Dolore al fianco destro e sinistro: quando preoccuparsi?

Dolore al fianco destro e sinistro: quando preoccuparsi?

Indice

Domande e risposte

Quando preoccuparsi del dolore al fianco destro e sinistro (o bilaterale)?

Il dolore al fianco è una sensazione dolorosa percepita a livello della parte laterale del corpo, che va dall’addome anteriore a dietro la schiena.
Può essere:

  • Temporaneo, intermittente o persistente;
  • Sordo (dolore profondo) oppure caratterizzato da fitte e spasmi (ossia contrazioni intermittenti e ripetute, più o meno prolungate);
  • Più intenso sotto sforzo o anche a riposo;
  • Acuto o cronico;
  • Diffuso o localizzato;
  • Localizzato al fianco e all’addome destro (dx) basso (in corrispondenza dell’inguine) o alto oppure al sinistro (sx).


Cosa significa che mi fa male il fianco? Quando preoccuparsi?
Il dolore al fianco può avere cause diverse. Se non passa spontaneamente, per prima cosa è quindi necessario capirne la ragione. In base al problema, il medico prescriverà un trattamento specifico.

È anche possibile assumere terapie sintomatiche, che danno sollievo al dolore ma non curano il disturbo, come i comuni antinfiammatori da banco, che possono essere presi in attesa di una diagnosi precisa. 

Questo sintomo è in genere transitorio e non associato a patologie. Allora quando devo preoccuparmi per un dolore al fianco? Rivolgiti al medico se: 

  • Vedi sangue nelle urine;
  • Hai febbre alta e brividi, nausea o vomito;
  • Il dolore non passa.


Cosa prendere per far passare il dolore al fianco?
Non sempre occorre assumere farmaci. La gestione del dolore al fianco dipende dalla causa. Spesso si tratta di un sintomo passeggero, che passa senza altri interventi stando a riposo e tenendo l’addome al caldo. Se, invece, tende a peggiorare e compaiono altri sintomi è necessario contattare il medico. Anche con i rimedi naturali è bene muoversi con cautela, per evitare di sommare alla causa di base le conseguenze di una terapia non appropriata.
 

Immagine che rappresenta le ossa doloranti del bacino

Sindrome del dolore addominale funzionale

In generale, il dolore addominale è definito cronico se persiste per oltre 3 mesi, continuo o intermittente.
Il dolore addominale cronico può comparire a qualsiasi età dopo i 5 anni ed è presente nel 2% degli adulti, soprattutto donne.

Ho dolore alla pancia e al fianco: cosa può essere? 
La sindrome del dolore addominale funzionale viene sospettata quando il dolore addominale si irradia al fianco e:

  • Dura da almeno 6 mesi;
  • Non è accompagnato da altri sintomi;
  • Non è influenzato dalla digestione o da altri eventi fisiologici;
  • Ti impedisce di svolgere normalmente le tue abituali attività.

Questa condizione è dovuta ad una eccessiva sensibilità di alcuni neuroni del midollo spinale, causata da diversi fattori.

Come faccio a capire se soffro di questa malattia?
Se il medico rileva la presenza dei segni sopra elencati può prescrivere alcuni esami di laboratorio allo scopo di escludere altre malattie:

Esami più specifici vengono consigliati se sono presenti altri fattori di rischio: 

In alcuni casi non è possibile individuare la causa e il sintomo viene trattato con antinfiammatori, prevalentemente FANS (antinfiammatori non steroidei, come ibuprofene).

Patologie delle vie urinarie


Infezioni del tratto urinario (UTI)

I tratti urinari (o vie urinarie) sono le strutture anatomiche che portano l’urina dai reni, dove viene prodotta, all’esterno, per essere eliminata. Comprendono:

  • Uretere: condotto che collega il rene alla vescica;
  • Vescica: organo che raccoglie l’urina proveniente dai reni;
  • Prostata;
  • Uretra: condotto attraverso cui l’urina passa dalla vescica all’ambiente esterno.

A causa della particolare conformazione delle vie urinarie femminili, le donne sono più soggette a questo tipo di infezioni. Le infezioni più frequenti nelle donne sono pielonefriti (infezioni del rene) e cistiti (infezioni della vescica); negli uomini uretriti e prostatiti.
Le urine sono normalmente sterili o a bassa carica batterica. Tuttavia, in presenza di malformazioni delle vie urinarie (dilatazioni, stenosi, ostruzioni, reflusso vescico-ureterale) o di alterazioni della motilità della vescica si creano condizioni che favoriscono la proliferazione batterica. 

