Indice
Domande e risposte
Gonalgia: che cos'è
Il dolore al
ginocchio destro o
sinistro (in termine medico
gonalgia) non è da considerarsi una malattia, ma un
sintomo, di cui occorre individuare la causa per poter impostare una
terapia. La sua diffusione è ampia e interessa tutte le fasce di età.
Raccontare il
tipo di dolore che si percepisce non è facile. Oltre alla
localizzazione (davanti, dietro, a lato, interno o esterno, sull’osso o alle giunture) bisogna considerare
quattro elementi quando si sente un dolore al ginocchio persistente e si pensa di recarsi dal
medico:
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Intensità del dolore: da lieve fastidio, fino alla cosiddetta zoppia di fuga, che si realizza quando il dolore spinge a non appoggiare correttamente il piede durante la deambulazione per evitare di caricare il ginocchio;
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Tipologia di dolore: può trattarsi di un dolore meccanico o infiammatorio;
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Frequenza del dolore, cioè in quali momenti aumenta di intensità o si manifesta: alcuni tipi di dolore compaiono più frequentemente di notte;
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Se il dolore compare
dopo alcuni sforzi o eseguendo
certi movimenti (ad esempio, salendo le scale, dopo una corsa o una pedalata in bicicletta, piegando il ginocchio, o stando a lungo sdraiato o in piedi).
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Cosa fare subito nell'attesa della visita medica?
La terapia del dolore al ginocchio è strettamente legata alla causa che l’ha generato. Tuttavia, è possibile individuare qualche consiglio da mettere in atto subito per gestire il dolore nell’attesa della visita medica:
-
Riposo: l’
articolazione deve essere
scaricata da subito, qualunque sia il disturbo;
-
Ghiaccio: lenisce il dolore e riduce il gonfiore (se presente), perché attenua lo stato di infiammazione del ginocchio;
-
Pomata antidolorifica: l’applicazione di una pomata può essere utile a valle di un
trauma seguito dalla comparsa di
ematoma;
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Cerotti antinfiammatori: l’utilizzo dei cerotti può essere utile per alleviare il dolore.
Sono da
evitare, invece, la
fisioterapia e qualsiasi tipo di
ginnastica, in attesa del parere del medico.
Il dolore al ginocchio è un
sintomo comune fra gli sportivi, per esempio dopo una pedalata in
bicicletta è comune sentire dolore dietro il ginocchio; ma anche la
sedentarietà rappresenta un importante fattore di rischio per le
patologie articolari. Per mantenersi in salute, infatti, le strutture anatomiche che consentono il movimento devono essere costantemente
allenate.
Cause del dolore al ginocchio
Il dolore al ginocchio può essere generato da
traumi (urti o movimenti come la
corsa o la
bicicletta che forzano le sue fisiologiche possibilità di movimento) oppure da fenomeni
degenerativi,
tumorali o
infettivi. Si può trattare di malattie
acute o
croniche,
primarie o conseguenti a disturbi che riguardano altri distretti. Quest’ultimo caso è rappresentato anche da fenomeni
patologici che colpiscono la
gamba (in altre sedi) o i
piedi e che, comportando anomalie della deambulazione, si ripercuotono sulla salute del ginocchio.
Nei
bambini, si tratta principalmente di patologie associate all’
accrescimento, mentre, nelle persone
adulte, di malattie
degenerative e fenomeni connessi all’
invecchiamento e al
disallineamento delle strutture ossee dell’arto inferiore.
Capita sovente di sentire dolore al ginocchio in
gravidanza, dovuto al
cambio di postura in questo periodo.
Quando si sente dolore al ginocchio che non passa, bisogna sempre
consultare il medico che all’occorrenza prescriverà degli
esami specifici per verificare se vi sono rotture o lesioni.
Artrosi e artriti
Artrosi e
artrite sono entrambe
patologie reumatiche che interessano le articolazioni e si manifestano con
dolore accompagnato da
rigidità e conseguente limitazione nei movimenti. La differenza è che l’artrite è una malattia
infiammatoria, mentre l’artrosi è una forma
degenerativa cronica.
L’
artrosi del ginocchio provoca la comparsa di un dolore nella
parte posteriore (retrorotuleo) o nel
bordo (perirotuleo) della rotula. È causata da un’alterazione importante a carico del rivestimento cartilagineo dell’articolazione e legata a fenomeni di usura. Può essere diagnosticata attraverso
TAC o
RM, che ne evidenziano i segni tipici, quasi sempre associati a lesioni da condromalacia della rotula.
Per gestire l’artrosi, che è un processo degenerativo cronico, l’
ortopedico può prescrivere cicli di
fisioterapia per l’allungamento e il rafforzamento della muscolatura, allo scopo di irrobustire l’articolazione. In caso di
sovrappeso, è importante che il paziente recuperi la forma fisica, per evitare il sovraccarico di un’articolazione già compromessa.
La
chirurgia con l’inserimento di una
protesi articolare è una possibile soluzione, in particolare
dopo i 65 anni di età.
