Indice
Domande e Risposte
Il polso: un’articolazione complessa e delicata
A quante cose servono i nostri polsi? Senza questa articolazione di raccordo tra braccio e mano non potremmo compiere quasi nessuno dei gesti che comunemente compiamo.
Dall’aprire una porta al muovere il mouse del pc fino a rispondere al telefono o mescolare il risotto… tutto ci risulterebbe impossibile o quasi se i nostri polsi non funzionassero. Eppure, proprio per le sue qualifiche multitasking, che implicano una struttura ad alta specializzazione, il polso è un’articolazione delicata che può danneggiarsi facilmente. A tal proposito, com’è fatto un polso?
Come ogni articolazione, è composto da:
- Ossa, le quali sono rivestite, nella porzione terminale, di cartilagine per limitare l’attrito e permetterne lo “scorrimento” le une sulle altre;
- Legamenti che le tengono insieme;
- Tendini;
- Muscoli (detti estensori e flessori);
- Nervi che ci consentono di muovere il polso, piegandolo, ruotandolo e flettendolo senza difficoltà. Le ossa principali di questa articolazione sono le due dell’avambraccio – radio e ulna – a cui si associano due ossa dette carpali che sono denominate scafoide e osso lunato.
Ciascuna di queste due è a sua volta collegata a tre ossicine, per un totale di sei, disposte in due file e tenute strettamente unite da robusti
legamenti. Un solo
tendine, invece, collega i muscoli estensori dell’avambraccio (che consentono il movimento del polso), alla mano. Importantissimi i nervi che percorrono il polso, perché come a breve vedremo, sono proprio loro spesso i “colpevoli” involontari del dolore al polso che ci affligge o che può presentarsi nel corso della vita. Si tratta di tre nervi che attraversano tutto il braccio per poi dirigersi verso polso e
mano, ovvero:
-
Nervo radiale: dal polso si allunga verso il dorso della mano terminando tra il pollice e il dito medio;
-
Nervo mediano: dal polso passa attraverso una struttura a forma di canale chiamato tunnel carpale e si “ramifica” in 4 per innervare rispettivamente pollice, indice, medio e anulare;
-
Nervo ulnare: dal polso scende verso anulare e mignolo della mano.
Naturalmente non solo i nervi, ma anche le ossa e tutta l’architettura del polso nelle sue componenti possono essere interessate da
patologie, lesioni, danni e traumi di varia natura e gravità tali da provocare dolore e difficoltà funzionali. Nei paragrafi seguenti proviamo ad indagare le più comuni e probabili.
Dolore al polso e altri sintomi
Per prima cosa, proviamo ad analizzare il tipo di dolore che colpisce uno o entrambi i nostri polsi, considerando che nella maggior parte dei casi esso non è totalmente circoscritto ma si estende alla mano o al braccio corrispondente. Le caratteristiche della sindrome dolorosa dipendono dalla causa scatenante. Pertanto possiamo riscontrare:
-
Dolore sordo e profondo;
-
Simile alla puntura di uno spillo;
-
Simile ad una scossa elettrica;
-
Indolenzimento accompagnato da perdita di forza nella presa;
-
Sensazione di intorpidimento e/o perdita di sensibilità di una o più dita della mano;
-
Formicolio;
-
Dolore associato a gonfiore e arrossamento dell’articolazione;
-
Rigidità e sensazione di avere il polso “bloccato”;
-
Dolore che aumenta a riposo o sotto sforzo;
-
Dolore che insorge di notte;
-
Dolore acuto e improvviso a seguito di un trauma di varia natura;
-
Dolore che aumenta nel tempo progressivamente e subdolamente;
-
Dolore associato a gonfiore ed ecchimosi.
Una vasta gamma di possibili varianti, tutte riconducibili a specifiche cause patologiche che ora andremo ad approfondire.
Le malattie del polso
Il polso può “ammalarsi”? Certo non gli viene la
febbre, ma è una parte del corpo senza dubbio vulnerabile alle
malattie. Ad esempio a quelle reumatiche e infiammatorie. Vediamone una piccola carrellata.
