Igiene delle mani: quanto è importante? Pericolo infezioni

Igiene delle mani: quanto è importante? Pericolo infezioni

Indice

Domande e risposte

Igiene delle mani: introduzione

L’igiene delle mani rappresenta la prima barriera contro il contagio in infettivologia, sia nella vita quotidiana che nelle strutture sanitarie. In particolare, secondo il CDC (Center for Disease Control and Prevention) statunitense, rappresenta la misura più importante per prevenire la diffusione delle infezioni correlate all’assistenza (quelle che possono verificarsi durante la cura, sia essa in ospedale sia a domicilio) che di diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riconosciuto all’igiene delle mani una tale importanza da promuovere l’istituzione di una Giornata Mondiale. Il World Hand Hygiene Day cade il 5 maggio di ogni anno ed è ispirato dal motto Save lives: clean your hands. Quella dell’OMS è una campagna a cui hanno aderito circa 20.000 strutture sanitarie in 180 Paesi.

Immagine che rappresenta una persona che si sta lavando le mani

Perché lavare le mani

Sulla superficie delle mani vivono diverse tipologie di batteri:
  • Residenti: si tratta di germi normalmente presenti, annidati negli strati più profondi della cute, resistenti agli antisettici, che rappresentano il 10-20% della flora microbica totale;
  • Transitori: microbi che vivono negli strati più superficiali della cute, sensibili all’azione degli antisettici, fra cui lo Staphylococcus aureus e gli Enterobacter spp. I batteri transitori costituiscono l’80-90% della flora microbica complessiva.
Decine, talvolta centinaia di volte al giorno ci portiamo le dita al viso, alla bocca, agli occhi, nella maggior parte dei casi senza quasi accorgercene, secondo una sorta di automatismo. Ciò rappresenta una potenziale continua fonte di contagio per le più svariate malattie infettive.

In condizioni normali lo sviluppo dei microorganismi residenti viene controllato dalla flora endogena; la barriera cutanea rappresenta uno scudo difensivo alla penetrazione dei transitori. In caso di alterazione della flora endogena, i batteri residenti possono prendere il sopravvento; così come, in caso di ferite, le soluzioni di continuità aperte nella pelle diventano vie per l’ingresso dei transitori negli strati più profondi.

Numerosi studi dimostrano che gli investimenti mirati a diffondere l’abitudine ad osservare una corretta igiene delle mani sono convenienti, perché implicano:
  • Un miglioramento diretto dei risultati di salute;
  • Una riduzione dei costi legati alla Sanità;
  • Il monitoraggio e tracking dei livelli di qualità offerti dalle strutture sanitarie;
  • L’attuazione di strategie verificate come efficaci;
  • Operazioni che fanno parte di un’iniziativa scalabile e adattabile ai diversi contesti (ad esempio è attuabile sia nelle strutture ospedaliere che nelle diverse circostanze della vita quotidiana).
Secondo le stime degli esperti l’igiene delle mani può ridurre del 40% la mortalità per diarrea e del 23% l'incidenza della polmonite: due delle principali cause di morte dei bambini nel mondo, in particolare nelle aree più povere. Avere mani pulite contribuisce alla difesa da uno dei batteri più temibili e oggi in attiva diffusione (anche in Italia), la Klebsiella pneumoniaæ resistente ai carbapenemi, una classe di antibiotici fra le più potenti. Un’epidemia di Klebsiella verificatasi nel 2006 in un ospedale israeliano ha messo in luce l’importanza di questo semplice (ed economico) gesto. Portata l’esperienza della struttura sanitaria ad un congresso mondiale l’anno successivo, ha condotto all’istituzione di un ente locale per il controllo delle infezioni da batteri resistenti agli antibiotici. La prima circolare emessa da questo organo riguardava proprio il lavaggio delle mani.

In generale, nelle strutture sanitarie, la contaminazione delle mani con batteri resistenti all’azione degli antibiotici dopo il contatto con il paziente (40% di colture positive) è paragonabile a quella esistente dopo il contatto con le superfici ambientali (45%).

Il ruolo dello scrub alcolico chirurgico preoperatorio è quello di eliminare la flora transitoria e ridurre quella residente. In questo caso specifico, prevedibilmente, acqua e comune detergente (o la soluzione idroalcolica) non sono sufficienti. Vengono infatti utilizzate sostanze quali saponi, soluzioni alcoliche, clorexidina, iodofori, composti dell’ammonio quaternario, triclosan, da risciacquare con acqua corrente calda. 

