Aggiornato il 11.12.2024
Si parla di diarrea quando si hanno diversi episodi con emissione di feci acquose, cioè cremose o addirittura liquide nel corso della giornata, in maniera più frequente rispetto al normale. La diarrea è un sintomo comune che può variare da lieve a grave e che, se non trattata, può portare a disidratazione e altre complicazioni. È importante saper distinguere le cause comuni da quelle più gravi che meritano l’opinione di un medico. Non è infatti necessariamente un sintomo allarmante; è piuttosto comune per molte persone di soffrirne ogni tanto e la cosa si risolve senza bisogno di farmaci nel giro di pochi giorni o al massimo in una settimana.
In condizioni di forte povertà, ancora presenti in alcune zone del mondo, la diarrea provocata da malattie infettive quali per esempio il colera, è a tutt’oggi un problema serio. Se è persistente e la persona non assume adeguata integrazione, la perdita di liquidi può provocare forte disidratazione, con perdita di sostanze vitali per l’organismo quali sodio, potassio, magnesio, e cloro, compromettendo in poco tempo irrimediabilmente lo stato di salute della persona.
Spesso si usano diarrea e dissenteria come sinonimi, ma in realtà indicano due situazioni diverse. La differenza fra diarrea e dissenteria è che la dissenteria è la forma più grave della diarrea perché oltre all’emissione di feci liquide vede anche emissione di sangue, muco o pus. La dissenteria ha quasi sempre origine batterica.
I principali responsabili sono l'Entamoeba histolytica e la Shigella dysenteriae.
La diarrea può essere di tre tipi a seconda dell’origine scatenante:
Da quando abbiamo assunto un alimento, questo ci mette circa 24 ore per trasformarsi in feci. Questo perché la produzione delle feci avviene nell’intestino, che nel complesso è lungo oltre 400 metri quadrati, e ha il compito di assorbire tutte le sostanze utili che non sono ancora state assorbite dalla bocca allo stomaco. Le feci dovrebbero essere dunque costituite solo dal prodotto di scarto dell’intestino.
Talvolta alcune patologie possono provocare un aumento della cosiddetta peristalsi, le normali contrazioni del tubo intestinale che servono a spingere il cibo verso la parte di intestino chiamata cieco. Un aumento della peristalsi compromette l'assorbimento dell'acqua e dei nutrienti, provocando feci acquose, quindi diarrea.
L’intestino normalmente assorbe il 99% dei liquidi che arrivano dal tratto digerente, circa 9 litri al giorno di liquidi, anche una piccolissima riduzione dell'assorbimento di questi liquidi è sufficiente a causare diarrea.
Le cause principali di diarrea sono tre:
Sicuramente i sintomi di una diarrea persistente e quindi da approfondire sono:
La sindrome dell'intestino irritabile (colon irritabile) non è una vera e propria malattia, ma un insieme di condizioni fastidiose che si presentano con dolore addominale, che solitamente passa dopo la defecazione, e spesso alterna stipsi e diarrea. Non vi sono cause particolari dell’intestino irritabile se non fattori psico-sociali, cioè stress, e ipersensibilità e motilità dell’intestino.
Altra cosa sono le malattie infiammatorie intestinali (dette MICI o IBD, dall'inglese Inflammatory Bowel Disease), ben definite, come:
Se si tratta di episodi isolati, acuti, il più delle volte non serve nessuna cura per la diarrea, soprattutto se le scariche sono un numero contenuto: si risolve da sola in pochi giorni anche se bisogna fare attenzione e rimanere ben indratati finché non passa.
La diarrea virale per esempio dura un giorno o due, anche se a volte può persistere fino a 10 giorni.
Altre volte la diarrea non passa e possono essere utili dei rimedi farmacologici. Una diarrea grave che provoca un inizio di disidratazione, come con il Colera, necessità di integrazione per ripristinare l’apporto necessario di liquidi e correggere lo squilibrio elettrolitico e l’acidosi. Sotto stretto consiglio medico (non fidarsi dei fai da te!) si possono assumere soluzioni per bocca contenenti glucosio, cloruro di sodio e cloruro di potassio. In caso di diarrea meno grave ma con sintomi come nausea e vomito posson comunque essere utili soluzioni orale gluco-elettrolitica.
Per ridurre le scariche esistono dei farmaci antidiarroici basati sulla molecola loperamide, che rallenta i movimenti dell’intestino, migliorando l’assorbimento dell’acqua e bloccando la diarrea. È bene tuttavia non assumerli se non strettamente necessario, e soprattutto se si assumono altri farmaci. La cosa migliore è chiedere consiglio al medico, anche se si tratta di farmaci da banco.
