Otorinolaringoiatra: chi è e quali malattie cura naso, gola e orecchie

Otorinolaringoiatra: chi è e quali malattie cura naso, gola e orecchie

Indice

Domande e Risposte

Chi è l’otorinolaringoiatra e di che cosa di occupa?

L’otorinolaringoiatra è il laureato in Medicina e Chirurgia specializzato in Otorinolaringoiatria (ORL), branca della medicina che studia e cura, anche chirurgicamente, orecchio (ous), naso (rhis), e gola (lárynx).
L’etimologia della parola, infatti, richiama proprio questi tre organi. Essi sono molto diversi e svolgono funzioni differenti: le orecchie sono gli organi deputati all’udito e al senso di equilibrio; il naso serve alla respirazione e all’odorato; e la gola è fondamentale per la respirazione, la digestione e la produzione della voce (fonazione). Tuttavia sono tra loro collegati e spesso sono colpiti da una stessa patologia.

Data la variabilità di questi organi, anche i disturbi di interesse dell’otorinolaringoiatra e le possibili terapie che può prescrivere sono molteplici. Ad esempio l’otorinolaringoiatra, in quanto chirurgo cervico-facciale, può operare per rimuovere neoformazioni – benigne, come i polipi, o meno come i tumori maligni – a carico di naso, orecchie e gola, ma anche ghiandole parotidi e corde vocali. Le specializzazioni dell’odontoiatria sono dunque molteplici, tra cui:
  • Audiologia, che si occupa specificamente delle patologie dell’orecchio e in particolare delle patologie che coinvolgono l’udito e l’equilibrio;
  • Otologia. Si occupa delle patologie che colpiscono l'udito;
  • Otoneurologia, che cura le implicazioni e le cause neurologiche delle disfunzioni alle orecchie e all’equilibrio;
  • Rinologia, che si occupa delle patologie del naso e in particolare delle cavità (seni) nasali e paranasali;
  • Laringologia e foniatria, che si occupano delle malattie che colpiscono la gola e in particolare l’apparato fonatorio, e quindi che interessano la voce e il linguaggio;
  • Chirurgia plastica del viso. Dedicata al trattamento chirurgico del volto, da piccole lesioni a deformazioni importanti. Sono infatti ad appannaggio dell’otorinolaringoiatra interventi come rinoplastica (chirurgia del naso), otoplastica (chirurgia dell'orecchio), blefaroplastica (rimozione delle borse palpebrali) e ricostruzione del viso;
  • Chirurgia della testa e del collo. Si occupa del trattamento chirurgico delle patologie benigne e maligne presenti nella testa e nel collo;
  • Chirurgia della tiroide e delle paratiroidi. Questa specializzazione tratta le patologie a carico di queste ghiandole situate nel collo, importanti produttrici di ormoni;
  • Otorinolaringoiatria pediatrica. Lo specialista in questa branca è particolarmente esperto delle patologie che colpiscono maggiormente i bambini e gli adolescenti.


Naso, orecchie, gola: come sono fatti?

Sono organi diversi ma contigui, suddivisi a loro volta in componenti e tessuti diversificati a seconda delle funzioni, e quindi complessi. Ciascuna parte di orecchie, naso e gola è un piccolo mondo da analizzare. Vediamo a grandi linee come sono fatti.

L'orecchio consta di tre parti principali: l’orecchio esterno (che è la parte visibile), l’orecchio medio e l’orecchio interno. L’orecchio esterno è costituito dal padiglione auricolare e dal canale uditivo esterno, che convoglia il suono verso il timpano, membrana che vibra a contatto con i suoni e separa l’orecchio esterno dalla parte interna al cranio. L’orecchio medio include le tre ossa più piccole dell’organismo (martello, incudine, staffa), che amplificano il suono proveniente dal timpano, e la tromba di Eustachio (o tuba uditiva), che collega il sistema uditivo con la faringe bilanciando la pressione all’interno dell’orecchio. L’orecchio interno contiene la coclea, che traduce le vibrazioni in segnali bioelettrici elaborabili dal cervello, e il sistema vestibolare. Questo rileva le informazioni sulla posizione del corpo nello spazio: è il responsabile del mantenimento dell’equilibrio.

Il naso è il primo organo delle vie respiratorie superiori. La sua struttura esterna, anche detta piramide nasale, è costituita da ossa, cartilagini, muscoli, vasi sanguigni e linfatici e nervi. Le porzioni visibili della piramide, che costituiscono anche una parte importante della nostra anatomia facciale, e quindi dei nostri “connotati”, sono: radice, dorso, punta, columella e ali nasali. La parte interna del naso, invece, è costituita dalle cavità, o fosse o seni, che sono due, separate tra di loro dal setto nasale, al cui interno si trovano delle strutture ossee chiamate turbinati. Ciascuna cavità nasale è suddivisa in zone: vestibolo, atrio, zona olfattiva e porzione respiratoria ed è collegata ad altre cavità presenti ai lati e superiormente, dette seni paranasali. Narici e fosse nasali sono provviste di peli e rivestite di mucosa, che produce muco, un fluido che funge da difesa contro i patogeni.

La gola è una struttura tubolare situata all’interno del collo. è costituita da un primo tratto, la faringe, una cavità mucosa che ha due sbocchi: l’esofago (che conduce allo stomaco) e la prosecuzione del tratto respitatorio, la laringe, che contiene le corde vocali. Nella faringe e nella bocca troviamo anche le tonsille, piccole ghiandole che fanno parte del sistema linfatico (tra cui le tonsille faringee, anche note come adenoidi), e le ghiandole salivari, che includono le ghiandole sottomandibolari, le ghiandole sottolinguali e le parotidi.

