Indice
Domande e risposte
Chi è l’oculista e di cosa di occupa
L’
oftalmologia (od oftalmoiatria) è la scienza che studia le malattie relative all’
apparato visivo. Sono molteplici le figure professionali coinvolte nella diagnosi e nella cura della vista:
ottico, optometrista, ortottista ed oculista (od oftalmologo oppure oftalmoiatra). Solo gli oculisti sono medici e dunque possono prescrivere trattamenti ed effettuare operazioni. Per questo motivo nel presente articolo ci focalizzeremo su questa figura professionale.
I
problemi di vista colpiscono circa l’
80% della popolazione italiana, ma gran parte di chi è consapevole di averne non utilizza i giusti mezzi di correzione e la maggior parte di chi ha disturbi agli occhi non lo sa. D’altronde, il
40% della popolazione
non effettua mai un controllo della vista.
Eppure è un senso fondamentale: più dell’80% delle informazioni che ci arrivano dall’ambiente circostante passa per gli occhi. Proprio dalla
mancanza di visite e accortezze si originano danni a volte non reversibili e si aggravano le malattie della vista tipiche dell’invecchiamento. Dopo i 50 anni, infatti, la salute oculare tende a peggiorare progressivamente, sfociando in disturbi in parte prevenibili. La situazione si è aggravata ulteriormente negli ultimi anni a causa della grande quantità di tempo che trascorriamo guardando oggetti poco distanti. Oltre a guardare la tv e a leggere,
usiamo molto computer, smartphone e tablet: tutte attività che affaticano i nostri occhi, evolutisi per guardare prevalentemente lontano. In più, gli occhi sono stressati dai
raggi ultravioletti emessi dal sole e da possibili traumi derivanti da
sport e guida.
Le principali malattie degli occhi che comportano graduale deficit visivo fino alla perdita della vista potrebbero essere curate o bloccate nel loro decorso grazie a una
diagnosi precoce e al ricorso a
trattamenti mirati. Molte persone, però, arrivano alla diagnosi di malattie oculari degenerative troppo tardi, quando ormai i danni sono irreversibili.
È quindi importante seguire tutte e tre le tappe della prevenzione, in cui l’oftalmologo ci accompagna:
- Su soggetto sano, per evitare che le patologie oculari che causano ipovisione non insorgano (con l’adozione di uno stile di vita sano per la persona e interventi ambientali per proteggere la collettività);
- Su soggetto malato che non sa di esserlo (grazie a controlli oculistici regolari);
- Su soggetto malato che sa di esserlo con le cure appropriate e la riabilitazione.
Disturbi visivi comuni in adulti, anziani e bambini
Di seguito elenchiamo i problemi alla vista più frequenti nella popolazione italiana.
- Difetti di rifrazione, ovvero i difetti di messa a fuoco: miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia. In questi disturbi vi sono difetti in una o più delle strutture che consentono di mettere a fuoco gli oggetti: il cristallino (lente oculare), la forma dell’occhio e la cornea (membrana anteriore dell’occhio).
Nella miopia la persona non riesce a vedere bene gli oggetti lontani (come le scritte alla lavagna); nell'ipermetropia ha difficoltà a focalizzare gli oggetti vicini; nell'astigmatismo ha una visione sfocata indipendentemente dalla distanza del punto osservato. Questi disturbi si presentano in genere in giovane età e possono essere corretti tramite l’uso di lenti o la chirurgia. La presbiopia (difficoltà a mettere a fuoco gli oggetti vicini dovuta all’indurimento del cristallino), invece, emerge con l’età, in genere dopo i 40 anni. Un altro difetto di rifrazione meno comune è l’afachia, in cui il cristallino è assente: deriva da malformazioni congenite oppure operazioni di rimozione di questa struttura. Oltre a manifestare difficoltà nella visione i difetti di rifrazione possono dare sintomi quali mal di testa e bruciore agli occhi;
- Orzaiolo. Un'infezione della palpebra, in particolare delle ghiandole sebacee (produttrici del sebo, una sostanza utile alla pelle) che vi si trovano. Si presenta come un rigonfiamento, arrossato e talvolta purulento, della palpebra. In genere si risolve spontaneamente, ma talvolta si accompagna anche ad altre problematiche (come la rinite allergica), per cui consultarsi con un medico è consigliato;
- Congiuntivite. È l’infiammazione della membrana trasparente che ricopre l’occhio. Può derivare da infezioni, allergie o contatto con sostanze come fumo o cloro. Fra i sintomi si osservano bruciore, lacrimazione, emissione di liquidi che incrostano l’occhio e sensazione dolorosa di avere qualcosa nell’occhio;
- Uveite. Si tratta dell'infiammazione del tratto uveale (una membrana presente nell'occhio che include l'iride). Può essere dovuta a molte cause, incluse infezioni più o meno diffuse nell'organismo, traumi o una malattia autoimmune (ovvero una patologia in cui il sistema immunitario riconosce una parte dell'organismo come dannosa, attaccandola). Può includere solo l'iride (iridite), solo la parte più retrostante del tratto uveale, la coroide (coroidite) oppure coinvolgere la coroide e la retina (corioretinite). Fra i sintomi, comporta dolore e arrossamento oculare, visione di elementi scuri in movimento (corpi mobili) e/o perdita della vista. Può essere trattata ed è importante individuare tempestivamente questo disturbo e la sua causa per prevenire complicazioni come il danneggiamento della retina e il glaucoma;