Quali rimedi per la diarrea del viaggiatore? La maggior parte degli episodi di diarrea sono autolimitanti con guarigione in pochi giorni, mantenendosi ben idratati. Il Ministero della Salute suggerisce nei casi con diarrea persistente di ricorrere a farmaci sintomatici (come gli inibitori della motilità intestinale) o nei casi di infezione batterica nota a farmaci antibiotici, in modo particolare fluorchinolonici, rifaximina e macrolidi.
Sempre su consiglio del proprio medico può essere utile assumere probiotici per ripristinare la flora intestinale. Attenzione invece: gli antibiotici vanno assunti solo se indicati da un medico per trattare un’infezione batterica.
In tutti i casi di diarrea, compreso il caso della sindrome dell'intestino irritabile, è molto importante l’alimentazione. Può essere molto utile consultare uno specialista nutrizionista per capire se vi siano intolleranze o allergie e trovare una dieta bilanciata al nostro caso.
Non ci sono controindicazioni alimentari: anche con la diarrea si può continuare ad assumere cibi solidi ma soprattutto è bene bere molto. Per capire se si beve abbastanza è sufficiente guardare le urine: devono essere di colore giallo chiarissimo. È bene prediligere alimenti leggeri e facilmente digeribili e ricchi di acqua come brodi, patate bollite, yogurt con fermenti lattici vivi. Da evitare invece alimenti irritanti per l’intestino come caffè, alcol, cibi ricchi di fibre insolubili.
Altra cosa quando la diarrea è conseguenza cronica o ricorrente di una delle malattie croniche intestinali citate, le malattie infiammatorie intestinali. In tal caso è necessario curare la malattia sottostante con farmaci specifici che riducano l’infiammazione.
La diarrea nel neonato e nel bambino è molto comune e porta spesso con sé una leggera febbre e vomito e dolore all’addome che il bambino manifesta con pianto. Le cause più comuni sono infezioni virali e cambiamenti alimentari.
I sintomi da approfondire sono gli stessi segbali di pericolo dell’adulto: febbre alta, presenza di sangue nelle feci (si vede perché le feci sono scure) e una diarrea e vomito che continuano per più di due giorni senza migliorare.
La cosa migliore da fare è reintegrare i liquidi persi somministrando acqua e in alcuni casi integratori salini sotto consiglio del perdiatra. Nel neonato con meno di sei mesi è sempre opportuno sentire il pediatra prima di qualsiasi fai da te.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Se la diarrea è acuta e/o ricorrente è quasi sempre dovuta ad agenti infettivi (principalmente virus e batteri), all’intossicazione alimentare oppure all’assunzione di farmaci.
Se si tratta di episodi isolati, acuti, il più delle volte non serve nessuna cura per la diarrea, soprattutto se le scariche sono un numero contenuto: si risolve da sola in pochi giorni.
Altre volte possono essere utili dei rimedi farmacologici. Una diarrea grave che provoca un inizio di disidratazione, come con il Colera, necessità di integrazione per ripristinare l’apporto necessario di liquidi e correggere lo squilibrio elettrolitico e l’ acidosi. Si propongono soluzioni da assumere per bocca parenterali contenenti glucosio, cloruro di sodio e cloruro di potassio. In caso di diarrea meno grave ma con sintomi come nausea e vomito posson comunque essere utili soluzioni orale gluco-elettrolitica. Per ridurre le scariche esistono dei farmaci antidiarroici basati sulla molecola loperamide, che rallenta i movimenti dell’intestino, migliorando l’assorbimento dell’acqua e bloccando la diarrea. È bene tuttavia non assumerli se non strettamente necessario, e soprattutto se si assumono altri farmaci. La cosa migliore è chiedere consiglio al medico, anche se si tratta di farmaci da banco.
Non ci sono controindicazioni alimentari: anche con la diarrea si può continuare ad assumere cibi solidi ma soprattutto è bene bere molto. Per capire se si beve abbastanza è sufficiente guardare le urine: devono essere di colore giallo chiarissimo. È bene prediligere alimenti leggeri e facilmente digeribili e ricchi di acqua come brodi, patate bollite, yogurt con fermenti lattici vivi. Da evitare invece alimenti irritanti per l’intestino come caffè, alcol, cibi ricchi di fibre insolubili.
La causa principale è l’ingestione di acqua o cibo contaminati (prevalentemente da batteri) durante viaggi in Paesi a rischio. Pertanto si consiglia di non bere mai acqua o bevande fredde non in bottiglia ma di prediligere the e tisane che sono fatte con acqua bollita. Attenzione anche alla verdura cruda perché può contenere tracce di patogeni o essere stata lavata e maneggiata con acqua contaminata.
La diarrea virale dura un giorno o due, anche se a volte può persistere fino a 10 giorni.
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