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Ernia inguinale, via il dolore cronico con la protesi autofissante al San Giovanni Bosco di Napoli
Ripresa immediata, rischi di recidiva quasi azzerati, dolore post operatorio contenuto e nessun rischio di dolore cronico: sono questi i principali vantaggi dell'
innovativa tecnica chirurgica con protesi autofissante praticata da ormai circa un decennio presso il
Day Surgery Hernia Center del San Giovanni Bosco di Napoli. Una metodologia per il trattamento dell'ernia inguinale che punta a
scongiurare le
principali complicanze dell'intervento chirurgico tradizionale. Il Direttore della struttura,
Angelo Sorge, che dà anche il nome alla tecnica, ci spiega in cosa consiste, quale evoluzione ha avuto negli anni e quali risultati sono stati raggiunti.
Cosa differenzia la nuova tecnica da quella tradizionale?
La metodologia
Apom, ideata dal chirurgo francese Philippe Chastan e poi ereditata e perfezionata dal mio team, utilizza, per occludere la porta erniaria,
protesi autofissanti realizzate in monofilamenti di poliestere e acido polilattico. Questo materiale - l’acido polilattico - oltre a essere riassorbibile è dotato di un ingegnoso
meccanismo di autofissaggio: i suoi monofilamenti, incastrandosi nelle fibre muscolari tengono la
protesi agganciata alla
superficie del
pavimento inguinale. Questo sistema non danneggia i nervi e praticamente azzera il rischio di dolore cronico, una complicanza che può essere invece determinata dai tradizionali sistemi di fissaggio.
In che percentuale si presentano le recidive?
Con la
tecnica tradizionale, in centri non specializzati si arriva all'11% di recidive mentre negli Hernia Center altamente specializzati la percentuale varia tra l'1% e il 6%.
Nel corso di uno
studio eseguito per documentare i risultati della nostra tecnica, invece, sono state registrate solo 3 recidive su 1.000 casi indagati (pari allo 0,3%) e nessun caso di dolore cronico.
Quanti interventi annui vengono praticati presso l’Hernia Center del San Giovanni Bosco di Napoli?
Quest'anno, nonostante il
rallentamento causato della pandemia da
Covid19, abbiamo eseguito ad oggi circa 450 interventi, ma in passato siamo arrivati a effettuarne anche 600-650 nei primi 8 mesi dell’anno.
I pazienti arrivano
anche da fuori-regione, soprattutto da Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata, ma si rivolgono a noi anche pazienti del Centro Nord.
Quanto dura l'intervento e dopo quanto viene dimesso il paziente?
L'
intervento dura in media 30 minuti tenendo conto che ci sono interventi più complicati (all’Hernia Center vengono inviati spesso casi con complicanze da precedenti interventi o casi di per sé complessi) che richiedono circa 1 ora e altri più semplici che necessitano non più di 20 minuti. I pazienti vengono
dimessi lo
stesso giorno dell’intervento, entro poche ore, al di là del tipo di anestesia effettuata (anestesia locale o anestesia periferica o spinale con prilocaina o anestesia generale in maschera laringea).
La
ripresa è
rapida: il giorno dopo l’intervento il paziente è già autosufficiente, può cioè camminare, guidare, salire le scale, ecc. Sono poi previsti 2 controlli post-intervento: il primo dopo 2-3 giorni e il secondo dopo 9.
L'intero iter diagnostico-terapeutico è a carico del SSN.
Quanto è diffusa questa tecnica in Italia?
Il nostro
non è l'unico centro a proporla, ce ne sono
altri sul territorio. Per i chirurghi di queste strutture organizziamo corsi di aggiornamento che però in questo momento, a causa della pandemia da Covid19, sono sospesi. Va detto che
la protesi di per sé offre grandi vantaggi, ma è fondamentale
saperla inserire correttamente attenendosi rigorosamente alla tecnica perché, una volta
impiantata, è piuttosto
complicato riposizionarla.
Come si accede all’Hernia Center?
Contatti ed informazioni possono essere reperiti sul sito angelosorge.it
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