- Degerazioni retiniche. Si tratta di una serie di patologie ereditarie che comportano una disfunzione della retina, compromettendo in modo graduale la visione. Alcune possono comportare il distacco della retina. La forma più diffusa tra queste malattie è la retinite pigmentosa, che porta inizialmente a cecità notturna, daltonismo (incapacità di distinguere alcuni colori) oppure a perdita della visione centrale;
- Distacco della retina. Normalmente la retina aderisce al fondo dell'occhio. Nel distacco di retina si affloscia, così che la persona mostra una riduzione della visione. Fra i sintomi vi sono la visione di un'ombra nel campo visivo, detta "tenda", e di lampi di luce o linee di colore scuro in movimento. Quanto prima la malattia viene identificata tanto più semplice ed efficace sarà il recupero; altrimenti la persona perderà la vista del tutto o in parte;
- Tumori oculari. Non sono molto comuni. In genere si presentano nelle persone con occhi chiari e in chi è molto esposto a raggi ultravioletti e/o raggi X. Il più diffuso, che colpisce circa 450 persone all'anno, è il melanoma uveale (che cioè interessa l'uvea, una membrana presente nell'occhio costituita da iride, corpo ciliare e coroide). Vi sono poi i tumori intraoculari secondari, che derivano cioè da metastasi di altri cancri. I sintomi principali includono segnali comuni tra le malattie oculari: comparsa di macchie nere mobili e/o luci nella visione, offuscamento o improvvisa perdita della vista. Queste manifestazioni in genere si hanno solo quando la malattia è a uno stadio abbastanza avanzato, perciò è importante effettuare screening frequenti;
- La retinopatia diabetica è una complicazione comune del diabete, che consiste nel danneggiamento dei vasi sanguigni della retina. È progressiva: mostra 4 stadi in cui si perde gradualmente la vista. Può essere tenuta sotto controllo e prevenuta grazie al monitoraggio di alcuni parametri fisiologici e a una dieta specifica. Una diagnosi precoce riduce il rischio di cecità;
- Cheratocono. Si tratta di una distorsione progressiva della cornea che comporta un astigmatismo degerativo. Si presenta fra i 10 e i 25 anni d'età con un peggioramento della vista che aumenta sempre più, richiedendo un cambio di occhiali frequente.

Disturbi visivi comuni negli anziani
I soggetti più colpiti dalle malattie che causano ipovisione e cecità sono gli anziani, anche per via dell’allungamento della vita media, con grave compromissione dell’autonomia individuale. I soggetti ipovedenti anziani, inoltre, soffrono spesso di depressione. Le patologie più comuni negli anziani sono:
- La cataratta. Questa patologia, che peggiora nel tempo, è dovuta all'opacizzazione del cristallino (una lente presente nell'occhio).
Porta all'offuscamento della visione e, se non trattata, alla cecità. Fra i sintomi include anche riverberi (visione di aloni intorno alle luci), problemi a distinguere alcuni colori e sdoppiamento della vista (immagini fantasma). È una malattia tipica dell'invecchiamento, infatti circa metà delle persone sopra i 75 anni la presenta. Può però aversi anche più precocemente, in quanto può derivare da traumi, malattie infiammatorie degli occhi, esposizione a raggi X o ultravioletti, malattie come il diabete, malnutrizione e uso di fumo o alcool;
- La degenerazione maculare senile (DMLE o AMD, da Age-related Macular Degeneration). La macula è la parte centrale della retina: è fondamentale per focalizzare quello che si trova al centro del nostro campo visivo. L'AMD è una patologia che colpisce questa zona della retina. Ne esistono due forme: in quella essudativa la macula si deforma a causa di un accumulo di liquidi dietro alla retina; in quella secca la macula si assottiglia. Le persone che ne sono affette vedono il centro del campo visivo in modo distorto. Nell’AMD secca si osservano dei piccoli depositi gialli sulla retina della persona. Si tratta di una malattia che si aggrava con il passare del tempo, fra le principali cause di cecità negli ultrasessantacinquenni, che di solito inizia a presentarsi intorno ai 40 anni. Un 75enne italiano su 3 soffre di degenerazione maculare senile;
- Il glaucoma include un gruppo di malattie che portano, se non trattate tempestivamente, alla cecità a causa della lesione del nervo ottico. Le cause sono molteplici, inclusa (ma non sempre presente) un'eccessiva pressione intraoculare. Può mostrare sintomi immediati, quali dolori e perdita parziale della vista, oppure procedere in modo graduale, senza che la persona si accorga di nulla finché il danno non è permanente, motivo per cui è importante farsi controllare la vista anche quando sembra che non vi siano problemi. Circa un milione di persone, in Italia, ne è affetto, ma la metà ne è inconsapevole.
