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Mal di schiena: un dolore comune
Alzi la mano chi non ha mai sofferto di
mal di schiena nella sua vita. Un
dolore improvviso che “blocca” la
zona lombare, o un
indolenzimento progressivo che rende difficoltosi i movimenti sono
sintomi diffusi di problemi legati alla colonna vertebrale, o ai muscoli che la sorreggono.
Bastano infatti uno strappo, un colpo di freddo, uno sforzo eccessivo, ed ecco che la schiena duole e siamo costretti a farci visitare dal nostro
medico di base o da uno specialista in
ortopedia. Intanto scopriamo
come si può delineare il dolore alla schiena sulla base della
descrizione dello stesso e dei
sintomi correlati (è importante in fase di anamnesi, ovvero quando parliamo dei nostri disturbi durante le visite medico-specialistiche per poter ipotizzare una diagnosi):
- Indolenzimento muscolare;
- Dolore lancinante, trafittivo;
- Dolore alla schiena dal lato destro o sinistro;
- Dolore alla schiena che aumenta o insorge quando si respira;
- Dolore alla parte bassa della schiena che si irradia verso la gamba (una o entrambe);
- Dolore che peggiora quando ci si piega o si solleva la schiena, a riposo o camminando;
- Dolore che si concentra sulla parte alta (dorso), o bassa (area lombare) della schiena;
- Dolore alla schiena che coinvolge l’osso sacro;
- Dolore che aumenta in posizione supina quando si sta sdraiati sulla schiena.
In generale, quindi, ogniqualvolta il dolore che colpisce la nostra schiena, tutta o una sua parte, appare forte tanto da essere insopportabile, perduri nel tempo o insorga subdolamente per poi peggiorare creandoci problemi funzionali, dobbiamo farci controllare dal medico. Prima di addentrarci ad approfondire le cause più comuni di dolore alla schiena, è bene sapere che in alcuni casi non si può procrastinare e, anzi, sarebbe opportuno recarci a visita immediata perché il mal di schiena potrebbe essere spia di una condizione medica grave. Ad esempio:
-
Se il dolore alla schiena è accompagnato da
blocco intestinale o
colica ai
reni;
-
-
Se è un dolore conseguenza di un trauma, incidente o lesione da caduta in cui la schiena tutta, o una sua parte, ne sia stata coinvolta.
In genere, però, all’origine del mal di schiena ci sono
malattie o condizioni patologiche che possono interessare la complessa struttura
muscoloscheletrica che la tiene su, considerando che la spina dorsale è fatta di 33-34 ossa dette
vertebre, collegate tra di loro da cartilagini e separate da morbidi “dischi” polposi che fungono da ammortizzatori. Una
potente muscolatura attaccata alla colonna tramite robusti tendini e legamenti ne permette il movimento, mentre all’interno delle vertebre, che sono cave, si trova il
midollo spinale, parte integrante del
sistema nervoso centrale e collegato al cervello. Vediamo dunque tutte le possibili cause (o per lo meno le più comuni) del mal di schiena.
In generale, secondo l’
American College of Physicians sugli Annal of Internal Medicine, il dolore alla schiena può essere diviso in 3 gruppi:
- Dolore acuto, cioè che dura da meno di 4 settimane;
- Dolore subacuto, tra le 4 e le 12 settimane;
- Dolore cronico, che dura da più di 3 mesi.
Inoltre, suggerisce alcuni comportamenti da tenere per i diversi mal di schiena:
- Dolore alla schiena acuto: di solito si risolve da solo. Bisogna dunque preferire trattamenti non farmacologici come calore superficiale, massaggi, manipolazioni. Si può inoltre ricorrere a farmaci antiinfiammatori non steroidei. Altro farmaco cui ricorrere nel caso il dolore sia dovuto a una contrattura muscolare sono i miorilassanti;
- Dolore alla schiena cronico: bisognerebbe iniziare con trattamenti non farmacologici, con esercizi e riabilitazione multidisciplinare, per correggere le cattive abitudini e migliorare la mobilità, e ricorrere a trattamenti che riducano lo stress, come tai chi, yoga, esercizi di rilassamento muscolare. Si possono poi provare le terapie laser e le manipolazioni spinali, il biofeedback elettromiografico e la terapia cognitivo-comportamentale;
- Dolore alla schiena subacuto: è una fase di transizione tra l’acuto e il cronico. Sì dunque a continuare con le terapie dell’acuto e nel frattempo iniziare a provare qualche terapia non farmacologica efficace per il cronico.
