Convulsioni: cosa fare, cause e trattamento

Convulsioni: cosa fare, cause e trattamento

Indice

Domande e risposte

Che cosa sono le convulsioni

Si definiscono convulsioni i tremori rapidi, bruschi, involontari e incontrollabili dovuti a continue contrazioni dei muscoli. Le convulsioni non sono di per sé una malattia, ma possono essere sintomi di altre patologie oltre a essere la manifestazione di alterazioni dell'attività cerebrale.
Le convulsioni si possono presentare in diverso modo, con sintomi che durano da pochi secondi a qualche minuto (raramente durano più a lungo): 
  • Con irrigidimento delle braccia, delle gambe o del corpo (crisi toniche), provocate da contrazioni e spasmi muscolari;
  • Con scosse agli arti o in tutto il corpo e che si manifestano con contrazioni alternate a rilassamento dei muscoli;
  • Con un rilassamento eccessivo della muscolatura (crisi ipotoniche)
  • Con la mancanza di controllo dei movimenti;
  • Con uno sguardo che rimane fisso oppure con una rotazione non controllata degli occhi;
  • Con una temporanea alterazione della respirazione;
  • Con il digrignamento dei denti;
  • Con l’emissione non controllata di suoni;
  • Con la perdita incontrollata di feci e urine;
  • Con emissione di bava o schiuma alla bocca;
  • Con episodi di vomito.
Una manifestazione clinica tipica, cioè un sintomo frequente quando si presentano convulsioni  è la perdita di coscienza, seguita da un senso di grande spossatezza e sonno.

Le convulsioni si classificano anche in:
  • A esordio focale, quando la crisi inizia in un lato del cervello e sono a loro volta classificate in base alla presenza o assenza di coscienza durante la crisi convulsiva;
  • A esordio generalizzato (la crisi inizia in entrambi i lati del cervello e solitamente implica la perdita di coscienza e l’ alterazione dei movimenti.
  
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Che cosa fare in caso di convulsioni

Se abbiamo davanti una persona, adulto o bambino, che ha un attacco di convulsioni, non bisogna perdere la calma. Le convulsioni passano dopo qualche minuto e il più grande aiuto per la persona è non essere lasciata sola. Non dobbiamo cercare di bloccare i suoi movimenti, e soprattutto non dobbiamo somministrarle nulla per bocca, tantomeno farmaci e non dobbiamo inserire nulla in bocca per mantenerla aperta.

Possiamo però evitare che la persona si faccia del male, per esempio allontanandola da luoghi pericolosi come le scale o parapetti.
Finché le convulsioni non si fermano, si può:
  • Cercare di ruotarla, se possibile, su un fianco, per evitare che ingoi o inali la propria saliva o eventuale vomito;
  • Metterle un cuscino sotto la testa;
  • Allentare gli abiti intorno al collo;
  • Togliere gli occhiali ed eventuali monili.
Una volta che la crisi è passata, la persona si sente stanca, con possibile cefalea, e dolori muscolari. Si parla di stato post-ictale. E soprattutto, la maggior parte delle persone, non ricorda quello che è appena successo (mnesia post-ictale).

Convulsioni: cause

Le convulsioni sono solitamente un sintomo di qualcosa d’altro, e pertanto per trattarle adeguatamente è necessario risalire alla loro causa, anche se non sempre è possibile risalire alle cause e si parla di convulsioni idiopatiche. Le convulsioni possono essere associate a:
  • Epilessia;
  • Infezioni come Dengue, Ebola, Malaria, Meningite, Tetano, Toxoplasmosi;
  • Bassa quantità di glucosio nel sangue (ipoglicemia grave);
  • Squilibri elettrolitici;
  • Tumori cerebrali (non necessariamente maligni);
  • Disturbi del metabolismo;
  • Traumi;
  • Intossicazione da monossido di carbonio;
  • Alcolismo (smettere improvvisamente di bere);
  • Assunzione di farmaci e droghe;
  • Pre-eclampsia (una rara malattia che può verificarsi in gravidanza).

