Indice
Domande e Risposte
Cosa sono i turbinati?
Per capire cosa siano i
turbinati, dobbiamo partire dall’anatomia del
naso, l’organo di senso di cui fanno parte. Si tratta, infatti, di
strutture interne alla cavità nasale, che svolgono una funzione primaria nel
filtraggio dell’aria che penetra attraverso le narici.
Tutti abbiamo ben presente il nostro naso nella sua forma esterna, perché la vediamo, e tocchiamo, ogni giorno. Ci stiamo riferendo a quella che con termine più precisamente medico si definisce “piramide nasale”, per la sua caratteristica forma a triangolo, con le due narici poste alla base.
Al suo
interno, il nostro naso è però dotato di
aree vuote e di
strutture ossee che ne determinano l’architettura. Al centro, infatti, troviamo il setto nasale, che divide il naso in due porzioni cave, ciascuna delle quali termina con una narice. Bene, l’aria che entra attraverso queste piccole aperture, viene introdotta nelle cavità (fosse nasali) da cui poi arriverà alla gola, attraverso una serie di passaggi.
Per prima cosa, l’aria inalata incontra
le mucose delle narici, le quali
sono “ciliate”, ovvero dotate di peluria, avente lo scopo di trattenere le particelle di polvere e i potenziali agenti patogeni, e di riscaldare l’aria stessa nella prima fase di ingresso alle vie respiratorie. Teniamo conto, infatti, che
l’aria esterna può essere inquinata, satura di sostanze potenzialmente irritanti e di microbi, ma non solo.
Potrebbe essere molto fredda, o troppo secca, o troppo calda e umida. Per questo
il nostro naso la deve filtrare e modificare in modo che arrivi alla giusta temperatura e quanto più “pulita” possibile ai bronchi e ai polmoni. Ed è esattamente la funzione dei nostri turbinati.
Questi - anche detti
conche nasali o cornetti - sono strutture lunghe e strette, un po’ simili, come forma, a dei “salsicciotti”, fatte di una parte ossea, molto sottile, rivestita di soffice e rosea mucosa ben irrorata di sangue e provvista di ghiandole e cilia, che sporgono lateralmente e orizzontalmente rispetto alla parete delle fosse nasali. Di turbinati ne abbiamo
tre per lato, definiti, in base alla posizione:
turbinati inferiori, mediani e superiori.
Svolgono
tre compiti fondamentali, ovvero servono a:
- Riscaldare ulteriormente l’aria inalata;
- Umidificarla;
- Ripulirla da microbi e corpuscoli irritanti quali polvere, smog e pollini, compito esplicato dallo strato di mucosa che riveste le parti ossee dei turbinati.
Come si evince,
il nostro naso è, di fatto,
un fantastico filtro dell’aria, che in più step depura l’aria che inaliamo, la intiepidisce e la umidifica, in modo che arrivi nelle migliori condizioni agli organi della respirazione.
Tutto questo si realizza quando il nostro naso gode perfetta salute e le sue componenti sono in perfette condizioni. Tuttavia,
può accadere che i turbinati, in particolare quelli inferiori,
più vicini alle narici, si ingrossino, gonfiandosi e ostruendo in tal modo
il passaggio dell’aria. Perché mai questo dovrebbe succedere?
Le cause dell'ipertrofia dei turbinati
L’
aumento di volume, l’ingrossamento dei turbinati, viene chiamato
ipertrofia, ed è una condizione che può essere causata da fattori diversi.
Intanto, distinguiamo l’
ipertrofia acuta che in genere è
temporanea, da quella cronica.
Tra le possibili cause:
- Sinusite acuta o cronica;
- Allergie stagionali (rinite allergica);
- Irritazione da agenti chimici, inquinamento atmosferico o polvere;
- Fumo (nei soggetti predisposti aumenta il rischio);
- Eccessivo uso di spray decongestionanti per il naso.
I turbinati inferiori in genere
si ingrossano nei soggetti allergici quando le mucose entrano a
contatto con l’allergene incriminato. Consideriamo, ad esempio, i pollini delle piante in piena fioritura. Questi sono delle particelle rivestite di materiale proteico, in grado di scatenare la
reazione avversa del sistema immunitario che le cataloga come “pericolose”. Pertanto, inizia a produrre degli specifici anticorpi che attaccano l’allergene, ma nel fare questo creano un'infiammazione nell’area che entra in contatto con i pollini, in questo caso le mucose del naso. Come abbiamo visto, anche i turbinati sono rivestiti di mucosa, ed è questa che, gonfiandosi, blocca il passaggio dell’aria provocando una seria congestione.