Malattie alla vista comuni nei bambini
- Ambliopia. Anche conosciuta come occhio pigro, si tratta di un disturbo in cui un occhio vede meno dell'altro. Può essere causata da un difetto di vista, da strabismo o altre patologie oculari del bambino. È importante individuare questo disturbo prima dei 5 anni, in quanto in quest'età sarà molto più semplice da trattare che scoprendola successivamente;
- Strabismo: i bulbi oculari sono deviati, così che gli occhi non risultano "dritti". Si può parlare di esotropia se l’occhio o gli occhi sono rivolti verso l’interno e di exotropia se verso l’esterno. Questo disturbo determina la mancanza di coordinamento fra i due occhi e può comportare la perdita di vista dall’occhio meno capace di focalizzare gli oggetti e la profondità. Perché questi difetti funzionali che ne derivano non diventino permanenti lo strabismo deve essere trattato entro i 4 anni di vita;
- La congiuntivite è comune soprattutto nei bambini sotto i 5 anni. Può essere dovuta ad allergie e, soprattutto nei neonati, ad infezioni. Il medico provvederà a trattare la patologia.
- Alcuni difetti di rifrazione: la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo;
- Daltonismo. Si tratta di un difetto congenito, cioè presente sin dalla nascita. Chi ne è affetto non riesce a distinguere tutti i colori. Non può essere trattato ma non si tratta di una condizione invalidante. In genere la sua presenza viene indagata se vi sono familiari che ne sono affetti;
- Talvolta i bambini possono presentare cataratte congenite, dovute a cause genetiche, fisiologiche (derivando da disturbi del metabolismo presenti nel bambino) o ambientali (per esempio da infezioni avute dalla madre durante la gravidanza, come la rosolia). L’offuscamento della vista può presentarsi anche ai 10 anni d’età del bambino. È importante che un oftalmologo effettui un esame della vista completo ai neonati per poter prescrivere il trattamento più opportuno;
- Il tumore oculare più diffuso nei bambini è il retinoblastoma, comunque molto raro. Inizia dalle cellule della retina e si manifesta con sintomi comuni ad altre malattie: visione offuscata, comparsa di macchie nere e/o luci nel campo visivo, perdita improvvisa della vista. È bene effettuare controlli frequenti in quanto i sintomi compaiono quando la malattia è già avanzata e quindi il trattamento è più complesso.
Quando rivolgersi all’oculista
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la disabilità visiva è evitabile o trattabile in oltre l’80% dei casi.
È bene quindi seguire i calendari di controlli della vista raccomandati: nei bambini a 3 anni, 5-6 anni e 11 anni; negli adulti che stanno per prendere la patente e/o iniziare a lavorare; ogni 2 anni dopo aver compiuto i 50 anni d’età e ogni anno dopo i 70.
I controlli devono essere più frequenti in coloro che presentano i seguenti fattori di rischio:
- Disturbi oculari già diagnosticati;
- Famiglia con casi di disturbi oculari;
- Patologie che comportano potenziali problemi agli occhi come il diabete;
- Trattamenti che hanno effetti collaterali gravi concernenti gli occhi;
- Interventi chirurgici neurologici e/o agli occhi. In tal caso è consigliato farsi controllare ogni anno.
