Tumore al retto: come scegliere la struttura sanitaria?
Per l’intervento chirurgico per tumore maligno del retto il Ministero della Salute fornisce il numero di interventi effettuati in un anno dalla struttura presa in considerazione, indice di esperienza della struttura nel trattare chirurgicamente questa patologia.
Che cos’è il tumore del retto?
Il retto è l’ultima porzione dell’intestino, quella più vicina all’ano. Infatti presenta una forma allargata, come un’ampolla, per poter contenere le feci prima che queste vengano espulse dall’ano.
Il
tumore del retto può essere di natura benigna o maligna ed è causata dalla presenza di cellule tumorali nel retto in fase di proliferazione. I tumori benigni sono di solito rappresentati da polipi facilmente asportabili chirurgicamente, ma a cui si deve porre attenzione in quanto predispongono alla nascita di tumori maligni. Il tumore maligno rappresenta circa il 30% dei tumori maligni che colpiscono il tratto gastrointestinale, è diffuso soprattutto in persone di età maggiore di 50 anni, senza distinzione di genere. La forma più frequente è l’adenocarcinoma.
Nel corso degli ultimi decenni è aumentato il numero di tumori ma si è progressivamente ridotta la mortalità grazie agli
screening e a terapia innovative.
Cause del tumore del retto
Le
cause del tumore maligno del retto, quindi dell’anomala proliferazione delle cellule rettali, come per gran parte dei tumori, è fondamentalmente sconosciuta. Si conoscono però le condizioni di maggior rischio, ovvero che aumentano la probabilità di ammalarsi di tumore al retto. Sono simili a quelle del colon:
Sintomi del tumore del retto
Nella maggior parte dei casi i
sintomi del tumore al retto nascono tardivamente. Si tratta di piccole perdite di sangue, a volte non visibili a occhio nudo ma rilevabili con un esame delle feci per la ricerca del cosiddetto “
sangue occulto”. A volte invece il tumore si presenta con sanguinamenti grandi al momento della defecazione, dal colore rosso vivo che fa da contorno alle feci. Un altro sintomo comune è il tenesmo, ovvero la sensazione di dover andare in bagno senza però riuscirci. Possono esserci anche sintomi, spesso trascurati dai pazienti, come stanchezza, mancanza di appetito, stitichezza alternata a diarrea profusa, anemia e perdita di peso.
Diagnosi del tumore del retto
Per effettuare la diagnosi e la stadiazione del tumore, al fine di scegliere l’opzione terapeutica più conveniente per il paziente, quasi tutti i pazienti con tumore del retto devono eseguire una serie completa di esami strumentali. Il primo esame è quasi sempre la ricerca del sangue nelle feci, associato molte volte alla radiografia con mezzo di contrasto intestinale. L’esame più importante è però la rettocolonscopia, ovvero l’introduzione nell’ano di un tubicino dotato di videocamera. In questo modo può essere visualizzato tutto il tratto che va a ritroso dall’ano fino all’inizio del colon. Questo esame consente di effettuare
biopsie, quindi prelievi del tumore per conoscerne la tipologia e le sue caratteristiche. In caso di ostacoli dentro il colon che non permettono di fare una
colonscopia normale, si può scegliere un altro tipo di
colonscopia, detta “virtuale”, oppure una colonscopia con l’aiuto della TAC. Per completare la stadiazione si ricorre a
TAC,
Risonanza Magnetica,
ecoendoscopia o altri esami approfonditi a scelta del medico che vuole investigare altri distretti corporei dove il tumore ha potuto dare metastasi a distanza.
Terapia del tumore del retto
Le opzioni terapeutiche più comunemente scelte per il trattamento del cancro del retto sono la
chirurgia, la
radioterapia e la
chemioterapia. L’intervento consta in una rimozione solamente del tumore in caso di diagnosi precoce. Se il tumore è già in fasi più avanzate, si può optare per un intervento chirurgico che andrà a rimuovere diversi tessuti e organi intorno al retto (ad esempio l’intervento di Miles). In questi casi è quasi sempre indicata l’associazione con chemioterapia e radioterapia, somministrate prima o dopo la chirurgia.
Dopo il trattamento, il paziente è sottoposto a controlli periodici (analisi del sangue e altri esami) allo scopo di individuare tempestivamente un’eventuale ripresa della malattia.