Ho dolore al fianco che peggiora quando faccio pipì: cosa può essere?
La visita urologica permette di verificare la presenza di patologie delle vie urinarie; durante la visita l’urologo può prescrivere esami quali ecografia, TAC o cistografia.

Come faccio a capire se ho un’infezione delle vie urinarie?
Le UTI sono patologie di origine batterica (principalmente da enterobatteri, come Escherichia coli) che si manifestano con:

  • Dolore al fianco (destro o sinistro, anteriore o posteriore) del lato interessato;
  • Febbre (con brividi), presente di solito solo nelle pielonefriti;
  • Minzione frequente (pollachiuria);
  • Possibile presenza di sangue nelle urine.

Per confermare la presenza di una UTI è sufficiente sottoporsi ad un esame delle urine (raccolte con metodologia clean catch, da mitto intermedio) e urinocoltura, che permette di individuare il microorganismo responsabile e stabilire l’antibiotico più efficace (antibiogramma).

Le UTI si curano con l’antibiotico, nei casi in cui è indicato. Il trattamento deve essere tempestivo e corretto per evitare che i microrganismi risalgano le vie urinarie e infettino il rene, causando danni permanenti.
 

Stenosi dei tratti urinari

La stenosi dei tratti urinari è un restringimento dei condotti attraverso i quali passa l’urina (ureteri o uretra), causato da:

  • Malformazione delle vie urinarie (stenosi congenita);
  • Malattie come l’ipertrofia prostatica (stenosi acquisita);
  • Tumori della cavità addominale. 
Queste condizioni possono scatenare il dolore all’addome e al fianco interessato, anteriore e posteriore. Il dolore è di tipo colico e peggiora bevendo, perché la vescica non può svuotarsi.

Mi è stata diagnosticata una stenosi delle vie urinarie: cosa posso fare?
Questa condizione viene corretta con modalità diverse a seconda della causa. Se è congenita, viene eseguito (laddove indicato) un intervento chirurgico per l’inserimento di un dispositivo che mantiene il condotto aperto consentendo all’urina di fluire senza ostacoli. Se è secondaria ad altre patologie, sono queste ad essere trattate.

Patologie renali


Calcolosi renale

La calcolosi renale è la causa più comune di dolore al fianco senza febbre.
È molto diffusa nella fascia di età compresa fra i 30 ed i 60 anni: si stima che 2-3 soggetti su 20 abbiano avuto almeno una colica renale nella loro vita.
I calcoli renali sono formazioni composte da aggregati di sali inorganici (calcio, fosforo, magnesio) o sostanze organiche (ammonio, acido urico, cistina), che si precipitano nelle vie urinarie. Se superano una certa dimensione, possono ostacolare il passaggio dell’urina e scatenare una colica. 

Il sintomo iniziale della colica è il dolore al fianco (destro o sinistro), dovuto allo spasmo della muscolatura liscia delle vie urinarie. È di tipo crampiforme e irradiato all’inguine, al bacino e alla gamba destra o sinistra, acutissimo e difficilmente trattabile. Spesso è associato a nausea, vomito e malessere generale.

Ho avuto una colica renale: quali esami devo fare?
Se hai avuto un problema di questo tipo rivolgiti al nefrologo, che prescriverà dei test per confermare la diagnosi e individuare la causa:

  • RX addome: evidenzia solo i calcoli radiopachi, quelli che non si lasciano attraversare dai raggi X;
  • Ecografia dell’apparato urinario: segnala la presenza di alcuni tipi di calcoli e di eventuali dilatazioni o stenosi delle vie urinarie;
  • Urografia endovenosa: prevede l’iniezione in vena di un tracciante che permette di visualizzare le vie urinarie per scoprire se e dove sono presenti calcoli o malformazioni;
  • Esami del sangue: rilevano eventuali alterazioni metaboliche responsabili della formazione di calcoli;
  • Esami delle urine: segnalano la presenza di tracce di aggregati cristallini che possono dare luogo alla formazione di calcoli.

La calcolosi renale viene trattata con:

  • Litotrissia extracorporea: i calcoli vengono frammentati agendo dall’esterno con onde d’urto; non è indicata in tutti i casi;
  • Litotrissia endoscopica: i calcoli vengono distrutti con altre metodiche;
  • Chirurgia endoscopica: i calcoli vengono rimossi per via endoscopica;
  • Chirurgia a cielo aperto: si effettua esclusivamente per rimuovere calcoli di dimensioni importanti.