Naturalmente occorre presentarsi da un oftalmologo anche quando si hanno ferite e traumi oppure sintomi che possono far sospettare la presenza di disturbi oculari. Quali sono, dunque, i segnali che devono spingere a una visita? In generale le manifestazioni che indicano disturbi all’occhio sono:
- Vista offuscata. Di solito è dovuta ai vizi di rifrazione della vista (miopia, astigmatismo eccetera), quindi non è urgente presentarsi da un medico, ma può indicare anche disturbi più gravi che devono essere trattati quanto prima. Deve spingere subito a un controllo quando c'è dolore agli occhi, una forte disparità nell'acuità visiva fra un occhio e l'altro, perdita di visione parziale e quando si manifesta nelle persone immunodepresse;
- Visione notturna ridotta. Questo sintomo è sovuto generalmente a un vizio refrattivo della vista non ben corretto ma può essere causato anche da altri disturbi come problemi alla retina. In ogni caso, quindi, è importante rivolgersi a un medico per capire la causa del sintomo;
- Lacrimazione. Spesso non si tratta di un sintomo preoccupante: può derivare da allergie o raffreddori. Gli occhi lacrimosi devono spingere subito a un controllo se si nota la presenza di masse dure dentro o vicino ai dotti lacrimali o se la lacrimazione si presenta frequentemente senza alcun motivo apparente;
- Secchezza oculare, rossore e/o bruciore degli occhi. Possono derivare da allergie, infiammazioni, infezioni o altre cause più rare. È bene quindi farsi visitare per poter trattare la causa del problema;
- Visione di corpi mobili (miodesopsie), dette mosche volanti, o lampi luminosi (fotopsie). Macchie scure o luci che fluttuano davanti agli occhi in genere si presentano durante le emicranie oculari (anche dette cefalee oftalmiche) o derivano dalla contrazione del corpo vitreo (una sostanza che riempie il bulbo oculare), che strattona la retina: per esempio compaiono quando ci sfreghiamo gli occhi. Di solito, quindi, non sono indici di patologie gravi.
Raramente, però, possono indicare problemi alla retina o all'umor vitreo, come emorragie, infiammazioni e distacco retinico. È quindi opportuno recarsi da un oculista quando i corpi mobili appaiono improvvisamente o si osservano insieme a dolore oculare e/o perdita della vista (completa o parziale);
- Sensibilità alla luce o fotofobia (dolore quando la luce raggiunge gli occhi). Queste reazioni si verificano normalmente, per esempio quando si passa da un ambiente scuro a uno molto illuminato o quando si ingeriscono sostanze che comportano dilatatazione delle pupille. In questi casi sono dovuti a un eccesso di luce percepito dalla retina. In altri casi può indicare la presenza di emicrania con aura o di disturbi oculari come infiammazioni e infezioni, quindi è bene consultarsi con un medico per avere indicazioni su come fronteggiare il sintomo;
- Leucocoria (pupille bianche). Il riflesso bianco nella pupilla indica disturbi che possono riguardare varie parti dell’occhio, come cataratta, distacco della retina e ulcera della cornea. In ogni caso il sintomo deve spingere a rivolgersi subito a un oftalmologo;
- Ptosi (abbassamento di una o entrambe le palpebre);
- Difficoltà nel seguire oggetti in movimento. Può derivare dall’astigmatismo o altre problematiche della vista ma talvolta deriva anche da disturbi del sistema nervoso;
- Difficoltà nell'afferrare oggetti. Questo sintomo indica difficoltà nella percezione della profondità (stereopsi), il che può indicare che uno dei due occhi ha un disturbo.
- Diplopia (visione doppia). A seconda di quando si presenta può essere monoculare (compare quando un solo occhio è aperto) o binoculare (se scompare chiudendo un occhio). Possono derivare dall'astigmatismo o da disturbi più gravi: è un segnale d'allarme se si presenta insieme a dolori oculari, protrusione dell'occhio o sintomi che indicano disturbi neurologici (difficoltà a parlare, vertigini, perdita di equilibrio, debolezza, incontinenza);
- Proptosi o esoftalmo (protrusione dell'occhio). In genere questo sintomo è dovuto alla malattia di Graves (una patologia autoimmune che comporta ipertiroidismo) o a infezioni. In rari casi può però indicare la presenza di emorragie, tumori o altre patologie rare, quindi è importante non sottovalutare il sintomo. Deve spingere quindi a un controllo, in modo urgente se in compresenza con abbassamento della vista, visione doppia, dolori e arrossamenti degli occhi, febbre e mal di testa;
- Gonfiore palpebrale. L'edema in una o entrambe le palpebre può avere molteplici cause, sia legate alla palpebra stessa sia all'occhio. Le cause più comuni sono allergie, infezioni, orzaiolo e calazio (un'infiammazione che comporta l'ingrossamento di una ghiandola sebacea). Deve spingere a rivolgersi a un medico subito quando si presenta insieme a febbre, perdita della vista, visione doppia o proptosi;
- Pupille disuguali, ovvero una risulta evidentemente più dilatata di quella dell'altro occhio. Si tratta di una condizione diffusa nella popolazione: il 20% della popolazione presenta l'anisocoria fisiologica, una condizione normale in cui le pupille sono dilatate in modo diverso. Se però si osserva in modo improvviso può essere sintomo di disturbi oculari o patologie del sistema nervoso, soprattutto se in compresenza con sintomi quali abbassamento delle palpebre, visione doppia, dolore oculare, mal di testa o perdita della vista.
