Per l’intervento chirurgico di "protesi di anca" il Ministero della Salute indica il numero di interventi effettuati dalla struttura presa in considerazione,
indice di esperienza della struttura e la percentuale di riammissioni a 30 giorni dall’intervento,
indice di efficacia delle cure prestate. In particolare, è preferibile optare per strutture che effettuino almeno
80 interventi l'anno e con una percentuale di riammissioni a 30 giorni
inferiore al 3%.
Approfondisci gli indicatori relativi a:
Cos’è la protesi d’anca?
La protesi d’anca non è altro che un dispositivo medico che viene utilizzato nel momento in cui le ossa dell’articolazione dell’anca (ovvero la testa del femore e la cavità acetabolare) vengono danneggiate gravemente. In Italia il numero di ricoveri per protesi d’anca nel 2022 è stato di circa 125.000, in costante aumento rispetto agli anni
precedenti.
Quando si fa la protesi d'anca?
L’anca è l’articolazione più grande del corpo umano: collega infatti il tronco agli arti inferiori. Questa articolazione può essere oggetto di diverse patologie, sia acute che croniche, che potrebbero richiedere l'intervento chirurgico di protesi d'anca. Tra queste patologie vengono
incluse:
- Coxartrosi: è la più comune patologia dell’anca nell’adulto. Colpisce generalmente la popolazione over 50 anni (in particolar modo le donne) e consiste in un processo degenerativo a carico della cartilagine che riveste l’articolazione dell’anca. Questa cartilagine, assottigliandosi, porta allo sfregamento della testa del femore con la cavità acetabolare, causando dolore ed infiammazione;
- Necrosi della testa del femore: è una malattia che prevede la diminuzione dell’afflusso di sangue alla testa del femore. Generalmente è la conseguenza di una terapia steroidea ad elevati dosaggi o di chi soffre di anemia falciforme;
- Artrite reumatoide: è una malattia infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni sia piccole che grandi, le quali diventano dolenti, tumefatte e vanno a deformarsi con il tempo;
- Frattura del collo del femore: in caso di fratture particolarmente gravi, il collo e la testa del femore vengono asportati e sostituiti dalla protesi;
- Tumori: i tumori ossei possono provocare un dolore che peggiora progressivamente, gonfiore, ed aumentano la facilità con cui si formano fratture.
Lo scopo dell’intervento chirurgico dunque è quello di inserire una protesi che andrà a sostituire l’osso o la cartilagine che sono stati danneggiati.
I tipi di protesi
La scelta della protesi viene effettuata dal chirurgo in base al quadro clinico del paziente. Ad influenzare inoltre la scelta vi sono diversi fattori tra cui:
- Età;
- Sesso;
- Peso corporeo, che determinerà la scelta di materiali più resistenti;
- Presenza di allergie verso alcuni dei metalli della protesi;
- Tipologia di patologia che interessa l’anca (alcune protesi sono maggiormente indicate per curare alcune patologie rispetto ad altre).
In base al
materiale impiegato si possono distinguere due tipologie di protesi:
- Non cementate: costruite in lega di titanio a diretto contatto con l’osso;
- Cementate: presentano uno strato di cemento acrilico, una specie di colla, che fa da “cuscinetto” di modo che venga impedito il contatto tra la protesi e l’osso.
La durata e l’usura della protesi dipendono dal tipo di materiale scelto, e generalmente è di circa 15-20 anni.
L'intervento di protesi d'anca
L’intervento di protesi d’anca si esegue, di solito, in
anestesia generale. Tuttavia, è possibile anche optare per una anestesia epidurale, in cui solo la parte inferiore del corpo è insensibile al dolore. Chi sceglie questa seconda opzione non è, comunque, cosciente poiché deve assumere dei forti sedativi.
Riguardo alla durata dell'
intervento per protesi d'anca, varia
tra i 60-90 minuti
Esistono tre tipologie di intervento:
- La sostituzione totale che prevede l'intervento su entrambe le componenti articolari: il femore e l’acetabolo (ovvero la cavità dell’articolazione destinata ad accogliere la testa del femore);
- La sostituzione parziale (detta anche monocompartimentale) che preserva l’acetabolo;
- La protesi parziale che prevede la conservazione del collo del femore (solo per pazienti giovani e in assenza di osteoporosi).
Una quarta e nuova tecnica d’intervento è stata adottata recentemente ed è conosciuta come tecnica mini-invasiva. Questa tecnica prevede una piccola incisione cutanea, della dimensione di 7 cm rispetto ai 15 cm delle tecniche chirurgiche tradizionali. I vantaggi che questo intervento apporta sono molti:
- Riduzione dei tempi di intervento, di degenza e di recupero;
- L’incisione e la cicatrice risultano meno evidenti;
- La perdita di sangue durante e dopo l’operazione è ridotta (con possibilità di non ricevere trasfusioni);
- Il dolore ed il gonfiore sono ridotti;
- Ridotte complicanze post-operatorie.
Protesi d’anca, cosa succede dopo l’intervento?
È molto importante che il paziente segua scrupolosamente le indicazioni date in fase di riabilitazione dopo la chirurgia, per ridurre la durata della degenza ed accelerare il recupero. Anche se il decorso post-operatorio è molto più breve rispetto ad una protesi al ginocchio, la riabilitazione può avere una
durata variabile (dalle
8 alle 10 settimane).
Dopo l’intervento è bene fare attenzione a una serie di
movimenti da evitare, in modo da evitare la lussazione delle protesi. La nuova articolazione necessita infatti di un adeguato supporto muscolare per poter essere mossa al meglio! Di seguito troverai i principali movimenti da non fare:
- Evita di flettere la gamba operata oltre i 90 gradi;
- Evita di ruotare la gamba operata verso l’interno;
- Evita di incrociare le gambe (anche da seduto e da sdraiato);
- Evita di stare in piedi per molto tempo;
- Evita di camminare a lungo su terreni poco stabili per non usurare precocemente la protesi.
Un altro fattore fondamentale, nel periodo che segue l’operazione, è quello dell’alimentazione. Un regime alimentare bilanciato, infatti, consente di non aumentare di peso e di conseguenza aggravare il carico della protesi.
Quando sei a casa, onde evitare cadute accidentali, ti consigliamo di:
- Rimuovere tappeti, zerbini o altri oggetti che possano aumentare il rischio di cadute;
- Utilizzare un tappetino antiscivolo durante la doccia;
- Utilizzare un calzascarpe per evitare movimenti troppo bruschi quando si indossano le calzature;
- NON stendersi sul lato operato ed inserire un cuscino tra le gambe per evitare il loro accavallamento;
- Evitare di guidare per circa un mese (il tempo tuttavia può variare in base a come sta andando la riabilitazione);
- Evitare le sedie basse.
Per conoscere in modo più approfondito come viene effettuato l'intervento e la scelta del tipo di protesi da impiantare consulta l'Approfondimento scientifico di Micuro sulla
Protesi d'anca.