Indice
Domande e risposte
Cos’è la nausea?
La
nausea è un
disturbo caratterizzato da una sensazione di
malessere accompagnata dall’
impulso a vomitare.
È l’espressione dell’
attivazione del centro bulbare del vomito e può avere una
causa digestiva oppure originare da condizioni o disturbi che interessano altri apparati.
Per associarla ad una
diagnosi, viene studiata in
relazione alla sua
durata e
frequenza e ai sintomi a cui si accompagna.
Anche in sede di
cura, viene trattata secondo
modalità che dipendono dalla
causa che l’ha
generata. Oltre all’approccio alla
causa, è possibile curare il
sintomo usando
farmaci antinausea.
Da cosa è causata la nausea
I
fattori che possono essere all’
origine della nausea sono
numerosi e di
diversa origine:
- Di tipo emotivo (nausea psicogena);
- Oppure ambientale (particolari stimoli olfattivi, visivi, gustativi possono scatenare un senso di disgusto).
Può subentrare anche a seguito dell’
assunzione di sostanze tossiche o medicinali: tipico è il caso dei farmaci antitumorali, di cui nausea e vomito rappresentano due fra le reazioni avverse più comuni.
Malgrado la loro
eterogeneità, questi
stimoli agiscono secondo una via comune, l’attivazione del centro del vomito a livello del bulbo, una struttura del sistema nervoso centrale localizzata fra l’
encefalo ed il midollo spinale che ospita molti nuclei decisionali determinanti per la vita.
Nausea e malattie gastrointestinali
La presenza di
disturbi dello
stomaco o dell’
esofago che causano un rallentamento della
digestione (ad esempio la
gastrite) o una
risalita del cibo verso la bocca (
reflusso gastroesofageo) può dare disgusto per alcuni cibi o per gli alimenti in generale.
Ho nausea quando mi sdraio: come mai?
L’
ernia iatale è un
rilassamento della
valvola che separa l’esofago dallo stomaco e che apre la strada al reflusso gastroesofageo. La risalita del cibo verso la bocca è accompagnata da una
sensazione di
nausea e bruciore di gola e peggiora quando ci si corica, con un’
alimentazione ricca di cibi acidi e
stimolanti della secrezione gastrica o indossando cinture strette.
Ho nausea quando mangio il formaggio: cosa può essere?
Il
sintomo può essere
legato alle difficoltà digestive dovute all’
intolleranza al lattosio: a causa della carenza dell’enzima lattasi, questo zucchero, contenuto nel latte e nei latticini,
non può essere
digerito e rimane
stagnante nell’
intestino, dove viene fermentato ad opera dei batteri della flora microbica. Il risultato del processo di fermentazione è una sensazione di gonfiore, dolore addominale e nausea.
Anche altre
intolleranze alimentari possono causare lo stesso disturbo.
Nausea per fame
In alcune persone la
contrazione che si accompagna allo
stomaco vuoto può essere tanto
intensa da scatenare un fastidio simile a quello causato dal disgusto per il cibo. Nei soggetti predisposti, il fenomeno si verifica tipicamente a metà mattina, quando la colazione è ormai lontana e digerita. In altre persone il sintomo può comparire per avere
mangiato troppo: è un escamotage dell’organismo per
impedire un’ulteriore ingestione di cibo.
Le infezioni del
sistema digestivo (gastroenteriti virali e batteriche, come la salmonellosi) provocano
nausea, anche
senza febbre: anche in questo caso il sintomo è utilizzato dall’organismo come strumento per
evitare l’ingestione di alimenti che non potrebbero essere
correttamente processati dai tessuti aggrediti dal microbo.
La presenza di
calcoli biliari può scatenare coliche dovute al fatto che questi agglomerati si posizionano in maniera tale da occludere le vie biliari. Una condizione che provoca nausea, vomito e dolore addominale intenso. Anche l’infiammazione della cistifellea (
colecistite) può attivare la stessa catena di eventi.
La nausea è anche presente in molte delle
malattie del fegato, come l’
epatite e la
cirrosi epatica, soprattutto negli stadi avanzati e del pancreas (pancreatite).
Nausea e malattie neurologiche
Lo sa bene chi soffre di
cefalea o emicrania: il mal di testa può essere tanto intenso da causare nausea e vomito. Questa reazione è stata descritta da molti pazienti famosi. Uno fra tutti, l’ex Presidente del
Consiglio Giulio Andreotti, che, da
assiduo consumatore, partecipò anche alla realizzazione del volume “I racconti dell’aspirina”, scrivendo un contributo d’eccezione.