Malattie reumatiche
- Artrosi, è una malattia reumatica non infiammatoria da usura, che si verifica nei soggetti anziani (o anche prima, in certi casi dopo i 50 anni) a causa dell’invecchiamento delle articolazioni. Accade che con l’uso, le cartilagini che rivestono le estremità delle ossa, in questo caso del polso, si consumano, facendo sì che esse “grattino” le une sulle altre senza protezione. Tale attrito provoca dolore anche perché può andare ad irritare le terminazioni nervose. Chiarito questo, va però precisato che rispetto ad altre articolazioni del corpo, come ad esempio quella del ginocchio o delle vertebre cervicali, quella del polso è meno soggetta ad artrosi, tranne che nei soggetti che abbiano subito precedenti danni nel corso della vita, come fratture. Il processo artrosico è irreversibile e quindi la malattia ha un andamento cronico, perché le cartilagini consumate non possono essere rigenerate;
- Artrite, può essere reumatoide, psoriasica o aspecifica, ma i sintomi di questa malattia reumatica infiammatoria, cronica e invalidante, sono più o meno gli stessi, ovvero:
-
Dolore e tumefazione dell’articolazione, che diventa gonfia e calda;
-
Difficoltà a muovere polsi e mani, con tipica rigidità mattutina che si attenua nel corso della giornata;
-
Infiammazione simmetrica, che interessa entrambi i polsi in contemporanea, o prima l’uno e poi l’altro alternatamente;
-
Se non curata adeguatamente, l’artrite tende a deformare le articolazioni in modo permanente impedendone l’uso.
- Artrosi del polso, questa malattia reumatica colpisce soprattutto le donne in età ancora giovanile (in genere tra i 40 e i 50 anni) e ha un’origine autoimmune. Significa che è lo stesso sistema immunitario dell’organismo che – per ragioni ancora da chiarire ma in parte genetiche – inizia a produrre anticorpi che attaccano i tessuti articolari sani. Tale processo è cronico e irreversibile, ma i sintomi si possono tenere sotto controllo grazie all’assunzione di specifici farmaci immunomodulanti o biologici;
- Gotta, anche la gotta è una patologia articolare di natura infiammatoria ma la causa è ben altra. I sintomi, che includono gonfiore, arrossamento e dolore del polso, sono dovuti ad un eccesso di acidi urici nel sangue che tendono ad aggregarsi formando dei cristalli. Tali concrezioni “precipitano” nelle piccole articolazioni del corpo (tipicamente, polsi e mani, caviglie e piedi), provocandone l’infiammazione e un forte dolore.
Malattie non reumatiche
- Sindrome del tunnel carpale, è una delle più comuni cause di dolore e limitazione della funzionalità di polso e mano, provocata dalla compressione del nervo mediano, che come abbiamo visto dal polso si divide in quattro rami per innervare le prime quattro dita della mano. Quando questo nervo resta “schiacciato” all’interno del tunnel carpale, che si trova proprio all’altezza del polso, provoca sintomi come intorpidimento e perdita parziale della sensibilità delle prime tre dita della mano. Questo fastidio insorge soprattutto di notte e aumenta nel tempo, finendo per “trasformarsi” in dolore vero e proprio. All’origine del problema ci sono spesso movimenti meccanici e ripetitivi che infiammano il nervo o anche malattie di tipo reumatico o diabete. Anche la gravidanza può essere causa della sindrome del tunnel carpale, per ragioni di natura ormonale;
- Sindrome del canale di Guyon, anche in questo caso il “responsabile” del dolore al polso è un nervo, stavolta quello ulnare, il quale si trova alloggiato in un canale (detto, appunto, di Guyon), situato in zona più centrale e superficiale rispetto al tunnel carpale di cui sopra. Quando il nervo ulnare viene “strozzato” nella sua loggia – cosa possibile sia a seguito di microtraumi e sforzi ripetuti che per malformazioni congenite o acquisite – provoca sintomi caratteristici tra cui intorpidimento e riduzione della sensibilità di mignolo e anulare, dolore e difficoltà a muovere polso e mano e ad aprire le dita a ventaglio o ad avvicinarle le une alle altre;