Quali sono le principali malattie e disfunzioni a carico di questi tre complessi organi situati tra testa e collo?

immagine che mostra un otorinolaringoiatra che visita l'orecchio di un paziente

Le principali patologie a carico di naso, orecchie e gola

Vediamo i disturbi che più comunemente vengono trattati dallo specialista in otorinolaringoiatria:
  • Diminuzione dell’udito. Un problema che si presenta soprattutto dopo i 65 anni, ma che può interessare anche i giovani a seguito di traumi o infezioni;
  • Sordità congenita o acquisita. La percezione dei suoni può essere compromessa a causa di problemi nella conduzione del suono (a livello dell’orecchio esterno o dell’orecchio medio), deficit sensoriali (impossibilità di convertire il suono in segnale bioelettrico, interpretabile dal cervello) o deficit neurale (impossibilità di trasmissione dell’informazione uditiva al cervello). La perdita dell’udito è presente in circa l'8% della popolazione mondiale (circa mezzo miliardo di persone). Ha un'incidenza che aumenta con l'età, infatti affligge oltre la metà dei 75enni, ma non è da sottovalutare nell'infanzia, nonostante la sua diffusione del 2%, in quanto se non diagnosticata e trattata può portare a problemi nello sviluppo del linguaggio e in quello sociale. Talvolta, infatti, la sordità è trattabile con un semplice intervento non invasivo (ad esempio se è dovuta a un accumulo di cerume o a infezioni) e talvolta si può impiegare un apparecchio acustico per recuperare almeno parzialmente la funzionalità uditiva. È quindi importante rivolgersi a un medico quando si nota una perdita delle capacità uditive, soprattutto se la riduzione dell’udito è in un solo orecchio o quando si notano altri problemi neurologici come problemi a parlare, a camminare o a masticare;
  • Acufene. Si tratta di un fenomeno molto diffuso che consiste nella percezione di un suono, in genere un ronzio o un tintinnio, che in realtà non esiste, è solo nelle “orecchie” di chi lo ode. Tra le cause semplice stress, ma anche problemi di tipo neurologico o dell’equilibrio;
  • Otiti. Infiammazioni dell’orecchio, generalmente provocate da batteri, virus o funghi ma che possono anche avere origine allergica. Si manifestano con dolore alle orecchie, sensazione di orecchie tappate, percezione di fischi o ronzii, talvolta febbre. I bambini più piccoli tendono a toccarsi frequentemente l’orecchio. Questa patologia può interessare l’orecchio esterno (otiti esterne) o l’orecchio medio (otiti medie). L’otite esterna generalmente è causata da contatti con acque sporche (ad esempio in seguito a nuotate) o da piccole ferite, dovute anche a semplici operazioni di pulizia. L’otite media spesso è una complicazione di infezioni alle vie respiratorie superiori. Una delle forme più diffuse è l’otite media effusiva o catarrale (OME), che colpisce il 90% dei bambini in età scolare. In genere le otiti si risolvono nell’arco di pochi giorni e non danno complicazioni. È comunque consigliato rivolgersi a un medico per la prescrizione di antidolorifici o antinfiammatori e per la prevenzione di complicazioni o ricadute;
  • Labirintite (anche detta otite interna). Si tratta di un’infiammazione dell’orecchio interno che provoca vertigini gravi, spesso associate a nausea e/o vomito, problemi di udito (inclusa la percezione di rumori non realmente presenti) e talvolta febbre e dolore all’orecchio. Quando tale infiammazione è provocata da batteri prende il nome di labirintite purulenta o suppurativa. È importante rivolgersi a un medico, e non limitarsi al fai-da-te, per sottoporsi agli opportuni trattamenti;
  • Perforazione del timpano. Generalmente è comportata da un’otite media (infezione all’orecchio medio). I sintomi includono un dolore improvviso all’orecchio ed eventualmente sanguinamento, riduzione dell’udito e/o percezione di fruscii. È importante trattare un foro nel timpano il prima possibile poiché può comportare complicazioni;
  • Malattia di Ménière (idrope endolinfatica). Questo disturbo si presenta con forti vertigini (la sensazione infondata che la persona si stia muovendo) frequenti e accompagnate da nausea e/o vomito, riduzione dell'udito e rumore nell'orecchio (tinnito). Si pensa sia dovuto a un eccesso nell'accumulo di liquido nell'orecchio interno. è consigliato rivolgersi a un medico per alleviare i sintomi e curare la patologia;
  • Russamento (roncopatia) e apnee notturne. L’emissione di rumori durante il sonno è spesso dovuta a ostruzioni delle vie aeree. Questo può portare all’interruzione della respirazione: la metà delle persone affette da roncopatia presenta un disturbo noto come sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS), che può avere complicazioni importanti. Per questo motivo si consiglia a chi soffre di russamento almeno occasionalmente (il 60% degli uomini e il 40% delle donne) di effettuare dei controlli presso un otorinolaringoiatra;
  • Sinusite. Causata in genere da infezioni batteriche ricorrenti, è l’infiammazione delle cavità nasali e paranasali con produzione di muco infetto e difficoltà respiratorie. Altre possibili cause sono la presenza di polipi o la deviazione del setto nasale;
  • Setto nasale deviato. Malformazione congenita o acquisita (ad esempio a seguito di traumi) che rende difficoltosa la respirazione;
  • Faringite. Infiammazione della faringe, generalmente causata da un’infezione batterica. La tonsillofaringite (infiammazione della gola e delle tonsille), in genere provocata da un virus, è la causa più comune di mal di gola;
  • Mononucleosi (o mononucleosi infettiva). Il virus di Epstein-Barr (EBV), un particolare herpesvirus, è molto comune nella popolazione, essendo diffuso in circa il 90% degli adulti. Nella maggior parte dei casi non dà sintomi, ma può dare origine alla mononucleosi, patologia che comporta forte affaticamento, mal di gola, febbre e rigonfiamento dei linfonodi (ghiandole del sistema linfatico);
  • Infiammazione delle adenoidi (adenoidite) o delle tonsille (tonsillite). Può essere provocata da infezioni, presenza di sostanze irritanti nell’aria inspirata e allergie; in genere colpisce i bambini sotto gli 8 anni d’età, in cui le tonsille sono più sviluppate. I sintomi includono difficoltà nella respirazione e/o nella deglutizione, comparsa di placche nella gola, alito cattivo e febbre;
  • Anomalie del palato congenite: labioschisi, palatoschisi e labiopalatoschisi (anche note come labbro leporino). Si tratta di mancate saldature nei tessuti del palato e/o delle labbra provocate dalla genetica ma anche da esposizione a radiazioni durante la gravidanza e abitudini della gestante come l’assunzione di farmaci da evitare in gravidanza, fumo o alcol. Queste patologie vengono diagnosticate alla nascita e corrette chirurgicamente entro i primi 6 mesi di vita del bambino in quanto ne compromettono l’alimentazione, la fonazione e talvolta la corretta dentizione. La medicina consente quindi di condurre una vita normale;
  • Faringiti, tracheiti, laringiti. Infiammazioni delle rispettive aree della gola che possono avere una origine virale o batterica, ma anche allergica. La laringite si riconosce perché provoca abbassamento della voce fino a scomparsa della stessa;
  • Tonsilliti ricorrenti. Generalmente di natura infettiva batterica, le tonsilliti dei bambini non vengono più risolte con la tonsillectomia (l’asportazione delle tonsille), come un tempo, a meno che non sia strettamente necessario. Le terapie antibiotiche sono però quasi sempre necessarie;
  • Polipi nasali;
  • Vertigini e disorientamento. Spie di problemi all’orecchio medio e interno, dove si trova il labirinto, sede del senso dell’equilibrio;
  • Problemi alle corde vocali, con abbassamento della voce, raucedine ricorrente ecc.
  • Tumori. Le neoplasie del distretto testa-collo sono in aumento, in particolare quelli di faringe e laringe.