La
sinusite, invece, è una
infiammazione dei seni paranasali, ovvero delle cavità del massiccio facciale, superiori rispetto ai turbinati e in contiguità con le fosse nasali cui sono unite tramite sottili condotti chiamati osti.
I seni paranasali si trovano più o meno al livello della
radice del naso, e sono fondamentali per la respirazione; inoltre, essendo rivestiti di mucosa, producono anche il muco fisiologico che deve poter passare dal naso alla gola. Quando questa mucosa si infiamma, ad esempio a causa di una infezione (virale, batterica o fungina), o di una allergia respiratoria, però, accade che gli osti di ostruiscono e il passaggio del muco - peraltro più abbondante proprio per via dell’infiammazione - diventa impossibile.
La sinusite pertanto insorge quando il
muco rimane intrappolato nelle cavità e “tappa” il naso, favorendo anche il trasformarsi dell’infezione da virale (se la causa è, ad esempio, un raffreddore), in batterica.
Se all’origine della sinusite vi è un’allergia respiratoria con conseguente rinite allergica,
l’infiammazione può cronicizzarsi.
In tutti questi casi a soffrirne sono anche i turbinati, che ugualmente si infiammano, aumentando di volume e contribuendo a compromettere la capacità respiratoria. Gli
agenti irritanti, quali
composti chimici, ma anche l’
inquinamento atmosferico (le polveri sottili e il particolato sospeso nell’aria), così come tutto ciò che possa entrare nel naso e infiammarlo, sono ugualmente una possibile causa di ipertrofia dei turbinati.
Infine, attenzione anche alla
chirurgia. Interventi al naso, sia estetici che medici (ad esempio per correggere deviazioni del setto nasale), possono alterare l’anatomia o la funzionalità dei turbinati, provocandone l’ipertrofia, mentre la loro rimozione (
turbinectomia) può causare una sindrome altrettanto deleteria che viene definita “del naso vuoto”, ne parleremo più avanti. Vediamo, intanto, come possiamo accorgerci di avere anche noi un problema di turbinati ingrossati.
I sintomi dell'ipertrofia dei turbinati
Il
sintomo principale di una ipertrofia dei turbinati - di tutti, o solo degli inferiori - è la difficoltà a respirare. Abbiamo visto come queste formazioni che sporgono dalle pareti laterali delle due fosse nasali, siano fatte in modo da lasciare tutto lo spazio necessario all’aria per attraversare il naso e arrivare fino alla gola. Quando, però, la mucosa che li riveste si infiamma e aumenta di volume, il “canale” di passaggio si restringe moltissimo, con la conseguenza che ci sembra di non riuscire ad inalare tutta l’aria che ci serve per ossigenarci al meglio. Altri sintomi riconducibili a questa condizione sono, o possono essere:
- Alterazione del senso dell’olfatto;
- Bocca secca (secchezza delle fauci) quando ci si sveglia. Questo accade perché durante la notte, per compensare l’insufficiente apporto di ossigeno per via nasale, si tende a respirare con la bocca aperta;
- Senso di pressione a livello della fronte;
- Dolore all’altezza delle guance e della parte superiore del naso (quando l’ipertrofia ai turbinati si associa a sinusite, a dolere sono anche le aree intorno al bulbo oculare e la mascella);
- Congestione nasale che non si allevia;
- Russamento e naso “rumoroso” (infatti il passaggio dell’aria per il canale ristretto del naso produce dei sibili, un po’ ciò accade quando il vento passa attraverso una strettoia).
- Apnee ostruttive del sonno;
- Talvolta sensazione di avere le orecchie tappate;
- Mal di gola (faringiti), ricorrenti.
- Otiti ricorrenti.
Questa
sintomatologia è in parte sovrapponibile a quella di un
raffreddore,
da cui, però, non si guarisce. E, anche, simile a quella che si può osservare in chi abbia il setto nasale deviato, perché in questo caso il passaggio dell’aria viene ostacolato proprio dal restringimento del canale nasale, e da cui consegue la sensazione di non riuscire a respirare, o di farlo con difficoltà.
Per poter arrivare ad una diagnosi, distinguendo l’ipertrofia del turbinati da altri problemi, è necessario sottoporsi ad accurata
visita otorinolaringoiatrica e ad esami strumentali quali
radiografie e
TC.
Consulta le strutture che effettuano una Radiografia rinofaringea:
Dove effettuare una Radiografia rinofaringea?