Inoltre, questo sintomo può essere la conseguenza di un
trauma cranico.
Nausea e malattie cardiovascolari
Il
disgusto per il
cibo può essere, insieme al vomito, una delle manifestazioni prodromiche dell’
infarto miocardico, tanto che molti pazienti confondono lo stato di malessere provocato dall’evento incipiente con una forma di
appesantimento digestivo.
Anche l’artrosi cervicale, una
patologia che comporta la degenerazione delle articolazioni esistenti fra le vertebre, può essere correlata alla nausea. Come? Alcuni dei vasi che irrorano il
cervello passano attraverso la colonna vertebrale. L’
artrosi causa un irrigidimento della
colonna che può
restringere il loro
diametro. Anche una minima
stenosi, correlata ad un’esigua riduzione del
flusso di sangue, può essere responsabile della comparsa di sintomi quali nausea e cefalea. Un esempio di
patologia ortopedica che ha anche
implicazioni vascolari.
Nausea e malattie renali
Le
coliche renali sono dovute alla presenza di
calcoli (la patologia è definita
calcolosi renale) che si spostano fino ad ostacolare, o addirittura a bloccare, il passaggio dell’
urina. Questo fenomeno scatena un
dolore violento a livello dell’addome e del fianco e della zona inguinale, accompagnato da nausea e vomito.
In caso di
insufficienza renale cronica l’indebolimento dell’attività filtrante dei reni permette la
circolazione di
scorie e
acidi nel
sangue. Proprio l’acidosi metabolica che si instaura quando il pH del sangue
scende è una delle cause della nausea.
Nausea e malattie vestibolari
Il meccanismo con cui manteniamo l’
equilibrio è complesso e interessa numerosi
organi, fra cui l’
occhio, l’
orecchio e il
cervello.
L’orecchio interno comprende una
struttura detta
organo dell’equilibrio, che informa il cervello sulla nostra posizione nello spazio inviando
segnali attraverso il
nervo vestibolare. La corteccia cerebrale ricostruisce le nostre coordinate integrando i dati provenienti dalle strutture vestibolari e da quelle visive.
Quando l’
orecchio interno è infiammato (la malattia è detta
labirintite) a causa di un’infezione o altri fattori patogeni, invia informazioni alterate, che non concordano con quelle veicolate dalle vie ottiche. Il cervello entra così in uno stato di confusione, che genera sbandamento, vertigine, giramenti di testa e nausea.
Anche stare
fermi a letto, in determinate circostanze, può
dare problemi, a causa della
posizione assunta.
Per le medesime ragioni indossare un paio di occhiali da vista non appropriati per il proprio difetto di refrazione oppure ai quali non si è ancora abituati può dare gli stessi problemi.
Talvolta i disturbi vestibolari nascono da un’
otite trascurata, che
intacca le strutture dell’orecchio interno infiammandole.
Nausea in auto: perché?
Anche il movimento che si subisce stando in macchina può, in alcuni
individui (specialmente nei bambini), causare
discordanza fra ciò che viene descritto dagli occhi e ciò che viene raccontato dal sistema dell’equilibrio, mandando in confusione il
cervello. Questa condizione è detta
cinetosi.
Nausea e intossicazione
La nausea è un
sintomo utile, anche se
fastidioso: ci mette
in guardia da possibili rischi per la vita. Le sostanze più velenose in natura hanno, infatti, un
sapore amaro: l’evoluzione ha premiato i geni correlati al disgusto in risposta all’ingestione di cibi amari perché, indirettamente, possono salvare la vita.
Certamente questo aspetto poteva essere ancora
più utile ai
nostri antenati, che si cibavano di bacche ignote raccolte nei boschi. Ma, con
funzione diversa, è rimasto intatto fino ai nostri giorni. Basti pensare al fatto che uno dei primi sintomi che subentra quando incappiamo in un’
intossicazione alimentare è la
nausea. L’organismo reagisce al pericolo di avvelenamento lanciando avvertimenti che scoraggiano dal continuare ad ingerire il prodotto incriminato ed espellendo il
contenuto gastrico (
vomito).
L’indigestione agisce, in linea di
principio, in maniera
analoga: l’
apparato digerente, malgrado i tentativi, non riesce a processare i cibi ingeriti e cerca di prevenire una nuova introduzione creando fastidio alla vista del cibo e, nei casi più seri, di liberarsi del contenuto gastrico già presente.
