Aggiornato il 26.01.2022
Iperventilazione: cosa fare e non fare?
Per
iperventilazione s’intende l’aumento della
frequenza degli atti respiratori in condizioni di riposo: una situazione che porta a un aumento della concentrazione di ossigeno nel
sangue e a un calo dell'anidride carbonica. L'evento può comportare l'instaurarsi di una sorta di circolo vizioso in cui la persona colpita, andando in agitazione, tende a respirare sempre più affannosamente. Spesso l'iperventilazione è associata ad
attacchi di panico o a
situazioni particolarmente ansiogene, ma può essere anche il sintomo di malattie, ad esempio
cardiache o
polmonari, o di
infezioni. Vediamo cosa fare e non fare in questa eventualità e quando
rivolgersi al
medico.
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Iperventilazione: cosa fare e non fare?
Per
iperventilazione s’intende l’aumento della
frequenza degli atti respiratori in condizioni di riposo: una situazione che porta a un aumento della concentrazione di ossigeno nel
sangue e a un calo dell'anidride carbonica. L'evento può comportare l'instaurarsi di una sorta di circolo vizioso in cui la persona colpita, andando in agitazione, tende a respirare sempre più affannosamente. Spesso l'iperventilazione è associata ad
attacchi di panico o a
situazioni particolarmente ansiogene, ma può essere anche il sintomo di malattie, ad esempio
cardiache o
polmonari, o di
infezioni. Vediamo cosa fare e non fare in questa eventualità e quando
rivolgersi al
medico.
Sintomi
Alcuni
sintomi possono associarsi all'iperventilazione.
-
Respiro innaturalmente accelerato, corto, veloce e affannoso;
- Sensazione di “fame d'aria”;
- Sensazione di confusione e stordimento;
-
Formicolii soprattutto al viso e alle mani.
Cosa fare
- Respirare con una sola narice, tappandosi l'altra e la bocca per ridurre l'ossigeno introdotto nei polmoni;
-
Isolarsi in un luogo tranquillo;
-
Respirare lentamente tentando di ristabilire un ritmo regolare;
- Un volta terminata la crisi, rivolgersi al medico.
Cosa non fare
-
Non respirare in un sacchetto di plastica nel tentativo di ridurre l'ossigeno introdotto nei polmoni: potrebbe aderire alla bocca o alle narici e creare soffocamento;
-
Non ignorare il problema una volta passata la crisi.
Quando contattare il medico
È opportuno
rivolgersi al
medico se il disturbo si presenta per la prima volta, se l'iperventilazione è associata a
febbre,
dolore,
emorragie o altri sintomi e se non passa o tende a peggiorare. In questi casi è giustificato anche un consulto al
Pronto Soccorso.
Prevenzione
- Se la causa della crisi è un attacco di panico valutare l'opportunità di consultare uno specialista (ad esempio uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, uno psicoterapeuta esperto di ansia o uno psichiatra) per imparare a gestire eventuali crisi future;
- Imparare a riconoscere i sintomi per distinguere l'attacco di panico da altri disturbi;
- Apprendere gli esercizi di respirazione per limitare la risposta fisica al fenomeno.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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Sono giornalista professionista medico-scientifica, iscritta all'Ordine della Lombardia dal febbraio 2009. Da 6 anni mi occupo dell'ufficio stampa del portale Doveecomemicuro.it. Dal 2006 collaboro con RCS MediaGroup per cui scrivo principalmente di salute. Per il mensile "Io e il Mio Bambino" ho realizzato diversi reportage sulle strutture ospedaliere.
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