Aggiornato il 26.06.2024
Il dolore al fianco è una sensazione dolorosa percepita a livello della parte laterale del corpo, che va dall’addome anteriore a dietro la schiena.
Può essere:
Cosa significa che mi fa male il fianco? Quando preoccuparsi?
Il dolore al fianco può avere cause diverse. Se non passa spontaneamente, per prima cosa è quindi necessario capirne la ragione. In base al problema, il medico prescriverà un trattamento specifico.
È anche possibile assumere terapie sintomatiche, che danno sollievo al dolore ma non curano il disturbo, come i comuni antinfiammatori da banco, che possono essere presi in attesa di una diagnosi precisa.
Questo sintomo è in genere transitorio e non associato a patologie. Allora quando devo preoccuparmi per un dolore al fianco? Rivolgiti al medico se:
Cosa prendere per far passare il dolore al fianco?
Non sempre occorre assumere farmaci. La gestione del dolore al fianco dipende dalla causa. Spesso si tratta di un sintomo passeggero, che passa senza altri interventi stando a riposo e tenendo l’addome al caldo. Se, invece, tende a peggiorare e compaiono altri sintomi è necessario contattare il medico. Anche con i rimedi naturali è bene muoversi con cautela, per evitare di sommare alla causa di base le conseguenze di una terapia non appropriata.
In generale, il dolore addominale è definito cronico se persiste per oltre 3 mesi, continuo o intermittente.
Il dolore addominale cronico può comparire a qualsiasi età dopo i 5 anni ed è presente nel 2% degli adulti, soprattutto donne.
Ho dolore alla pancia e al fianco: cosa può essere?
La sindrome del dolore addominale funzionale viene sospettata quando il dolore addominale si irradia al fianco e:
Questa condizione è dovuta ad una eccessiva sensibilità di alcuni neuroni del midollo spinale, causata da diversi fattori.
Come faccio a capire se soffro di questa malattia?
Se il medico rileva la presenza dei segni sopra elencati può prescrivere alcuni esami di laboratorio allo scopo di escludere altre malattie:
Esami più specifici vengono consigliati se sono presenti altri fattori di rischio:
I tratti urinari (o vie urinarie) sono le strutture anatomiche che portano l’urina dai reni, dove viene prodotta, all’esterno, per essere eliminata. Comprendono:
A causa della particolare conformazione delle vie urinarie femminili, le donne sono più soggette a questo tipo di infezioni. Le infezioni più frequenti nelle donne sono pielonefriti (infezioni del rene) e cistiti (infezioni della vescica); negli uomini uretriti e prostatiti.
Le urine sono normalmente sterili o a bassa carica batterica. Tuttavia, in presenza di malformazioni delle vie urinarie (dilatazioni, stenosi, ostruzioni, reflusso vescico-ureterale) o di alterazioni della motilità della vescica si creano condizioni che favoriscono la proliferazione batterica.
Ho dolore al fianco che peggiora quando faccio pipì: cosa può essere?
La visita urologica permette di verificare la presenza di patologie delle vie urinarie; durante la visita l’urologo può prescrivere esami quali ecografia, TAC o cistografia.
Come faccio a capire se ho un’infezione delle vie urinarie?
Le UTI sono patologie di origine batterica (principalmente da enterobatteri, come Escherichia coli) che si manifestano con:
Per confermare la presenza di una UTI è sufficiente sottoporsi ad un esame delle urine (raccolte con metodologia clean catch, da mitto intermedio) e urinocoltura, che permette di individuare il microorganismo responsabile e stabilire l’antibiotico più efficace (antibiogramma).
Le UTI si curano con l’antibiotico, nei casi in cui è indicato. Il trattamento deve essere tempestivo e corretto per evitare che i microrganismi risalgano le vie urinarie e infettino il rene, causando danni permanenti.
La stenosi dei tratti urinari è un restringimento dei condotti attraverso i quali passa l’urina (ureteri o uretra), causato da:
La calcolosi renale è la causa più comune di dolore al fianco senza febbre.
È molto diffusa nella fascia di età compresa fra i 30 ed i 60 anni: si stima che 2-3 soggetti su 20 abbiano avuto almeno una colica renale nella loro vita.