L’igiene delle mani nella storia della sanità

L’atto di lavarsi le mani non ha sempre rappresentato un must nel passato. La consapevolezza della correlazione fra un’igiene carente e la diffusione di malattie potenzialmente letali è relativamente recente. 
Si pensi che nel 1795 il medico scozzese Alexander Gordon fu sonoramente deriso dai colleghi quando propose il lavaggio delle mani con acqua e sapone nella pratica quotidiana. Qualche riconoscimento fu ottenuto, pochi anni dopo, da Antoine-Germain Labarraque, farmacista e chimico francese e sostenitore del lavaggio delle mani con calce clorurata.
Tuttavia, fu nel diciannovesimo secolo che questa pratica iniziò a ricevere le prime considerazioni da parte degli addetti ai lavori. Nei primi anni dell’Ottocento Robert Collins, medico irlandese, lavava le mani con acqua clorurata, un sistema messo qualche decennio dopo in relazione con la prevenzione della febbre puerperale, una gravissima infezione a cui erano esposte le puerpere caratterizzata da elevata mortalità. Fu nel 1850 che l’ostetrico ungherese Ignaz Philip Semmelweiss, considerato il padre delle moderne teorie di sterilizzazione e igiene ospedaliera, adottò nel proprio reparto ospedaliero il lavaggio delle mani con soluzione clorurata: una procedura che fece crollare il numero di morti per sepsi. Malgrado i risultati ottenuti, però, la pratica non ebbe grande seguito, soprattutto per la reazione dei colleghi di reparto, che si sentirono offesi dall’imposizione. Così l’iniziativa fu abbandonata, e il destino per Semmelweiss fu tragico: morì di sepsi in un manicomio.
Fu solo con l’inizio del Ventesimo secolo che l’igiene delle mani cominciò ad assumere una valenza diversa. Nel 1900 circa Joseph Lister promosse la disinfezione delle mani con acido fenico e, per questa sua iniziativa di successo, fu nominato baronetto dalla regina Victoria. Nei decenni successivi, la pratica assunse popolarità anche in chirurgia: negli anni '40 l’ostetrico e ginecologo irlandese Lombe Atthil, noto per essere stato il primo chirurgo in Irlanda ad effettuare con successo interventi per l’epoca complessi come l’ovariectomia, sostenne la pratica della disinfezione delle mani con acido fenico. Nella decade successiva era ormai diffusa la consapevolezza del legame fra igiene delle mani e riduzione dei rischi di contaminazione durante la pratica chirurgica. Una convinzione che si è via via radicata, sostenuta da evidenze scientifiche inoppugnabili, fino ad arrivare alla pubblicazione del Geneva Hand Hygiene Model da parte dell’epidemiologo svizzero Didier Pittet.

Una salute sicura per tutti

Nel 2022 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato la Global Survey Infection Control & Hand Hygiene, una survey globale sui livelli dei programmi di prevenzione e controllo delle infezioni e delle iniziative di igiene delle mani nell’ambito delle strutture sanitarie, la prima nel suo genere. 

Gli obiettivi di questo progetto sono stati quelli di:
  • Incoraggiare e supportare il monitoraggio delle iniziative di controllo delle infezioni: l’iniziativa ha previsto azioni di incoraggiamento al continuo miglioramento dei programmi di igiene delle mani. Sono stati forniti strumenti diagnostici per l’identificazione dei punti di forza e delle criticità e indicazioni per l’autovalutazione ed il miglioramento delle strategie di igiene delle mani;
  • Verificare il livello di implementazione delle strategie.
I dati emersi mostravano come solo il 15% circa delle strutture incontrassero i livelli minimi degli indicatori ritenuti essenziali, nessuna presente nei Paesi in via di sviluppo. La disponibilità di risorse, talenti e supporto dal punto di vista organizzativo si è confermata essenziale per migliorare lo scenario della prevenzione e del controllo infettivologico, al fine di rendere possibile un’assistenza sicura per tutti. 

Controllo e prevenzione infettivologica: la situazione in Europa

Lo European Center for Disease Prevention and Control (ECDC) è un’agenzia europea con sede a Stoccolma volta alla sorveglianza ed al potenziamento del controllo delle malattie infettive.