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Quando è necessario rivolgersi a un Otorinolaringoiatra

I medici raccomandano visite di controllo regolari per l’udito sin dalla nascita, in particolare per i bambini e per gli anziani. La riduzione dell’udito, infatti, nella maggior parte dei casi è graduale e quindi può passare inosservata, ma è bene trattarla il prima possibile per ridurne gli effetti collaterali. Questo è fondamentale in particolare nei bambini, poiché problemi di udito nell’infanzia possono portare deficit nel linguaggio e nello sviluppo sociale della persona.

In generale, tutte le anomalie, le disfunzioni, i fastidi che interessano i tre organi oggetto di studio dell’otorinolaringoiatria, se protratti nel tempo, giustificano senza dubbio un controllo approfondito. Ma quali sono i sintomi di patologie otorinolaringoiatriche? Vediamo le manifestazioni che devono spingerci a chiedere un consulto specialistico con più o meno urgenza.
  • Mal d’orecchio (otalgia). In genere interessa soltanto una delle due orecchie e può indicare la presenza di infiammazioni e infezioni. È necessario rivolgersi a un medico il prima possibile quando il dolore perdura da più di 2 settimane e/o sono presenti altri sintomi, che indicano condizioni da trattare con urgenza: fuoriuscita di liquido, arrossamento e/o gonfiore dietro l’orecchio o sull’apertura del condotto uditivo. Altri fattori che devono spingere a un controllo urgente se presenti in concomitanza con il mal d’orecchie sono un sistema immunitario compromesso e il diabete;
  • Presenza di un’ostruzione nell’orecchio, che si manifesta con prurito, dolore e/o sensazione di tappo nell’orecchio e talvolta riduzione dell’udito. Quando qualcosa blocca il canale uditivo è fortemente sconsigliato il fai-da-te, in quanto una manovra poco esperta può spingere ancora più a fondo ciò che blocca il condotto, peggiorando la situazione. Occorre quindi consultarsi con un medico;
  • Tinnito (presenza di fischio, sibilo, scroscio o ronzio nelle orecchie). La percezione di suoni non provenienti dall’ambiente esterno, indice di problemi all’orecchio, è presente in circa il 12% della popolazione, indicando disturbi più o meno gravi dell’udito o della corteccia uditiva, la parte di cervello coinvolta nell’elaborazione delle informazioni uditive. Questo disturbo può essere dovuto a molteplici cause; le più comuni sono i traumi acustici, ovvero l’esposizione della persona a rumori forti; è molto comune anche negli anziani (presbiacusia). Non sempre è necessario l’intervento del medico, che deve essere interpellato con urgenza soltanto in caso di tinnito unilaterale (a un solo orecchio) o in compresenza con un qualsiasi altro disturbo neurologico, come vertigini, problemi a mantenere l’equilibrio o camminare, difficoltà a vedere, parlare o deglutire;
  • Acufeni ricorrenti;
  • Ipoacusia (abbassamento dell’udito). Non sempre ci si accorge di una ridotta capacità di percezione dei rumori, in quanto si può manifestare soltanto per alcuni suoni, ad esempio solo per le note più basse, portando a una ridotta comprensione del parlato anche se si ha la sensazione di percepire correttamente i volumi.
    Questo sintomo può indicare la presenza di molteplici disturbi come infiammazioni del tratto uditivo, lesioni al timpano, infezioni e traumi cerebrali. Anche se è frequente negli anziani può colpire tutte le fasce d’età, per cui è bene porre attenzione a questo aspetto. Una diagnosi precoce consente di trattare meglio la patologia e il sintomo, per cui è consigliato rivolgersi a un medico non appena si nota una riduzione dell’udito; se questa è limitata a un’orecchio o si presenta congiuntamente ad altri problemi neurologici (come difficoltà a parlare, deglutire o camminare) bisogna chiamare un medico subito;
  • Sordità improvvisa. Un importante abbassamento dell'udito nell'arco di poche ore può avere molteplici cause, come infezioni, traumi cranici, alterazioni improvvise della pressione e reazioni autoimmuni (il sistema immunitario riconosce come dannosa una parte dell'organismo, in questo caso l'orecchio interno, e l'attacca, facendole perdere la funzionalità). Talvolta può essere il sintomo di una malattia sistemica. In ogni caso è bene recarsi con urgenza da un medico affinché possa trattare la malattia e la sordità: è possibile recuperare l'udito entro un arco di tempo variabile (che oscilla fra 1 giorno e 2 settimane) a seconda della causa;
  • Disequilibrio (senso di sbandamento o sensazione di perdere l'equilibrio) o vertigini (falsa sensazione di movimento). Questi sintomi, anche detti capogiri, possono presentarsi unitamente a nausea e/o vomito ed essere più o meno frequenti: sono cronici quando si presentano frequentemente per più di un mese. I capogiri possono indicare un disturbo a carico dell'orecchio interno ma anche derivare da altre condizioni, come problemi circolatori o gravidanza; comprendere la causa è fondamentale per trattare anche il sintomo. Se l’episodio di vertigini è singolo non occorre consultare un medico. Al contrario è raccomandato consultare urgentemente un medico se il sintomo continua per più di un’ora e/o è grave (quindi in compresenza con conati); allo stesso modo è necessario presentarsi subito in ospedale se si sviene e/o se si hanno anche mal di testa, dolore al collo e difficoltà a muovere un arto, camminare, parlare, deglutire o vedere;