- Riduzione del campo visivo. Il campo visivo è l'area di ambiente circostante che riusciamo a vedere quando fissiamo un punto. Se non riusciamo più a percepire gli oggetti alla nostra estrema destra o alla nostra estrema sinistra è opportuno prenotare quanto prima un appuntamento presso un oftalmologo;
- Improvvisa perdita della vista (parziale o completa che sia). In genere sono dovute a emorragie oppure a ostruzioni dei vasi sanguigni della retina o del nervo ottico; in qualche caso possono indicare patologie quali glaucoma, distacco della retina e infezioni. In ogni caso va trattata come un’emergenza, quindi occorre rivolgersi immediatamente a un medico.
- Il nistagmo è un movimento ritmico degli occhi. In genere indica la presenza di disturbi all’orecchio.
La visita oculistica: come si svolge e come prepararsi

È sempre consigliabile portare con sé le
cartelle degli esami precedenti. Coloro che portano le lenti a contatto dovrebbero indossare degli
occhiali, nel giorno precedente alla visita e nel giorno stesso, se devono sottoporsi a un
esame della cornea. Questa, infatti, viene temporaneamente deformata dalle lenti a contatto. In ogni caso bisogna portare con sé le lenti e/o gli occhiali che si indossano, così che il medico possa valutare se sono idonei o vanno cambiati.
È bene portarsi anche degli
occhiali da sole, nel caso il dottore possa ritenere necessario un esame con
gocce dilatanti. La dilatazione della pupilla, infatti, comporta una maggiore sensibilità alla luce e l’incapacità di mettere a fuoco, sintomi incompatibili con la guida.
Come avviene una visita oculistica? All'inizio della visita del paziente oftalmologico il medico pone delle domande utili alla diagnosi (
anamnesi), in cui si informa sui possibili sintomi di disturbi alla vista e la loro insorgenza, su eventuali
problematiche precedenti legate agli occhi e sulla
familiarità (la presenza di malattie degli occhi nei membri della famiglia). Dopodiché passa all'
esame obiettivo, nel quale esamina l'occhio, la palpebra, la congiuntiva, la cornea e la pupilla.
Durante la visita l’oftalmologo indaga molti parametri relativi alla vista. Innanzitutto valuta l'
acuità visiva da lontano e da vicino. Per quella a distanza impiega una
tabella di misurazione per la vista da lotano (o
tavola di Snellen) posta a
6 metri dal paziente, sulla quale la persona deve riconoscere numeri, lettere o segni di altra natura. Per la visione da vicino utilizza un
cartoncino che il paziente deve leggere a circa
40 centrimetri di distanza dal viso.
L’oculista impiega una
torcia a stilo per esaminare la pupilla, verificando così che reagisca correttamente alla luce. Verifica poi la presenza di difetti di rifrazione come l'astigmatismo grazie al
forame stenopeico, un disco opaco con un buco al centro posto davanti all'occhio del paziente. Il paziente deve poi guardare in 8 diverse direzioni, seguendo un dito o una luce, in modo che l’oculista possa individuare eventuali anomalie nella funzionalità dei muscoli dell'occhio (debolezza, coordinazione e controllo muscolare). L’esame per lo strabismo e l’ambliopia (occhio pigro) è simile: la persona deve fissare un oggetto più o meno lontano mentre gli occhi vengono coperti alternativamente.

Per valutare la
visione dei colori (test del
daltonismo) l’oculista utilizzerà una serie di cartoncini con le
tavole di Ishihara, dei cerchi dove si celano forme o numeri che la persona deve individuare. Anche nel test di
stereopsi (visione della
profondità) vengono impiegati dei cartoncini, ma il paziente indosserà degli occhiali speciali e sulle tavole deve indicare quali disegni gli risultino più lontani o più vicini. Per la valutazione di eventuali patologie della macula (fondo della retina) viene impiegato il
test di Amsler, un cartoncino su cui sono presenti delle griglie di cui il paziente deve valutare la presenza di eventuali anomalie. Il medico, poi, osserva l'occhio e i margini delle palpebre grazie a un
oftalmoscopio portatile (una sorta di torcia con una lente di ingrandimento) per ottenere ulteriori informazioni riguardo a possibili difetti della vista e cercare infiammazioni, corpi estranei e altre anomalie.
Il medico può ritenere necessari anche alcuni esami che richiedono l’uso di
gocce. Un
anestetico locale (in forma di collirio) riduce le sensazioni di bruciore e/o dolore che derivano da alcuni esami che richiedono che venga toccato l’occhio o da sostanze utili per la diagnosi come la
fluoresceina (un colorante usato per individuare abrasioni o ulcere della cornea). È utile anche qualora il medico debba rimuovere corpi estranei da un occhio. Un altro collirio molto utilizzato dagli oftalmologi è quello
midriatico, ovvero quello che dilata le pupille. Esso consente all’oculista di visualizzare bene il fondo dell’occhio durante l’esame del fundus oculi o altri test diagnostici.