Negli ultimi anni l’ECDC ha sviluppato un protocollo per lo studio delle Infezioni Correlate all’Assistenza e dell’uso di antibiotici negli ospedali per acuti. Si tratta del PPS (Point Prevalence Survey), che ha gli obiettivi di:
  • Quantificare la prevalenza delle infezioni e l’uso di antibiotici;
  • Descrivere le procedure di prevenzione delle Infezioni Correlate all’Assistenza e delle resistenze microbiche a livello delle strutture sanitarie;
  • Identificare la necessità di iniziative di formazione e di investimenti in risorse specifiche
  • Stabilire le priorità e aumentare la consapevolezza sull’importanza delle pratiche che riducono il rischio di infezioni.
Nel 2011 l’Italia si posizionò fra i Paesi meno virtuosi dal punto di vista dell’igiene delle mani, insieme a Lituania, Bulgaria, Ungheria e Slovacchia. Il Paese europeo più efficiente è stata la Danimarca

A distanza di 5 anni, nel 2016, il posizionamento del nostro Paese era ancora distante dagli standard OMS. I dati si mostravano più soddisfacenti per alcuni specifici reparti (pediatria, neonatologia e unità di terapia intensiva), ma la grande variabilità fra dipartimenti rappresentava un aspetto fortemente negativo perché non giustificata dalla tipologia di assistenza. In particolare, venivano segnalati il basso numero di operatori (medici, infermieri, farmacisti,…) dotati del dispenser di soluzione idroalcolica, i limitati investimenti delle aziende sanitarie in iniziative strutturali (per esempio per aumentare il numero di dispenser di gel idroalcolico), la scarsa formazione e incentivazione. 

L’arrivo della pandemia ha cambiato le cose, imponendo l’adozione di criteri di barriera più stringenti che sono poi entrati nella pratica clinica quotidiana. Ma occorrono nuovi studi per capire quante delle misure introdotte o rafforzate a causa di COVID-19 siano effettivamente state mantenute. 

Igiene delle mani e ambienti sanitari: buone pratiche e linee guida

In tutto il mondo, ogni giorno migliaia di persone muore a causa di infezioni correlate all’assistenza: malattie prevenibili attraverso l’uso di apposite sostanze e l’applicazione di semplici procedure. 

L’assistenza sanitaria implica una continua esposizione del paziente al rischio di contagio. In primis, a causa della fragilità imposta dalla sua condizione di malattia. E in seconda battuta, anche per via delle frequenti occasioni di contatto delle mani dell’operatore con i suoi indumenti e con mucose, ferite, abrasioni, soluzioni di continuità della cute e dei vasi sanguigni, fluidi biologici, che rischiano di veicolare germi da un paziente ad un altro. Inoltre, crescendo in ambiente trattato con disinfettanti (quale è l’ospedale) e non essendone stati uccisi, i microorganismi presenti nelle strutture sanitarie appartengono per definizione a ceppi più resistenti e più difficili da sconfiggere con i comuni antibiotici. È proprio per queste ragioni che le infezioni correlate all’assistenza sono tanto difficili da guarire.

Malgrado l’igiene delle mani si possa realizzare con operazioni relativamente semplici e il suo valore ai fini del controllo e della prevenzione delle malattie infettive sia confermato da solide evidenze scientifiche, ancora oggi l’adesione alle routine che la caratterizzano non raggiunge gli standard richiesti dall’OMS

I punti individuati dalle istituzioni come strategici e oggetto di iniziative e progetti di miglioramento e incoraggiamento sono:
  • Cambiamenti di sistema (build it);
  • Educazione e formazione (teach it);
  • Valutazione e feedback (check it);
  • Promemoria nei luoghi di lavoro (sell it);
  • Clima di sicurezza istituzionale per l’igiene delle mani (live it).
Come in tutte le circostanze che richiedono un’accurata gestione del rischio, è necessario stabilire con chiarezza, nell’ambito delle strutture sanitarie, ruoli e responsabilità dei professionisti.