Recentemente alcuni
studi clinici hanno osservato benefici ottenuti mediante
infiltrazioni con ossigeno-ozono in termini di azione
analgesica e
antinfiammatoria comparabili a quelli del
cortisone e significativamente superiori a quelli dell’effetto placebo.
Le
artriti del ginocchio sono poco frequenti e hanno origine reattiva, ossia sono conseguenti ad un’
infezione batterica o virale. Si manifestano con
dolore e
gonfiore, che può essere tale da rendere difficile la
flesso-estensione del ginocchio. Il gonfiore è dovuto al versamento articolare conseguente all’infezione. Le
artriti infettive possono originare da un’infezione ossea (
osteite), da un
intervento chirurgico o da una
ferita traumatica. La diagnosi viene posta a seguito della
biopsia con esame colturale del liquido aspirato dall’articolazione. In base al tipo di
microorganismo responsabile dell’infezione, l’ortopedico prescrive una
terapia antibiotica e, dopo avere effettuato il
lavaggio dell’articolazione, la immobilizza.
La borsite del ginocchio (igroma)
La cosiddetta borsite (
igroma) è per definizione una
infiammazione di una o più
borse sinoviali di un’articolazione (del ginocchio, del gomito per esempio) che ne dovrebbero favorire il movimento.
Quando interessa il ginocchio è conosciuta anche come
ginocchio della lavandaia, che causa dolore e gonfiore nella parte
anteriore del ginocchio,
davanti alla
rotula. È una malattia frequente nei
posatori di pavimenti e in generale nelle persone che, come le
lavandaie di un tempo,
lavorano in ginocchio.
Può manifestarsi anche negli
sportivi che praticano attività che comportano il contatto del ginocchio con il pavimento, come i
pallavolisti, che per minimizzare il rischio di borsite indossano
ginocchiere imbottite.
Si parla di sindrome della
bandelletta ileo-tibiale (nota soprattutto come
ginocchio del corridore) quando la borsite interessa la parte
laterale del ginocchio. Si verifica prevalentemente negli
sportivi.
Durante l’esecuzione di alcuni sport (principalmente la
corsa o la
bicicletta) il tendine del muscolo tensore della fascia lata, che si innesta sulla superficie esterna della tibia a livello del ginocchio, viene sollecitato così
intensamente che, scorrendo, interferisce con la
borsa articolare del
femore. L’attrito continuo e la particolare conformazione del ginocchio possono provocare una
borsite, con la comparsa di dolore a lato del ginocchio e rigidità articolare.
Generalmente, l’igroma viene diagnosticato sulla base dell’
ecografia. L’eventuale esecuzione di
accertamenti quali
TAC e
RM può verificare la presenza di fratture. La
terapia prevede il
riposo assoluto dell’articolazione, l’applicazione del
ghiaccio e l’assunzione di
antinfiammatori.
Lesione del menisco
I
menischi sono delle strutture
fibro-cartilaginee presenti tra le
articolazioni del ginocchio; la loro
rottura, che può essere parziale o totale, può avere conseguenze importanti, oltre a presentare, già nell’immediato,
gonfiore e
dolore, che spingono ad eseguire
approfondimenti diagnostici. Ci son casi in cui, tuttavia, le lesioni dei menischi rimangono
silenti per anni, per poi ricomparire in seguito a
traumi o
sforzi. Se la rottura è parziale, viene prescritto l’uso del
tutore durante l’
attività fisica e l’esecuzione di esercizi di
rinforzo della muscolatura. Anche quando la rottura è completa non è necessariamente indicata la chirurgia, specie negli sportivi si preferisce optare per il
grafting.
Se invece dovesse essere necessaria la chirurgia, negli ultimi decenni sono stati fatti enormi passi in avanti grazie a tecniche
mini invasive, sia nell’impianto di
protesi al menisco che in caso di
trapianto dello stesso. Si tratta di interventi brevi, che possono essere anche eseguiti in
day hospital e richiedono al paziente un
riposo di qualche giorno, per poi riprendere un'attività lavorativa pesante entro
3-4 settimane.
Le
lesioni dei menischi sono definite
meniscopatie e possono essere classificate come:
Lesioni del crociato
I
legamenti crociati sono una
coppia di legamenti (crociato anteriore e posteriore)
disposti a X dentro la
capsula articolare del ginocchio che hanno il compito di
mantenerne la stabilità. Le
lesioni dei legamenti sono sempre dovute a
traumi, tipicamente da
torsione con appoggio completo del piede al suolo, e sono frequenti negli
sport di contatto come
calcio e hockey.
Si possono avere:
-
Distensione del crociato: sono lesioni benigne, stiramenti delle fibre senza rottura, tipiche dell’età giovanile. Il trattamento prevede l’utilizzo di una ginocchiera rimovibile allo scopo di ridurre il dolore, l’applicazione del ghiaccio, l’assunzione di antiinfiammatori e la fisioterapia per il rinforzo della muscolatura. Il recupero viene raggiunto dopo 2-4 settimane.