  • Fuoriuscita di sangue da un orecchio (otorragia). Può indicare una semplice otite, ma anche essere una conseguenza di patologie più gravi come perforazione del timpano, fratture o, più raramente, tumori. Se la perdita di sangue è importante, difficile da arrestare o contemporanea ad altre emorragie (come sangue dal naso e petecchie, macchioline di sangue sulla pelle), è bene rivolgersi subito a un medico. Il consulto deve essere a maggior ragione immediato quando si hanno anche vertigini, vomito, alterazione dello stato di coscienza e/o sonnolenza;
  • Nistagmo. Si tratta di un movimento rapido e involontario degli occhi che suggerisce la presenza di un disturbo a carico dell’orecchio interno o di vari collegamenti nervosi;
  • Naso chiuso, congestione nasale, secrezione nasale (rinorrea). Questi sintomi non indicano condizioni preoccupanti: sono in genere dovuti a infezioni delle vie aeree o ad allergie. Possono derivare anche dall’abuso di spray decongestionanti, che comportano un peggioramento dei sintomi se usati per più del tempo entro il quale sono efficaci (3-5 giorni). È necessario consultare un medico il prima possibile quando il viso è dolente o duole al tatto, la secrezione di muco contiene pus o sangue e/o è presente da una narice soltanto. È consigliato consultare subito un medico anche quando si sospetta l’inserimento di un corpo estraneo nel naso, come può avvenire nel caso di bambini piccoli;
  • Dolore al naso. Questo sintomo può indicare molteplici disturbi. È importante sottoporsi a un controllo medico soprattutto quando persistente o conseguente a traumi della testa;
  • Difficoltà nella respirazione. I problemi respiratori possono avere cause e livelli di gravità tra i più svariati, dall’ostruzione delle vie nasali a forme allergiche. Possono provocare disturbi quali russamento e apnee notturne, che possono avere conseguenze importanti: per questo motivo è raccomandato sottoporsi a una visita otorinolaringoiatrica in presenza di problemi di respirazione;
  • Riduzione (iposmia) o perdita dell’olfatto (anosmia). Questi sintomi possono passare inizialmente inosservati o essere confusi con la perdita del gusto, poiché la capacità di discriminare molti gusti è dovuta in realtà all’odorato. Sopra i 60 anni la riduzione dell’olfatto in genere è fisiologica; precedentemente, invece, è bene consultare un medico perché può essere una conseguenza di un trauma cranico, di un’infezione o dell’ostruzione parziale delle vie retronasali. Inoltre questo sintomo, se ignorato, a lungo termine può portare a disagi psicologici;
  • Aumentata percezione degli odori (iperosmia). È molto frequente in condizioni normali, come durante una gravidanza, ma può dipendere anche da una patologia;
  • Percezione errata degli odori (disosmia) o esagerata delle puzze (cacosmia). Questo sintomo può derivare da disfunzioni del naso o del cervello (ad esempio indicando la presenza di allucinazioni olfattive, parosmie). Un medico potrà identificarne la causa e trattare il problema;
  • Sanguinamento dal naso (epistassi). L'epistassi può essere posteriore (avvenendo nella parte posteriore del naso), in tal caso è importante andare con urgenza dal medico, oppure anteriore, ovvero con la fuoriuscita di sangue dalle narici. Questa normalmente non è grave e si conclude da sola, in quanto di solito è dovuta alla rottura di piccoli vasi sanguigni presenti nella cartilagine nasale o alla secchezza della mucosa del naso. Si interrompe stringendo il naso; se ciò non avviene, o quando la perdita di sangue è copiosa o frequente, diviene importante rivolgersi subito al medico. Sintomi di una perdita eccessiva di sangue sono debolezza, mancamento e vertigini. L'epistassi deve spingere a consultare uno specialista anche quando si prendono farmaci anticoagulanti e quando si hanno disturbi emorragici, che si manifestano con petecchie (macchioline violacee sulla pelle), sanguinamento dalle gengive e/o sangue nelle urine e nelle feci;
  • Disfagia (difficoltà nella deglutizione). Può avere molte cause. È consigliato rivolgersi a un medico in presenza di questo sintomo perché può rendere difficile alimentarsi e per le complicanze che può provocare: ad esempio, un alimento che finisca nell’apparato respiratorio può condurre a una polmonite. È un segnale d’allarme, e dunque deve spingere a una visita medica immediata, in compresenza con altri problemi neurologici come difficoltà a parlare o a muovere un arto;
  • Dolore e/o infiammazione alla gola che non passa;
  • Protuberanza sul collo. Generalmente è dovuta a un linfonodo (ghiandola del sistema linfatico) ingrossato, una classica risposta a un'infezione. Può però anche trattarsi di altro, ad esempio di una cisti o una ghiandola salivare ingrossata. È consigliato presentarsi da un medico quando il gonfiore persiste più di 2 giorni, soprattutto se si hanno altri sintomi come febbre, ulcere in bocca, difficoltà a deglutire, raucedine o altre protuberanze;
  • Abbassamento della voce persistente, raucedine che non passa;
  • Gonfiore delle parotidi;
  • Dolori, nevralgie ai nervi facciali;
  • Disagi psicologici nei confronti del proprio volto. Alcuni aspetti del nostro viso - conseguenti a incidenti, invecchiamento o anche caratteristiche della nostra persona - possono portare problemi psicologici capaci di incidere sulla qualità della nostra vita. In tal caso un otorinolaringoiatra può intervenire in quanto è specialista della chirurgia del volto e del collo;
  • In seguito a incidenti che hanno comportato la deformazione del viso.
 Vediamo come si svolge la visita otorinolaringoiatrica e quali sono gli esami diagnostici più utili.