I calcoli renali sono formazioni composte da aggregati di sali inorganici (calcio, fosforo, magnesio) o sostanze organiche (ammonio, acido urico, cistina), che si precipitano nelle vie urinarie. Se superano una certa dimensione, possono ostacolare il passaggio dell’urina e scatenare una colica.
Il sintomo iniziale della colica è il dolore al fianco (destro o sinistro), dovuto allo spasmo della muscolatura liscia delle vie urinarie. È di tipo crampiforme e irradiato all’inguine, al bacino e alla gamba destra o sinistra, acutissimo e difficilmente trattabile. Spesso è associato a nausea, vomito e malessere generale.
Ho avuto una colica renale: quali esami devo fare?
Se hai avuto un problema di questo tipo rivolgiti al nefrologo, che prescriverà dei test per confermare la diagnosi e individuare la causa:
La calcolosi renale viene trattata con:
La pielonefrite è l’infiammazione del rene.
Il dolore al fianco corrispondente al rene colpito è fra i sintomi principali e può essere accompagnato da febbre con brividi, nausea e inappetenza (nel bambino anche vomito) e malessere generale.
La causa più frequente è quella infettiva, principalmente batterica. I germi raggiungono i reni attraverso i tratti urinari (molto più raramente dalla circolazione sanguigna), tanto che la pielonefrite infettiva può rappresentare una complicanza di un’infezione delle vie urinarie basse (es. cistite).
Fra i fattori di rischio, malformazioni e reflusso vescico-ureterale, una condizione nella quale l’urina risale patologicamente verso il rene a causa di un’alterazione della valvola posta fra la vescica e l’uretere.
La pielonefrite infettiva deve essere trattata e risolta nel più breve tempo possibile, soprattutto nel bambino, per evitare danni permanenti al rene.
Il tumore al rene è una patologia relativamente diffusa, che colpisce principalmente i soggetti al di sopra dei 60 anni. Spesso è asintomatico e viene diagnosticato casualmente.
Può manifestarsi (quando i sintomi sono presenti) con:
Alcuni disturbi del colon possono essere alla base di un dolore al fianco nello stesso lato colpito.
Il dolore al fianco destro basso (vicino all’anca) o alto è in genere associato a problemi al colon ascendente, mentre il dolore al fianco sinistro alto (sotto le costole) o basso (inferiore) a patologie del colon discendente e del sigma.
Il Morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI) legata a cause non del tutto note. Si stima che almeno 150.000 in Italia soffrano di questa patologia, i cui sintomi comprendono:
Come faccio a capire se ho il Morbo di Crohn?
La sintomatologia di questo disturbo è molto intensa e spinge nella quasi totalità dei casi a rivolgersi al gastroenterologo. Se, dopo avere considerato il racconto del paziente e averlo visitato, il medico sospetta che possa trattarsi di Crohn, può prescrivere esami più precisi:
Come si cura il Crohn?
La terapia comprende:
Se non adeguatamente trattata, l’infiammazione indotta dal Crohn può provocare la formazione di fistole (veri e propri buchi della parete intestinale), ascessi (infezioni) e stenosi (restringimenti) che richiedono l’intervento chirurgico.
La Sindrome del colon irritabile è una condizione che comporta:
Interessa circa il 10% della popolazione, in particolare quella femminile di età compresa fra i 20 ed i 50 anni.
Ha una marcata componente emotiva: le crisi spesso compaiono dopo eventi spiacevoli o impegnativi, sia dal punto di vista fisico (malattie, interventi chirurgici) che psicologico.
Ho sempre mal di pancia e dolore al fianco, sia in alto che in basso: può essere il colon irritabile?
La diagnosi si basa inizialmente sull’esclusione di altri disturbi, come l’intolleranza al lattosio (mediante il Breath Test) e la malattia celiaca (con l’esame del sangue).
Esistono, poi, indicazioni specifiche per la diagnosi (criteri di Roma), che consistono nella presenza di dolore addominale o fastidio per almeno 3 giorni al mese negli ultimi 3 mesi con almeno 2 delle seguenti caratteristiche:
Come si cura il colon irritabile?