L'effetto delle gocce dilatanti si presenta entro mezz'ora dalla somministrazione e scompare dopo qualche ora. In questo periodo di tempo
non è possibile guidare, perché si avrà difficoltà a mettere a fuoco, dunque è consigliato farsi accompagnare alle visite oculistiche. Questi colliri possono scatenare delle reazioni allergiche, ma i medici sapranno valutare la situazione e, in un secondo momento, usare gocce differenti che non comporteranno questi effetti.
Visita oculistica pediatrica
La
visita oculistica ai bimbi è raccomandata alla nascita, intorno ai
3 anni, intorno ai
5 anni e a
11 anni. Se i bambini hanno problemi alla vista possono essere individuati tramite alcuni comportamenti, come il mantenimento degli occhi a fessura, posture scorrette mentre scrivono o guardano degli schermi. Anche la scarsa capacità di concentrazione a scuola può indicare la presenza di disturbi alla vista.
A seconda dell’età del bambino il medico verificherà dei parametri diversi. Nei neonati, i medici valutano la possibile presenza di
malattie congenite e di
strabismo, valutando la coordinazione degli occhi e osservando con una torcia l’interno dei bulbi oculari per individuare anomalie (come l’offuscamento del cristallino). Successivamente l’oculista cercherà
deficit visivi utilizzando gli stessi esami impiegati per gli adulti: la tabella oculistica per la miurazione della vista da lontano, l’oftalmoscopio per osservare all’interno dell’occhio eccetera.
Visita oculistica per la patente
Per guidare è necessario che la vista funzioni correttamente, altrimenti si rischia di incappare in incidenti. L’oftalmologo analizzerà in particolare l’acuità visiva, la percezione dei colori, la sensibilità al contrasto, il periodo di recupero in seguito ad abbagliamento, il campo visivo e la visione al crepuscolo. Tali controlli vanno effettuati quando dev’essere rinnovata la patente, procedura obbligatoria ogni 10 anni fino ai 50 anni di età, ogni 5 anni fra i 50 e i 70 anni, ogni 3 anni fra i 70 e gli 80 anni e ogni 2 anni oltre gli 80 anni d’età.
Visita oculistica gratuita e visite oculistiche online
In molti centri commerciali e online sono disponibili
visite oculistiche gratuite, che includono test come quelli di Snellen (i tabelloni oculistici). Bisogna però considerare che l’
ottico, non essendo un medico, non può prescrivere farmaci e di conseguenza
non può effettuare una serie di esami (come quelli che richiedono l’uso di gocce dilatanti, fondamentali in alcune diagnosi). Ancora più limitati sono i test a cui ci si può sottoporre su internet. Queste soluzioni, quindi, spesso non forniscono delle soluzioni definitive: soltanto un oftalmologo può stabilire con certezza la presenza di alcune patologie e curare i disturbi oculari.
In alcune occasioni particolari anche i medici possono effettuare una visita oculistica gratuita. È per esempio il caso della
campagna nazionale di prevenzione per la Giornata della Vista. L’iniziativa, indirizzata a tutti coloro che non hanno mai effettuato una visita oculistica, prevede ogni anno
visite gratuite dai centri convenzionati in occasione della Giornata Mondiale della Vista (che si tiene il secondo giovedì di ottobre). È partita nel 2018 dalla
SOI (Società Oftalmologica Italiana), dalla
FIV (Fondazione Insieme per la Vista Onlus) e dalla
IAPB (Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità).
Anche durante tutto
ottobre, che è il
mese della prevenzione visiva, e nella settimana del glaucoma (intorno alla seconda settimana di marzo) è possibile effettuare visite gratuite in alcuni centri oculistici. Altre iniziative simili vengono celebrate in altri periodi dell’anno.
Esami della vista completi: cosa aspettarsi
In generale i test oculari
non richiedono alcuna
preparazione,
non sono
invasivi e non comportano
effetti collaterali. Sono sicuri anche per le
donne in gravidanza. Al paziente è richiesto soltanto di portare con sé i referti di precedenti esami e le lenti che ha correntemente in uso. Se deve effettuare un esame della cornea
non dovrà indossare lenti a contatto nelle 48 ore precedenti ai test, in quanto esse deformano temporaneamente la superficie dell’occhio. Un’altro consiglio utile è quello di
farsi accompagnare, perché le gocce dilatanti hanno effetto per diverse ore e impediscono agli occhi di mettere a fuoco, dunque rendono impossibile guidare.