La nausea nei disturbi psicologici
In alcuni casi, il
disgusto per gli alimenti è
ricollegabile a problemi di
origine psicologica (
nausea psicogena): uno dei segni caratteristici di questa
tipologia di disturbi è la presenza del
sintomo anche
senza avere
mangiato. La sperimentano molte delle persone che soffrono di disturbi d’
ansia, in particolare di
attacchi di panico.
Gli
psicologi sentono spesso raccontare ai
pazienti della sensazione di
morte imminente che li colpisce durante l’attacco, della paura di svenire o vomitare in pubblico. Timori che sono alla base del fenomeno dell’
evitamento e che spesso li costringono a restare
chiusi in
casa e rinunciare alle relazioni sociali,
aumentando il loro
isolamento sociale.
Nausea e COVID-19
Nausea (mattutina o diurna),
vomito e
diarrea possono essere fra i sintomi dell’
infezione da SARS-CoV-2 e possono comparire, insieme al mal di testa, ancora prima rispetto alle manifestazioni respiratorie, con modalità
simili a quelle delle
comuni gastroenteriti virali.
La
proteina ACE₂ caratteristica delle vie respiratorie, che sappiamo essere il bersaglio del virus, è presente anche nel sistema digerente. Per questa ragione, fra gli
organi target del
germe ci sono anche
stomaco,
fegato e
intestino.
La sindrome da vomito ciclico
È una
malattia rara caratterizzata da gravi e
distinti attacchi di
nausea, anche senza vomito, che compaiono a vari intervalli, con uno stato di salute normale tra gli episodi. Le persone che ne soffrono
non mostrano alterazioni anatomiche ricollegabili al sintomo.
Più frequente nei
bambini, tende a regredire nell'età adulta. In alcuni casi può
cronicizzare, generando attacchi almeno 1 volta alla settimana.
La nausea in gravidanza: perché?
La
nausea gravidica è un
sintomo parafisiologico (ovvero quasi normale, anche se non del tutto) e frequente, almeno nelle prime 12 settimane della gestazione, che può avere grande
impatto sulla
vita della
donna. Non ha alcuna correlazione con i pasti, ma può essere scatenata da alcuni odori o profumi.
Anche se la causa
non è ancora stata identificata chiaramente, l’ipotesi più accreditata è che il
disturbo sia provocato dagli ormoni
caratteristici di questo periodo, in particolare dalla
gonadotropina corionica (HCG), una sostanza prodotta dalle cellule embrionali che ha effetto sul sistema nervoso centrale e i cui livelli aumentano fra l’
ottava e la
decima settimana.
Chi soffre di nausea in gravidanza ha problemi psicologici?
La teoria secondo la quale questo sintomo abbia
origini psicologiche ed esprima la difficoltà della
donna ad accettare la maternità sembra
sconfessata dai
recenti studi.
Molte donne riferiscono di avere avuto
nausea prima del
ritardo mestruale, descrivendo così una sorta di
nausea gravidica anticipata. In realtà, non ci sono prove che
correlino questa sensazione alla
gravidanza. È anche poco verosimile avere nausea da subito (non appena iniziata la gestazione) perché la
sintesi della
HCG non raggiunge livelli significativi prima dell’ottava settimana.
La nausea prima del parto
non è attribuibile a
cause ormonali, ma presumibilmente all’insieme di
segni e
sintomi tipici della
fase iniziale del travaglio.
Ho la nausea ed un ritardo mestruale: sono incinta?
I due fenomeni potrebbero non essere correlati fra loro dal punto di vista causale, ma
verificarsi in
concomitanza per una semplice
casualità.
Anche la nausea prima del
ciclo ha una
radice ormonale e compare quando i livelli di
progesterone aumentano. Può insorgere insieme ad altri sintomi, come irritabilità, tensione, ansia o depressione, labilità emotiva, ritenzione idrica, dolore mammario e cefalea nei
7-10 giorni precedenti il ciclo, descrivendo il quadro della
sindrome premestruale.
Nausea gravidica: come farla passare
Nausea mattutina in gravidanza: perché?
Come approfondito nei paragrafi precedenti, questo sintomo viene scatenato da un’ipersensibilità vestibolare di origine ormonale. Per limitarlo, i ginecologi consigliano di alzarsi lentamente dal letto la mattina e optare per una colazione poco liquida. Le
bevande, arrivando nello
stomaco, lo
dilatano velocemente, peggiorando la sensazione di nausea e il vomito.
Ho nausea quando bevo acqua: come mai?