I 5 momenti dell’OMS per l’igiene delle mani per le strutture sanitarie

Secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, recepite dal Ministero della Salute, l’igiene delle mani nelle strutture sanitarie è prevista in 5 momenti ben distinti:
  1. Prima del contatto con il paziente: è necessario che l’operatore sanitario provveda all’igiene delle proprie mani prima di stringergli la mano, aiutarlo a camminare, visitarlo…;
  2. Prima dell’esecuzione di una manovra asettica: l’igiene delle mani è necessaria prima delle manovre che implicano il contatto con le mucose o la cute non integra (come nel caso della medicazione delle ferite), la gestione dei dispositivi (come l’inserimento di un catetere vascolare) e la preparazione di farmaci;
  3. Dopo l’esposizione a liquidi biologici: dopo il contatto con le mucose o la cute non integra, il prelievo e manipolazione di qualsiasi campione fluido, inserzione e rimozione di un tubo endotracheale, ad esempio;
  4. Dopo il contatto con il paziente: dopo avergli stretto la mano, averlo aiutato a camminare, averlo visitato…;
  5. Dopo il contatto con ciò che sta attorno al paziente: dopo aver toccato qualsiasi oggetto o mobile nelle immediate vicinanze del paziente, anche in assenza di un contatto diretto, come ad esempio per cambiare le lenzuola, pulire il comodino, monitorare un allarme…
L’OMS ha messo a punto un sistema di monitoraggio, che deve essere messo in pratica dal personale dell’ospedale.
Le buone pratiche di lavaggio delle mani (vedi paragrafo seguente) devono coinvolgere anche il paziente (laddove le sue condizioni lo consentano) e i suoi famigliari.

Come lavarsi le mani

Esistono due procedure per provvedere all’igiene delle mani, in entrambi i casi è necessario rimuovere anelli, braccialetti e orologi e avere unghie corte e prive di smalto.


Lavarsi le mani con acqua corrente e detergente

In questo caso, il lavaggio viene effettuato con:
  • acqua corrente (preferibilmente calda)
  • detergente, che può essere un normale sapone o un sapone antisettico, a seconda del tipo di assistenza che deve essere prestata.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità fornisce indicazioni su come lavare correttamente le mani con acqua e sapone:
  1. bagna bene le mani con l’acqua 
  2. applica una quantità di sapone sufficiente per coprire tutta la superficie delle mani 
  3. friziona bene le mani palmo contro palmo 
  4. friziona il palmo sinistro sopra il dorso destro intrecciando le dita tra loro e viceversa 
  5. friziona il dorso delle dita contro il palmo opposto tenendo le dita strette tra loro 
  6. friziona le mani palmo contro palmo avanti e indietro intrecciando le dita della mano destra incrociate con quelle della sinistra 
  7. friziona il pollice destro mantenendolo stretto nel palmo della mano sinistra e viceversa 
  8. friziona ruotando avanti e indietro le dita della mano destra strette tra loro nel palmo della mano sinistra e viceversa 
  9. sciacqua accuratamente le mani con l’acqua 
  10. asciuga accuratamente le mani con una salvietta monouso 
  11. usa la salvietta monouso per chiudere il rubinetto.
(Fonte: Ministero della Salute)

Il lavaggio con acqua e sapone è la scelta preferenziale se le mani sono visibilmente sporche o contaminate da sangue e altri liquidi biologici o in caso di esposizione a patogeni sporigeni quali il Clostridium difficile.


Con soluzione alcolica

Nel caso si utilizzi un prodotto a base alcolica, l’igiene delle mani prevede l’uso di una soluzione a base alcolica. La presenza di alcol nella formulazione di questo prodotto denatura le proteine presenti sui microbi, inattivandoli. Questa procedura rappresenta la prima scelta nelle strutture sanitarie, perché il gel idroalcolico:
  • È disponibile ovunque;
  • Assicura un’azione più rapida;
  • Garantisce attività antisettica;
  • Ha azione meno lesiva della cute delle mani rispetto ad acqua e sapone, a parità di numero di lavaggi, elevato per gli operatori sanitari. 
Le indicazioni dell’OMS spiegano come strofinare le mani con la soluzione alcolica (frizione idroalcolica), che, per essere efficace, deve essere applicata sulle mani asciutte:versa nel palmo della mano una quantità di soluzione sufficiente per coprire tutta la superficie delle mani 
  1. friziona le mani palmo contro palmo 
  2. friziona il palmo sinistro sopra il dorso destro intrecciando le dita tra loro e viceversa 
  3. friziona bene palmo contro palmo 
  4. friziona bene i dorsi delle mani con le dita 
  5. friziona il pollice destro mantenendolo stretto nel palmo della mano sinistra e viceversa 
  6. friziona ruotando avanti e indietro le dita della mano destra strette tra loro nel palmo della mano sinistra e viceversa 
  7. friziona il polso ruotando avanti e indietro le dita della mano destra strette tra loro sul polso sinistro e ripeti per il polso destro 
  8. una volta asciutte le tue mani sono pulite.
(fonte: Ministero della Salute)

