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Aneurisma cerebrale non rotto: come scegliere la struttura sanitaria? 
Per l’intervento chirurgico di riparazione di “aneurisma cerebrale non rotto” il Ministero della Salute fornisce il numero di interventi effettuati in un anno dalla struttura presa in considerazione, indice di esperienza dell’ospedale. 
Aneurisma cerebrale non rotto: che cos’è?
L'aneurisma cerebrale è una dilatazione anomala di un vaso sanguigno del cervello, rendendo le sue pareti più fragili e a rischio rottura, con conseguente sanguinamento del vaso e ictus. Seppur si tratti di situazioni pericolose e richiedenti un attento monitoraggio nel corso degli anni, questi aneurismi possono restare tali. Spesso alle persone con aneurisma cerebrale non rotto viene posta diagnosi casualmente durante l’esecuzione di altri esami. Altri passano l’intera vita senza accorgersi della sua presenza, per poi scoprirlo dopo la morte ad esempio durante un’autopsia. Le dimensioni della dilatazione sono variabili da pochi millimetri a oltre 2 cm e, anche se non rappresenta una regola, più cresce maggiore è il rischio di rottura o di compressione di altri organi vicini.
Il tipo più comune di aneurisma è quello “sacculare” e rappresenta il 90% di tutti gli aneurismi cerebrali. Più di un aneurisma può essere presente nello stesso paziente.

Aneurisma cerebrale non rotto: le cause
La causa è di per sé sconosciuta. Si pensa ci siano fattori genetici o embriologici (quindi dalla nascita) a cagionarla, incidendo sulla resistenza delle pareti dei vasi e sulla pressione che il sangue esercita sulle stesse. Ipertensione, fumo e malattie del connettivo preesistenti sono sicuramente fattori di rischio importanti non solo nella crescita degli aneurismi ma anche della loro rottura.

Aneurisma cerebrale non rotto: i sintomi
Per quanto possano non dare sintomi per tutta la vita, gli aneurismi più grandi possono comprimere strutture vicine e causare i più svariati sintomi, come mal di testa, disturbi ai movimenti dell’occhio, crisi epilettiche. In caso di rottura dell’aneurisma e conseguente ictus emorragico, i sintomi
dipenderanno dalla localizzazione del sanguinamento e dalla parte del cervello colpita.

Aneurisma cerebrale non rotto: la diagnosi
La diagnosi di aneurisma cerebrale non rotto si pone spesso per caso, nel corso di accertamenti che vengono effettuati per tutt’altro motivo. A volte è necessario però accertare la sua presenza attraverso esami specifici, come TAC encefalo, angio Risonanza Magnetica, angioTAC o, nei casi dubbi, l’angiografia cerebrale con mezzo di contrasto (quindi un tubicino che viene inserito a livello dell’inguine).

Aneurisma cerebrale non rotto: la terapia
Le opzioni terapeutiche sono a discrezione del neurochirurgo. Esistono aneurismi che non hanno bisogno di chirurgia ma solo di vigile monitoraggio. La scelta dipende anche dalle condizioni del paziente, presenza di altre malattie, posizione dell’aneurisma. In caso di necessità di intervento, si può optare per la microchirurgia o per il trattamento endovascolare, a seconda del tipo di aneurisma. La microchirurgia chiude la dilatazione con una molletta a livello del suo colletto, mentre il trattamento endovascolare usa l’angiografia per posizionare uno stent che in questo modo isola l'aneurisma dal tessuto circostante.
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