Infortunio in montagna: cosa fare e come prevenirlo
Oggi
la montagna è diventata
meta sempre più ambita per le nostre
vacanze; è stata sdoganata l’idea che sia un genere di attività adatta a tutti, in effetti vi sono tipi di
esperienze per tutti i gusti: dall’
alpinismo vero e proprio, all’
escursionismo, alle semplici
passeggiate su sentieri intorno ai centri abitati. Il problema è che grossa parte delle persone affronta la montagna senza
conoscerne gli aspetti peculiari (meteorologico, orografico, naturalistico) e spesso senza l’
allenamento fisico necessario per affrontare i sentieri scelti. La montagna, nonostante le pubblicità atte a incoraggiarne il turismo, è e rimane un ambiente ostile. In poco tempo, anche la più bella giornata di sole può trasformarsi in un’esperienza problematica per la
persona poco esperta.
Bisogna saper
valutare attentamente le caratteristiche del sentiero, i potenziali rischi, il meteo, la stagione, in relazione alle
proprie capacità fisiche.
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Infortunio in montagna: cosa fare e come prevenirlo
Oggi
la montagna è diventata
meta sempre più ambita per le nostre
vacanze; è stata sdoganata l’idea che sia un genere di attività adatta a tutti, in effetti vi sono tipi di
esperienze per tutti i gusti: dall’
alpinismo vero e proprio, all’
escursionismo, alle semplici
passeggiate su sentieri intorno ai centri abitati. Il problema è che grossa parte delle persone affronta la montagna senza
conoscerne gli aspetti peculiari (meteorologico, orografico, naturalistico) e spesso senza l’
allenamento fisico necessario per affrontare i sentieri scelti. La montagna, nonostante le pubblicità atte a incoraggiarne il turismo, è e rimane un ambiente ostile. In poco tempo, anche la più bella giornata di sole può trasformarsi in un’esperienza problematica per la
persona poco esperta.
Bisogna saper
valutare attentamente le caratteristiche del sentiero, i potenziali rischi, il meteo, la stagione, in relazione alle
proprie capacità fisiche.
Mai come negli ultimi anni, il
Soccorso Alpino si trova ad affrontare un gran numero di
infortuni in montagna, nella stragrande maggioranza dei casi in persone che hanno
sottovalutato il proprio cammino (e molti senza assicurazione!). Solo nel 2021, per esempio, il
Soccorso alpino e speleologico Veneto ha compiuto 1048 interventi con 1156 persone soccorse: un
aumento di quasi il 6% dei soccorsi sanitari.
Come procedere
Come spiega il
Soccorso Alpino sulle pagine ufficiali, quando ci ritroviamo infortunati, la prima cosa da fare è
chiamare il 118 (o il
112 come
numero europeo) e procedere nel seguente modo:
-
Fornire dati identificativi dell’infortunato (nome, cognome, residenza) e il numero di telefono;
-
Descrivere sommariamente:
- Lo scenario dell’incidente con precisazione dell’ora in cui è accaduto (per questo è sempre fondamentale essere consapevoli di dove si è in quel momento, il numero del sentiero e l’altitudine);
- Il coinvolgimento di soggetti terzi e precisazione sul numero degli infortunati e sulle loro generiche condizioni;
- La presenza di pericoli residui o potenziali; in particolare, sarà importante informare l’operatore su:
-
Stato di coscienza/incoscienza dell’infortunato;
- Attività respiratoria presente o assente, regolare o irregolare (difficoltà respiratorie);
-
Emorragie in atto, ecc.
-
Descrivere il luogo ove è avvenuto l’incidente e garantire riferimenti che possano renderlo facilmente identificabile, partendo dal “generale” per pervenire al “particolare” (zona, gruppo montuoso, versante, sentiero – via – ferrata, valle, canale – cengia – cresta – gola/forra, ecc., fornendo se possibile il toponimo esatto). Fornire eventuali coordinate possibilmente in formato WGS84 ed in formato “gradi” – “minuti” – “secondi” + “quota”; per esempio: 46° 03’ 13,55” N – 12° 10’ 33,20” E + 387 mt.