Le discopatie e l’ernia del disco
Come abbiamo visto la colonna vertebrale è composta da ossa chiamate
vertebre, tra le quali si posizionano dei
dischi morbidi riempiti di un
nucleo “polposo” (una sorta di gelatina densa ed elastica) e rivestiti di un guscio fibroso chiamato “
anulus”. Come tutte le parti del nostro corpo, anche i dischi intervertebrali sono
soggetti a lesioni, possono consumarsi e danneggiarsi in qualche punto, provocando, quale sintomo principale, proprio il
dolore, accompagnato da altri fastidi come
perdita di forza e di sensibilità,
formicolio e intorpidimento che possono estendersi anche agli arti superiori, se ad esempio, il problema interessa le
vertebre cervicali. Le
discopatie sono pertanto una delle
più frequenti cause di mal di schiena e sono provocate da
patologie degenerative (legate all’invecchiamento e all’usura), come l’
artrosi,
sforzi e carichi eccessivi, incidenti e
traumi.
In ogni caso i dischi colpiti dal danno
si “consumano” in altezza, ma tendono a
dilatarsi in larghezza o a spostarsi (come accade nel caso dell’
ernia del disco), e pertanto finiscono per
comprimere e irritare le
terminazioni nervose che quindi provocano il dolore alla schiena. Una discopatia può anche portare a
invalidità, impendendo il movimento dell’area della schiena colpita, o rendendolo molto difficoltoso. A seconda delle vertebre coinvolte, la discopatia prende nomi diversi e si manifesta in modi diversi, come vedremo meglio più avanti.
Basti dire che patologie comuni come la
lombalgia o la
lombosciatalgia (detta anche sciatica), sono appunto derivanti da discopatie della zona lombare. Altra area facilmente colpita da dolore vertebrale è la
cervicale, e in questo caso il disturbo più comune si definisce
cervicalgia (abbreviato popolarmente in “cervicale”), in genere determinato da artrosi o da ernia, e la
cervicobrachialgia, quando il
dolore si irradia fino al braccio.
Prima di approfondire meglio queste specifiche cause di mal di schiena, trattiamo quella che è la
più diffusa patologia e carico dei dischi intervertebrali, ovvero
l’ernia del disco. Ne sentiamo parlare spesso, ma di che si tratta? Una discopatia cronica, che quindi comporti un assottigliamento del disco, può avere come conseguenza lo
scivolamento del disco stesso da un lato, oppure questo “cuscinetto”, che funge anche da ammortizzatore rendendo fluidi i movimenti della schiena, può consumarsi maggiormente da una parte e quindi “
protrudersi” verso l’esterno.
In ogni caso, l’esito è lo
schiacciamento di una parte del disco con il rischio che si rompa e il nucleo polposo interno fuoriesca. In questo caso, tale materia va a irritare le terminazioni nervose generando il dolore e la limitazione funzionale. Infatti, il mal di schiena, più o meno diffuso, in questo caso è proprio generato da una
nevralgia e può essere acuto, quasi
bruciante e continuo, oppure più sfumato e intermittente. In qualche caso l’ernia
si riassorbe da sola e con essa scompare anche il sintomo doloroso. In altri casi, invece, è necessario intervenire per eliminare il problema. L’ernia del disco può essere
singola, oppure
multipla.