Cura, chirurgia e prevenzione dell'ipetrofia dei turbinati
Il trattamento per l’ipertrofia dei turbinati è diverso a seconda della
causa, e può essere risolto solo se si eliminano i fattori che contribuiscono all’infiammazione. Per tale ragione, qualora all’origine dell’ingrossamento delle mucose dei turbinati vi siano delle infezioni, come una sinusite acuta o cronica, andrà per prima cosa curata la patologia d’origine del problema. Una
sinusite batterica, ad esempio, prevede una
terapia antibiotica, ma anche l’ausilio di
farmaci antinfiammatori e decongestionanti.
Se, invece, la causa dell’ipertrofia dei turbinati è un’
allergia, occorre evitare di entrare in contatto con gli allergeni che provocano la reazione infiammatoria, laddove possibile, e assumere farmaci antistaminici ed eventualmente cortisonici.
Esistono anche
sinusiti di natura micotica, ovvero causate da funghi (miceti), per contrastare le quali si assumono medicinali specifici chiamati antimicotici. Questo, per quanto riguarda le cure a base di farmaci.
Ci sono però anche
comportamenti e rimedi naturali efficaci nel ridurre l’infiammazione, liberare il naso e migliorare la qualità e la portata delle inspirazioni.
Vediamo i consigli in questo caso:
- Soffiare il naso una narice per volta. Utile in caso di ipertrofia dei turbinati da sinusite e rinite allergica, perché causa minore pressione sulle orecchie (prevenendo, quindi, il passaggio dei microbi infettivi verso i seni paranasali);
- Effettuare dei suffumigi con vapori caldi e magari poche gocce di un olio essenziale balsamico che non crei irritazione, per decongestionare il naso e fluidificare l’eventuale muco intrappolato. In alternativa, possiamo ricorrere al classico asciugamano caldo e umido da stendere sul naso;
- Fare sport, perché l’attività fisica migliora l’irrorazione di sangue al viso e nel naso, e perché la produzione di adrenalina che si verifica quando facciamo moto, ha un effetto decongestionante naturale;
- Pulire il naso frequentemente con soluzione saline o fisiologica;
- Ricorrere alle cure termali. Un soggiorno presso uno stabilimento termale che sia specializzato nel trattamento delle patologie respiratorie può senza dubbio contribuire ad alleviare i disturbi correlati ad allergie e sinusiti, e quindi anche riportare i turbinati alle “dimensioni” normali;
- Attenzione massima, poi, in caso di allergie, ovvero qualora l’ingrossamento dei turbinati sia dovuto a questo problema, perché purtroppo l’ipertrofia tende a cronicizzarsi. Per prevenire l’infiammazione delle mucose e “sanificare” gli ambienti domestici dagli allergeni occorre:
- Eliminare o ridurre al minimo indispensabile tutti gli accessori e gli oggetti che accumulano polvere, come cuscini, tappeti, peluche, ninnoli, tendaggi pesanti eccetera;
- Pulire spesso casa, spolverare i libri e passare l’aspirapolvere più spesso che si può, anche su divani, poltrone e pouf;
- Dotare di filtri anti polline gli impianti dell’aria condizionata/pompe di calore;
- Dotarsi di filtri HEPA per gli ambienti domestici. Sono purificatori dell’aria ed eliminano quelle particelle che sono potenzialmente irritanti o allergizzanti.
- Dotarsi di un umidificatore indoor. La percentuale di umidità dell’aria ottimale è pari al 50%, se diventa troppo secca è dannosa per le mucose nasali, che tendono a congestionarsi;
- Non fumare in casa;
- Eliminare scrupolosamente le muffe che possono annidarsi nelle pareti, specialmente degli ambienti più umidi quali scantinati, cucine e bagni;
- Dotarsi di biancheria per la camera da letto (inclusi piumini copripiumini, guanciali e copri guanciali), anti acaro.
Per il trattamento dei casi più resistenti e gravi di ipertrofia dei turbinati, si può ricorrere alla
chirurgia. Uno degli interventi più efficaci è la
riduzione del turbinati con la tecnica a radiofrequenza. Vediamo in cosa consiste. Si tratta di un’operazione molto semplice, che si effettua sui
turbinati inferiori (come abbiamo visto sono anche quelli più a rischio di ipertrofia), in modalità
ambulatoriale e sotto
anestesia locale.
Per eseguire l’intervento, che dura una decina di minuti, si introduce nel naso una sorta di sottile ago (detto
micromanipolo), collegato con il macchinario a radiofrequenza, che trasmette ai turbinati le onde elettromagnetiche le quali generano una sorta di “danno” controllato alle
mucose ingrossate. Di fatto,
le “grattano” via.
