Aggiornato il 31.01.2023
Si parla di diarrea quando si hanno diversi episodi con emissione di feci acquose, cioè cremose o addirittura liquide nel corso della giornata, in maniera più frequente rispetto al normale. Non è necessariamente un sintomo allarmante; è piuttosto comune per molte persone di soffrirne ogni tanto e la cosa si risolve senza bisogno di farmaci nel giro di pochi giorni o al massimo in una settimana.
Come capire che tipo di diarrea è? La diarrea si considera:
Spesso si usano diarrea e dissenteria come sinonimi, ma in realtà indicano due situazioni diverse. La differenza fra diarrea e dissenteria è che la dissenteria è la forma più grave della diarrea perché oltre all’emissione di feci liquide vede anche emissione di sangue, muco o pus. La dissenteria ha quasi sempre origine batterica.
I principali responsabili sono l'Entamoeba histolytica e la Shigella dysenteriae.
In condizioni di forte povertà, ancora presenti in alcune zone del mondo, la diarrea provocata da malattie infettive quali per esempio il colera, è a tutt’oggi un problema serio. Se è persistente e la persona non assume adeguata integrazione, la perdita di liquidi può provocare forte disidratazione, con perdita di sostanze vitali per l’organismo quali sodio, potassio, magnesio, e cloro, compromettendo in poco tempo irrimediabilmente lo stato di salute della persona.
Da quando abbiamo assunto un alimento, questo ci mette circa 24 ore per trasformarsi in feci. Questo perché la produzione delle feci avviene nell’intestino, che nel complesso è lungo oltre 400 metri quadrati, e ha il compito di assorbire tutte le sostanze utili che non sono ancora state assorbite dalla bocca allo stomaco. Le feci dovrebbero essere dunque costituite solo dal prodotto di scarto dell’intestino.
Talvolta alcune patologie possono provocare un aumento della cosiddetta peristalsi, le normali contrazioni del tubo intestinale che servono a spingere il cibo verso la parte di intestino chiamata cieco. Un aumento della peristalsi compromette l'assorbimento dell'acqua e dei nutrienti, provocando feci acquose, quindi diarrea.
L’intestino normalmente assorbe il 99% dei liquidi che arrivano dal tratto digerente, circa 9 litri al giorno di liquidi, anche una piccolissima riduzione dell'assorbimento di questi liquidi è sufficiente a causare diarrea.
Le cause principali di diarrea sono tre:
Sicuramente i sintomi di una diarrea da approfondire sono:
La sindrome dell'intestino irritabile (colon irritabile) non è una vera e propria malattia, ma un insieme di condizioni fastidiose che si presentano con dolore addominale, che solitamente passa dopo la defecazione, e spesso alterna stipsi e diarrea. Non vi sono cause particolari dell’intestino irritabile se non fattori psico-sociali, cioè stress, e ipersensibilità e motilità dell’intestino.
Altra cosa sono le malattie infiammatorie intestinali (dette MICI o IBD, dall'inglese Inflammatory Bowel Disease), ben definite, come:
Se si tratta di episodi isolati, acuti, il più delle volte non serve nessuna cura per la diarrea, soprattutto se le scariche sono un numero contenuto: si risolve da sola in pochi giorni. Altre volte possono essere utili dei rimedi farmacologici. Una diarrea grave che provoca un inizio di disidratazione, come con il Colera, necessita di integrazione per ripristinare l’apporto necessario di liquidi e correggere lo squilibrio elettrolitico e l’acidosi. Sotto stretto consiglio medico (non fidarsi dei fai da te!) si possono assumere soluzioni per bocca contenenti glucosio, cloruro di sodio e cloruro di potassio. In caso di diarrea meno grave ma con sintomi come nausea e vomito posson comunque essere utili soluzioni orale gluco-elettrolitica.
Per ridurre le scariche esistono dei farmaci antidiarroici basati sulla molecola loperamide, che rallenta i movimenti dell’intestino, migliorando l’assorbimento dell’acqua e bloccando la diarrea. È bene tuttavia non assumerli se non strettamente necessario, e soprattutto se si assumono altri farmaci. La cosa migliore è chiedere consiglio al medico, anche se si tratta di farmaci da banco.
Non ci sono controindicazioni alimentari: anche con la diarrea si può continuare ad assumere cibi solidi ma soprattutto è bene bere molto. Per capire se si beve abbastanza è sufficiente guardare le urine: devono essere di colore giallo chiarissimo.
Altra cosa quando la diarrea è conseguenza cronica o ricorrente di una delle malattie croniche intestinali citate, le malattie infiammatorie intestinali. In tal caso è necessario curare la malattia sottostante con farmaci specifici che riducano l’infiammazione.
In tutti i casi di diarrea, compreso il caso della sindrome dell'intestino irritabile, è molto importante l’alimentazione. Può essere molto utile consultare uno specialista nutrizionista per capire se vi siano intolleranze o allergie e trovare una dieta bilanciata al nostro caso.
La diarrea nel neonato e nel bambino è molto comune e porta spesso con sé una leggera febbre e vomito e dolore all’addome che il bambino manifesta con pianto. La cosa migliore da fare è reintegrare i liquidi persi somministrando acqua e in alcuni casi integratori salini sotto consiglio del perdiatra. Nel neonato con meno di sei mesi è sempre opportuno sentire il pediatra prima di qualsiasi fai da te.
I sintomi da approfondire sono gli stessi dell’adulto: febbre alta, presenza di sangue nelle feci (si vede perché le feci sono scure) e una diarrea e vomito che continuano per più di due giorni senza migliorare.
Se si tratta di episodi isolati, acuti, il più delle volte non serve nessuna cura per la diarrea, soprattutto se le scariche sono un numero contenuto: si risolve da sola in pochi giorni.
Altre volte possono essere utili dei rimedi farmacologici. Una diarrea grave che provoca un inizio di disidratazione, come con il Colera, necessità di integrazione per ripristinare l’apporto necessario di liquidi e correggere lo squilibrio elettrolitico e l’ acidosi. Si propongono soluzioni da assumere per bocca parenterali contenenti glucosio, cloruro di sodio e cloruro di potassio. In caso di diarrea meno grave ma con sintomi come nausea e vomito posson comunque essere utili soluzioni orale gluco-elettrolitica.
Per ridurre le scariche esistono dei farmaci antidiarroici basati sulla molecola loperamide, che rallenta i movimenti dell’intestino, migliorando l’assorbimento dell’acqua e bloccando la diarrea. È bene tuttavia non assumerli se non strettamente necessario, e soprattutto se si assumono altri farmaci. La cosa migliore è chiedere consiglio al medico, anche se si tratta di farmaci da banco.
Sicuramente i sintomi di una diarrea da approfondire sono:
Se la diarrea è acuta e/o ricorrente è quasi sempre dovuta ad agenti infettivi (principalmente virus e batteri); all’ intossicazione alimentare oppure all’assunzione di farmaci.
Se la diarrea è cronica, persistente per anche un mese o più, è dovuta solitamente a malattie croniche sottostanti come le malattie infiammatorie intestinali, o la sindrome dell’intestino irritabile.
La diarrea è acuta, se dura ogni giorno ma da meno di 2 settimane. La diarrea è ricorrente se ci sono molti episodi vicini, ma con andamento ciclico. In questi casi si tratta per lo più di infezioni virali, batteriche o da parassiti. È cronica, se è persistente per anche un mese o più. In quest’ultimo caso è bene ipotizzare una malattia infiammatoria intestinale, da indagare con specifici test.
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