Lombalgia e lombosciatalgia
Si tratta di due tipici mal di schiena che colpiscono la
zona lombare e il
bacino e che sono originate da problemi alle vertebre di questa porzione inferiore della colonna. La
lombalgia è una delle sindromi dolorose
più diffuse in assoluto e può essere associata, o meno, a disturbi del tratto intestinale. Anche in questo caso, il dolore può avere
diverse manifestazioni e gradi di intensità.
Ad esempio, può presentarsi alla fine della giornata, oppure insorgere già al risveglio e migliorare con il trascorrere del tempo. Può essere un dolore
localizzato, oppure
generalizzato a tutta la parte bassa della schiena. A seconda dell’origine, può o meno essere associato a dolore ad una o ad entrambe le
gambe, provocando difficoltà nella deambulazione e ad altri sintomi invalidanti come
intorpidimento o formicolio. Tra le
cause più frequenti di lombalgia si annoverano:
-
Sforzi eccessivi “da carico” e microtraumi ripetuti;
-
Difetti posturali e sedentarietà (tipica la lombalgia di chi trascorre buona parte del suo tempo seduto o in piedi nella stessa posizione);
-
Artrosi;
-
Ernia del disco;
-
Deviazioni della colonna come la lordosi (accentuazione della curvatura lombare).
La
lombosciatalgia, comunemente definita “
sciatica” è, invece, una specifica lombalgia determinata dalla
compressione del nervo sciatico, il più lungo del nostro corpo, che dalla zona lombare si prolunga per tutta la gamba. A causa, in genere, di una discopatia,
un’ernia espulsa o una malattia della colonna, questo nervo può infiammarsi e provocare una fortissima
nevralgia con sintomi come dolore acuto, talvolta simile a piccole scariche elettriche, che può insorgere all’improvviso ed essere aggravato da sforzi o movimenti. Il dolore da sciatica ha come caratteristica quello di
coinvolgere anche l’arto attraversato dal nervo, con conseguente difficoltà funzionale nella
deambulazione. Come ben sa chi ne soffre, la lombosciatalgia può diventare un
serio problema, perché produce una invalidità in grado di compromettere la qualità della vita, inclusa quella lavorativa. Per tale ragione mai trascurare una lombalgia e una nevralgia che si ripetono ma
recarsi subito da un
ortopedico per i controlli di rito.
La stenosi spinale
Come intuibile dalla denominazione, la stenosi spinale è un
restringimento del
lume interno delle vertebre, uno spazio cavo che racchiude il midollo e le terminazioni nervose. Questa anomalia può avere molte cause, spesso legate al naturale processo di
invecchiamento della colonna, come l’artrosi. Anche
ernie del disco, esiti di
fratture o spostamenti delle vertebre possono provocare una stenosi spinale, con
restringimento centrale o laterale (in questo secondo caso la stenosi si verifica negli spazi periferici della vertebra che contengono le radici nervose). In ogni caso, la conseguenza è un
dolore alla schiena che può essere associato a
parestesie (perdita di sensibilità causata dalla compressione nervosa), e
intorpidimento localizzati nel punto della stenosi, oppure estesi a tutta la colonna e agli arti. Il mal di schiena provocato da stenosi spinale è, rispetto ad altri, più
lento e progressivo, perché il processo di rimpicciolimento della cavità vertebrale non avviene di punto in bianco ma lentamente nel tempo, purtroppo è anche
cronico e irreversibile.
A seconda delle
vertebre interessate dalla stenosi, il dolore assume sfumature diverse. Vediamole brevemente:
-
Stenosi delle vertebre cervicali: fitte dolorose e acute quando si muove il collo e talvolta bruciore che si irradia al braccio (uno o entrambi) e formicolio dello stesso;
-
Stenosi delle vertebre lombari: in questo caso il mal di schiena si accentua quando si cammina o si rimane in posizione eretta, mentre si attenua da seduti o reclinando il busto in avanti. Il dolore poi si estende ai glutei e alla gamba (una o entrambe), con sensazione di intorpidimento e formicolio.