Durante la giornata, è utile bere poco e di frequente, preferendo bibite fresche e acide (come una leggera limonata), evitando le
bevande dolci e gassate. Anche se al momento possono dare una sensazione di
miglioramento del
sintomo, in realtà, queste ultime agiscono distendendo la parete dello stomaco e peggiorandolo. Lo stesso ragionamento vale per i
pasti, che è consigliabile siano frugali, leggeri e frequenti, ricchi di
proteine e carboidrati e poveri di grassi.
Un altro
consiglio utile per contrastare il sintomo in gravidanza è quello di stare il più possibile all’aria aperta: sostare in ambienti chiusi o con aria
viziata peggiora le cose. Questa soluzione è efficace, anche se può essere più difficilmente realizzabile in caso di nausea serale, perché la sera può
non essere sempre
possibile stare fuori casa, in particolare nelle
stagioni fredde.
Nausea in gravidanza: quando preoccuparsi?
Sebbene nella quasi totalità dei casi la
nausea gravidica sia un sintomo
benigno, è bene consultare il medico se è associata a
vertigine forte e sensazione di sbandamento e confusione, oppure a
tachicardia.
Nausea in gravidanza e limone
Il
limone può essere
d’aiuto durante l’attesa: come per la nausea di origine
digestiva, far bollire una scorza di limone in acqua, sorbendo poi l’infuso che si produce (il canarino, popolare rimedio della nonna), contribuisce a ridurre il senso di disgusto. Un’alternativa è rappresentata dal ghiacciolo, al limone o allo zenzero, purché sia a
basso contenuto di zuccheri.
La nausea: come si manifesta
La nausea si manifesta con sintomi quali
pallore,
vertigini,
sudorazione e abbondante produzione di
saliva.
Può essere accompagnata da
disgusto per il
cibo o per alcuni
odori.
Un sintomo di frequente associato è il fastidio a livello dello
stomaco, che talvolta è un vero e proprio dolore.
La diagnosi
Per
individuare la
causa è importante che il paziente affronti un
colloquio esaustivo con il medico, nel quale indica la frequenza degli attacchi di nausea e la loro durata, nonché eventuali fattori che possono essere correlati, come
l’assunzione di
farmaci, una malattia
pregressa o altri
sintomi presenti.
La visita è
mirata al rilievo dei
parametri cardiocircolatori (frequenza cardiaca e pressione arteriosa), alla ricerca di un eventuale ittero (indicativo di patologia epatica) o
eruzione cutanea (che può derivare da una reazione avversa a farmaci), alla
palpazione addominale (per ricercare gonfiore o altri sintomi che suggeriscono un interessamento digestivo).
Il medico valuta anche i segni di
alterazioni dell’equilibrio (
nistagmo, disorientamento).
Successivamente, vengono prescritti, nel caso siano necessari, gli esami utili ad approfondire gli aspetti eventualmente emersi nel corso della visita.
Nausea: quando preoccuparsi
Questo sintomo, generalmente benigno e transitorio, deve
allarmare (soprattutto se associato a vomito) quando
accompagnato da:
-
Cefalea intensa, rigidità nucale o alterazione dello stato mentale: sono suggestivi di meningite o altre patologie che compromettono il sistema nervoso centrale;
-
Tachicardia e ipotensione arteriosa: possono indicare uno stato di shock;
-
Segni peritoneali: possono essere un segno di peritonite.
Rimedi per la nausea
Visto il
numero e l’eterogeneità delle
condizioni che possono
provocare o
accompagnarsi a questo
sintomo, il trattamento non è univoco ma dipende dalla causa.
Cosa prendere?
Sono disponibili
farmaci che curano il
sintomo. Vengono definiti antiemetici e sono i medesimi impiegati per contrastare il vomito, perché agiscono deprimendo il centro bulbare corrispondente. I principali antiemetici appartengono a diverse categorie.
Gli
antiserotoninergici (granisetron e gli antiserotoninergici di seconda generazione, palonosetron e aprepitant) vengono usati con successo per il trattamento della nausea causata dalla
chemioterapia.
Nausea e vomito sono reazioni
avverse comune dei
farmaci usati nella cura dei tumori e possono impattare in maniera significativa sulla qualità di vita del paziente, tanto da costringere i medici a ridurre i dosaggi o modificare lo schema terapeutico, riducendone l’efficacia. Possono provocare
grave disidratazione, peggiorare l’inappetenza e quindi amplificare la perdita di peso e l’indebolimento, conseguenze che devono essere prevenute. È, quindi, importante avere a
disposizione strumenti in grado di
contrastare questi sintomi.
