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Chirurgia Vascolare: che cos'è
La chirurgia vascolare è una branca della chirurgia che si occupa di operare esclusivamente i vasi sanguigni – vene e arterie – per risolvere le patologie e le malformazioni che possono interessare queste strutture del tessuto connettivo. Il/la chirurgo/a vascolare è pertanto un/a specialista del sistema circolatorio e lavora in stretta collaborazione con i colleghi/e specialisti/e in cardiochirurgia, angiologia e flebologia. L’apparato circolatorio dell’organismo umano è, infatti, un circuito complesso, chiuso, al cui centro c’è il cuore, l’organo vitale che ha il compito di pompare il sangue verso i vasi e garantirne la circolazione ininterrotta. I vasi, a loro volta, si suddividono in:
  • arterie: in esse scorre il sangue ossigenato (che arriva dai polmoni) pompato con vigore dal cuore verso tutti gli organi del corpo. La pressione in questi grossi vasi è maggiore, proprio per permettere al sangue di raggiungere anche le zone periferiche;
  • vene: fanno il percorso contrario rispetto alle arterie, trasportando il sangue di ritorno dagli organi e dai tessuti più periferici e interni, fino al cuore. Il sangue che scorre nei vasi venosi – con un flusso meno potente di quello arterioso - è ricco di anidride carbonica, una sostanza di scarto del metabolismo cellulare che deve essere eliminata;
  • capillari: sono i piccoli vasi superficiali diffusi in tutto il corpo, che hanno il compito di filtrare il plasma sanguigno e la linfa.
La chirurgia vascolare opera tutti i vasi sanguigni, ma quelli su cui si interviene con più frequenza sono le arterie, e in particolare la carotidi (le arterie che collegano il cuore al cervello), l’aorta cardiaca (la più grossa arteria del cuore), l’aorta addominale, le arterie degli arti inferiori, le arterie renali e l’arteria iliaca che garantisce l’afflusso di sangue fresco alla regione pelvica.

Chirurgia Vascolare: a cosa serve
Le patologie, le malformazioni o i traumi che possono colpire i vasi sanguigni e che pertanto vengono trattati con tecniche chirurgiche sono diversi, tra i più comuni:
  • aneurismi (ingrossamenti di porzioni di una vena o di un’arteria con pericolo di rottura), in particolare a carico dell’aorta addominale;
  • insufficienza della circolazione cerebrale (deficit cerebrovascolare) dovuta, in molti casi, a stenosi (restringimento del lume interno) delle arterie che portano il sangue al cervello o dei vasi che ivi si trovano;
  • vene varicose;
  • arteriopatia periferica, spesso dovuta a malattie quali il diabete;
  • restringimenti o dilatazioni dei vasi causati da aterosclerosi;
  • insufficienza venosa cronica.
La chirurgia vascolare, con moderne tecniche, è in grado di riparare, rimuovere, sostituire, ricostruire e deviare i vasi sanguigni danneggiati, indeboliti, malformati o deformati, e ripristinare in modo corretto la circolazione sanguigna. I/le chirurghi/e vascolari operano in equipe necessariamente multidisciplinari, specialmente quando il disturbo vascolare sia dovuto a patologie specifiche, quali il diabete, patologie autoimmuni (es. le vasculiti), cardiopatie congenite o acquisite, o ad aventi traumatici. Prima di essere giudicato idoneo a subire una operazione di chirurgia vascolare, il paziente viene sottoposto a visita, per la valutazione delle sue condizioni generali e di quelle del suo apparato cardiocircolatorio in particolare, e possono essere richiesti esami specifici, tra cui:
  • analisi del sangue per il profilo lipidico nei pazienti a rischio di aterosclerosi; 
  • angiografie e angio TC o angiografia con RM;
  • indice caviglia-brachiale; 
  • coronarografie;
  • ecocolordoppler ed ecocardio.
Chirurgia Vascolare: a chi si rivolge
Il paziente tipo che si rivolge al/a chirurgo/a vascolare è un soggetto per lo più adulto, spesso anziano, con problematiche circolatorie legate a patologie croniche pregresse, o con situazione circolatoria deficitaria per cause diverse. In genere, è il medico di base che indirizza il paziente verso questo tipo di trattamento specifico, o il/a cardiologo/a o, infine, l’angiologo/a. Un problema molto diffuso che necessita di interventi di tipo chirurgico è l’insufficienza venosa cronica degli arti inferiori associato a varici. Pazienti che possono necessitare di interventi di chirurgia vascolare, anche d’urgenza, sono poi tutti coloro che soffrano di coronaropatie e aterosclerosi, condizione che è in genere associata a sovrappeso, ipercolesterolemia e ipertensione. In questi casi il rischio principale è quello che si verifichi una stenosi, quando non un’occlusione vera e propria, di una o più arterie del corpo. Tabagismo, sedentarietà, nelle donne le gravidanze, il sovrappeso, forme di diabete, oltre alla predisposizione genetica, sono altrettanti fattori di rischio per tanti disturbi vascolari che possono necessitare di intervento chirurgico. La scelta di questo tipo di procedura – ad eccezione delle emergenze – viene di norma preceduta dalla visita di chirurgia vascolare in ambulatorio o direttamente nella struttura sanitaria dove avverrà l’operazione – la quale serve al/a specialista per verificare lo stato venoso e arterioso del paziente, seguito dalle eventuali analisi ed esami strumentali. In questo modo è possibile programmare il tipo di intervento e le modalità di esecuzione. 

Chirurgia Vascolare: le tecniche
Tra le tecniche di chirurgia vascolare che più comunemente vengono utilizzare per risolvere le principali patologie o malformazioni venose o arteriose, si annoverano:
  • ablazione;
  • amputazione (ad es. del piede diabetico colpito da arteriopatica diabetica e non più recuperabile);
  • angioplastica;
  • inserimento di by-pass;
  • riparazione di aneurisma aortico addominale con tecnica tradizionale o endoscopica;
  • scleroterapia degli arti inferiori per ridurre le vene varicose;
  • stripping venoso, che comporta la rimozione di parti di vena danneggiate o dilatate (varici);
  • endoarterectomia, operazione che consente di rimuovere le placche aterosclerotiche che ostruiscono le arterie;
  • trattamento laser;
  • inserimento di stent aortico per aneurisma.
Queste tecniche comportano gradi diversi di invasività e possono essere eseguiti sia in anestesia generale che locale
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