Le deviazioni della colonna
Cifosi, lordosi e scoliosi sono le più comuni
deviazioni della colonna vertebrale che procurano mal di schiena e disturbi funzionali. Una spina dorsale “sana”, infatti, vista lateralmente presenta una
doppia curvatura a forma di S, concava nella porzione superiore e convessa in quella inferiore, per ottenere una
corretta distribuzione dei pesi del corpo e armonia nel movimento. Quando queste due curve naturali sono sproporzionate in un senso o nell’altro, il risultato è non solo il mal di schiena, ma anche la conseguente tendenza al
sovraccarico funzionale. Vediamo brevemente le caratteristiche e i sintomi di tutte e tre le anomalie.
- Iper-Cifosi dorsale: si tratta di una accentuazione della curva dorsale della colonna, che quindi tende ad “ingobbirsi” con conseguente schiacciamento delle vertebre nella parte superiore. Tra le cause più comuni della cifosi dorsale troviamo ereditarietà, difetti posturali, osteoporosi, discopatie. Come facilmente immaginabile, questa curvatura innaturale provoca dolore alla parte superiore della schiena, che si irradia anche alla porzione inferiore, e persino agli organi interni – in particolare i polmoni – perché nelle cifosi accentuate anche la cassa toracica risulta compressa.
- Iper-Lordosi lombare: in questo secondo caso ad essere abnormemente accentuata è la curva lombare, che causa lombalgia e, in certi casi, anche problemi a livello intestinale. Tra le cause, oltre alle stesse all’origine dell’ipercifosi dorsale, anche la gravidanza o in generale il sovrappeso.
- Scoliosi. La scoliosi non è un’accentuazione della curvatura della colonna, ma una vera e propria malformazione con deviazione dell’asse e rotazione vertebrale. Significa che busto e spalle risultano mal allineati, con scapole e/o costole più prominenti da un lato rispetto all’altro. La scoliosi ha diversi gradi di gravità e cause diverse, ma spesso ha un’origine genetica. Una scoliosi trascurata può portare a mal di schiena cronico e persino disturbi a livello respiratorio.
La spondilite anchilosante
La
spondilite anchilosante causa un dolore alla
parte bassa della schiena forte e invalidante. All’origine vi è una
infiammazione cronica delle strutture (legamenti e tendini) che collegano i muscoli alle vertebre della colonna. Per tale ragione la spondilite anchilosante viene anche definita
artrite spinale.
Questa patologia – proprio come l’
artrite reumatoide che colpisce le articolazioni del corpo – ha una probabile
natura autoimmune e spesso si associa ad altre
malattie infiammatorie provocate da una anomala reattività del sistema immunitario come
psoriasi o
morbo di Crhon (infiammazione cornica dell’intestino). I
sintomi più comuni della spondilite anchilosante sono:
-
Dolore alla parte inferiore, regione lombare, della colonna che è più forte a riposo e che in qualche caso insorge anche durante il sonno provocando risvegli notturni;
-
Dolore che perdura per almeno sei mesi;
-
Dolore che si irradia anche ai glutei;
-
Dolore che tende ad alleviarsi con il movimento e con il calore in generale (ad esempio un bagno caldo);
-
Dolore associato a rigidità della base della colonna.
Il “colpo della strega”
Forte e improvviso dolore e la schiena resta “bloccata”! Ecco i sintomi del “
colpo della strega” niente più che una
contrattura muscolare che interessa per lo più la
zona lombare della schiena. Quando la muscolatura che sostiene questa porzione di colonna subisce una
lesione (un “colpo”), diciamo che
si “blocca” e
impedisce in modo totale o parziale il
movimento. La conseguenza, oltre al forte dolore localizzato, è proprio l’
impossibilità di raddrizzare la schiena. Chi viene colpito da questa contrattura è quindi costretto, per un po’, a restare piegato.