- Ganglio artrogeno, si tratta della infiammazione della membrana sinoviale del polso, la quale è un tessuto elastico, sottile, lubrificato da un fluido molto denso chiamato liquido sinoviale, che ricopre l’articolazione nelle zone non delimitate dalle cartilagini. Quando questa membrana si infiamma provoca dolore, ma una delle caratteristiche del ganglio artrogeno è la concomitante comparsa di cisti nodulari “a grappolo” su polso e mano, che aumentano di dimensioni quando si compiono sforzi eccessivi. All’origine di questa malattia, che provoca anche difficoltà funzionali dell’arto e dell’articolazione, ci sono microtraumi da movimenti ripetitivi prolungati nel tempo (ad esempio anche le faccende domestiche);
- Malattia di Kienbock, questa patologia rara, dalle cause ancora sconosciute, colpisce soprattutto i giovani adulti e provoca la progressiva “morte” (necrosi) dell’osso semilunare carpale, uno degli ossicini che compongono l’articolazione del polso. In pratica la malattia, che ha come sintomo dolore e compromissione della funzionalità dell’arto, si verifica quando all’osso non arriva più il nutrimento;
- Osteoporosi, si tratta di una malattia subdola e progressiva, che intacca la struttura stessa delle ossa indebolendola e rendendo lo scheletro fragile e poroso. Questa riduzione della massa ossea purtroppo è irreversibile, e come facilmente intuibile comporta un alto rischio di fratture spontanee. Sono particolarmente soggette ad ammalarsi di osteoporosi le donne dopo la menopausa. Microfratture ai polsi, che ovviamente provocano dolore e riduzione della funzionalità, sono pertanto in agguato soprattutto negli over 65 (l’osteoporosi sia per gli uomini che per le donne è infatti una patologia da invecchiamento). La prevenzione, in questo caso, rappresenta l’arma migliore a disposizione.
Traumi e lesioni
Tra i possibili danni al polso che provocano dolore e ridotta funzionalità non possono mancare traumi, come fratture, distorsioni, tendiniti eccetera. Vediamo meglio.
Fratture del polso
Se di tipo “incidentale”, le fratture di questa articolazione in genere si verificano in una specifica occasione: quando si “cade” in avanti e in modo automatico si protegge il corpo con le mani. A quel punto il “crack” del polso è quasi inevitabile e con esso il dolore e la difficoltà a muovere polso e mano. Possono comparire anche edema ed ecchimosi. Tipica è la frattura del polso al lato del pollice che peraltro non sempre è visibile (per lo meno non subito dopo l’incidente che la ha provocata), nelle lastre a raggi X.
Rottura dei legamenti
In questo caso, all’origine del trauma vi è una pressione eccessiva che provoca la lacerazione totale o parziale dei “cordoni” in tessuto rigido che tengono insieme le ossa dell’articolazione. Il perché ciò possa accadere dipende dalla caratteristica dei legamenti, ovvero la mancanza di elasticità (a differenza dei tendini), ragion per cui se “tirati” troppo finiscono per spezzarsi nonostante la robustezza. I sintomi della rottura dei legamenti sono: dolore e gonfiore dell’articolazione, comparsa di ecchimosi sottocute o, al contrario, scolorimento, sensazione di intorpidimento associato a formicolio.
Lesioni da stress
Come abbiamo visto nel paragrafo dedicato alle malattie, il polso può essere colpito da lesioni e microtraumi a causa di movimenti e sforzi ripetuti. Questi
stress meccanici possono finire per infiammare una delle strutture dell’articolazione di polso e mano o addirittura provocare mini fratture, specialmente se la ripetizione del movimento o dello sforzo si prolunga per ore senza riposo. Altre lesioni da stress sono:
-
La sindrome di De Quervain, una tenosinovite (infiammazione del tendine e della membrana sinoviale del polso), che ha come sintomi principali dolore al lato del polso, dalla parte del pollice, che può estendersi all’avambraccio. Questa sindrome colpisce tipicamente le madri, a causa del continuo gesto di sollevare il neonato;
-
Tendinite del polso. Abbiamo visto a proposito dell’anatomia del polso, che i muscoli estensori di polso e mano, che sono localizzati sul dorso della stessa e che permettono alle dita di contrarsi e distendersi, sono collegati alle ossa da un solo tendine. Nella mano, però, troviamo altri muscoli detti flessori che sono collegati all’articolazione del polso da tendini (sempre detti flessori) situati nel palmo. L’infiammazione di uno o di più tendini dell’articolazione polso-mano è detta tendinite. I suoi sintomi sono dolore sordo e indolenzimento, gonfiore del polso e – in qualche caso – rumori simili a un crepitio quando si muove l’articolazione.