Proclorperazina,
perfenazina,
clorpromazina e
aloperidolo appartengono al gruppo degli
antidopaminergici, medicinali efficaci nel controllo della nausea postoperatoria, post-chemioterapica (in questo caso vengono talvolta associati al desametasone, un cortisonico attivo anche contro questo disturbo) e di
origine vestibolare (cinetosi, labirintite, vertigine posizionale). Gli
antiemetici antidopaminergici sono stati i primi farmaci contro nausea e vomito dovuti alla chemioterapia.
Il
domperidone e la
metoclopramide sono due farmaci antidopaminergici che favoriscono il
transito del
cibo (per questo vengono chiamati procinetici), riducendo la sensazione di disgusto legata a cause digestive.
Gli
antistaminici (dimenidrato, ciclizina, cinnarizina) sono più
conosciuti per il loro ruolo nel
controllo delle sindromi
allergiche, ma hanno anche una moderata efficacia sulla nausea, in particolare se di origine vestibolare. Vengono usati per contrastare la cinetosi e per le forme gravi e persistenti di nausea gravidica. In quest’ultimo caso devono essere impiegati sotto stretto controllo medico.
Rimedi naturali
Gli
integratori a base di estratto secco di
zenzero mostrano una certa efficacia nel
controllo della
nausea gravidica.
Fra le soluzioni naturali per combattere questo sintomo, troviamo il
limone, in particolare la buccia bollita in
acqua, che deve essere bevuta a temperature più tiepide. Questo rimedio, conosciuto a livello popolare come canarino, è utile specialmente se la nausea è di
origine digestiva. Ma non è indicato per tutti coloro che
soffrono di
ulcera o
reflusso gastroesofageo, che non trarrebbero giovamento dall’acidità del limone e per i quali è consigliabile mezzo bicchiere di acqua calda.
Come dormire per attenuare la nausea?
Se la nausea è dovuta a
reflusso gastroesofageo, conviene coricarsi con un cuscino alto oppure inserire uno speciale cuneo sotto il materasso per
mantenere la
testa rialzata.
Nausea: cosa mangiare e cosa non mangiare
Il consiglio dei medici è quello di
mangiare poco e
spesso, pietanze leggere, povere in grassi e ricche in carboidrati e proteine. Prediligere cibi secchi e masticarli bene prima di ingerirli.
Inoltre, è bene
bere a piccoli sorsi.
Domande e risposte
Di quale malattia è sintomo la nausea?
La nausea è sintomo di molte malattie e condizioni, non solo relative all’apparato digerente. Per questa ragione il suo trattamento non può prescindere dalla cura del disturbo di base.
Come far andare via la nausea?
Oltre a trattare la causa responsabile della nausea, è possibile agire con qualche precauzione: bere lentamente per non dilatare improvvisamente lo stomaco (un fenomeno che può causare nausea e vomito in alcune persone), mangiare lentamente e fare pasti leggeri e frequenti, masticando bene il cibo, evitare le bevande fredde e gassate, muoversi lentamente soprattutto quando ci si alza dal letto la mattina.
Sono anche disponibili farmaci specifici, che devono essere assunti sotto stretto controllo medico.
La cinetosi (mal d’auto) può essere prevenuta assumendo prodotti da banco o SOP, su consiglio del farmacista.
L’estratto secco di zenzero ha una certa efficacia nel trattamento della nausea gravidica.
Qual è la causa della nausea senza vomito?
Mentre la nausea è una spiacevole sensazione che allontana dal cibo e che probabilmente l’organismo usa come escamotage per evitare ingestione di alimenti quando sarebbe impossibile processarli, il vomito è una violenta reazione di espulsione del contenuto gastrico. L’origine dei due sintomi è comune e ha sede nel centro bulbare del vomito. Inoltre, molte condizioni possono dare solamente nausea oppure anche vomito.
Quando preoccuparsi per la nausea?
Sebbene benigno e transitorio, questo sintomo deve allarmare (soprattutto quando associato a vomito) se accompagnato da cefalea intensa e rigidità nucale, tachicardia e ipotensione arteriosa, segni peritoneali.
Come ti senti se hai la nausea?
La nausea è una sensazione spiacevole di dover vomitare ed è accompagnata da fastidio allo stomaco e salivazione accentuata, disgusto per alcuni odori e sapori, a volte anche alla sola vista del cibo.