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Cancro alla prostata: radioterapia
Il
cancro alla prostata, responsabile del 20% dei tumori maschili diagnosticati nel nostro Paese, è la
neoplasia più comune tra gli uomini sopra i 50 anni. Quello alla
mammella, invece, è la patologia tumorale più frequente nelle
donne. Se insorgono, un valido aiuto può arrivare dai
trattamenti radioterapici:
- In caso di tumore alla prostata, la radioterapia esterna può costituire un'importante alternativa all'intervento chirurgico (prostatectomia radicale);
- Mentre nell'eventualità di un carcinoma alla mammella la radioterapia post-operatoria permette di ridurre il rischio di recidive.
Questi trattamenti,
localizzati,
non invasivi e
indolori, non richiedono ricovero e si eseguono in regime ambulatoriale.
Una vasta esperienza nella cura di queste neoplasie è quella maturata dal
Servizio di Radioterapia Oncologica di Maria Cecilia Hospital di Cotignola (RA) - GVM Care & Research, ospedale accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale.
Di quali apparecchiature radioterapiche dispone Maria Cecilia Hospital
Il Servizio di Radioterapia Oncologica dell'ospedale
dispone di 2 acceleratori lineari (LINAC o LINear Accelerator), apparecchiature all’avanguardia per il
trattamento di
diversi tipi di
tumori, tra i quali appunto il
carcinoma alla prostata e la
neoplasia al seno. Questi macchinari, grazie all'accelerazione di un fascio di particelle cariche, possono produrre fasci di radiazione ad elevata energia, sia di elettroni che di fotoni, in grado di provocare la distruzione delle cellule tumorali.
La radioterapia stereotassica body
In
pazienti selezionati è anche possibile
ricorrere alla
radioterapia stereotassica body: un sistema ad alta precisione che colpisce ancor più selettivamente la zona da trattare, con un risparmio ancora maggiore per i tessuti sani limitrofi.
Riduce gli
effetti collaterali successivi al trattamento del tumore primario o di metastasi di piccole dimensioni.
Tecniche speciali come VMAT ed IMRT posso essere
utilizzate anche per eseguire un’
irradiazione parziale della
mammella (PBI, partial breast irradiation) e concentrare il fascio di radiazione in un'area definita da specifiche coordinate spaziali.
Carcinoma alla prostata, radioterapia in alternativa alla chirurgia
Nei pazienti con
carcinoma della
prostata, la radioterapia esterna si configura come un
vero trattamento curativo. “Il tasso di guarigione è sovrapponibile a quello dei pazienti che si sottopongono a prostatectomia radicale, ma gli effetti collaterali sono generalmente minori”, spiega la Dott.ssa Flora Anna Mauro, Medico Chirurgo Specialista in Radioterapia Oncologica presso Maria Cecilia Hospital.
La
durata della cura è
variabile in base alle
caratteristiche del
paziente. “In genere sono necessarie diverse settimane, spesso più di 7”, dice l'esperta. “In alcuni pazienti, dopo la radioterapia, è consigliabile un
trattamento ormonale adiuvante per migliorare l’aspettativa di vita”.
Tra i
vantaggi del
trattamento: l'assenza di complicazioni dovute all’
intervento chirurgico (sanguinamento, anestesia, trasfusioni ecc.), la possibilità di trattare pazienti con un
ampio intervallo di
età, un basso rischio di incontinenza post-trattamento e una buona probabilità di
mantenere la
funzionalità erettile.
Tumore al seno, meno rischi di recidive con il trattamento di radioterapia post-operatoria
Le
odierne strategie terapeutiche, nell'eventualità di una neoplasia alla mammella, sono maggiormente conservative rispetto al passato. Gli interventi chirurgici mirano a
rimuovere esclusivamente
l’area interessata dal tumore. “Il trattamento di radioterapia post-operatoria, poi, punta a eliminare eventuali cellule tumorali rimaste presenti nell’area dopo l'operazione così da ridurre
il rischio di recidive future”, spiega la
Dott.ssa Flora Anna Mauro.
Le
procedure sono
personalizzate: l’azione dell'acceleratore lineare viene pianificata in base alle caratteristiche della singola paziente e calibrata secondo il volume di tessuto tumorale da rimuovere (oltre che al numero di sedute necessarie). Per ciascuna donna in cura è inoltre possibile progettare le singole sedute radioterapiche in modo da ridurre gli effetti collaterali sugli organi adiacenti (soprattutto
cuore e
polmoni).
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