Contusione del polso
Decisamente meno traumatica di una rottura, anche la contusione, però, provoca dolore e limitazioni funzionali. Si verifica quando ci si “pesta” l’articolazione, pertanto uno dei sintomi principali è rappresentato dalla comparsa di un’ecchimosi, un
lividone sottocute determinato da piccole emorragie a carico dei vasi che irrorano questa parte del corpo e che portano il
sangue al
cuore. Il colore delle ecchimosi da contusione è pertanto bluastro o viola e la parte appare anche gonfia e dolorante al tatto. Di solito la causa è un piccolo trauma, come ad esempio un colpo dato o ricevuto accidentalmente.
Fattori di rischio e prevenzione
Siamo tutti un po’ a rischio di lesioni e malattie a carico dei polsi, proprio come accade per tutte le articolazioni del corpo. Fare
sport, lavori manuali, persino
digitare per ore al pc o fare le faccende di casa ci mette nelle condizioni di subire un trauma – improvviso o da stress – a danno di questa articolazione così delicata. Detto questo, proviamo però a vedere in modo più particolareggiato, quali categorie di persone siano
più soggette a problemi al polso che diano come sintomo principale il dolore:
Chi pratica sport
Non tutte le attività sportive sono ugualmente pericolose per l’incolumità dei nostri polsi. Quelle che comportano “contatto” fisico violento o che prevedano un movimento ripetitivo del polso stesso (si pensi al
tennis e al ping pong), lo sono di più. Possiamo includere nella classifica anche il bowling (che non è uno sport vero e proprio ma un’attività ludica molto apprezzata anche da noi), rugby, golf, atletica e ginnastica (sia ritmica che artistica), sci e snowboard.
Chi esegue lavori ripetitivi
Sono tantissimi i lavori manuali (inclusi gli hobby) e in generale le attività che comportano continui movimenti di polso e mano sempre eseguiti nello stesso modo. Essi causano stress alle strutture interne e quindi sono all’origine di molte sindromi dolorose e persino di traumi veri e propri come le fratture. Tra le attività più a rischio ci sono tutte quelle “di casa” e di cucina, il lavoro ai ferri e il ricamo (lavoro sartoriale tutto), la scrittura al pc, i lavori di parruccheria (ad esempio tagliare i capelli con le forbici), molte attività artigianali e meccaniche (eseguite, ad esempio, in fabbrica in catena di montaggio), suonare alcuni strumenti musicali eccetera.
Chi soffre di malattie croniche
Diabete, malattie reumatiche come quelle che abbiamo visto ma anche altre (tra cui il lupus) possono favorire infiammazioni a carico del polso che provocano dolore e disabilità.
Anche condizioni come la
gravidanza o l’obesità sonofattori di rischio per tutte le sindromi infiammatorie delle piccole articolazioni e del polso in particolare.
A questo punto, però, possiamo andare allo step successivo, che è quello relativo alla
prevenzione. Esistono “buone pratiche” e strumenti che ci permettono di
proteggere i polsi dalle malattie e dai traumi che possono interessarli e quindi, conseguentemente, risparmiarci il dolore? In parte. Se è vero, infatti, che non possiamo prevenire incidenti improvvisi o altri imponderabili eventi potenzialmente traumatici, è altrettanto vero che per qualche tipo di rischio possiamo invece fare molto. Ecco qualche esempio:
- Rinforziamo le nostre ossa. Per farlo è necessario assumere la giusta quantità di calcio e di vitamina D attraverso la dieta. Troviamo il primo minerale per fortuna in moltissimi alimenti, non solo i latticini, che comunque non vanno consumati in quantità eccessive perché hanno a loro volta controindicazioni, ma anche molte verdure ed erbe aromatiche, spezie e frutti di mare. La vitamina D è spesso carente nella nostra dieta, diciamo che per un giusto apporto, però, non basta mangiare uova, frattaglie e pesci grassi, che pure ne contengono, ma bisogna esporsi al sole – possibilmente senza protezione – per almeno 15 minuti al giorno. Infatti proprio i raggi del sole permettono la sintesi di questa preziosa vitamina attraverso la pelle. Le parti del corpo in cui tale processo biochimico avviene al meglio sono viso e braccia;