Pielonefrite

La pielonefrite è l’infiammazione del rene. 
Il dolore al fianco corrispondente al rene colpito è fra i sintomi principali e può essere accompagnato da febbre con brividi, nausea e inappetenza (nel bambino anche vomito) e malessere generale.
La causa più frequente è quella infettiva, principalmente batterica. I germi raggiungono i reni attraverso i tratti urinari (molto più raramente dalla circolazione sanguigna), tanto che la pielonefrite infettiva può rappresentare una complicanza di un’infezione delle vie urinarie basse (es. cistite).
Fra i fattori di rischio, malformazioni e reflusso vescico-ureterale, una condizione nella quale l’urina risale patologicamente verso il rene a causa di un’alterazione della valvola posta fra la vescica e l’uretere.
La pielonefrite infettiva deve essere trattata e risolta nel più breve tempo possibile, soprattutto nel bambino, per evitare danni permanenti al rene.


Tumore renale

Il tumore al rene è una patologia relativamente diffusa, che colpisce principalmente i soggetti al di sopra dei 60 anni. Spesso è asintomatico e viene diagnosticato casualmente.
Può manifestarsi (quando i sintomi sono presenti) con:

  • Dolore al fianco sinistro o destro (a seconda di quale rene è coinvolto) posteriore e dietro la schiena, verso il gluteo o lungo la gamba;
  • Presenza di sangue nelle urine;
  • Gonfiore locale (non sempre apprezzabile).

Consulta le Migliori Strutture per Tumore al rene (fonte dati PNE):
Migliori Strutture per Tumore al rene


Ernia addominale

L’ernia addominale è la fuoriuscita di un breve tratto dell’intestino attraverso la parete addominale. In genere forma una protuberanza apprezzabile al tatto.

La causa può essere uno sforzo fisico se la parete addominale è già indebolita a causa dell’invecchiamento o di fattori congeniti.
L’ernia addominale è un disturbo frequente, che interessa il 5% della popolazione.

Mi è stata diagnosticata un’ernia addominale: quando devo preoccuparmi?
Non è tanto l’ernia a destare preoccupazioni serie, quanto le sue possibili complicanze. Una di queste è la cosiddetta ernia strozzata, che si verifica quando l’intestino rimane intrappolato nell’apertura che si è formata nella parete addominale. 

Ho dolore al fianco quando mi piego/respiro/cammino/tossisco/starnutisco: cosa può essere?
Il dolore da ernia può essere molto intenso, soprattutto se è strozzata e peggiora sotto sforzo, mentre si corre, si cammina, si tossisce o si starnutisce. È localizzato intorno all’ombelico, al fianco e può irradiarsi alla gamba corrispondente.
A parte i rari casi di regressione spontanea, l’ernia addominale deve essere trattata chirurgicamente.

Patologie dell’apparato gastroenterico

Alcuni disturbi del colon possono essere alla base di un dolore al fianco nello stesso lato colpito.
Il dolore al fianco destro basso (vicino all’anca) o alto è in genere associato a problemi al colon ascendente, mentre il dolore al fianco sinistro alto (sotto le costole) o basso (inferiore) a patologie del colon discendente e del sigma.


Morbo di Crohn

Il Morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI) legata a cause non del tutto note. Si stima che almeno 150.000 in Italia soffrano di questa patologia, i cui sintomi comprendono:

  • Dolore crampiforme all’addome e al fianco;
  • Diarrea cronica;
  • Dimagrimento: la mucosa intestinale è infiammata e poco efficiente nell’assorbire i nutrienti presenti nel cibo, causando una perdita di peso anche importante;
  • Febbricola, che si presenta per lo più la sera;
  • Dolori articolari.


