Colecistectomia laparoscopica: come scegliere la struttura sanitaria?
Per l’intervento chirurgico di "colecistectomia laparoscopica" il Ministero della Salute indica:
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il numero di interventi effettuati dalla struttura presa in considerazione, indice di esperienza della struttura;
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la proporzione di interventi che vengono eseguiti in reparti che effettuano alti volumi di attività (>90 casi) e la proporzione di ricoveri con degenza post-operatoria inferiore ai 3 giorni, indici di appropriatezza;
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le complicanze a 30 giorni dall’intervento, indice di sicurezza delle cure prestate.
In particolare, è preferibile optare per strutture che effettuino almeno 100 interventi l'anno, che eseguano almeno l’80% degli interventi in reparti che effettuano almeno 90 interventi ogni anno, che mantengano una degenza post-operatoria inferiore 3 giorni in almeno il 70% degli interventi di colecistectomia laparoscopica effettuati.
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L’intervento chirurgico di colecistectomia laparoscopica
L’intervento chirurgico di rimozione della colecisti (colecistectomia) può essere eseguito a “cielo aperto" con il classico taglio addominale oppure utilizzando la tecnica laparoscopica che prevede solo delle piccole incisioni che permettono l’introduzione degli strumenti chirurgici necessari all’operazione. Per quanto il risultato di entrambe le tecniche (cielo aperto e laparoscopia) sia uguale, l’intervento in laparoscopia comporta una minore permanenza in ospedale da parte del paziente, un minor dolore post-operatorio e una più veloce ripresa delle normali attività. Inoltre le piccole incisioni procurano assai meno problemi dal punto di vista estetico a livello dell’addome.
L'intervento è comunque effettuato in anestesia generale affinché, in caso di necessità, ci sia bisogno di passare dalla tecnica laparoscopica a quella a cielo aperto, ad esempio in caso di infiammazioni importanti della colecisti o particolari caratteristiche anatomiche del paziente che rendono difficile l’intervento in laparoscopia. Condizioni queste ultime non prevedibili prima dell’intervento.
La colecisti
La colecisti, o cistifellea, è un organo a forma di pera che si trova sotto il fegato. La funzione principale è quella di conservare la bile (un insieme di molecole che servono alla digestione) prodotta dal fegato, per poi riversarla nell'intestino dopo i pasti (soprattutto se con tanti grassi) tramite un condotto che li mette in connessione.
Descrizione della malattia
Le malattie che più frequentemente interessano la colecisti, e che necessitano di intervento chirurgico, sono la calcolosi biliare (o sabbia biliare, ovvero la presenza di
calcoli di bile all’interno della colecisti) e la colecistite (infiammazione della colecisti). Solitamente l’intervento chirurgico è richiesto solo se sono presenti sintomi o disturbi importanti per il paziente. Infatti i calcoli a volte si muovono andando a ostruire il dotto di connessione con l’intestino, o il dotto del pancreas, causando dolori molto forti e infiammazioni rilevanti.
Il tumore maligno della colecisti è un evento più raro ma molto pericoloso (coliche e dolori addominali, febbre, infezione).
Sintomi
La presenza di calcoli nella colecisti può rimanere asintomatica tutta la vita. Spesso però può causare dolori addominali nella parte destra dell’addome (coliche biliari), febbre (in caso di infiammazione o infezione della colecisti), ittero (colorito giallastro della pelle e degli occhi), disturbi della digestione.
Diagnosi
L’
ecografia addominale è già dirimente per fare diagnosi di calcoli biliari, soprattutto se in presenza di sintomi tipici. A volte invece vengono scoperti per caso in seguito a una ecografia all’addome effettuata per altri motivi. L’ecografia permette di verificare la presenza di calcoli anche altrove o porre il sospetto di tumore.
L’utilizzo di TAC o Risonanza Magnetica, così come l’utilizzo di mezzo di contrasto, è raro e destinato ai casi più dubbi o in caso di calcoli posizionati tra la colecisti e l’intestino.
Decorso post-operatorio
Non si tratta perciò di un organo vitale ed i pazienti sottoposti a colecistectomia possono riprendere la vita nella totale normalità. I pazienti vengono dimessi solitamente entro due-tre giorni dall'intervento, a volte anche dopo 24h. Il ritorno alla normale attività lavorativa può avvenire entro la prima settimana dall'intervento mentre il dolore post-operatorio tende a regredire dopo pochi giorni, anche se dipende da diversi fattori legati all’intervento e alle condizioni cliniche del paziente.
Solo nei primi giorni o nelle prime settimane dopo l'operazione, possono presentarsi problemi digestivi (mal di pancia, diarrea). Le difficoltà digestive, soprattutto per pasti particolarmente abbondanti e ricchi di grassi, e il reflusso gastroesofageo, possono persistere per alcuni mesi.