Nel successivo processo di guarigione, le mucose torneranno alle loro condizioni normali. L’intervento in sé non è doloroso e risulta solo minimamente invasivo, ma sono molto importanti le fasi successive. Infatti è possibile che il paziente - nell’arco delle tre settimane successive - si ritrovi il naso pieno di croste, che fanno parte del normale iter di cicatrizzazione e rigenerazione dei tessuti interni. Durante questo periodo post operatorio, è necessario
curare con scrupolo l’igiene del naso, attraverso frequenti
lavaggi con soluzioni saline, ed
evitare sforzi fisici. In qualche caso, è possibile che i turbinati possano ingrossarsi nuovamente, ed è necessario ripetere l’intervento.
Discorso a parte, infine, per gli interventi di
rinoplastica che comportino la
parziale o totale escissione dei turbinati (turbinectomia). Ne parliamo nel paragrafo successivo.
La rinoplastica e la sindrome del naso vuoto
Abbiamo visto come l’ingrossamento dei turbinati possa
causare molteplici disturbi e certamente
ostacolare la respirazione, il che si ripercuote negativamente sulla salute generale. Andare in
deficit di ossigenazione, infatti, è una delle condizioni più dannose per il corpo umano che esistano. Detto questo, dobbiamo anche fare molta attenzione al problema opposto, ovvero alle conseguenze di interventi di rinoplastica che vadano a modificare l’anatomia dei “cornetti”. Si potrebbe infatti verificare una conseguenza piuttosto seria, chiamata
“sindrome del naso vuoto” (
ENS-empty Nose Syndrome). Si tratta di una
condizione cronica, derivante dall’
asportazione della mucosa dei turbinati, che può diventare estremamente invalidante, manifestandosi con sintomi variegati quali:
- Sensazione di avere il naso ostruito o di non riuscire ad inspirare bene, persino di soffocare;
- Sensazione che l’aria inspirata sia troppo calda o troppo fredda;
- Facilità al sanguinamento nasale a causa della rottura dei piccoli capillari (epistassi nasale);
- Cefalea;
- Capogiri e sensazione di avere la “testa leggera”;
- Insufficiente produzione di muco con la conseguenza che il naso diventa secco e si formano croste all’interno delle narici;
- Disturbi del sonno;
- Riduzione o perdita del senso dell’olfatto.
Queste alterazioni della funzionalità nasale, che peraltro sono anche collegate a una maggiore vulnerabilità alle infezioni delle vie respiratorie, sono spesso associate a un tipo di intervento al naso che si chiama
turbinectomia, ovvero rimozione o rimodellamento dei turbinati. Perché e quando si dovrebbe effettuare questo tipo di operazione chirurgica? In genere, come extrema ratio, proprio in chi soffra di ipertrofia dei turbinati cronica, o in chi abbia un problema di deviazione del setto nasale tanto pronunciata da richiedere una rinoplastica.
Attenzione,
spesso anche solo a fini estetici si va a intervenire sulle fosse nasali e sulla loro anatomia. Il problema che ne deriva, dipende dal fatto che i turbinati sono necessari per il corretto funzionamento del nostro naso, per la respirazione, e per fungere da barriera contro agenti patogeni e sostanze irritanti presenti nell’aria.
Rappresentano un
filtro, grazie alla loro
mucosa ciliata e alle
ghiandoline presenti che concorrono anche alla produzione del muco, una sostanza che ha lo scopo di “intrappolare” i germi e permetterne l’eliminazione. Di fatto, alterando l’architettura interna del naso, se ne va a compromettere anche la funzionalità.
Infine, andare a
modificare i turbinati o a rimuoverli quando ingrossati
può avere delle conseguenze persino a livello nervoso, andando ad interferire con la
capacità olfattiva. Per questa ragione è molto importante che prima di decidere per un intervento di questo tipo,
il paziente venga opportunamente informato sulle conseguenze che una turbinectomia può provocare, perché la
LENS è una condizione cronica,
permanente. Si rischierebbe, quindi, di passare dalla padella… alla brace!
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Come si cura l’ipertrofia del turbinati?
Si tratta di una condizione per lo più collegata ad altre patologie o anomalie nasali, e pertanto una cura risolutiva dovrebbe mirare a risolvere il problema all’origine, se possibile, o per lo meno ad alleviarlo.