Come faccio a capire se ho il Morbo di Crohn?
La sintomatologia di questo disturbo è molto intensa e spinge nella quasi totalità dei casi a rivolgersi al gastroenterologo. Se, dopo avere considerato il racconto del paziente e averlo visitato, il medico sospetta che possa trattarsi di Crohn, può prescrivere esami più precisi:

  • Colonscopia: durante la procedura viene prelevato un campione di tessuto (biopsia) per verificare se sono presenti alterazioni di tipo infiammatorio;
  • Esame del sangue;
  • Esame delle feci;
  • Ecografia delle anse intestinali;
  • RX baritato;
  • RM addominale con mezzo di contrasto: è una procedura non invasiva che permette di rilevare segni di infiammazione. Il paziente non è esposto a radiazioni ionizzanti ma deve sottoscrivere un consenso informato per l’infusione del mezzo di contrasto;
  • Gastroscopia: si esegue in alcuni casi per valutare la presenza di lesioni dovute alla malattia nella prima parte dell’intestino (digiunoileite) e orientare correttamente la terapia;
  • Enteroscopia con videocapsula: è una metodica innovativa di endoscopia utilizzata per esplorare le anse dell’intestino, sconsigliata in caso di stenosi perché la videocapsula potrebbe rimanervi intrappolata.


Come si cura il Crohn?
La terapia comprende:

  • Antinfiammatori (mesalazina e cortisonici);
  • Antibiotici (fluorochinolonici, rifamixina): riequilibrano la flora batterica e trattano eventuali ascessi;
  • Immunosoppressori (azatioprina, metotrexate): modulano la reazione immunitaria e migliorano la qualità di vita;
  • Farmaci biologici (infliximab, adalimumab): bloccano selettivamente le molecole responsabili dell’infiammazione.

Se non adeguatamente trattata, l’infiammazione indotta dal Crohn può provocare la formazione di fistole (veri e propri buchi della parete intestinale), ascessi (infezioni) e stenosi (restringimenti) che richiedono l’intervento chirurgico.
 

Sindrome del colon irritabile

La Sindrome del colon irritabile è una condizione che comporta:

  • Alternanza di episodi di dissenteria e stitichezza;
  • Dolore addominale e al fianco sotto la costola sinistra o destra e che può irradiarsi all’inguine;
  • Gonfiore, stanchezza e malessere generale.

Interessa circa il 10% della popolazione, in particolare quella femminile di età compresa fra i 20 ed i 50 anni.
Ha una marcata componente emotiva: le crisi spesso compaiono dopo eventi spiacevoli o impegnativi, sia dal punto di vista fisico (malattie, interventi chirurgici) che psicologico.

Ho sempre mal di pancia e dolore al fianco, sia in alto che in basso: può essere il colon irritabile?
La diagnosi si basa inizialmente sull’esclusione di altri disturbi, come l’intolleranza al lattosio (mediante il Breath Test) e la malattia celiaca (con l’esame del sangue). 
Esistono, poi, indicazioni specifiche per la diagnosi (criteri di Roma), che consistono nella presenza di dolore addominale o fastidio per almeno 3 giorni al mese negli ultimi 3 mesi con almeno 2 delle seguenti caratteristiche:

  1. Miglioramento con l'evacuazione;
  2. Insorgenza a seguito dell’alterazione della frequenza dell'evacuazione;
  3. Cambiamenti della consistenza delle feci.


Come si cura il colon irritabile?
Il trattamento comprende:

  • Eliminazione di alcol e fumo e di tutti i cibi che l’esperienza del paziente suggerisce come dannosi (a questo scopo molti specialisti consigliano la compilazione di un diario alimentare); in generale, occorre che il paziente eviti gli alimenti che fermentano, producendo gas e, di conseguenza, distendendo la parete addominale e provocando gonfiore e dolore;
  • Corretta idratazione;
  • Attività fisica;
  • Antidiarroici o procinetici: da assumere nei periodi in cui si manifestano rispettivamente diarrea o stipsi;
  • Antispastici: riducono il dolore;
  • Psicofarmaci: molti recenti studi hanno dimostrato che intestino e cervello sono riccamente connessi e che, in alcuni casi, è possibile migliorare anche la sintomatologia intestinale con l’impiego di ansiolitici o antidepressivi;
  • Antibiotici: disinfettanti locali che aiutano a trattare le alterazioni del microbiota intestinale (disbiosi);
  • Terapia cognitivo complementare.


Colite ulcerosa

La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI) che colpisce principalmente il retto ma che coinvolge tutto il colon. È caratterizzata da fasi di riacutizzazione alternate a periodi di remissione, durante i quali è asintomatica.
Lo stato di persistente infiammazione porta alla formazione di ulcere nella parete intestinale (da cui il nome) e aumenta il rischio di sviluppare il carcinoma del colon retto.
La colite ulcerosa è una malattia che dipende da molti fattori.