Le convulsioni febbrili

Altra cosa sono le convulsioni febbrili, che interessano prevalentemente i bambini fra i 6 mesi e i 5 anni, ma che possono colpire anche gli adulti.
Le convulsioni febbrili possono essere: 
  • Semplici, se coinvolgono tutto il corpo (generalizzate) e sono di breve durata (meno di 15 minuti) e si verificano una sola volta. Si verificano con un aumento importante e rapido della temperatura corporea, che aumenta rapidamente in seguito a una infezione, solitamente nella prima fase della febbre. Si manifestano similmente in bambini e adulti, con possibile perdita di coscienza del bambino, seguita da forte scuotimento degli arti, possibile irrigidimento o eccessivo rilassamento muscolare, occhi fissi o che ruotano e perdita di feci o urine;
  • Convulsioni febbrili complesse, se durano più di 15 minuti, riguardano una parte precisa del corpo.
Nei bambini, una volta terminata la crisi, è consigliabile contattare il pediatra di famiglia. In ogni caso, in più della metà dei casi, l'episodio convulsivo rimane isolato.

Le convulsioni nei bambini e nei neonati

Non bisogna spaventarsi: si stima che il 2-5% di bambini sani, cioè senza alcuna patologia, manifestino episodi di convulsioni febbrili, soprattutto prima dei 5 anni, e le crisi tendono a rarefarsi con l'età.
Le convulsioni febbrili semplici non hanno conseguenze sul bambino, anche se possono verificarsi casi di recidive, specie se l'insorgenza della prima convulsione è precoce, nel primo anno di vita. Quando si verifica la convulsione non possiamo fare molto oltre ad aspettare che passi, anche se abbassare la febbre aiuta il bambino a stare meglio.

La maggior parte delle convulsioni febbrili semplici dura meno di 2 minuti e non richiede alcun trattamento farmacologico. Tuttavia, in alcuni casi selezionati di convulsioni molto frequenti, il medico può prescrivere il diazepam per uso rettale da tenere a casa in caso di nuovi episodi convulsivi di durata superiore ai 3 minuti.
Secondo quanto riporta l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, il ricovero, deciso dal pediatra o dal Pronto Soccorso, avviene solo in rari casi:
  • Al primo episodio convulsivo, se il bambino ha meno di 18 mesi;
  • In ogni caso di episodio convulsivo febbrile semplice in cui vanno escluse patologie sottostanti, infettive o neurologiche.
È molto importante sottolineare che aver sofferto di convulsioni non è una controindicazione all'esecuzione delle vaccinazioni obbligatorie e facoltative, anzi: vaccinarsi è importante per ridurre la possibilità di contrarre malattie infettive che, causando febbre alta, potrebbero causare convulsioni nei bambini.

Nei neonati possono verificarsi casi di convulsioni anche in assenza di episodi febbrili, dovute a scariche elettriche a livello del sistema nervoso centrale. Si stima che si verifichino in circa l’1,4% dei neonati a termine e nel 20% dei neonati prematuri. Le cause possono essere molteplici, alcune anche gravi, ed è bene chiedere subito consiglio al pediatra, che potrà eseguire le valutazioni del caso. 

Diagnosi e trattamento

La diagnosi richiede del tempo perché è necessario capire cosa origini le convulsioni. Una volta capita la causa, il trattamento sarà indirizzato a quest’ultima. Va precisato che, nella maggior parte dei casi, le persone affette saltuariamente da disturbi convulsivi conducona una vita normale tra una crisi e l’altra.
Il primo passo è l’esame obiettivo, dove il medico pone delle domande alla persona e compie dei piccoli test per la capacità sensoriale. Successivamente, può suggerire una visita neurologica e/o degli esami strumentali come elettroencefalogramma per studiare l’attività elettrica cerebrale, una risonanza magnetica (RM) o una tomografia assiale computerizzata (TAC) del cervello, oppure delle analisi del sangue se suppone che all’origine ci sia una malattia infettiva. In caso di sospetta meningite, si può prescrivere una puntura lombare (rachicentesi).

 
Immagine che rappresenta una persona che sta facendo una TAC

I farmaci anticonvulsivanti

Oltre a indagare la causa e cercare di trattarla, esistono dei farmaci per evitare le recidive delle convulsioni, detti farmaci anticonvulsivanti, che vengono prescritti a persone che hanno avuto più di una crisi. Nella maggior parte dei casi, eliminano la possibilità di nuove crisi, mentre in una parte di pazienti ne riducono sensibilmente la recidiva. Ci sono diverse soluzioni anticonvulsivanti, alcuni da usare singolarmente, altri in combinazione, e non è detto che la prima prova sia quella adatta a noi. Possono essere necessari mesi per trovare il farmaco che ci aiuta. Anche la dose è importante e la deve decidere il medico, dato che possono dare effetti collaterali come sonnolenza e interferire con altri farmaci.