Perché succede? Le
cause possono essere diverse, alcune le abbiamo già viste come le
discopatie,
artrosi, anomalie della colonna,
sforzi,
traumi e
posture scorrette, oltre al classico “colpo di freddo” sempre in agguato. In genere un
episodio acuto di questo tipo tende a risolversi
da solo con un po’ di riposo e
farmaci antinfiammatori da banco, ma è sempre e comunque meglio farsi
controllare da un ortopedico, soprattutto per capire l’origine del “colpo” e prevenire eventuali recidive.
Il dolore alla schiena è sintomo di tumore osseo?
Il cancro, ovvero il
tumore maligno alle ossa può dare come
sintomo un dolore alla schiena localizzato. Questo, naturalmente, non deve portare ad inutili allarmismi, perché si tratta di una eventualità senza dubbio più rara rispetto alle condizioni che abbiamo già visto. Tuttavia, come sempre quando si parla di
malattia oncologica, un dolore alla colonna vertebrale, un mal di schiena
“strano”,
che non passa, deve metterci sull’avviso e spingerci ad
controllo accurato. Anche perché quasi mai un tumore osseo che si osservi in un adulto è di tipo primario, nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, si tratta di
metastasi, o
secondarismi, che derivano da un tumore originario principiato
in un altro organo interno (il polmone, il
rene, il
fegato, il
seno eccetera). Pertanto, la prognosi in questi casi dipende dalla
precocità della diagnosi, che permette di avviare
terapie oncologiche
mirate (in genere un
mix tra
chemioterapia e
radioterapia, anche se l’immunoterapia oncologica sta facendo passi da gigante anche nel trattamento del tumore metastatico) e quindi di
bloccare la progressione cancerosa o, nel migliore dei casi, di
ridurre le metastasi.
Quali sono, dunque, i
sintomi che possono farci sospettare che quel dolore alla schiena sia di
natura tumorale o dipenda da una metastasi ossea?
- Dolore localizzato a livello vertebrale;
- Dolore che si estende a tutto il dorso della schiena o si concentra solo su piccole zone (rachide cervicale, zona lomboscrale ecc.);
- Un dolore sordo, profondo, che non si attenua con il riposo, ma, anzi, si acuisce durante la notte.
Attenzione all’elevato
rischio di fratture, che sempre accompagna il tumore osseo, quindi, in questo caso, le vertebre della colonna. A proposito di vertebre, esiste, va detto, anche un
tumore primario vertebrale, che dà come sintomo proprio il dolore alla schiena, ma è estremamente raro.
Altri sintomi concomitanti di questo tumore osseo maligno sono:
- Dimagrimento non dovuto a dieta;
- Malessere generale;
- Stanchezza;
- Febbricola.
Alla
diagnosi del tumore osseo che colpisca la schiena, sia primario che metastatico, si arriva dopo
una serie di esami strumentali quali:
- Risonanza magnetica nucleare (RMC);
- TC;
- PET;
- Scintigrafia ossea;
- Radiografie.
Sono utili anche
esami di laboratorio tra cui il dosaggio del calcio nel sangue e della fosfatasi alcalina, entrambi questi valori aumentano in presenza di metastasi ossee.
Il dolore alla schiena in gravidanza

Soffrire di mal di schiena in
gravidanza è esperienza comune, soprattutto se il dolore compare nella
seconda fase della gestazione e coinvolge la
parte bassa della colonna, a causa del peso del pancione che sottopone a forte pressione la zona lombare. Anche
ai suoi inizi, la gravidanza può comportare dolore alla schiena, specialmente se parliamo di una
prima gravidanza e ciò è dovuto al fatto che tutti i
legamenti e le
articolazioni del corpo diventano più laschi, il bacino si allarga e “tira” per permettere all’addome di fare spazio al feto nell’
utero che man mano di sviluppa. Si tratta, a ben vedere, di un tipo di
dolore fisiologico, ma ciò non significa che sia per questo meno “doloroso”.
