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Tumore maligno alla prostata: come scegliere la struttura sanitaria?
Per l’intervento chirurgico per tumore maligno alla prostata il Ministero della Salute indica il numero di interventi effettuati in un anno dalla struttura presa in considerazione, indice di esperienza della struttura. In particolare, è preferibile optare per strutture che effettuino almeno 50 interventi l'anno.
 
Approfondisci l'indicatore relativo al numero di interventi chirurgici per tumore maligno alla prostata
 
Che cos’è il tumore alla prostata?
La prostata è un organo presente solo negli uomini, utile al funzionamento dell’apparato genitale e riproduttivo, infatti è molto sensibile agli ormoni come il testosterone. Si trova sopra la vescica ed è grande più o meno come una noce. Con l’avanzare dell’età spesso si ingrossa (ipertrofia) e può dare problemi al sistema urinario causando ostruzione all’eliminazione dell’urina, e anche alla sfera sessuale. Ma fortunatamente la trasformazione in tumore maligno avviene di rado.
Il tumore della prostata è dovuto a un’incontrollata crescita delle sue cellule ed è il più comune tumore nel genere maschile, tipicamente in età adulta o anziana.
In Italia, nel 2023, sono stati stimati circa 41.100 nuovi casi di tumore alla prostata. Questo tipo di cancro rappresenta la forma più comune tra gli uomini, costituendo il 19,8% di tutti i tumori maschili e, nell’ultimo decennio, è divenuto, il tumore più frequente nella popolazione maschile dei Paesi occidentali. All'origine di questo fenomeno, anziché la presenza di elementi di rischio, vi è una maggior probabilità di individuare questa condizione attraverso un precoce processo di screening, che comprende il monitoraggio dei livelli di PSA, l'esame digitale della prostata, l'ecografia prostatica e la biopsia guidata ecograficamente.
 
Le cause del tumore alla prostata
Non è del tutto chiaro come nasce il tumore ma si conoscono alcuni fattori di rischio. Sicuramente l’età anziana è il più importante fattore di rischio, infatti dai 50 anni in su esiste un rischio maggiore di avere il tumore della prostata. Avere familiari stretti che hanno o hanno avuto il tumore alla prostata comporta un ulteriore rischio (2 volte superiore rispetto a chi non ha parenti con il tumore).
Da menzionare ci sono anche una dieta a base di grassi animali, l’obesità e la mancanza di esercizio fisico.
 
I sintomi del tumore alla prostata
Nella prima fase, il cancro alla prostata di solito non mostra sintomi evidenti, ma man mano che la malattia si sviluppa nella regione circostante, possono comparire segni come: difficoltà ad urinare e riduzione della forza del flusso urinario, sensazione di ostruzione all’eliminazione di urina, necessità di urinare spesso durante la giornata, sensazione di mancato svuotamento della vescica, dolore quando si urina, dolore nella zona perineale. A volte si può osservare sangue nelle urine o nello sperma o problemi di erezione del pene. Nelle fasi più avanzate oltre a determinare disturbi al sistema urinario, può dare disturbi alla sfera sessuale e malessere generalizzato. Le metastasi colpiscono principalmente le ossa e in stadi avanzati è possibile sperimentare dolore osseo, soprattutto nella colonna vertebrale.
 
Diagnosi del tumore alla prostata
In età adulta/anziana è bene tenere sotto controllo le dimensioni della prostata attraverso degli esami semplici, ovvero l’esplorazione rettale (il medico inserisce il proprio dito fino al retto del paziente per valutare le dimensioni e la consistenza della prostata) e l’esame del PSA (attraverso un prelievo di sangue). Nei casi in cui questi esami pongano il sospetto di tumore, la diagnosi definitiva viene effettuata attraverso la biopsia. Identificato il tipo di tumore attraverso la biopsia, che determina l'aggressività delle cellule tumorali attraverso il punteggio di Gleason, di solito vengono richiesti altri esami radiologici per completare la stadiazione, ovvero il grado di diffusione del tumore in tutto il corpo. Possono essere utili l’ecografia, TAC, Risonanza Magnetica, scintigrafia ossea, PET o altri esami a seconda dei sospetti. Altri test genetici possono fornire informazioni sulla prognosi. La stadiazione varia da I a IV, indicando la localizzazione o la diffusione del cancro.
 
Terapia del tumore alla prostata
La terapia, oltre a prendere in considerazione lo stato di salute generale del paziente, varia a seconda dello stadio del tumore, quindi se è limitato all’organo o si è già diffuso in altre parti del corpo, e dei potenziali benefici o effetti collaterali del trattamento. Le opzioni quindi possono variare dalla “vigile attesa”, ovvero aspettare che il tumore dia sintomi tali da compromettere la qualità della vita, monitorando l’andamento della sua evoluzione anche tramite esami radiologici e di laboratorio, oppure la chirurgia, la radioterapia o la terapia ormonale.
Generalmente per i pazienti con rischio intermedio-alto di recidiva del cancro alla prostata le diverse opzioni di trattamento disponibili includono radioterapia esterna, terapia ormonale (che modifica gli effetti degli ormoni maschili) e prostatectomia seguita da terapia ormonale.
Per coloro che progrediscono dopo la terapia ormonale, ci sono altre opzioni come la terapia ormonale di seconda linea, chemioterapia con farmaci come docetaxel o cabazitaxel, e inibitori androgenici di nuova generazione come abiraterone acetato ed enzalutamide. Recenti approvazioni includono farmaci come apalutamide, darolutamide, olaparib (in combinazione con abiraterone) e una terapia target con radioligando chiamata Lutezio (177Lu) vipivotide tetraxetan per pazienti con poche opzioni terapeutiche.
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