Ho dolore forte alla pancia e al fianco: può essere colite ulcerosa? Come per il Crohn, anche in questo caso la sintomatologia è tanto intensa da non passare inosservata:

  • Dolore addominale e al fianco, intenso e crampiforme, avvertito nel punto corrispondente a quello dell’area di colon infiammata;
  • Diarrea con sangue, che può essere tanto violenta da costringere al ricovero ospedaliero.

In presenza di sintomi di questo tipo, il gastroenterologo può prescrivere esami quali:

  • Colonscopia: permette di individuare le lesioni e, grazie alla contestuale biopsia, le caratteristiche cellulari tipiche della malattia;
  • Calprotectina: la presenza di questa sostanza nelle feci è indice di infiammazione; il suo dosaggio permette di monitorare la malattia;
  • RX addome: nelle forme più gravi consente di visualizzare le lesioni;
  • Ecografia delle anse intestinali: permette il monitoraggio della malattia in maniera non invasiva.

La terapia comprende:

  • Immunosoppressori (azatioprina, ciclosporina): riducono l’infiammazione;
  • Antinfiammatori (mesalazina, steroidi);
  • Farmaci biologici (infliximab): modulano il sistema immunitario e riducono l’infiammazione;
  • Chirurgia: quando le lesioni sono troppo avanzate per rispondere ai farmaci, l’unica soluzione è la chirurgia; la colectomia totale (asportazione del colon) viene effettuata in quasi un terzo dei pazienti con colite ulcerosa estesa;
  • Antidiarroici: in genere non vengono consigliati ai pazienti con colite ulcerosa, perché possono causare gravi conseguenze.


Tumore del colon retto

Grazie alle campagne di screening e alla diagnosi precoce, la mortalità del tumore del colon retto è in diminuzione. Malgrado ciò, questa patologia rimane una delle patologie più diffuse nei Paesi occidentali.
Colpisce prevalentemente le persone di età compresa fra i 60 ed i 75 anni, ma la sua incidenza nella popolazione più giovane è in continuo aumento.

Sono a rischio di tumore al colon?
I fattori di rischio per il tumore del colon retto sono di tipo alimentare e genetico (poliposi familiare del colon). Se soffri di una patologia infiammatoria cronica dell’intestino (MICI) hai un rischio più alto di sviluppare questa neoplasia.
La sintomatologia è il più delle volte assente tanto che, alla diagnosi, un terzo dei pazienti ha già metastasi epatiche. Quando presenti, i sintomi sono: stanchezza, mancanza di appetito, anemia, perdita di peso, dolori addominali e al fianco.


Stipsi cronica

La stipsi consiste nella difficoltà ad espellere le feci e di solito viene diagnosticata come una frequenza di evacuazione delle feci inferiore a 3 volte la settimana. Si tratta di una condizione molto diffusa, che interessa circa il 20% della popolazione.
È causata da un’alterazione funzionale della muscolatura addominale e pelvica che regola il transito intestinale.
Spesso è presente dolore addominale e al fianco, soprattutto sinistro e basso.
La stipsi cronica può essere controllata attraverso l’assunzione di fibra vegetale, la corretta idratazione e l’attività fisica. La riabilitazione del tono muscolare addomino-pelvico ha recentemente dato buoni risultati nel controllo di alcune forme di stipsi cronica. I lassativi possono essere utili solo per un utilizzo sporadico; il loro abuso provoca un peggioramento della sintomatologia.


Intolleranze alimentari e come si distinguono dalle allergie

Le intolleranze alimentari sono forme di reazione avversa al cibo che hanno caratteristiche precise, le quali sono anche criteri di distinzione rispetto alle allergie:

  • Sono dose-dipendenti: maggiore è la quantità dell’alimento responsabile che viene ingerita più intensa sarà la sintomatologia; questa è una prima differenza rispetto alle allergie, che possono avere esiti fatali anche in caso di ingestione di micro-dosi;
  • Non coinvolgono il sistema immunitario, ma solo il sistema digestivo (secondo fattore di distinzione).

Le più diffuse sono l’intolleranza al lattosio (lo zucchero contenuto nel latte), al grano (celiachia), alle fave e ad altri cibi (favismo).

Ho dolore addominale e al fianco: può essere un’intolleranza alimentare?
Il sospetto di intolleranza nasce se tutte le volte che mangi un determinato alimento osservi sintomi quali: pancia gonfia, dolore all’addome e al fianco (più intenso se sei intollerante al lattosio), diarrea, nausea o vomito. Nel tempo potresti notare anche una perdita di peso. Il tuo medico potrà consigliarti esami specifici per escludere o confermare la diagnosi.