Il trattamento comprende:
La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI) che colpisce principalmente il retto ma che coinvolge tutto il colon. È caratterizzata da fasi di riacutizzazione alternate a periodi di remissione, durante i quali è asintomatica.
Lo stato di persistente infiammazione porta alla formazione di ulcere nella parete intestinale (da cui il nome) e aumenta il rischio di sviluppare il carcinoma del colon retto.
La colite ulcerosa è una malattia che dipende da molti fattori.
Ho dolore forte alla pancia e al fianco: può essere colite ulcerosa? Come per il Crohn, anche in questo caso la sintomatologia è tanto intensa da non passare inosservata:
In presenza di sintomi di questo tipo, il gastroenterologo può prescrivere esami quali:
La terapia comprende:
Grazie alle campagne di screening e alla diagnosi precoce, la mortalità del tumore del colon retto è in diminuzione. Malgrado ciò, questa patologia rimane una delle patologie più diffuse nei Paesi occidentali.
Colpisce prevalentemente le persone di età compresa fra i 60 ed i 75 anni, ma la sua incidenza nella popolazione più giovane è in continuo aumento.
Sono a rischio di tumore al colon?
I fattori di rischio per il tumore del colon retto sono di tipo alimentare e genetico (poliposi familiare del colon). Se soffri di una patologia infiammatoria cronica dell’intestino (MICI) hai un rischio più alto di sviluppare questa neoplasia.
La sintomatologia è il più delle volte assente tanto che, alla diagnosi, un terzo dei pazienti ha già metastasi epatiche. Quando presenti, i sintomi sono: stanchezza, mancanza di appetito, anemia, perdita di peso, dolori addominali e al fianco.
La stipsi consiste nella difficoltà ad espellere le feci e di solito viene diagnosticata come una frequenza di evacuazione delle feci inferiore a 3 volte la settimana. Si tratta di una condizione molto diffusa, che interessa circa il 20% della popolazione.
È causata da un’alterazione funzionale della muscolatura addominale e pelvica che regola il transito intestinale.
Spesso è presente dolore addominale e al fianco, soprattutto sinistro e basso.
La stipsi cronica può essere controllata attraverso l’assunzione di fibra vegetale, la corretta idratazione e l’attività fisica. La riabilitazione del tono muscolare addomino-pelvico ha recentemente dato buoni risultati nel controllo di alcune forme di stipsi cronica. I lassativi possono essere utili solo per un utilizzo sporadico; il loro abuso provoca un peggioramento della sintomatologia.
Le intolleranze alimentari sono forme di reazione avversa al cibo che hanno caratteristiche precise, le quali sono anche criteri di distinzione rispetto alle allergie:
Le più diffuse sono l’intolleranza al lattosio (lo zucchero contenuto nel latte), al grano (celiachia), alle fave e ad altri cibi (favismo).
Ho dolore addominale e al fianco: può essere un’intolleranza alimentare?
Il sospetto di intolleranza nasce se tutte le volte che mangi un determinato alimento osservi sintomi quali: pancia gonfia, dolore all’addome e al fianco (più intenso se sei intollerante al lattosio), diarrea, nausea o vomito. Nel tempo potresti notare anche una perdita di peso. Il tuo medico potrà consigliarti esami specifici per escludere o confermare la diagnosi.
Dolore al fianco dopo avere bevuto birra?
È possibile che l’ingestione di bevande ghiacciate, specialmente in estate e soprattutto se rapida, causi dolore all’addome e al fianco.
Dolore al fianco dopo mangiato?
La rapida dilatazione dello stomaco che si verifica quando si mangia in fretta può nei soggetti sensibili, provocare dolore all’addome e al fianco.
L’occlusione intestinale è la compromissione o la completa ostruzione del passaggio del contenuto intestinale, che provoca dolori crampiformi all’addome e al fianco (alto o basso), stipsi e vomito.
La diagnosi viene effettuata su base clinica e confermata dall’RX addome.
Fra le cause, aderenze, ernie, tumori, diverticolite, volvolo (una forma di torsione del colon particolarmente pericolosa), fecaloma.
Il trattamento è chirurgico.
L’endometriosi è una condizione nella quale il tessuto che riveste internamente l’utero (endometrio) è presente anche in altri organi, come le ovaie o l’intestino.