La Visita Otorinolaringoiatrica: come si svolge e come prepararsi

La visita otorinolaringoiatrica non necessita di preparazione specifica; è raccomandato però portare con sé le precedenti cartelle cliniche e la lista di farmaci che si stanno assumendo. Il controllo in genere ha una durata inferiore ai 30 minuti; dopodiché il medico può già effettuare una prima diagnosi stabilendo anche una eventuale terapia, oppure richiedere ulteriori esami di accertamento o di screening.

La prima fase di una visita otorinolaringoiatrica è l’anamnesi, una chiacchierata in cui si dà conto allo specialista dei propri sintomi, dello stato di salute generale attuale e pregresso (informazione estesa alla propria cerchia familiare se esiste una predisposizione genetica e/o ambientale a certe patologie o disfunzioni) e del proprio stile di vita (fumo, alcol, farmaci assunti, grado di attività fisica).

Il medico, passando all'esame obiettivo, indaga quindi le parti interessate dal disturbo in base a quanto emerso dall'anamnesi.
Per coloro che accusano disturbi al naso l’otorinolaringoiatra esamina la struttura per rilevare anomalie. Per studiare l’interno del naso attua una rinoscopia o fibroscopia, un’ispezione indolore attraverso il rinoscopio o speculum nasale, strumento che “allarga” le narici e usufruendo di una fonte luminosa permette di esplorarne le parti più profonde.
Per problemi relativi alla gola osserva la parte ed effettua una palpazione del collo per escludere o scoprire la presenza di tumefazioni da indagare. Ispeziona quindi il cavo orale con il laringoscopio, uno strumento metallico dotato di specchietto che permette di visualizzare l’interno della cavità fino alla trachea. Questo esame prende il nome di laringoscopia indiretta. Se necessario, questo esame si effettua in modo un pochino più invasivo con una laringoscopia diretta (o fibroscopia), in cui il medico introduce attraverso la narice una sonda – un tubicino flessibile molto sottile - munita di fibre ottiche, che rimanda le immagini degli organi ispezionati sul monitor di un computer. La fibroscopia non necessita di preparazione particolare, ma nei soggetti facili al vomito si consiglia di arrivare a stomaco vuoto all’esame. Nella gola si spruzza un anestetico locale per facilitare il passaggio della sonda e rendere la procedura indolore.

Per i pazienti con problemi alle orecchie il medico effettua un’otoscopia, l’ispezione dell’orecchio esterno e del timpano, con l’ausilio di un otoscopio, strumento ottico che rileva anomalie del condotto uditivo in modo non invasivo e indolore. Se necessario lo specialista può effettuare un lavaggio auricolare per rimuovere un tappo di cerume (spesso causa “benigna” di ipoacusia o acufene). In presenza di problemi uditivi o dell’equilibrio può anche eseguire dei test della funzionalità delle orecchie:
  • Esame audiometrico, necessario per evidenziare perdite nella capacità uditiva. Questo test può essere “tonale” (per valutare la capacità del paziente di udire tutto lo spettro tonale dai suoni più alti a quelli più gravi), o “vocale”, per valutare la capacità di comprensione delle parole a seconda del tono usato. Il paziente viene fatto sedere in una piccola cabina e deve indossare delle cuffie . L’esame è indolore, innocuo e molto rapido (dura pochi minuti);
  • Esame impedenzometrico, utile per valutare le condizioni del timpano (timpanometria) e dei 3 ossicini (incudine, martello, staffa) dell’orecchio medio. Viene effettuato con un impedenzometro, una piccola sonda che rileva le vibrazioni del timpano fornendo al medico un tracciato chiamato timpanogramma. Questo esame dura 10 minuti circa e non richiede particolare preparazione;
  • Head impulse test. Il paziente tiene lo sguardo fisso su un punto mentre il medico gli sposta la testa. Se un sistema vestibolare è danneggiato gli occhi della persona si spostano. Questo test è molto breve (dura pochi minuti) e può essere fastidioso, provocando vertigini, ma è indolore e innocuo;
  • Test di Romberg. La persona sta in equilibrio, in piedi con i talloni uniti, per 1 minuto, prima con gli occhi aperti e poi con gli occhi chiusi. Se è presente un problema al sistema vestibolare, il paziente oscilla eccessivamente verso il lato del corpo in cui il vestibolo è danneggiato.