Dolore al fianco dopo avere bevuto birra?
È possibile che l’ingestione di bevande ghiacciate, specialmente in estate e soprattutto se rapida, causi dolore all’addome e al fianco. 

Dolore al fianco dopo mangiato?
La rapida dilatazione dello stomaco che si verifica quando si mangia in fretta può nei soggetti sensibili, provocare dolore all’addome e al fianco.


Occlusione intestinale

L’occlusione intestinale è la compromissione o la completa ostruzione del passaggio del contenuto intestinale, che provoca dolori crampiformi all’addome e al fianco (alto o basso), stipsi e vomito.
La diagnosi viene effettuata su base clinica e confermata dall’RX addome.
Fra le cause, aderenze, ernie, tumori, diverticolite, volvolo (una forma di torsione del colon particolarmente pericolosa), fecaloma.
Il trattamento è chirurgico.

Disturbi dell’apparato riproduttivo femminile


Endometriosi

L’endometriosi è una condizione nella quale il tessuto che riveste internamente l’utero (endometrio) è presente anche in altri organi, come le ovaie o l’intestino.
Il sintomo principale è il dolore, localizzato all’addome, all’inguine e al fianco, di tipo crampiforme, che si acutizza in occasione dell’ovulazione e delle altre fasi del ciclo mestruale. Altri sintomi sono la nausea ed il vomito.
In risposta allo stimolo ormonale delle mestruazioni, la mucosa che riveste l’organo colpito si sfalda e sanguina, portando alla formazione di cicatrici (aderenze), che alterano la struttura dell’organo interessato.
L’endometriosi riguarda il 6-10% della popolazione femminile.
La terapia si basa sull’uso di antinfiammatori, farmaci soppressori della funzionalità ovarica e, quando necessario, sulla chirurgia.


Gravidanza ectopica

La gravidanza ectopica si verifica quando l’ovulo fecondato si impianta nell’addome della donna, al di fuori dell’utero. Provoca sintomi quali perdite di sangue, dolore al basso ventre, all’inguine e al fianco in basso, nausea e vomito.
La gravidanza ectopica non può essere portata a termine e, se non diagnosticata tempestivamente, può causare un’infezione grave della cavità addominale (peritonite).

Sono in gravidanza e ho dolore forte al fianco: cosa può essere?
In gravidanza un dolore intenso al fianco che non passa richiede una visita medica e, se indicata, l’esecuzione di esami del sangue ed ecografia.


Torsione ovarica

La torsione ovarica è la torsione (parziale o completa) dell’ovaio attorno al proprio peduncolo vascolare, che causa la parziale o totale interruzione del flusso sanguigno nell’organo. Se non viene riconosciuta per tempo, il rischio è che l’ovaio vada in necrosi. 
Il sintomo principale è il dolore addominale, che può irradiarsi al fianco, al bacino, dietro la schiena e sotto le costole.
È più comune nelle adolescenti e nelle giovani donne.

Perché ho dolore al fianco mentre cammino o corro?

Il dolore al fianco che origina da un disturbo muscolo scheletrico è in genere sordo, profondo e spesso peggiora camminando, si corre o si fa sport e al tatto.
La causa può essere lo stiramento di un muscolo o, se il dolore è localizzato in basso verso l’anca, il gluteo e la gamba (destra o sinistra) in direzione del ginocchio, la pubalgia
Il dolore migliora con l’assunzione di antinfiammatori, da prendere dopo avere sentito il parere del medico.

Disturbi di origine nervosa


Dolore neuropatico

Il dolore neuropatico è un dolore acuto o cronico causato da una lesione o una disfunzione del sistema nervoso
Un dolore neuropatico al fianco può essere la spia di una radicolopatia, una sofferenza delle radici dei nervi che nascono nel midollo spinale causata da ernia al disco o altre patologie.
Malgrado sia più frequente a livello lombare, può interessare anche le vertebre costali. In particolare, se il disturbo interessa la decima, undicesima o dodicesima costa, può generare un dolore pungente, a fitte, acuto, irradiato all’addome, al fianco e dietro la schiena e che peggiora camminando e tossendo.
 

Herpes zoster

Il dolore al fianco di origine nervosa può essere originato dall’infezione da Herpes zoster (la cui riattivazione determina il cosiddetto Fuoco di Sant’Antonio)
Questo microorganismo attacca le cellule nervose scatenando un dolore pungente, bruciante, trafittivo e molto intenso e la comparsa di un’eruzione cutanea lungo il decorso del nervo colpito. 
Il dolore può protrarsi anche dopo la remissione dell’eruzione cutanea (nevralgia post herpetica).