Inoltre, fattori come un eccessivo
aumento di peso,
sedentarietà ed
età avanzata della gestante, possono contribuire ad esacerbare il mal di schiena. Per questo, è utile cercare di
prevenire tale tipo di disagio mantenendo sia la colonna, sia tutte le articolazioni elastiche e allenate con
esercizi specifici (se ne trovano tanti sul web, ma è sempre meglio domandare
consiglio agli esperti), o
iscrivendosi, se non ci sono indicazioni contrarie al riguardo, ad un corso di
ginnastica dolce adatto alle donne in gravidanza.
Camminare a passo veloce, tenendo una buona postura, è altresì un modo per fare
attività motoria benefica per tutto lo scheletro, che si può praticare ogni giorno anche
fino al nono mese.
Per non acuire il dolore alla parte bassa della schiena e non sottoporsi a sforzi pericolosi, è invece opportuno
evitare di
sollevare pesi o fare sessioni di
allenamento intensivo con esercizi di crunch e squat. Lo
yoga, il
pilates e la
ginnastica in acqua sono, invece, particolarmente consigliati. Bene dormire con il
cuscino della gravidanza, soprattutto nel terzo trimestre: allevia il dolore alla colonna, decontrae i muscoli e garantisce una
postura ottimale durante il
sonno, migliorando in tal modo la qualità dello stesso. Se il dolore alla schiena dovesse diventare insopportabile, è meglio sottoporsi a
controllo ortopedico, perché potrebbe essere causato da un’
ernia del disco o da una
lombosciatalgia.
L’osteoporosi
In fase avanzata, l’
osteoporosi può comportare
micro fratture vertebrali e in questo caso il sintomo principale diventa il
dolore alla schiena. Questa
malattia dell’invecchiamento, che colpisce maggiormente (ma non unicamente), le
donne dopo la
menopausa, si caratterizza per un
indebolimento generalizzato, progressivo e irreversibile del tessuto osseo, che diventa man mano più fragile, poroso, sottile, e quindi soggetto a
fratture anche spontanee, o provocate da minimi traumi di cui spesso neppure ci si accorge. L’osteoporosi è determinata da un
mancato rinnovamento del tessuto osseo, che progressivamente si demineralizza, perdendo così robustezza. Tra i fattori di rischio di questa malattia dello scheletro (che colpisce, in media, oltre il
20% delle
donne over
40 e il
15% degli
uomini over
60), ci sono:
- Familiarità;
- Traumi ripetuti;
- Sedentarietà;
- Sovrappeso;
- Dieta scorretta con insufficiente apporto di calcio e di vitamina D;
- Fumo;
- Abuso di alcool;
- Cure prolungate a base di farmaci corticosteroidi;
- Magrezza patologica (non è un caso se spesso vanno incontro a osteoporosi donne giovani che abbiano sofferto di anoressia).
Se quindi si è donne, over 40/50, magari in sovrappeso, è indispensabile sottoporsi alla
MOC, l’esame che misura la densità ossea, utile per la
diagnosi precoce di osteoporosi, al fine di prevenire le microfratture e il conseguente dolore alla schiena o ad altre parti dell’apparato scheletrico.
Una
dieta mirata, l’assunzione di
integratori se necessario e soprattutto l’adozione di uno stile di vita salutare che includa moderata attività fisica, l’abbandono delle sigarette e una drastica riduzione del consumo di alcolici, fanno parte di una strategia di prevenzione dell’osteoporosi da incominciarsi quanto prima e, nelle donne, possibilmente già in fase di
premenopausa. La cessazione dell’attività ovarica e il crollo della
produzione ormonale, infatti, rappresentano il primo fattore di rischio di osteoporosi nella popolazione femminile e questo perché è noto il
ruolo protettivo sulle ossa svolto dagli
estrogeni.
Dolore alla schiena: cosa fare e cosa non fare
La nostra schiena è spesso fonte di dolore, perché è sottoposta a
costanti sforzi, non di rado eccessivi per la sua capacità di assorbirli. Ad essere sollecitata in modo abnorme è soprattutto la
zona lombare, la parte bassa della schiena, il cui dolore si può manifestare sia a riposo che al termine di una giornata lunga e faticosa.