Visita otorinolaringoiatrica pediatrica

Nei bambini sono comuni patologie quali infezioni delle alte vie respiratorie, otiti, riniti allergiche, disturbi della voce e della deglutizione. Ma una visita otorinolaringoiatrica è raccomandata sin dalla nascita per poter riscontrare e trattare eventuali patologie a carico del sistema uditivo, che potrebbero comportare problemi nello sviluppo del linguaggio e in quello sociale del bambino. L'otorinolaringoiatra pediatrica è specializzato nella diagnosi e nel trattamento di queste problematiche, sapendo sottoporre il neonato o il bambino agli esami appropriati a seconda dell'età.


Visita otorinolaringoiatrica a domicilio, online o gratuita

In caso di necessità è possibile usufruire di visite otorinolaringoiatriche presso il proprio domicilio. Gli specialisti potranno eseguire dei controlli e persino alcuni esami diagnostici, arrivando, nella maggior parte dei casi, a delle diagnosi e dunque alla prescrizione di trattamenti per i disturbi riscontrati. Questa opzione consente anche di monitorare alcune patologie in coloro che non sono nella condizione di uscire di casa.
Un'altra possibilità è quella dei consulti online, che però sono limitati in quanto rendono possibile soltanto eseguire un'anamnesi. Un vantaggio di questa soluzione è che talvolta le consulenze online sono gratuite, ma è possibile anche ottenere visite complete gratis. Questo si può verificare nei casi in cui si può applicare l'esenzione fiscale o, talvolta, se ci si sottopone a un controllo otorinolaringoiatrico per la prima volta.