Dolore di origine toracica

Perché ho dolore al fianco quando respiro?
Il dolore al fianco in alto, che si irradia dietro la schiena e si intensifica alla palpazione e respirando può scaturire dalla frattura delle costole.


Dolore pleurico

La pleurite è l’infiammazione della pleura, la membrana che riveste la cavità toracica e i polmoni.
In questo caso, il sintomo è causato dallo sfregamento fra i due foglietti che compongono la pleura. Si tratta di un dolore molto acuto, che parte sotto le costole destre o sinistre e si diffonde dietro la schiena e al fianco, simile a quello di una colica renale.
Se l’infiammazione causa la formazione di un versamento, il dolore è più intenso. 
La pleurite può avere rappresentare la complicanza di una polmonite oppure un sintomo di malattie quali lupus eritematoso sistemico o embolia polmonare.

Perché mi fa male il fianco destro?

Il dolore al fianco destro è in genere un sintomo benigno e transitorio. In alcuni, rari, casi può rappresentare la manifestazione di una patologia. 


Pancreatite acuta ricorrente

È una patologia infiammatoria del pancreas che si presenta con episodi ricorrenti anche associati a coliche biliari.
Può originare da alterazioni del pancreas, dei dotti biliari o da alterazioni chimiche della bile, ma nel 30% dei casi non è possibile riconoscere una causa (pancreatite idiopatica).
Il dolore è localizzato nella parte alta centrale dell’addome, intorno all’ombelico e sotto le costole a destra o sinistra, che si irradia al fianco destro alto o basso o al sinistro e a volte dietro la schiena (dolore a cintura). 

Ho un dolore fisso all’addome e al fianco: può essere il pancreas?
La pancreatite può essere diagnosticata solo sulla base di esami specifici, fra cui il dosaggio dell’amilasi pancreatica nel sangue e nelle urine.
La terapia è farmacologica (in caso di alterazione chimica della bile), chirurgica (in presenza di ascessi o calcoli) o endoscopica (per la pulizia delle vie biliari).


Tumore del pancreas

Il tumore del pancreas colpisce prevalentemente le persone di età compresa fra i 50 e gli 80 anni e riconosce il fumo da sigaretta e l’obesità (in particolare la concentrazione del grasso a livello addominale) come i fattori di rischio principali.
La sintomatologia assente o sfumata e la difficoltà nel sondare l’organo (situato profondamente nella cavità addominale) ostacolano la diagnosi precoce. Quando presenti, i sintomi sono:

  • Dolore centrale all’addome con irradiamento al fianco e dietro la schiena;
  • Ittero (colorazione giallastra della pelle e della sclera degli occhi);
  • Perdita di peso;
  • Nausea o vomito.
La diagnosi si effettua con la TAC; l’ecografia (sia esterna sia eseguita per via endoscopica) può comunque essere utile per inquadrare la malattia.

Consulta le Migliori Strutture per Tumore al pancreas (fonte dati PNE):

Migliori Strutture per Tumore al pancreas
Perché ho dolore al fianco mentre corro?

Nei runner, una corsa impegnativa può scatenare un dolore al fianco destro, da tanti avvertito alla milza. Il disturbo non è associato ad una carenza di allenamento e può essere così intenso da causare l’interruzione dell’esercizio fisico.
Questo sintomo può spiegarsi verosimilmente con l’aumento dell’esigenza di sangue da parte dei tessuti periferici: ciò porta ad un ingrossamento del cuore e del fegato, responsabile del dolore.
Secondo altre teorie, invece, il dolore potrebbe essere causato dalla spremitura del fegato, costretto a liberare velocemente glucosio (stoccato sottoforma di glicogeno) per sostenere lo sforzo fisico.
Una terza ipotesi coinvolge il diaframma: sarebbe questo muscolo a contrarsi in maniera anomala a seguito dello sforzo, determinando l’insorgenza di fitte.


Intestino infiammato e dolore al fianco sinistro o destro

L’appendicite è l’infiammazione acuta dell’appendice vermiforme, il tratto di intestino che collega l’intestino tenue al colon ascendente.
È più frequente negli adolescenti, ma diffusa nella popolazione di qualsiasi fascia di età.

