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Prostatectomia: come scegliere la struttura sanitaria?
Per l’intervento chirurgico di "prostatectomia" il Ministero della Salute fornisce il numero di interventi effettuati in un anno dalla struttura presa in considerazione, indice di esperienza dell’ospedale. 
 
La prostata
La prostata è un organo a forma di castagna situato appena sotto la vescica. La prostata viene attraversata nella sua zona centrale dall'uretra, ovvero il tubicino che permette all’urina contenuta nella vescica di essere convogliata verso il pene e quindi verso l’esterno.
La prostata produce anche un liquido particolare, il quale si mescola con gli altri liquidi contenenti gli spermatozoi provenienti dai testicoli e dotti eiaculatori formando il liquido seminale (o sperma). Quest’ultimo si forma in seguito a un rapporto sessuale e viene incanalato verso l’esterno attraverso l’uretra.
La prostata è costituita da tessuto muscolare che le permette di contrarsi o dilatarsi a seconda dei momenti e da tessuto ghiandolare che produce il liquido essenziale per la sopravvivenza degli spermatozoi durante i rapporti sessuali.
 
Le malattie della prostata
Le malattie che colpiscono la prostata sono molto frequenti e possono essere più o meno gravi.
L’iperplasia (o ipertrofia) prostatica benigna è un ingrossamento della ghiandola prostatica, tipica e quasi sempre presente nei soggetti ultra 50enni. Questa malattia condiziona, a volte in modo intenso, la capacità degli individui di urinare. Infatti, tra i sintomi classici dell’iperplasia prostatica, ci sono la difficoltà a urinare, il dolore mentre si urina, e molto frequentemente la sensazione di stimolo urgente e frequente a urinare. Quest’ultimo è solitamente il primo sintomo a presentarsi e dev’essere considerato un campanello d’allarme, specialmente se si verifica durante la notte (si parla in questi casi di nicturia) costringendo chi ne soffre ad alzarsi più volte per andare in bagno. 
La prostatite rappresenta l’infiammazione della prostata, che a sua volta può avere cause diverse (infezioni, traumi etc.). La sintomatologia prevede dolore o bruciore mentre si urina, sensazione di mancato svuotamento della vescica, urine torbide e maleodoranti (a volte con sangue), dolore durante l’eiaculazione.
La malattia più temibile è il tumore maligno della prostata. La diagnosi precoce del tumore nelle prime fasi è essenziale per la buona riuscita del trattamento. Il tumore non presenta sintomi nelle fasi più precoci e quindi può passare inosservato fino a tardi. Quando presenti ci possono essere: sensazione impellente ad urinare, soprattutto di notte, difficoltà a controllare lo stimolo (simile alle condizioni di incontinenza), dolore o bruciore quando si urina, problemi di erezione del pene e dell’eiaculazione, urine con sangue o liquido seminale, dolore al basso ventre.
Il cancro della prostata è uno dei tumori più diffusi tra gli uomini (rappresenta circa il 20% di tutti i tumori maschili), un po’ come il tumore al seno per le donne. Circa 1 uomo su 8 ha probabilità di ammalarsi di tumore della prostata nel corso della vita. Si parla di circa 34 mila casi diagnosticati all'anno in Italia. Così come per il tumore al seno delle donne, anche in questo caso è importantissimo diagnosticare il tumore in fase precoce, quando però nella maggior parte dei casi non causa sintomi. 

Diagnosi
Le malattie della prostata menzionate portano a un ingrossamento della ghiandola o di una parte di essa. L’aumento di volume della prostata, così come gli eventuali sintomi presenti, può essere verificata attraverso un’intervista accurata del paziente e un attento esame. La prostata può essere palpata, e quindi studiata nelle sue caratteristiche, attraverso l’esplorazione rettale, ovvero tramite l’introduzione nell’ano e poi nel retto delle dita del medico esaminatore che, tramite una meticolosa palpazione, potrà identificare l’aumento di grandezza dell’intera ghiandola o di una sua porzione e anche altre caratteristiche (come la durezza, la posizione, la mobilità della prostata).
Importanti sono poi l’ecografia trans anale, ovvero una normale ecografia effettuata tramite l’introduzione dell’ecografo per via anale. Con questo esame, la prostata verrà studiata nel dettaglio e permetterà anche di effettuare biopsie multiple per definire la tipologia specifica di malattia. Al fine di confermare la diagnosi, valutare l’estensione della malattia e definirne lo stadio o la presenza di metastasi sono necessari a volte TC, Risonanza Magnetica, PET. Il marker più usato per l’identificazione di malattie prostatiche è il PSA, ma ormai viene utilizzato soprattutto dopo l’intervento chirurgico per monitorare eventuali recidive.

Terapia
L’iperplasia prostatica benigna si cura spesso con i farmaci (che rilassano la muscolatura della prostata facilitando il passaggio del flusso urinario). La chirurgia viene presa in considerazione solo in determinati casi, ad esempio in caso di fallimento della terapia farmacologica.
Il cancro della prostata si può curare con diverse tecniche, in primis la chirurgia, che può comportare l’asportazione totale o parziale della ghiandola (prostatectomia parziale o radicale). Altre terapie disponibili sono radioterapia e chemioterapia, crioterapia (che prevede la distruzione delle cellule tumorali con procedura di congelamento), terapia ormonale, brachiterapia (impianto di sorgenti radioattive direttamente all’interno della ghiandola).  Infine, nei casi in cui il tumore sia a lento accrescimento, o nei pazienti molto anziani, si preferisce semplicemente monitorare lo sviluppo della neoplasia senza intervenire a meno che non sia strettamente necessario.
 
L’intervento chirurgico di prostatectomia
La prostatectomia è l'operazione chirurgica di rimozione della prostata, se diagnosticato nelle fasi iniziali. Quando si parla di prostatectomia radicale si intende non solo l'intervento chirurgico finalizzato alla rimozione totale della prostata ma anche, qualora fosse necessario, di alcuni tessuti e strutture circostanti quest'ultima. Può essere eseguita con un intervento tradizionale o in laparoscopia. Quest’ultima opzione costituisce il trattamento più frequente per la cura del tumore alla prostata. 
Generalmente l’anestesia è generale e, conclusa l'operazione, sono previsti generalmente 2-4 giorni di ricovero, l'uso di cateteri vescicali per 2-3 settimane e alcune sedute di radioterapia o chemioterapia per eliminare ogni traccia del tumore eventualmente rimasto.
Per accorgersi tempestivamente di eventuali recidive, è opportuno che la persona operata si sottoponga a controlli periodici, tra cui le analisi di PSA.
Per i tumori alla prostata a uno stadio avanzato non è generalmente prevista la chirurgia in quanto ritenuta ormai poco efficace. 
I rischi legati all’intervento sono: sanguinamenti, infezioni, problemi di erezione, incontinenza urinaria.
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