Esami di accertamento: cosa aspettarsi e come prepararsi

Generalmente gli esami di accertamento per sospetti disturbi otorinolaringoiatrici non richiedono particolare preparazione. In ogni caso è sempre bene portare con sé i precedenti referti medici e le lettere di dimissione dagli ospedali. Si raccomanda di avvertire gli operatori delle eventuali terapie farmacologiche a cui si è sottoposti (in particolare se si tratta di anticoagulanti e decongestionanti). Vediamo nel dettaglio le procedure e altri particolari utili degli esami che possono essere prescritti per sospetti problemi a orecchie, naso e gola:
  • Esami del sangue. Sono utili per riscontrare e/o confermare la presenza di infezioni e altre anomalie. Per eseguirli occorre essere a digiuno da 8 ore e il giorno prima dell'esame è consigliato mangiare in modo leggero (evitando alimenti elaborati e grassi) e astenersi da fumo e alcolici. È bene anche evitare attività fisiche intense prima di eseguire i test ematici;
  • Esami delle urine. L’analisi dell’urina consente di rilevare infezioni e anomalie nella fisiologia dell’organismo. Per sottoporvisi la persona deve urinare in un apposito contenitore dopo essersi lavata accuratamente le parti intime. Il campione va poi consegnato in laboratorio entro un'ora dall'emissione dell'urina;
  • Endoscopia a fibre ottiche. Il medico, tramite sonde flessibili, può visualizzare e fotografare strutture interne come le parti posteriori del naso, le tube di Eustachio, la base della lingua e le corde vocali. In tal modo può riscontrarne anche le più piccole anomalie ed eventualmente monitorarle nel tempo. Questo esame è rapido, indolore e poco invasivo; non richiede alcuna preparazione particolare;
  • Esame otovestibolare, necessario per valutare l’efficienza dell’organo dell’equilibrio, il sistema vestibolare. In questo esame il medico sottopone la persona ad alcune manovre che potrebbero stimolare il nistagmo, movimento oculare che deriva da problemi al sistema dell'equilibrio. La persona deve stare seduta sul lettino e indossare degli speciali occhiali. Dal momento che la procedura può causare nausea il paziente deve essere a digiuno da almeno 4 ore prima di eseguire l'esame, inoltre si raccomanda che venga accompagnato alla visita. Le lenti a contatto possono compromettere l'esito del test, dunque non vanno indossate; per lo stesso motivo l'assunzione di farmaci contro le vertigini deve essere sospeso, dietro consulto del medico, 2 giorni prima di sottoporsi al test. L'esame è indolore e non invasivo; dura circa 15 minuti;
  • Prova calorica vestibolare (o caloric-reflex test). Il medico stimola il sistema vestibolare introducendo nell'orecchio dell'acqua a diverse temperature. Chi ha problemi all'organo dell'equilibrio manifesta una vertigine molto intensa o non ne manifesta affatto, mentre in una persona sana la vertigine che deriva da questa stimolazione termica dura circa 1 minuto. L'esame può essere fastidioso ma è indolore, innocuo e rapido (dura pochi minuti). Vi si può associare anche un’elettronistagmografia (ENG o videonistagmoscopia, VNG), che misura i movimenti degli occhi che derivano da un disturbo dell’equilibrio. Questo è possibile grazie all’ausilio di elettrodi, sensori che vengono posati sul viso capaci di misurare l’attività bioelettrica in modo indolore e non invasivo;
  • Registrazione delle otoemissioni acustiche (anche dette emissioni otoacustiche) o degli echi cocleari. Quando percepiamo un suono, nelle nostre orecchie si hanno delle vibrazioni in risposta. Esse sono dette emissioni otoacustiche (OAE) e, quando l'orecchio funziona correttamente, rieccheggiano nell'orecchio medio e nell'orecchio interno. La registrazione delle emissioni otoacustiche dà quindi informazioni sulla corretta funzionalità del sistema uditivo, fornendo indizi su una possibile sordità e altre anomalie a carico dell'orecchio. Essa consiste nell'inserimento (indolore e non invasivo), all'interno dell'orecchio, di una sonda dotata di microfono che produce dei suoni e ne registra gli echi restituiti dal sistema uditivo. Il test è molto efficace e restituisce subito i risultati, motivo per cui viene impiegato anche nei neonati e nei bambini;
  • Elettrococleografia, anche nota come potenziali evocati uditivi tronco-encefalici (BERA o BAER in inglese) o potenziali evocati acustici (PEA). Questo esame studia le risposte nervose a uno stimolo uditivo, ascoltato in cuffia. Degli elettrodi vengono posti sulla pelle della persona; si tratta di sensori che misurano l’attività bioelettrica rendendola analizzabile dal medico. Il test è innocuo e indolore; dura mezz’ora e non richiede alcuna preparazione: occorre solo che la persona non abbia oggetti metallici indosso;
  • Rinomanometria. Questo esame, indolore e innocuo, consente di valutare la funzione respiratoria in soli 10 minuti. Il paziente indossa una mascherina, respirandovi con una narice mentre nell'altra il medico inserisce un sondino che raccoglie informazioni sulla respirazione della persona. La rinomanometria basale è particolarmente indicata per la diagnosi di infezioni al naso. Per distinguere fra anomalie dovute a ostruzioni nasali e deformazioni anatomiche il medico può far inalare al paziente un farmaco decongestionante; in tal caso l'esame prende il nome di rinomanometria con decongestione. Non occorre una speciale preparazione per sottoporsi a questo test;
  • Polisonnografia o poligrafia (PSG). Questo esame consente di monitorare la persona per rilevare e misurare problemi che si verificano durante il sonno, ad esempio la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS). Il paziente deve tenere indosso una serie di apparecchi durante tutta la notte; ciò consente il monitoraggio cardiorespiratorio (che valuta la funzionalità respiratoria e la frequenza cardiaca). è possibile effettuarlo anche a domicilio. La polisonnografia completa include anche il monitoraggio dell'attività cerebrale (l'elettroencefalogramma, EEG) e il monitoraggio dell'attività muscolare (EMG) e può essere eseguita soltanto in ospedale. Gli apparecchi registrano i valori utili all'esame, che verranno elaborati da uno specialista. La polisonnografia è del tutto indolore e innocua;
  • Ecografia. Gli ultrasuoni, particolari onde sonore, attraversano alcuni tessuti biologici e “rimbalzano” sulle strutture interne del corpo. Questa proprietà può essere sfruttata da un computer per osservare le strutture interne del corpo in modo indolore e non invasivo. L’operatore spalma un liquido viscoso sulla zona da esaminare per farvi scorrere sopra la sonda che emette ultrasuoni, chiamata ecografo. Il computer elabora le informazioni restituite dall’ecografo restituendo immagini della parte esaminata. Questo test è rapido (dura pochi minuti) e non richiede alcuna preparazione particolare. È anche del tutto innocuo, infatti può essere eseguito anche sulle donne in gravidanza;
  • L'ecografia Doppler (o eco Doppler). In questo esame, come in una classica ecografia, viene sfruttata la capacità delle onde sonore di essere riflesse diversamente dagli organi per ottenere immagini degli organi interni di una persona. Inoltre viene misurato l'effetto Doppler, ovvero il cambiamento di frequenza delle onde sonore degli oggetti in movimento. Questo consente di monitorare il flusso sanguigno per riscontrare eventuali anomalie;
  • Radiografia. I raggi X sono radiazioni elettromagnetiche (come la luce, ma invisibili) capaci di attraversare alcuni tessuti. La macchina radiografica consente di sfruttare questa proprietà “fotografando” gli organi interni mentre i raggi X investono la zona da esaminare per una frazione di secondo. I raggi X vengono quindi impiegati in minima quantità, non costituendo rischi nelle singole esposizioni degli esami; inoltre, per le zone più sensibili alle radiazioni (come l’area genitale), è possibile prendere precauzioni, come coperture di piombo (che schermano i raggi X). La persona che si sottopone a radiografia dovrà soltanto restare immobile; non è richiesta alcuna preparazione, ma bisogna rimuovere gli oggetti metallici che possono alterare la rilevazione delle radiazioni. È importante avvertire gli operatori in caso di sospetta gravidanza. La radiografia serve a rilevare le alterazioni ossee come fratture, tumori e scoliosi nei bambini;
  • Tomografia assiale computerizzata (TAC). Il tomografo emette raggi X "fotografando" sezioni trasversali del corpo, fornendo una ricostruzione tridimensionale degli organi interni della persona. In tal modo la TAC consente di individuare tumori anche molto piccoli, lesioni ed emorragie. Può richiedere l’uso di un mezzo di contrasto, cioè un liquido che aiuta nella visualizzazione degli organi da analizzare. In tal caso il paziente dovrà essere a digiuno nelle 6 ore precedenti l’esame, altrimenti non è richiesta alcuna particolare preparazione. La persona deve togliersi tutti gli oggetti di metallo, poi si stende su un lettino che scorrerà all'interno del tubo per la TAC. Data la bassa emissione di raggi X, l’esame è innocuo ma non vi si possono sottoporre le donne in gravidanza, che si sottoporanno a esami alternativi (come la risonanza magnetica);
  • Risonanza magnetica nucleare (RM o RMN) o Imaging a Risonanza Magnetica (IRM). Usufruisce di campi magnetici per visualizzare gli organi interni del paziente, che durante l'esame deve soltanto stare immobile, steso su un lettino all'interno del tubo (che può essere chiuso o aperto) per la RM. Questo esame non è doloroso ed è sicuro, anche per le donne in gravidanza, ma non può essere eseguito su chi ha protesi metalliche, pacemaker cardiaci o qualsiasi altro frammento metallico (come chiodi o schegge) nell’organismo, in quanto l’apparecchio per la RM può provocarne il surriscaldamento e lo spostamento. Per questi motivi bisogna far presente all'operatore gli interventi o incidenti subiti nonché un eventuale passato da saldatore, verniciatore o carrozziere. La risonanza magnetica non richiede preparazione particolare;
  • Biopsia. Si tratta di un esame in cui il medico estrae una piccola parte di tessuto per poterla analizzare al microscopio: in tal modo è possibile accertare la presenza di infezioni, infiammazioni e tumori. Esistono diversi tipi di biopsia, più o meno invasivi a seconda del tessuto da prelevare. Sono spesso eseguiti in anestesia locale, risultando del tutto indolori, e in genere non richiedono una preparazione specifica né altre precauzioni, anche se il medico può ritenere necessario un monitoraggio più o meno lungo dopo l'operazione (se a rischio di emorragie).
     