Tenere sotto controllo l’igiene delle mani

Le metodologie principali per tenere sotto controllo la corretta implementazione delle strategie di miglioramento dell’igiene delle mani si basano sulla quantificazione di:
  • Consumo di gel idroalcolico nell’ambito della struttura sanitaria; si tratta di un parametro semplice da ottenere e di cui sono disponibili standard di riferimento (l’OMS stabilisce che debba essere maggiore o uguale a 20 litri/1.000 gg degenza), ma è una misura indiretta e non oggettiva, perché il gel è utilizzabile anche da avventori occasionali;
  • Adesione all’igiene delle mani: è il conteggio del numero delle azioni di igiene delle mani diviso per il numero di indicazioni a tale operazione (ossia il rapporto fra il numero di volte in cui gli operatori si sono effettivamente lavati le mani ed il numero di volte in cui era previsto che lo facessero). Si tratta di una misura diretta e facilmente rilevabile, anche per le diverse categorie di operatori, ma che si presta al rischio di sovrastima. Questa procedura di monitoraggio può essere migliorata con l’uso di app per il monitoraggio dell’igiene delle mani. L’indicazione OMS è che l’adesione all’igiene delle mani sia maggiore o uguale al 75%.
L’attività di auditing aumenta la consapevolezza dello scostamento fra le buone pratiche di igiene delle mani (ossia gli standard di riferimento) stimola il senso di responsabilità e fornisce dati sul livello effettivo di adesione alle buone pratiche.

Igiene delle mani e vita quotidiana

Soprattutto nei casi in cui è necessario trascorrere molto tempo fuori casa (mangiare in ristoranti, dormire in hotel, lavorare in strutture diverse per motivi professionali…) è importante osservare la corretta igiene delle mani. Come raccontato nei passaggi precedenti, questa può essere messa in atto anche, analogamente a quanto avviene nelle strutture sanitarie, attraverso l’uso della soluzione idroalcolica, a patto di utilizzarla correttamente.

Tuttavia, il lavaggio delle mani è consigliabile anche nella normale vita di tutti i giorni, a casa propria. In particolare, prima di:
  • Mangiare;
  • Maneggiare o consumare alimenti;
  • Somministrare o assumere farmaci;
  • Medicare o toccare una ferita;
  • Applicare o rimuovere le lenti a contatto;
  • Usare il bagno;
  • Cambiare un pannolino;
  • Avere contatti con una persona malata.
E dopo:
  • Avere tossito, starnutito o essersi soffiati il naso;
  • Essere stati a stretto contatto con persone ammalate;
  • Essere stati a contatto con animali;
  • Avere usato il bagno;
  • Avere cambiato un pannolino; 
  • Avere toccato cibo crudo, in particolare carne, pesce, pollame e uova; 
  • Avere maneggiato spazzatura;
  • Avere usato un telefono pubblico, maneggiato soldi, …;
  • Avere usato un mezzo di trasporto (bus, taxi, auto, ...);
  • Avere soggiornato in luoghi molto affollati, come palestre, sale d'aspetto di ferrovie, aeroporti, cinema, …
  • (fonte: Ministero della Salute)


Una corretta igiene delle mani richiede che si dedichi all’operazione non meno di 40-60 secondi (con acqua e sapone) e non meno di 30-40 secondi (con soluzione alcolica).

Per insegnare ai più piccoli a lavarsi correttamente le mani senza dover usare un cronometro, potete cantare insieme a loro la canzone “Happy Birthday” per due volte consecutive.

Mani pulite anche a scuola

La SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) ha progettato un’iniziativa che ha coinvolto le scuole nella sensibilizzazione verso l’igiene delle mani in comunità. Agli studenti di alcune scuole primarie selezionate è stato chiesto di immaginare e realizzare iniziative in proposito.