- Preveniamo le cadute. Difficile? Non tanto, considerando che il problema si pone soprattutto per le persone over 65 e per chi faccia attività (anche sportive), che comportino una maggiore possibilità di eventi accidentali. Misure preventive sono l’indossare buone scarpe che garantiscano stabilità al piede quando camminiamo, l’uso di un bastone per le persone un pochino instabili sulle gambe così come l’applicazione in casa (ad esempio in bagno) di supporti e sbarre a cui appoggiarsi, l’eliminazione di complementi d’arredo che possano favorire le cadute (tipicamente tappeti, guide e scendiletto), l’uso di buona illuminazione negli ambienti della propria abitazione (inclusi garage e scantinati);
- Usiamo accessori e indumenti protettivi quando facciamo sport. Guaine, guanti, paraurti e fasce elastiche possono risultare utili a prevenire traumatismi in chi pratica sport che mettono a rischio la stabilità dell’articolazione del polso;
- Facciamo pause quando svolgiamo lavori ripetitivi. È molto importante concedersi dei break quando eseguiamo mansioni manuali di tipo meccanico sempre uguali nel tempo, perché una piccola pausa di risposo aiuta l’articolazione a rilassarsi. Anche fare piccoli esercizi di stretching dopo che si è lavorato tanto con le mani e con i polsi aiuta. Attenzione anche al modo in cui si lavora. Tenere l’articolazione in costante tensione favorisce l’infiammazione delle sue strutture interne, pertanto è bene imparare a tenere la muscolatura distesa e ad eseguire qualunque tipo di lavoro quanto più rilassati possibile. Chi lavora al computer dovrebbe poi badare a studiare la propria postazione in modo che risulti “ergonomica”: sedia con i braccioli, tappetino del mouse con il poggia-polso e scrivania all’altezza giusta rappresentano già un primo aiuto.
Domande e risposte
Come si riconosce la sindrome del tunnel carpale?
I sintomi principali di questa sindrome infiammatoria sono formicolio, riduzione della sensibilità e intorpidimento delle prime tre dita della mano e metà del quarto (ovvero dell’anulare). I sintomi si intensificano di notte, e gesti come stringere o agitare la mano possono dare sollievo. Indossare un tutore o una fascia imbottita può inoltre ridurre i fastidi e prevenire una recidiva del problema dopo la guarigione.
Perché il polso mi fa male?
Le cause sono svariate. Un trauma, anche di piccola entità, ad esempio, ma anche eseguire esercizi che comportano sforzi a carico di questa articolazione come saltare la corda, giocare a tennis o persino spazzare o passare l’aspirapolvere possono provocare danni ai legamenti che peggiorano nel tempo. La sindrome del tunnel carpale è un’altra possibile (e frequente) causa di dolore al polso ad esempio in chi lavora al computer (digitando sulla tastiera e/o usando il mouse) per molte ore al giorno.
Cos’è l’artrite della mano?
Si tratta di una malattia che comporta l’infiammazione cronica di polso e mano provocata dal sistema immunitario di chi ne venga colpito. La forma più comune è l’artrite reumatoide, insorge in genere tra i 40 e i 60 anni, più frequentemente nelle donne, e purtroppo, se non trattata con tempestività e adeguatamente, può portare ad una irreversibile deformazione dell’articolazione.
Cosa causa il gonfiore del polso?
La causa più comune sono le fratture. Se, ad esempio, a rompersi sono le piccole ossa dell’articolazione, possono non apparire dislocate o “fuori posto”, pertanto l’unico sintomo, insieme al dolore, potrebbe essere proprio l’edema. Anche le forme di artrite possono far gonfiare il polso e le mani, per via dell’infiammazione interna, così come piccoli traumi e lesioni quali le contusioni.
La gotta può colpire anche il polso?
La gotta è una malattia reumatica che colpisce le piccole articolazioni, e le zone che più di frequente ne vengono interessate sono l’alluce del piede, i gomiti e le ginocchia. Certamente può anche coinvolgere l’articolazione del polso, sebbene con minor frequenza. All’origine di questa patologia infiammatoria molto dolorosa c’è un accumulo di acidi urici nel sangue, i quali formano degli aggregati duri, simili a cristalli, che precipitando nelle piccole articolazioni del corpo ne causano la flogosi.