Le visite oculistiche complete possono richiedere i seguenti esami:
- Esame del fondo oculare o del fundus oculi. Detto anche fundoscopia od oftalmoscopia, si tratta di un esame che consente di rilevare numerosi indizi di patologie, come opacità e alterazioni retiniche o vascolari. Può essere effettuato in due modalità. Nell'esame diretto il medico utilizza un oftalmoscopio manuale (una sorta di torcia con una lente di ingrandimento) che consente di ottenere informazioni riguardo a possibili difetti della vista e cercare infiammazioni, corpi estranei e altre anomalie.
In quello indiretto, invece, dapprima instilla una goccia di collirio dilatante nell'occhio, così che la retina non si restringa quando viene investita dalla luce, e poi utilizza una luce montata sul capo e una lente manuale per esaminare il fondo dell'occhio in maggiore dettaglio. È un esame a cui tutti dovrebbero sottoporsi periodicamente, in quanto molto efficace, non invasivo e indolore. Non presenta controindicazioni, a meno che la persona non sia affetta da glaucoma o non sia allergica alle gocce dilatanti: in questi casi il medico provvederà in modo da non arrecare problemi;
- Esame oculare con lampada a fessura (biomicroscopia). Si tratta di un apparecchio dotato di un appoggio per il viso del paziente, un microscopio e una luce. Quest'ultima viene indirizzata nell'occhio da esaminare, consentendo al medico di studiare le strutture esterne all'occhio: congiuntiva e cornea, iride, cristallino, camera anteriore e corpo vitreo;
- Autorefrattometria. Serve a determinare l'errore rifrattivo dell'occhio (miopia, astigmatismo eccetera). Si svolge tramite l'utilizzo dell'ottotipo luminoso (LCD), un macchinario che effettua misurazioni dell'occhio del paziente. Lo strumento possiede un piccolo schermo su cui proietta un'immagine che la persona deve guardare e degli appoggi su cui essa può posizionare il viso;
- Test del campo visivo. Il campo visivo è la porzione di spazio che percepiamo fissando un punto preciso. L'oculista può valutare se si è ridotto in vari modi, tutti indolori, non invasivi e che non richiedono preparazione particolare. In quello classico muoverà le mani intorno alla testa del paziente, che dovrà stare fermo, con un occhio coperto, e comunicare quando riesce a vedere le mani del medico. Negli altri casi il medico usufruirà di schermi che mostreranno al paziente figure o luci all'interno del suo campo visivo;
- Retinoscopia. È un esame alternativo a quello delle tabelle di Snellen, in cui il medico stabilisce quali siano le lenti necessarie per correggere l'ipermetropia o la presbiopia illuminando gli occhi del paziente che guarda un punto fisso;
- Tomografia a coerenza ottica (o OCT, dall’inglese Optical Coherent Tomography). Questo esame è molto utilizzato perché consente di visualizzare e fotografare con un'alta risoluzione le strutture presenti sul fondo dell'occhio, rendendo possibile indagare su molte patologie tra cui degenerazione maculare, glaucoma e anomalie nei vasi sanguigni (nel qual caso si parla di angio-OCT). È simile all'ecografia ma sfrutta la luce anziché le onde sonore. La persona che vi si sottopone deve soltanto appoggiare il viso sul supporto del macchinario e stare ferma con gli occhi aperti mentre fissa un punto. La strumentazione ricava una serie di immagini del fondo oculare, dette tomografie. L’esame è del tutto indolore, innocuo e non invasivo, inoltre non richiede alcuna preparazione particolare ed è molto rapido (dura circa 5 minuti).
- L'elettroretinografia consente di ricavare l'elettroretinogramma (ERG), il tracciato delle risposte bioelettriche della retina agli stimoli visivi. Grazie ad essa il medico valuterà la funzionalità della retina. Per effettuare l'esame, nell'occhio vengono instillate gocce di collirio anestetico e gocce di collirio che dilata le pupille. Sul volto e sull'occhio del paziente vengono appoggiati degli elettrodi, piccoli apparecchi che registrano l'informazione bioelettrica. La persona, poi, dovrà solo stare con l'occhio aperto mentre osserva una luce che lampeggi;
- Ecografia oculare (bulbare e orbitaria). L'ecografia è un esame in cui vengono impiegati degli ultrasuoni per ricostruire al computer le strutture interne dell'organo esaminato. È un test molto utile perché fornisce informazioni utili alla diagnosi in modo veloce, indolore e non invasivo; inoltre è del tutto innocuo. L'ecografia oculare viene effettuata applicando la sonda sull'occhio chiuso ed è efficace nell'individuare molte diverse anomalie. Se unita all'ecodoppler o all'ecolordoppler, tecniche di misurazione che consentono di osservare i flussi sanguigni, è utile anche nell'esame dei vasi dell'occhio;
- La risonanza magnetica (RM) e la TC (Tomografia Computerizzata) vengono utilizzate quando il medico sospetta la presenza di un corpo estraneo all’interno dell’occhio.