Un
vecchio studio svedese ha misurato accuratamente la
pressione che
attività quotidiane normali producono sulla
vertebra centrale della parte inferiore della schiena. Ecco uno schema piuttosto interessante:
Attività/posizione |
Pressione sulla schiena in kg |
Stare sdraiati |
30 kg |
Stare in piedi (fermi) |
70 kg |
Camminare |
85 kg |
Ruotare il busto |
90 kg |
Stare seduti senza poggiare la schiena |
100 kg |
Tossire |
110 kg |
Saltare |
110 kg |
Ridere |
120 kg |
Piegarsi |
120 kg |
Piegarsi reggendo un peso con una mano |
185 kg |
Sollevare un peso tenendo le gambe dritte |
340 kg |
Come si evince, ciò che maggiormente sottopone la zona lombare a sforzo, e che quindi può aumentare il
rischio di discopatia e conseguentemente di dolore alla schiena, è il
sollevare pesi senza piegare le ginocchia (un tipo di errore molto comune). Ma anche, sorprendentemente,
tossire e
ridere sono a loro volta “attività” foriere di potenziali mal di schiena.
A che cosa serve sapere questo? A
prendere le adeguate contromisure, laddove possibile. Infatti, dobbiamo sapere che, se abbiamo un’
età a rischio, siamo
fuori allenamento e magari anche un po’
sovrappeso, metterci a fare jogging saltellando o sollevare pesi in palestra per farci i muscoli, potrebbe contribuire a procurarci un bel dolore alla schiena, determinato proprio da
eccessiva compressione meccanica.
Ecco una lista degli
sport da evitare per non affaticare eccessivamente la schiena, specialmente la parte bassa, e per non incorrere in
traumi potenzialmente gravi:
- Arti marziali;
- Boxe e Kick boxing;
- Motocross;
- Ginnastica artistica;
- Paracadutismo;
- Corsa di resistenza (mezza maratona e maratona);
- Marcia;
- Sollevamento pesi.
Viceversa, le
attività motore più benefiche per la schiena, utili a mantenere lo scheletro in salute e a prevenire il dolore, sono:
- Camminata veloce e nordic walking;
- Ginnastica in acqua;
- Ginnastica dolce e stretching posturale: a tal riguardo, non solo esistono esercizi indicati proprio per prevenire il dolore alla schiena, ma anche esercizi cosiddetti “antalgici”, che si possono fare in fase acuta del dolore, allo scopo di attenuarlo;
- Yoga e pilates soft;
- Ciclismo leggero, evitando i percorsi accidentati e le forti pendenze e stando molto attenti ad evitare cadute e incidenti.
Attenzione: per tutti questi tipi di
attività fisica, è opportuno evitare il fai da te e rivolgersi ad
allenatori o
fisioterapisti esperti, che prima di studiare qualunque tipo di allenamento, verifichino le vostre effettive
condizioni fisiche e, in particolare, quelle della schiena. Inoltre, è sempre meglio
non esagerare. I maggiori benefici si hanno a
lungo termine, quando il corpo viene mantenuto tonico, elastico e ben allenato grazie all’esercizio fisico corretto, praticato con costanza e nel tempo.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Il dolore alla schiena di cosa può essere sintomo?
A seconda delle caratteristiche si può andare dal dolore sordo o pulsante sintomo dell’artrosi alla spina dorsale, alle fitte lancinanti tipiche della rottura di un disco intervertebrale. Il mal di schiena, infatti, può manifestarsi con diverse sfumature: può essere intermittente, continuo, può avere un andamento ingravescente, essere più forte dopo un periodo di riposo (ad esempio al mattino appena svegli, e in questo caso, se anche associato a rigidità, può essere sintomo di artrite o spondilite anchilosante), e migliorare con il calore e l’esercizio fisico, o, al contrario, aggravarsi proprio a seguito di sforzi, come accade nel caso delle discopatie. In altri casi, infine, può essere accompagnato da sintomi neurologici come intorpidimento, indebolimento e perdita di sensibilità, segno che il problema ha interessato i nervi e/o il sistema nervoso centrale (ad esempio il midollo osseo o le terminazioni nervose come accade in caso di stenosi spinale).