Il sintomo principale è il dolore, localizzato all’addome, all’inguine e al fianco, di tipo crampiforme, che si acutizza in occasione dell’ovulazione e delle altre fasi del ciclo mestruale. Altri sintomi sono la nausea ed il vomito.
In risposta allo stimolo ormonale delle mestruazioni, la mucosa che riveste l’organo colpito si sfalda e sanguina, portando alla formazione di cicatrici (aderenze), che alterano la struttura dell’organo interessato.
L’endometriosi riguarda il 6-10% della popolazione femminile.
La terapia si basa sull’uso di antinfiammatori, farmaci soppressori della funzionalità ovarica e, quando necessario, sulla chirurgia.
La gravidanza ectopica si verifica quando l’ovulo fecondato si impianta nell’addome della donna, al di fuori dell’utero. Provoca sintomi quali perdite di sangue, dolore al basso ventre, all’inguine e al fianco in basso, nausea e vomito.
La gravidanza ectopica non può essere portata a termine e, se non diagnosticata tempestivamente, può causare un’infezione grave della cavità addominale (peritonite).
Sono in gravidanza e ho dolore forte al fianco: cosa può essere?
In gravidanza un dolore intenso al fianco che non passa richiede una visita medica e, se indicata, l’esecuzione di esami del sangue ed ecografia.
La torsione ovarica è la torsione (parziale o completa) dell’ovaio attorno al proprio peduncolo vascolare, che causa la parziale o totale interruzione del flusso sanguigno nell’organo. Se non viene riconosciuta per tempo, il rischio è che l’ovaio vada in necrosi.
Il sintomo principale è il dolore addominale, che può irradiarsi al fianco, al bacino, dietro la schiena e sotto le costole.
È più comune nelle adolescenti e nelle giovani donne.
Il dolore al fianco che origina da un disturbo muscolo scheletrico è in genere sordo, profondo e spesso peggiora camminando, si corre o si fa sport e al tatto.
La causa può essere lo stiramento di un muscolo o, se il dolore è localizzato in basso verso l’anca, il gluteo e la gamba (destra o sinistra) in direzione del ginocchio, la pubalgia.
Il dolore migliora con l’assunzione di antinfiammatori, da prendere dopo avere sentito il parere del medico.
Il dolore neuropatico è un dolore acuto o cronico causato da una lesione o una disfunzione del sistema nervoso.
Un dolore neuropatico al fianco può essere la spia di una radicolopatia, una sofferenza delle radici dei nervi che nascono nel midollo spinale causata da ernia al disco o altre patologie.
Malgrado sia più frequente a livello lombare, può interessare anche le vertebre costali. In particolare, se il disturbo interessa la decima, undicesima o dodicesima costa, può generare un dolore pungente, a fitte, acuto, irradiato all’addome, al fianco e dietro la schiena e che peggiora camminando e tossendo.
Il dolore al fianco di origine nervosa può essere originato dall’infezione da Herpes zoster (la cui riattivazione determina il cosiddetto Fuoco di Sant’Antonio).
Questo microorganismo attacca le cellule nervose scatenando un dolore pungente, bruciante, trafittivo e molto intenso e la comparsa di un’eruzione cutanea lungo il decorso del nervo colpito.
Il dolore può protrarsi anche dopo la remissione dell’eruzione cutanea (nevralgia post herpetica).
Perché ho dolore al fianco quando respiro?
Il dolore al fianco in alto, che si irradia dietro la schiena e si intensifica alla palpazione e respirando può scaturire dalla frattura delle costole.
La pleurite è l’infiammazione della pleura, la membrana che riveste la cavità toracica e i polmoni.
In questo caso, il sintomo è causato dallo sfregamento fra i due foglietti che compongono la pleura. Si tratta di un dolore molto acuto, che parte sotto le costole destre o sinistre e si diffonde dietro la schiena e al fianco, simile a quello di una colica renale.
Se l’infiammazione causa la formazione di un versamento, il dolore è più intenso.
La pleurite può avere rappresentare la complicanza di una polmonite oppure un sintomo di malattie quali lupus eritematoso sistemico o embolia polmonare.