Quando devo preoccuparmi per il dolore al fianco anteriore destro?
Il dolore da appendicite nasce nell’addome centrale intorno all’ombelico e si irradia all’inguine, al fianco e alla coscia destri. Se il dolore al fianco destro è molto intenso e sono presenti anche febbre e vomito, soprattutto se il paziente è un bambino, è bene rivolgersi al Pronto Soccorso.
Il trattamento è chirurgico e farmacologico (antibiotici) e deve essere tempestivo: il rischio, infatti, è che l’appendice si ulceri e causi una grave infezione della cavità addominale (peritonite).
La diagnosi viene effettuata sulla base della visita e della TAC o dell’ecografia addominale.


Colelitiasi (calcolosi biliare)

La colelitiasi è la presenza di uno o più calcoli nella bile, per lo più composti da colesterolo.
È generalmente asintomatica, fino a quando sopraggiunge la colica biliare, un evento acuto che insorge con un dolore al fianco e al braccio destro irradiato dietro la schiena.
Nausea e vomito sono spesso presenti. La febbre può essere un segno di colecistite, una complicanza della colelitiasi.

Ho dolore al fianco destro: possono essere i calcoli biliari?
L’esame utilizzato per rilevare la presenza di calcoli alle vie biliari è l’ecografia.
Quando presenti, i calcoli vengono sciolti con l’impiego di acido ursodesossicolico o rimossi chirurgicamente.

Perché mi fa male il fianco sinistro?


Diverticolosi

La diverticolosi è la formazione di protuberanze nella parete intestinale dovute all’aumento della pressione interna per l’accumulo di gas e ad alterazioni della motilità. È frequente nelle persone al di sopra dei 60 anni.
In sostanza, si vengono a creare dei piccoli sacchettini in cui il materiale digestivo ristagna, dando luogo a fermentazioni e promuovendo la proliferazione di batteri. Ciò è alla base di un’infiammazione locale e della comparsa di sintomi quali dolore addominale, al fianco (soprattutto al sinistro) e sotto le costole sinistre.

I diverticoli possono infiammarsi (diverticolite), producendo una manifestazione analoga a quella dell’appendicite e definita per questo appendicite sinistra.

Mi hanno diagnosticato i diverticoli: devo preoccuparmi?
In generale i diverticoli non rappresentano motivo di preoccupazione. Tuttavia, la perforazione dei diverticoli è una circostanza particolarmente grave, che può sfociare in peritonite. Se il dolore è intenso e sono presenti sintomi quali nausea, vomito e febbre occorre rivolgersi al Pronto Soccorso.

La diagnosi della diverticolosi si effettua con la TAC o con l’ecografia e l’esame del sangue, eseguito allo scopo di dosare i parametri infiammatori.
La terapia si basa sull’assunzione di antibiotici non riassorbibili (rifamixina) in caso di infiammazione e in generale sulla modifica della dieta (con abolizione degli alimenti causa di fermentazione e delle bevande gassate) e adeguata idratazione.



RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Quali caratteristiche ha il dolore da pancreatite?

La pancreatite provoca dolore alla parte centrale dell’addome, che si irradia al fianco destro o sinistro e a volte anche al dorso (dolore a cintura).

Ho dolore al fianco: cosa può essere?

Le cause del dolore al fianco possono essere molteplici: si può trattare di un dolore di origine gastroenterica (malattie infiammatorie intestinali croniche, appendicite, calcolosi biliare, pancreatite), toracica (pleurite, disturbi riferiti alle costole), osteo muscolare (contusioni, stiramenti, pubalgia), nervosa (dolore neuropatico, Herpes zoster).

Ho dolore al fianco: cosa posso fare?

La terapia del dolore al fianco deve essere preceduta da un’accurata diagnosi. Solo dopo aver individuato la causa del dolore si può procedere con la cura.

Cosa può essere un dolore al fianco sinistro: cosa vuol dire?

La causa più frequente di dolore al fianco sinistro è rappresentata dalla diverticolosi, che coinvolge principalmente il colon discendente.

Cosa significa che mi fa male il fianco?

Il dolore al fianco può essere espressione di molti disturbi, più o meno banali. Se persiste ed è accompagnato da febbre e nausea o vomito, è bene consultare un medico.

Quando il dolore al fianco deve preoccupare?

Occorre rivolgersi ad un medico quando il dolore non passa o peggiora e quando è associato ad altri sintomi (febbre alta, vomito, brividi…).

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