Cosa causa il dolore alla schiena nelle donne?
Le cause sono in genere le stesse degli uomini. Tuttavia, un dolore alla parte bassa della schiena, tipicamente una lombalgia, nelle donne potrebbe nascondere altri problemi, un disturbo interno come ad esempio disfunzioni ovariche, endometriosi o fibromi uterini, malattia infiammatoria pelvica ecc. Inoltre in fase premestruale e mestruale molte donne sperimentano mal di schiena proprio nella regione lombare, spesso definito come “mal di reni”. Un dolore alla schiena non collegato alla spina dorsale, ma questo riguarda sia gli uomini che le donne, potrebbe anche essere determinato da infiammazioni intestinali o malattie renali, come ad esempio una colica da calcolosi.
Il dolore alla schiena può essere sintomo di cancro?
Sì, il dolore alla schiena può anche essere un sintomo di tumore alla spina dorsale sia di tipo benigno come l’osteoma osteoide, che maligno come l’osteosarcoma, e può anche essere un secondarismo, ovvero una metastasi a distanza da tumori silenti originatisi in altri organi, come ad esempio i reni. Altri tipi di cancro che tra i sintomi possono annoverare un generico dolore alla schiena sono: il tumore alla prostata, al colon-retto, alle ovaie.
Come si capisce se un dolore alla schiena è grave?
Il consulto del medico è sempre necessario quando il mal di schiena non è passeggero, e in particolare quando: il dolore è lancinante e si estende alla gamba (una o entrambe), quando è associato a sintomi neurologici come perdita di sensibilità, perdita di forza, formicolio e/o intorpidimento, quando perdura per mesi, quando peggiora nel tempo, quando è improvviso e invalidante. In generale, comunque, qualunque dolore che non sia transitorio o che provochi limitazioni funzionali va sempre indagato.
Quanto può durare un dolore alla schiena?
Dipende dalla causa. Un dolore alla schiena acuto, dovuto ad uno sforzo, ad un trauma, o ad altra causa occasionale, in genere non dura più di qualche giorno e passa con il riposo. Viceversa, un dolore a tutta o a parte della schiena, persistente, che quindi si prolunghi per più di tre mesi, viene definito cronico e può avere svariate cause, spesso dovute ad un problema vertebrale come una discopatia, una microfrattura, una stenosi, una artropatia eccetera.
Cosa fare se si rimane bloccati con la schiena?
La prima cosa da fare è mettere la schiena a riposo, soprattutto se il dolore è causato da un trauma, uno strappo muscolare o il classico “colpo della strega”. Il riposo, infatti, permette alla muscolatura di rilassarsi, di rigenerarsi e alla schiena di riprendere la normale elasticità. Se ci si deve alzare e muovere, occorre farlo con molta attenzione, evitando qualunque sforzo o movimento scomposto, e sempre intervallando il moto con il riposo. Utili anche i massaggi e il calore, se il dolore alla schiena è dovuto a contrattura, il ghiaccio, invece, se all’origine vi è un trauma, una lesione che abbia comportato ecchimosi o edema (ad esempio un pestone da caduta).
Come si deve dormire quando si ha dolore alla parte bassa della schiena?
Il dolore lombare può compromettere il buon riposo notturno, per questo è bene cercare di prevenirlo o attenuarlo anche assumendo una corretta postura a letto, durante il sonno. Quando si ha mal di schiena nella parte bassa, si deve preferire la posizione a pancia sotto, con la testa ruotata di lato per un’ottimale respirazione. A tal proposito, può essere molto utile procurarsi un cuscino alto (ma non troppo) e duro, che quindi non “sprofondi” sul materasso e permetta di tenere il collo un po’ sollevato.