Si può interrompere gradualmente il trattamento con anticonvulsivanti una volta che non si manifestano crisi per almeno due anni. Qualora però le crisi dovessero ricomparire dopo l’interruzione dei farmaci, potrebbe essere necessario riprendere per tutta la vita il farmaco.


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

A cosa sono dovute le convulsioni?

Le convulsioni stesse sono un sintomo di qualcosa d’altro, e pertanto per trattarle adeguatamente è necessario risalire alla loro causa, anche se non sempre è possibile risalire alle cause e si parla di convulsioni idiopatiche. Le convulsioni possono essere associate a:
Epilessia;

  • Infezioni come Dengue, Ebola, Malaria, Meningite, Tetano, Toxoplasmosi;
  • Bassa quantità di glucosio nel sangue (ipoglicemia grave);
  • Squilibri elettrolitici;
  • Tumori cerebrali (non necessariamente maligni);
  • Disturbi del metabolismo;
  • Traumi;
  • Intossicazione da monossido di carbonio;
  • Alcolismo (smettere improvvisamente di bere);
  • Assunzione di farmaci e droghe;
  • Pre-eclampsia (una rara malattia che può verificarsi in gravidanza).

Cosa fare in caso di convulsioni?

Se abbiamo davanti una persona, adulto o bambino, che ha un attacco di convulsioni non bisogna perdere la calma. Le convulsioni passano dopo qualche minuto e il più grande aiuto per la persona è non essere lasciata sola. Non dobbiamo cercare di bloccare i suoi movimenti, e soprattutto non dobbiamo somministrarle nulla per bocca, tantomeno farmaci e non dobbiamo inserire nulla in bocca per mantenerla aperta.
Possiamo però evitare che la persona si faccia del male, per esempio allontanandola da luoghi pericolosi come le scale o parapetti.
Finché le convulsioni non si fermano puoi:

  • Cercare di ruotarla, se possibile, su un fianco, per evitare che ingoi o inali la propria saliva o eventuale vomito;
  • Metterle un cuscino sotto la testa;
  • Allentare gli abiti intorno al collo;
  • Togliere gli occhiali ed eventuali monili.
Una volta che la crisi è passata la persona si sente stanca, con possibile cefalea, e dolori muscolari. Si parla di stato post-ictale. E soprattutto, la maggior parte delle persone non ricorda quello che è appena successo (mnesia post-ictale).

Quanti tipi di convulsioni ci sono?

Le convulsioni si classificano in: a esordio focale, quando la crisi inizia in un lato del cervello e sono a loro volta classificate in base alla presenza o assenza di coscienza durante la crisi convulsiva; a esordio generalizzato (la crisi inizia in entrambi i lati del cervello e solitamente implica la perdita di coscienza e l’ alterazione dei movimenti. Le convulsioni possono presentare diversi sintomi, che durano da pochi secondi a qualche minuto:

  • Con irrigidimento delle braccia, delle gambe o del corpo (crisi toniche), provocate da contrazioni e spasmi muscolari;
  • Con scosse agli arti o in tutto il corpo e che si manifestano con contrazioni alternate a rilassamento dei muscoli;
  • Con un rilassamento eccessivo della muscolatura (crisi ipotoniche);
  • Con la mancanza di controllo dei movimenti;
  • Con uno sguardo che rimane fisso oppure con una rotazione non controllata degli occhi;
  • Con una temporanea alterazione della respirazione;
  • Con il digrignamento dei denti;
  • Con l’emissione non controllata di suoni;
  • Con la perdita incontrollata di feci e urine;
  • Con emissione di bava o schiuma alla bocca;
  • Con episodi di vomito.
Una manifestazione clinica tipica, cioè un sintomo frequente quando si presentano convulsioni  è la perdita di coscienza, seguita da un senso di grande spossatezza e sonno.

Come capire se si soffre di crisi epilettiche?

Se si verificano episodi convulsivi che comprendono alcuni sintomi come stato di confusione temporanea, sguardo fisso, contrazione prolungata dei muscoli sia degli arti che del busto e del capo (volto incluso), scatti involontari, perdita di coscienza è bene recarsi dal medico per gli accertamenti diagnostici, che prevedono test strumentali (ECG, TAC, Risonanza Magnetica, test neurologici e analisi del sangue).

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