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Chi è e che cosa fa l’otorinolaringoiatra?

L’otorinolaringoiatra è il medico specializzato in Otorinolaringoiatria (ORL), la branca della medicina che studia e cura, anche chirurgicamente, orecchio (udito ed equilibrio), naso (respirazione), e gola (deglutizione e produzione della voce). È anche uno specialista della chirurgia plastica del volto e del collo.

Quando occorre sottoporsi a una visita otorinolaringoiatrica?

Visite otorinolaringoiatriche sono raccomandate sin dalla nascita per riscontrare un'eventuale riduzione dell'udito di cui è possibile non accorgersi ma che deve essere trattata subito. Questo è particolarmente importante nei bambini per evitare che sviluppino disturbi del linguaggio e della socialità. Negli adulti, invece, le visite otorinolaringoiatriche di controllo sono particolarmente importanti per coloro che russano, in quanto nel 50% dei casi il russamento può determinare problemi di apnea notturna, che ha conseguenze importanti sulla salute.
In ogni caso è bene rivolgersi a un otorinolaringoiatra in seguito a traumi della testa e del collo, quando si sospetta l'inserimento di qualcosa in un orecchio o nel naso (non bisogna ricorrere al fai-da-te) e in presenza di sintomi a carico di orecchie, naso e gola. Questi includono dolori (soprattutto se protratti nel tempo), protuberanze, sensazione di ostruzioni nell'orecchio o nella gola, fuoriuscita di sangue dal naso o dalle orecchie, percezione di suoni non provenienti dall'esterno, capogiri, nistagmo (un movimento rapido e involontario degli occhi), percezione ridotta o errata degli odori o dei sapori, raucedine che perdura da giorni e difficoltà a deglutire.
Manifestazioni che devono spingere a consulti immediati sono: sintomi neurologici (incapacità di deglutire, vedere, articolare parole, di muovere uno o più arti), sordità improvvisa, abbassamento dell'udito a un solo orecchio, impossibilità a respirare, gonfiore dietro all'orecchio che si presenta unitamente a fuoriuscita di liquido dal condotto uditivo, capogiri violenti (che impediscono di stare in piedi e/o si accompagnano a conati di vomito), presenza di pus e/o sangue nel muco, fuoriuscite di sangue dal naso o dalle orecchie che non s’interrompono e/o sono in compresenza con altre emorragie o altri sintomi importanti.

In cosa consiste una visita otorinolaringoiatrica? Quanto dura e come occorre prepararsi?

La visita otorinolaringoiatrica ha una durata di circa 30 minuti. Non necessita di preparazione specifica: è sufficiente portare con sé le precedenti cartelle cliniche e la lista di farmaci che si stanno assumendo. Innanzitutto il medico pone delle domande al paziente circa i sintomi che presenta, il suo stile di vita, il suo stato di salute attuale e pregresso e sulla familiarità con alcune patologie. Dopodiché esamina il paziente a seconda dei sintomi accusati.
Per i disturbi che interessano il naso l’otorinolaringoiatra esamina la struttura nasale all'esterno e all'interno (grazie al rinoscopio o speculum nasale, strumento che “allarga” le narici e usufruendo di una fonte luminosa). Per problemi relativi alla gola osserva la parte ed effettua una palpazione del collo; per ispezionarne l'interno usa il laringoscopio, uno strumento metallico dotato di specchietto. Se necessario questo esame può richiedere l'introduzione di un sondino attraverso una narice. In tal caso il medico spruzza un anestetico locale nella gola, rendendo la procedura indolore.
Per i pazienti con problemi alle orecchie il medico effettua un’otoscopia, l’ispezione dell’orecchio esterno e del timpano, con l’ausilio di un otoscopio, strumento ottico che rileva anomalie del condotto uditivo in modo non invasivo e indolore. Se necessario lo specialista può effettuare un lavaggio auricolare per rimuovere un tappo di cerume e altri esami che consentono di indagare la funzionalità delle orecchie, come l'esame audiometrico. Questo test, che dura pochi minuti, richiede che il paziente si sieda in una piccola cabina e indossi delle cuffie, segnalando quando sente i suoni.

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