La RM consente di visualizzare la struttura interna dell’occhio grazie all'uso di campi magnetici. Non è doloroso ed è sicuro ma non può essere effettuato in presenza di elementimetallici, per cui occorre far presente all'operatore situazioni da cui questi potrebbero derivare, come interventi o incidenti subiti.
Nella TC, invece, il principio utilizzato per indagare le strutture interne dell’occhio è quello dei raggi X. L'emissione di questi è bassa perché richiede pochi minuti, dunque è un esame sicuro;
- Angiografia. Questo esame consente al medico di vedere e fotografare i vasi sanguigni che si trovano sul fondo oculare, in modo da identificare eventuali anomalie. Richiede che alla persona sia iniettato un colorante fluorescente, differente a seconda del tipo di angiografia (ad esempio si hanno la fluoroangiografia e l'angiografia al verde di indocianina). Il colorante potrebbe scatenare una reazione allergica, per cui il medico effettuerà dei controlli preliminari. Per sottoporsi a questo esame occorre essere a digiuno;
- Tonometria. Questo test misura la pressione dei fluidi all'interno dell'occhio, forte indicatore di possibile glaucoma. L'esame può avvenire in due modi: grazie a un getto d’aria, quindi senza contatto (NCT), oppure tramite un tonometro, un apparecchio che deve toccare l'occhio per misurarne la pressione. In quest'ultimo caso è necessaria un'anestesia, effettuata grazie a un collirio, e l'impiego di fluoresceina, un colorante (anch'esso in gocce). Entrambi gli esami risultano essere indolori e durano pochi minuti;
- Pachimetria: il medico misura lo spessore della cornea. L'esame può essere effettuato usando due diversi metodi: con uno strumento di osservazione che non tocca l'occhio (pachimetria ottica) oppure tramite ecografia. In quest'ultimo caso l'occhio viene anestetizzato, tramite gocce, perché la sonda ecografica viene applicata direttamente sulla cornea;
- I potenziali evocati visivi (PEV) sono le variazioni nei segnali elettrici ricevuti dal cervello sulla base delle informazioni ricevute dalla retina. L’esame di questi valori è utile quando il medico sospetta la presenza di patologie a carico del nervo ottico o del sistema nervoso.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
L’oculista (od oftalmologo) è il medico che studia e tratta le patologie a carico dell’apparato visivo. Diversamente da tutte le altre figure professionali coinvolte nella cura della vista (ottico, optometrista, ortottista) può prescrivere trattamenti, impiegare medicinali ed effettuare operazioni chirurgiche.
All'inizio della visita del paziente oftalmologico il medico pone delle domande utili alla diagnosi (anamnesi), in cui si informa sui possibili sintomi di disturbi alla vista e la loro insorgenza, su eventuali problematiche precedenti legate agli occhi e sulla familiarità (la presenza di malattie degli occhi nei membri della famiglia). Dopodiché passa all'esame obiettivo, in cui indaga l'acuità visiva da lontano e da vicino grazie all'uso di tabelle oculistiche che il paziente deve leggere, osserva gli occhi e la pupilla facendo uso di una torcia, fa spostare al paziente lo sguardo in diverse direzioni per indagare la funzionalità dei muscoli oculari e la coordinazione fra i due occhi.
L'esame complessivo dell'occhio include la raccolta dell'anamnesi, l'esame obiettivo, l'esame dell'acuità visiva, l'autorefrattometria, l'esame con lampada a fessura, l'esame del fondo oculare e la tonometria. L'autorefrattometria, in cui la persona osserva una figura mentre un macchinario esamina l'occhio, serve a individuare eventuali problemi di rifrazione (quali miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia). L'esame con lampada a fessura e l'esame del fundus oculi consentono al medico di osservare, grazie all'ausilio di luci e lenti d'ingrandimento, le strutture interne all'occhio. La tonometria, invece, serve a misurare la pressione intraoculare. Per questi ultimi due esami può essere necessario l'uso di colliri che dilatano la pupilla.
Non è necessaria preparazione: occorre soltanto portarsi i precedenti referti e le lenti che si stanno utilizzando. Inoltre non si devono indossare lenti a contatto nelle 48 ore precedenti l'esame, perché deformano temporaneamente la cornea. Bisogna portare con sé le lenti e/o gli occhiali che si indossano, così che il medico possa valutare se sono idonei o vanno cambiati. È bene portare con sé anche degli occhiali da sole, nel caso il dottore possa ritenere necessario un esame con gocce dilatanti: la dilatazione della pupilla comporta temporanea difficoltà nella visione, incompatibile con la guida. È possibile truccarsi ma in modo leggero.
Se non ci si può recare presso il medico è possibile richiedere visite a casa. Non sarà possibile effettuare tutti gli esami, ma lo specialista potrà chiarire ogni dubbio.