Il dolore al fianco destro è in genere un sintomo benigno e transitorio. In alcuni, rari, casi può rappresentare la manifestazione di una patologia.
È una patologia infiammatoria del pancreas che si presenta con episodi ricorrenti anche associati a coliche biliari.
Può originare da alterazioni del pancreas, dei dotti biliari o da alterazioni chimiche della bile, ma nel 30% dei casi non è possibile riconoscere una causa (pancreatite idiopatica).
Il dolore è localizzato nella parte alta centrale dell’addome, intorno all’ombelico e sotto le costole a destra o sinistra, che si irradia al fianco destro alto o basso o al sinistro e a volte dietro la schiena (dolore a cintura).
Ho un dolore fisso all’addome e al fianco: può essere il pancreas?
La pancreatite può essere diagnosticata solo sulla base di esami specifici, fra cui il dosaggio dell’amilasi pancreatica nel sangue e nelle urine.
La terapia è farmacologica (in caso di alterazione chimica della bile), chirurgica (in presenza di ascessi o calcoli) o endoscopica (per la pulizia delle vie biliari).
Il tumore del pancreas colpisce prevalentemente le persone di età compresa fra i 50 e gli 80 anni e riconosce il fumo da sigaretta e l’obesità (in particolare la concentrazione del grasso a livello addominale) come i fattori di rischio principali.
La sintomatologia assente o sfumata e la difficoltà nel sondare l’organo (situato profondamente nella cavità addominale) ostacolano la diagnosi precoce. Quando presenti, i sintomi sono:
La diverticolosi è la formazione di protuberanze nella parete intestinale dovute all’aumento della pressione interna per l’accumulo di gas e ad alterazioni della motilità. È frequente nelle persone al di sopra dei 60 anni.
In sostanza, si vengono a creare dei piccoli sacchettini in cui il materiale digestivo ristagna, dando luogo a fermentazioni e promuovendo la proliferazione di batteri. Ciò è alla base di un’infiammazione locale e della comparsa di sintomi quali dolore addominale, al fianco (soprattutto al sinistro) e sotto le costole sinistre.
I diverticoli possono infiammarsi (diverticolite), producendo una manifestazione analoga a quella dell’appendicite e definita per questo appendicite sinistra.
Mi hanno diagnosticato i diverticoli: devo preoccuparmi?
In generale i diverticoli non rappresentano motivo di preoccupazione. Tuttavia, la perforazione dei diverticoli è una circostanza particolarmente grave, che può sfociare in peritonite. Se il dolore è intenso e sono presenti sintomi quali nausea, vomito e febbre occorre rivolgersi al Pronto Soccorso.
La diagnosi della diverticolosi si effettua con la TAC o con l’ecografia e l’esame del sangue, eseguito allo scopo di dosare i parametri infiammatori.
La terapia si basa sull’assunzione di antibiotici non riassorbibili (rifamixina) in caso di infiammazione e in generale sulla modifica della dieta (con abolizione degli alimenti causa di fermentazione e delle bevande gassate) e adeguata idratazione.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
La pancreatite provoca dolore alla parte centrale dell’addome, che si irradia al fianco destro o sinistro e a volte anche al dorso (dolore a cintura).
Le cause del dolore al fianco possono essere molteplici: si può trattare di un dolore di origine gastroenterica (malattie infiammatorie intestinali croniche, appendicite, calcolosi biliare, pancreatite), toracica (pleurite, disturbi riferiti alle costole), osteo muscolare (contusioni, stiramenti, pubalgia), nervosa (dolore neuropatico, Herpes zoster).
La terapia del dolore al fianco deve essere preceduta da un’accurata diagnosi. Solo dopo aver individuato la causa del dolore si può procedere con la cura.
La causa più frequente di dolore al fianco sinistro è rappresentata dalla diverticolosi, che coinvolge principalmente il colon discendente.
Il dolore al fianco può essere espressione di molti disturbi, più o meno banali. Se persiste ed è accompagnato da febbre e nausea o vomito, è bene consultare un medico.
Occorre rivolgersi ad un medico quando il dolore non passa o peggiora e quando è associato ad altri sintomi (febbre alta, vomito, brividi…).
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