Una volta che il
soccorso aereo è partito, per segnalare la propria presenza al velivolo, i segnali sono questi:
-
Sì, c'è bisogno di aiuto: tenere tutte due le braccia in alto, in modo che il corpo prenda la forma di una Ypsilon (Yes).
-
No, non c'è bisogno di aiuto (se notiamo per esempio che un velivolo sta sopra di noi cercando qualcuno che ha telefonato al 118, ma non siamo noi ad averlo fatto): tenere un braccio in alto e uno in basso in modo che il corpo prenda la forma di una N (No).
Sistemi di tracciamento
Oggi, vi sono diverse
app per telefono cellulare che permettono la
geolocalizzazione e di
lanciare l’allarme al 118 direttamente in app (per esempio GeoResQ è gratuita per gli iscritti al CAI), ma va precisato che non sempre in montagna le zone anche più battute sono coperte da
linea telefonica. Se c’è copertura telefonica, esiste anche il sistema
SMS Locator: se la persona non sa precisamente dove si trova,
l’operatore del 118
invia un SMS sul cellulare della
persona dispersa e il GPS automaticamente lo
localizza.
E se siamo senza campo?
Se il nostro telefono cellulare
non ha copertura di rete, si può tentare di telefonare usando un altro gestore. Si
spegne il telefono e alla
riaccensione al posto del Codice Pin si
digiti il Numero di Soccorso Europeo
112. Il cellulare individua automaticamente la
rete più forte e forse è possibile effettuare una chiamata di soccorso.
Prevenzione

Sono numerosi i
corsi offerti dalle sezioni territoriali del
CAI e da altri enti,
aperti a tutti, per iniziare a
conoscere la montagna, noi stessi in relazione ad essa, i suoi
rischi e come comportarsi in caso di problema.
Vi sono corsi di conoscenza della montagna, della sua flora e fauna, di alpinismo di base e avanzato (attenzione: quando si parla di
alpinismo non si intende semplicemente il “trekking”, cioè camminare. Questa attività si chiama escursionismo. L’alpinismo prevede attività di ferrata, arrampicata su roccia, progressione in nevaio e ghiacciaio, ecc.).
Ci sono corsi di vari gradi di:
- Scialpinismo;
- Ferrate;
- Arrampicata su roccia;
- Approccio al ghiacciaio;
- Autosoccorso in valanga;
- Conoscenza della nivologia, ecc.
Ogni sezione CAI svolge la propria attività in autonomia, scegliendo di anno in anno come
strutturare la propria offerta. I corsi prevedono sempre una grossa
parte pratica, “in ambiente” e quindi sono importantissimi anche per renderci conto delle nostre
reali capacità in relazione all’attività che desideriamo svolgere.
Quando chiamare il 118
Cosa fare
- Cercare di mantenere la calma;
- Chiamare il 118;
- Tenere fermo l’infortunato e coprirlo perché non abbia freddo.
Cosa non fare
- Andare in panico;
- Provare a spostarsi da soli da infortunati;
-
Aspettare ore nella speranza di stare meglio: in montagna al calar del sole le temperature si abbassano, la notte all’addiaccio in montagna, anche d’estate, può essere molto pericolosa;
- Dare da mangiare o da bere all’infortunato.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
PRONTO SOCCORSO: COME INDIVIDUARE IL PIÙ VICINO
Se si ha la necessità di recarsi in Pronto Soccorso, su Doveecomemicuro.it è presente una lista: per individuare il più vicino basta attivare la geolocalizzazione.
Pronto Soccorso
In collaborazione con
Cristina Da Rold, giornalista freelance e consulente nell’ambito della comunicazione digitale. Si occupa di giornalismo sanitario data-driven principalmente su Infodata - Il Sole 24 Ore e Le Scienze. Lavora per la maggior parte su temi legati all’epidemiologia, con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 è consulente per la comunicazione social media per l’Ufficio italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Collabora con alcune riviste mediche più specialistiche per Il Pensiero Scientifico Editore, con cui ha pubblicato nel 2015 il libro “Sotto controllo. La salute ai tempi dell’e-health”. Dal 2022 è docente di Social Media e Salute presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
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