Indice
Domande e risposte
Perché una ferita si infetta?
Abrasioni, ferite, tagli: anche
quelli più
piccoli e all’apparenza
innocui possono infettarsi. Per questo è bene imparare a riconoscere quando una
ferita si sta
infettando e anche a
prevenire che questo accada, prendendo l’abitudine di disinfettare puntualmente ogni taglio o abrasione.
I
motivi possono essere diversi:
- La presenza di batteri sulla nostra pelle, che quindi entrano subito in contatto con le mucose dopo la ferita e iniziano a proliferare causando appunto l’infezione;
- Una contaminazione tramite contatto della ferita con oggetti sporchi;
- Una cattiva igiene quotidiana personale;
- Un sistema immunitario compromesso o patologie come il diabete possono avere difficoltà a gestire la presenza di patogeni a contatto con la ferita.
I sintomi delle ferite a seconda di cosa le ha provocate
Ci sono
molti tipi di
ferite a seconda della causa:
- Ferite contuse. Sono quelle causate dall’impatto di un corpo estraneo, come un pugno. Solitamente provocano una reazione chiamata ecchimosi, livido, senza sangue o pus.
- Ferite Incise. Sono la conseguenza di un taglio netto sulla pelle e provocano sanguinamento istantaneo e dolore, ma nei casi più superificiali è sufficiente mantenere premuta la zona interessata, disinfettarla e applicare una benda o un cerotto. Nel caso di ferite da taglio profondo è spesso necessario l’intervento di un medico per l’applicazione di punti di sutura.
- Ferite lacero-contuse. Sono quelle dovute a uno strappo della pelle, come quando cadiamo dalla bicicletta ad esempio. Provocano sanguinamento e il più delle volte pus.
- Ferite da puntura o da morso di animale come una vipera. Nel caso del morso quasi sempre queste ferite causano infezioni ed è necessario recarsi subito dal medico.
Quali sono i segnali che una ferita si sta infettando?
È importante porre attenzione ad alcuni sintomi che sono segno che l’infezione ha già preso il via:
- Arrossamento;
- Gonfiore;
- Presenza di pus;
- Calore intorno alla ferita;
- Talvolta la presenza di prurito.
I sintomi di un'infezione in fase avanzata che invece richiede l’intervento del Pronto Soccorso sono invece:
- Sintomi che ricordano la febbre: sete, sudorazione, brividi e sonnolenza;
- Nausea e diarrea nei casi più gravi.
Come evitare che la ferita si infetti
Le prime cose da fare quando ci si ferisce sono:
- Detergere delicatamente con acqua e sapone l’area colpita rimuovendo il materiale estraneo e il pus;
- Applicare un disinfettante;
- Isolare la ferita con una garza sterile o un cerotto nel caso si tratti di una piccola lesione;
- Monitorare il proprio stato di salute nelle ore e nei giorni successivi, in particolare rispetto ai sintomi di un’infezione in atto sopra elencati.
Che cosa fare quando sospettiamo che la ferita sia infetta
I
consigli più
utili sono:
- Mantenere la ferita pulita con prodotti appositi per la disinfezione come il perossido d'idrogeno e coprirla con una garza sterile e una benda adesiva.
- Sostituire la medicazione ogni giorno;
- Non assumere farmaci, in particolare antibiotici, senza prescrizione medica, perché non è detto che l’infezione sia di orgine batterica e gli antibiotici funzionano solamente contro i batteri, non per virus e funghi. Il medico dovrebbe poter visionare la ferita e fare un tampone per effettuare esami batteriologici prima di consigliare l’antibiotico più indicato.
La vaccinazione antitetanica (anche a seguito di una ferita)
Il
tetano è una
malattia infettiva acuta non contagiosa causata dal batterio
Clostridium tetani. A causare la malattia, che se non trattata è mortale per l’uomo, è una
tossina, la
tetanospasmina, che viene prodotta dal germe in forma vegetativa. Bastano circa 7 milionesimi di milligrammo di questa tossina per portarci alla morte. La tossina arriva al sistema nervoso centrale, provocano contrazioni e spasmi diffusi. Fortunatamente esiste un vaccino gratuito per tutti in tre dosi, e con richiami ogni 10 anni.
Quando ci si ferisce a
contatto con
terriccio o
sporcizia da strada, feci, saliva ferro specie arrugginito, si è a rischio di entrare in contatto con il batterio e quindi si raccomanda una vaccinazione subito dopo l’evento, a seconda del tipo di ferita e se la persona è vaccinata contro il tetano e quanto tempo è passato dall’ultima dose.
Se
non si è mai stati
vaccinati si consiglia il
vaccino associato a
immunoglobulina antitetanica. Se si hanno le tre dosi di vaccino, se la ferita è leggera si consiglia il vaccino se sono trascorsi più di 10 anni dall’ultima dose, mentre se la ferita è profonda anche dopo 5 anni dall’ultima dose.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Cosa fare se la ferita è infetta?
- Mantenere il taglio pulito con prodotti appositi per la disinfezione e coprirlo con una garza sterile e una benda adesiva;
- Sostituire la medicazione ogni giorno.
Quando preoccuparsi per una ferita?
I sintomi comuni di una piccola infezione sono arrossamento, gonfiore, presenza di pus, calore intorno alla ferita, talvolta la presenza di prurito.
I sintomi di un'infezione in fase avanzata che invece richiede l’intervento del Pronto Soccorso sono invece:
- sintomi che ricordano la febbre: sete, sudorazione, brividi e sonnolenza;
- nausea e diarrea nei casi più gravi.
Quanto ci mette a guarire una ferita infetta?
Dipende dalla profondità della ferita, da quanto era grave, se era infetta , da come ce ne prendiamo cura a livello di igiene e dalla sede. Se si tratta di piccoli tagli o abrasioni possono essere sufficienti anche 2-4 settimane, mentre le ferite più profonde possono richiedere anche dei mesi.
Quando fare l’antitetanica dopo un taglio?
Se non si è mai stati vaccinati si consiglia il vaccino associato a immunoglobulina antitetanica. Se si hanno le tre dosi di vaccino, se la ferita è leggera si consiglia il vaccino se sono trascorsi più di 10 anni dall’ultima dose, mentre se la ferita è profonda anche dopo 5 anni dall’ultima dose.
In collaborazione con
Cristina Da Rold, giornalista freelance e consulente nell’ambito della comunicazione digitale. Si occupa di giornalismo sanitario data-driven principalmente su Infodata - Il Sole 24 Ore e Le Scienze. Lavora per la maggior parte su temi legati all’epidemiologia, con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 è consulente per la comunicazione social media per l’Ufficio italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Collabora con alcune riviste mediche più specialistiche per Il Pensiero Scientifico Editore, con cui ha pubblicato nel 2015 il libro “Sotto controllo. La salute ai tempi dell’e-health”. Dal 2022 è docente di Social Media e Salute presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
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