-
Rottura del crociato: in caso di rottura del legamento spesso il paziente riferisce di aver sentito un rumore di
schiocco al momento del trauma. A volte racconta anche di una
sensazione immediata di instabilità (“
gamba pazza”). La rottura dei legamenti crociati può essere associata a versamento di
sangue nell’articolazione (emartro): in questo caso il ginocchio appare
gonfio. Viene trattata con
immobilizzazione gessata per
45 giorni. Il rischio è che il legamento
non cicatrizzi con continuità: quando sussiste questa possibilità, si opta per l’
intervento chirurgico, durante il quale gli estremi del legamento vengono ricuciti fra loro (
sutura legamentosa).
La chirurgia consiste nella
ricostruzione del crociato tramite un
tendine o dal paziente stesso o da un’altra persona. I
tempi di
recupero sono più lunghi rispetto all’intervento al menisco, perché ci vogliono dei
mesi affinché il tendine “nuovo” si trasformi in legamento.
Dolore e instabilità della rotula
Oltre a casi di
rottura della rotula, dovuta per esempio a incidente automobilistico, il
dolore alla rotula può accompagnarsi a
instabilità della stessa (o più specificamente instabilità del sistema
femoro-patellare). Questa condizione può essere dovuta a
lussazione della rotula, ad
amiotrofia (indebolimento) del
quadricipite femorale o alla lassità dei legamenti.
L’instabilità della rotula causa un vero e proprio
cedimento del ginocchio, che risulta inadeguato a
sostenere il peso del corpo. Generalmente, il primo episodio viene trattato con
immobilizzazione gessata e poi l’articolazione viene sottoposta a
rieducazione. Tuttavia, questa patologia tende a
ripresentarsi e a
cronicizzare nel tempo. Se l’instabilità si mantiene entro certi limiti, l’ortopedico opta per la
terapia conservativa, che comprende una serie di
esercizi mirati al potenziamento dei
muscoli che tengono in sede la
patella. Se la situazione di
instabilità è importante, può scegliere di stabilizzarla con la
chirurgia.
La
condromalacia della rotula è invece la
degenerazione della
cartilagine posteriore di questo osso. L’irruvidimento della cartilagine causa
dolore durante la
flesso-estensione del ginocchio, localizzato dietro (
retrorotuleo) o ai bordi (
perirotuleo) della rotula. Il dolore si intensifica nei movimenti di
salita e discesa delle scale. Questa malattia colpisce prevalentemente i
giovani adulti, come
conseguenza di
precedenti lesioni articolari, sovraccarico, disallineamento rotuleo o debolezza muscolare. Come
terapia, l’ortopedico effettua un
innesto di osso e di
cartilagine sana (
grafting) oppure un
trapianto di condrociti autologhi (prodotti da coltura delle cellule che producono la cartilagine) allo scopo di ripristinarne l’integrità.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Quali sono i sintomi del menisco infiammato?
Forte dolore e difficoltà nei movimenti, specie quelli rotatori, che possono anche essere impediti.
Perché fanno male le ginocchia?
Il dolore al ginocchio può essere generato da traumi (urti o movimenti come la corsa o la bicicletta che forzano le sue fisiologiche possibilità di movimento) oppure da fenomeni degenerativi, tumorali o infettivi. Si può trattare di malattie acute o croniche, primarie o conseguenti a disturbi che riguardano altri distretti. Quest’ultimo caso è rappresentato anche da fenomeni patologici che colpiscono la gamba (in altre sedi) o i piedi e che, comportando anomalie della deambulazione, si ripercuotono sulla salute del ginocchio. Nei bambini, si tratta principalmente di patologie associate all’accrescimento, mentre nelle persone adulte di malattie degenerative e fenomeni connessi all’invecchiamento e al disallineamento delle strutture ossee dell’arto inferiore.
Come faccio a capire se si è rotto il crociato?
Se si registrano sintomi come un forte dolore persistente e acuto, gonfiore al ginocchio e difficoltà a muovere l'articolazione, può trattarsi di un problema al crociato, ma solo un esame specialistico può diagnosticarlo ed escludere altre patologie.
Cosa si può fare per l'artrosi?
Per gestire l’artrosi, che è un processo degenerativo cronico, l’ortopedico può prescrivere cicli di fisioterapia per l’allungamento e il rafforzamento della muscolatura, allo scopo di irrobustire l’articolazione. In caso di sovrappeso, è importante che il paziente recuperi la forma fisica, per evitare il sovraccarico di un’articolazione già compromessa.
La chirurgia con l’inserimento di una protesi articolare è una possibile soluzione, in particolare dopo i 65 anni di età.
Quando fa male la parte interna del ginocchio?
La causa del dolore la può capire solo il medico con esami specialistici come Risonanza Magnetica o Radiografia. Può trattarsi di artrosi al ginocchio, della conseguenza di un infortunio dovuto a un trauma o a uno sforzo prolungato, oppure può trattarsi di un segnale di lesione al menisco o di borsite. La prima cosa da fare è stare a riposo finché non ci si reca dal proprio medico.