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Le diverse strutture ospedaliere in se decretano le proprie differenze: capiamo un po' di più queste strutture
Alle volte non si presta attenzione specifica alle strutture ospedaliere: all'interno di esse i medici sono ipoteticamente tutti bravi e di stessa formazione accademica.
Le differenze possono essere individuali ma oggettivamente ogni tipo di struttura medica è ideale nel momento in cui ricerchiamo una terapia, analisi, interventi chirurgici o ambulatoriali, esami specifici o generici.
In realtà tra le tre più diffuse tipologie di struttura ospedaliera, esistono differenze alle volte radicali, per le quali è interessante porre l'accento tra affinità e diversità al fine di valutare con razionalità lo specifico interesse.
Erroneamente queste strutture vengono genericamente tutte definite 'ospedali', in parte quella è la sostanza, ma nella pratica medica quotidiana, nell'indirizzo specifico della struttura, nel rapporti con le normative sanitarie, esistono delle differenze.
Analizziamo le tre differenti tipologie principali.
L'ospedale, la più comune e antica forma di struttura sanitaria
Fin dall'antichità, con rivoluzionaria determinazione durante il medioevo, l'ospedale, anticamente chiamato 'ospitale', rappresenta nell'immaginario collettivo la 'casa nella quale si dorme e ci si cura'. Questo è sempre stato lo scopo dell'ospedale: fornire un ricovero ai malati per essere assistiti durante tutte le fasi della malattia.
L'ospedale oggi è una struttura moderna, dotato della medicina specializzata in tutti gli ambiti, generalmente in grado di accettare, tramite il Pronto Soccorso, la medicina d'emergenza, pazienti con codici d'intervento diverso rilevato durante la fase d'accettazone.
Questa è già una discriminante rispetto alle altre strutture: l'Ospedale accoglie sempre i pazienti, in qualsiasi ora del giorno e della notte, pronto anche al servizio di medicina d'urgenza con l'ausilio delle ambulanze le quali prelevano direttamente il paziente trasportandolo all'interno dell'ospedale.
La tipologia d'appartenenza poi si manifesta anche in base al tipo di strutturazione gestionale e strutturale.
In base al bacino d'utenza, cioè a quanti residenti sono compresi all'interno dell'area sanitaria del nosocomio, l'ospedale può essere suddiviso in: ospedale di base, di primo livello e di secondo livello, con specializzazioni mediche crescenti man mano che l'area del nosocomio abbia una popolazione residente importante o meno, diciamo dagli 80.000 abitanti dell'ospedale di base al milione del secondo livello.
Cosa sono gli IRCCS?
L'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), è una struttura nosocomiale sia pubblica che privata, altamente specializzata.
A differenza dell'ospedale, o del Policlinico pubblico, negli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, regolamentati con una norma nazionale di riferimento (decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288), che definisce questi enti come nosocomi d'importanza nazionale e autonoma.
All'interno, l'eccellenza medica e scientifica ricercano lo standard più alto concedibile, a volte unificando gli intenti nella ricerca delle cause e dello studio di un unica malattia. L'alta specializzazione degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico è la differenza sostanziale: all'interno di essi spesso la ricerca medica, le attenzioni accademiche e universitarie, con grande supporto e stabilmente in contatto con gli alti organi scientifici del Ministero della Sanità, per conseguire un fronte compatto nelle determinazione di cure e interventi di singole patologie.
Nell'ospedale classico tutte le specializzazioni mediche sono presenti, dipende dal livello, nel livello base non tutte le prestazioni sono fornite, negli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico si persegue la lotta e la ricerca specifica.
In questo ambito il coordinamento degli organi interni medici e accademici sarà anche coordinamento tra professionalità impegnate nella ricerca, spesso formando task-force internazionali pronte a scambiarsi dati o a svolgere in simultanea, ricerche su patologie definite, in un grande flusso d'informazioni internazionali, tramite la rete, rivolte alla risoluzione e alla terapia di malattie specifiche.
Le case di cura
Nell'immaginario collettivo questi piccoli ospedali sono sempre stati idealizzati come luoghi dal bel giardino, dottori gentili, cure specifiche lontane dalla confusione delle grandi sale dell'ospedale pubblico, con stanze silenziose singole, al massimo con due ospiti.
In effetti in alcuni casi, soprattutto privati e con costi sostenuti, le case di cura sono proprio strutture, spesso private e con gestione privata del bilancio interno, quindi non supportate economicamente, ma controllate nelle prestazioni, dal Ministero della Sanità.
A volte, diffusamente negli ultimi anni, convenzionate, per supplire ai surplus di richieste d'analisi nelle strutture pubbliche, le case di cura sono cliniche nelle quali le specializzazioni possono essere di numero variabile, ideali per ricevere cure o sottoporsi ad interventi in questa forma di ospedalizzazione parallela, ricordiamo, in molti casi convenzionata, agli ospedali, ai policlinici pubblici.
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