L’iniziativa nasce dalla convinzione della SIPPS che l’importanza dell’igiene delle mani debba essere insegnata ai bambini che vivono il primo approccio ad una parziale indipendenza. Inoltre, i pediatri ritengono fondamentale aumentare i livelli di attenzione rispetto ai maggiori rischi di diffusione dei germi negli ambienti comuni. Molti dei microorganismi che colpiscono i bambini di questa fascia di età sono responsabili di infezioni che possono dare luogo a complicanze che richiedono ospedalizzazione. Questo avviene in particolare per i virus che infettano il tratto gastroenterico, che comportano un rischio di disidratazione per diarrea e vomito, e per le infezioni del tratto respiratorio, che nei bambini possono facilmente trasformarsi (anche quando alte) in bronchiti o polmoniti. L’igiene delle mani può ridurre del 30-40% il rischio di infezioni dei tratti gastroenterico e respiratorio.


 

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Domande e risposte

Come si effettua la corretta igiene delle mani?

Esistono due procedure per l’igiene delle mani. Per prima cosa, in entrambi i casi, è necessario rimuovere anelli, braccialetti e orologi (nelle strutture sanitarie, anche avere unghie corte e prive di smalto). 
Con acqua corrente e detergente le fasi sono le seguenti:

Bagna bene le mani con l’acqua;

  • Applica una quantità di sapone sufficiente per coprire tutta la superficie delle mani;
  • Friziona bene le mani palmo contro palmo;
  • Friziona il palmo sinistro sopra il dorso destro intrecciando le dita tra loro e viceversa;
  • Friziona il dorso delle dita contro il palmo opposto tenendo le dita strette tra loro;
  • Friziona le mani palmo contro palmo avanti e indietro intrecciando le dita della mano destra incrociate con quelle della sinistra;
  • Friziona il pollice destro mantenendolo stretto nel palmo della mano sinistra e viceversa;
  • Friziona ruotando avanti e indietro le dita della mano destra strette tra loro nel palmo della mano sinistra e viceversa;
  • Sciacqua accuratamente le mani con l’acqua;
  • Asciuga accuratamente le mani con una salvietta monouso;
  • Usa la salvietta monouso per chiudere il rubinetto.
Con il prodotto a base alcolica, invece:
  • Versa nel palmo della mano una quantità di soluzione sufficiente per coprire tutta la superficie delle mani;
  • Friziona le mani palmo contro palmo;
  • Friziona il palmo sinistro sopra il dorso destro intrecciando le dita tra loro e viceversa;
  • Friziona bene palmo contro palmo;
  • Friziona bene i dorsi delle mani con le dita;
  • Friziona il pollice destro mantenendolo stretto nel palmo della mano sinistra e viceversa; 
  • Friziona ruotando avanti e indietro le dita della mano destra strette tra loro nel palmo della mano sinistra e viceversa;
  • Friziona il polso ruotando avanti e indietro le dita della mano destra strette tra loro sul polso sinistro e ripeti per il polso destro;
  • Una volta asciutte, le tue mani sono pulite.

Quali sono i 5 momenti dell’OMS per l’igiene delle mani?

Secondo le indicazioni dell’OMS, l’igiene delle mani nelle strutture sanitarie è prevista in 5 momenti ben distinti:

  1. Prima del contatto con il paziente (stretta di mano, supporto nel movimento, visita…);
  2. Prima dell’esecuzione di una manovra asettica (quando è previsto un contatto con le mucose o la cute non integra, ad esempio per la medicazione delle ferite e la gestione dei dispositivi medici) e della preparazione di farmaci;
  3. Dopo l’esposizione a liquidi biologici (rimozione di catetere o tubo endotracheale, ad esempio);
  4. Dopo il contatto con il paziente (stretta di mano, supporto nel movimento, visita, …);
  5. Dopo il contatto con ciò che sta attorno al paziente (qualunque oggetto nelle sue immediate vicinanze del paziente).

Quando deve essere effettuata l’igiene delle mani?

È fondamentale prima di: mangiare, maneggiare o consumare alimenti, somministrare o assumere farmaci, medicare o toccare una ferita, applicare o rimuovere le lenti a contatto, usare il bagno, cambiare un pannolino, avere contatti con una persona malata.
E dopo: avere tossito, starnutito o essersi soffiati il naso, essere stati a stretto contatto con persone ammalate o con animali, avere usato il bagno o cambiato un pannolino, avere toccato cibo crudo, in particolare carne, pesce, pollame e uova, maneggiato spazzatura o soldi, usato un telefono pubblico, usato un mezzo di trasporto, soggiornato in luoghi molto affollati.

Quante volte ci si lava le mani?

Tutte le volte che serve e, specificatamente, in tutte le situazioni sopra riportate.

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