Turbinati eccessivamente sviluppati, infatti, creano grossi problemi di respirazione. Tra le opzioni terapeutiche disponibili si annoverano, a seconda della patologia primaria (ad esempio un’allergia respiratoria, un’irritazione occasionale o una sinusite acuta o cronica):
- Uso di spray nasali a base di farmaci cortisonici;
- Uso di spray antistaminici;
- Irrigazioni nasali con soluzioni saline o con acque termali;
- Aerosol con vapori balsamici decongestionanti
- Antinfiammatori o decongestionanti nasali da assumersi per via orale;
- Antibiotici (nel caso delle sinusiti batteriche).
L'ipertrofia dei turbinati è pericolosa?
Dipende dalla gravità del problema. Quando i turbinati, che sono strutture ossee rivestite di mucosa vascolarizzata posti lungo le pareti delle fosse nasali si ingrossano eccessivamente, possono ostruire il passaggio dell’aria dalle narici verso la gola, e, di fatto rendere molto difficoltosa la respirazione. Una delle conseguenze più pericolose di questa condizione è pertanto l’insorgenza delle apnee ostruttive del sonno, che possono portare chi ne soffre ad avere delle interruzioni anche prolungate del respiro durante la notte. In generale, respirare male, a fatica, genera sempre dei problemi di ossigenazione, specialmente a livello cerebrale, con ripercussioni anche sulle capacità di concentrazione e sulla vigilanza. Altre possibili conseguenze meno nocive ma comunque invalidanti possono essere una maggiore vulnerabilità alle infezioni delle prime vie respiratorie e delle orecchie, e una facilità all’epistassi (emorragie nasali). Pertanto, l’ipertrofia dei turbinati è senza dubbio una condizione che non va sottovalutata ma, al contrario trattata con tempestività specialmente quando vada a compromettere la capacità respiratoria.
L'ipertrofia dei turbinati può guarire da sola?
I problemi ai turbinati sono piuttosto comuni. Accade a tante persone di ritrovarseli “ingrossati” a seguito di raffreddori, sindromi allergiche, o semplice irritazione (ad esempio dopo l’esposizione a smog o sostanze chimiche aggressive). Spesso questa ipertrofia è solo momentanea, una volta che l’infiammazione o l’irritazione siano passate, le mucose che rivestono i turbinati (detti anche conche nasali), si sgonfiano e tornano alle loro dimensioni normali, ripristinando la funzionalità respiratoria ottimale. Non sempre, però, i sintomi regrediscono da soli. Talvolta c’è bisogno di prendere dei provvedimenti farmacologici per curare l’infezione o l’allergia che sono all’origine dell’infiammazione, come spray antistaminici, o antibiotici in caso di sinusite batterica. Ma… a volte, quando la condizione di infiammazione diventa cronica (accade in certe forme di allergia, o quando la sinusite si cronicizza), l’ipertrofia dei turbinati diventa permanente, alterando l’anatomia interna del naso e la sua funzionalità. In questi casi, occorre rivolgersi ad/a esperto/a in otorinolaringoiatria e valutare le eventuali e possibili terapie.
Cos'è la chirurgia dei turbinati?
Esiste una tecnica mininvasiva che consente di ridurre chirurgicamente l’ingrossamento delle mucose dei turbinati. Si utilizza la tecnica a radiofrequenza e uno strumento simile ad un ago, che introdotto nelle fosse nasali va a “vaporizzare” le mucose rigonfie in modo che il successivo processo di rigenerazione comporti un ridimensionamento delle stesse e permetta all’aria di passare agevolmente dalle narici verso la gola. Questo intervento si effettua in anestesia locale, ambulatorialmente, e dura non più di una decina di minuti. In alcuni casi - dopo un certo periodo - l’ipertrofia si ripresenta ed è necessario ripetere l’operazione. Intervento ben più invasivo e radicale è invece la turbinectomia, che si esegue in genere nelle rinoplastiche in cui si debba intervenire anche sulla deviazione del setto nasale. Si tratta di un’operazione demolitiva che può ripercuotersi negativamente sulla funzionalità nasale determinando una condizione cronica invalidante nota come “sindrome del naso vuoto”.
Cosa provoca l'ipertrofia dei turbinati?
L’ingrossamento acuto o cronico delle mucose che rivestono i turbinati può avere diverse cause, tra le più comuni si annoverano:
- Allergie respiratorie (rinite allergica);
- Irritazioni nasali da agenti irritanti (smog, sostanze chimiche volatili, polvere e particelle di vario tipo);
- Sinusiti acute o croniche;
- Disfunzioni nasali causate da traumi o da deviazioni del setto nasale.