Frattura del collo del femore: sintomi, diagnosi e trattamento. Dove è meglio curarsi? Dati PNE

Frattura del collo del femore: sintomi, diagnosi e trattamento. Dove è meglio curarsi? Dati PNE

Indice

Domande e risposte

Micuro ti aiuta a trovare le strutture migliori per Frattura del Collo del Femore

Di seguito i dati sulle migliori strutture ospedaliere per frattura del collo del femore. La valutazione di queste strutture si basa sui dati del Programma Nazionale Esiti (dati del 2023, riferiti al 2022), resi pubblici per conto del Ministero della Salute. Micuro analizza e sintetizza questi dati per stilare classifiche che ti aiuteranno a individuare la struttura più adatta alle tue esigenze

Come ha spiegato la Prof.ssa Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e responsabile del Comitato Scientifico di Micuro: “È stato dimostrato in letteratura che all’aumentare della tempestività e del numero di interventi di frattura del collo del femore eseguiti da una struttura sanitaria aumenta la sopravvivenza, si riduce l’insorgenza di complicanze post-operatorie, si riduce la durata del dolore e migliora il recupero degli esiti funzionali. Perciò, è importante scegliere le strutture che raggiungono le soglie minime fissate dal Ministero della Salute (DM 70) di 75 interventi/anno, al di sotto delle quali il rischio di esiti negativi aumenta notevolmente. Oltre al numero totale di interventi eseguiti in un anno è fondamentale considerare anche l’appropriatezza delle cure e, dunque, la percentuale di pazienti che esegue l’intervento chirurgico entro 48 ore dall'accesso in ospedale che dovrebbe essere superiore al 60%.


Classifica nazionale: le 5 strutture che nel 2022 in Italia hanno effettuato un maggior numero di interventi chirurgici per frattura del collo del femore

  1. Ospedale Maggiore C.A. Pizzardi di Bologna - AUSL Bologna (n° interventi: 715, % interventi entro 48h dall’accesso: 27,77%)
  2. Azienda Ospedaliera di Padova  (n° interventi: 657, % interventi entro 48h dall’accesso: 65,66%)
  3. IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio di Milano - Gruppo San Donato (n° interventi: 653, % interventi entro 48h dall’accesso: 69,4%)
  4. Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze (n° interventi: 634, % interventi entro 48h dall’accesso: 45,58%)
  5. Azienda Ospedaliera di Perugia (n° interventi: 608, % interventi entro 48h dall’accesso: 35,78%)


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Introduzione: frattura del collo del femore

La frattura del collo del femore è una lesione grave, specialmente se colpisce in età avanzata. In questa eventualità può determinare un cambiamento organico importante che può condurre anche al decesso: l'immobilità per periodi prolungati, infatti, può scatenare la cosiddetta “sindrome d'allettamento”, l'aggravarsi cioè di patologie preesistenti precedentemente ben compensate. Per scongiurare ciò è fondamentale, se le condizioni del paziente lo permettono, intervenire chirurgicamente in maniera tempestiva e garantire poi un'adeguata riabilitazione

Frattura del collo del femore: sintomi

Possibili segnali della frattura del collo del femore sono:
  • Dolore acuto;
  • Incapacità di muoversi subito dopo un'eventuale caduta;
  • Comparsa di gonfiore;
  • Presenza di ematomi e tumefazioni;
  • Impossibilità di stare in piedi e di scaricare il peso sul lato dell'anca lesionata;
  • Limitazione dei movimenti, che provocano dolore all'anca, in particolare la rotazione interna della gamba interessata;
  • Deformazione e accorciamento della gamba interessata.

Chi è più a rischio

La frattura del collo del femore - parte del femore che unisce l'osso principale della gamba all'anca -, può verificarsi a qualunque età, ma capita più di frequente dopo i 65 anni. Nei giovani, è spesso legata a traumi sportivi o a incidenti stradali. Negli anziani, invece, è in genere associata a cadute accidentali, favorite dal minore equilibrio e dal deterioramento organico dovuti all'età, ma anche dalla presenza di osteoporosi, una malattia sistemica caratterizzata da una diminuzione della massa scheletrica e da fragilità ossea. Questa patologia è più diffusa nella popolazione femminile (ne soffre 1 donna su 3 contro 1 uomo su 5). Le donne in menopausa, più in generale, soffrono di un più rapido indebolimento delle ossa, associato a un maggior rischio di frattura. Tra gli altri fattori di rischio vanno citati: le comorbilità (alcune malattie, come il diabete, possono ridurre la robustezza dell'osso), la sedentarietà, l'abitudine al fumo, il consumo eccessivo di alcol, l'utilizzo di farmaci a base di cortisone e un'alimentazione povera di calcio e vitamina D.

Quale prevenzione è possibile

Per prevenire la frattura del collo del femore in giovane età, è importante proteggere le articolazioni durante la pratica sportiva. Meglio evitare, inoltre, di sottoporle a movimenti ripetuti e usuranti.
In età avanzata, per scongiurare il rischio di cadute (spesso alla base delle fratture del collo del femore), è fondamentale adottare alcuni accorgimenti: in casa, meglio rimuovere i tappeti su cui è facile inciampare, illuminare bene i locali e indossare calzature con suole antiscivolo. Fuori casa, è bene prestare attenzione a dove si cammina evitando superfici scivolose e sconnesse. 
Per contrastare l'osteoporosi, altra causa alla base delle fratture, sono fondamentali una vita attiva e un'alimentazione che assicuri un adeguato apporto di calcio e vitamina D. È importante anche evitare il fumo, un consumo esagerato di alcol e una perdita eccessiva di peso

Come arrivare alla diagnosi

In caso di sospetto di frattura del collo del femore, è sempre necessario sottoporsi a una radiografia. Se permangono dei dubbi, possono essere richiesti inoltre una Risonanza Magnetica e una TC.

Immagine che rappresenta una frattura del collo del femore di un essere umano adulto

Trattamento

A meno di controindicazioni assolute dovute alle condizioni di salute del paziente, il trattamento delle fratture del collo del femore è in genere chirurgico. Obiettivo dell'intervento è arrivare a una ripresa precoce del paziente così da scongiurare l'insorgenza di complicazioni legate alla mancanza di autonomia e a un lungo allettamento (tra cui piaghe da decubito, infezioni delle vie urinarie e trombosi venosa).

Il tipo di intervento dipende dalla localizzazione della frattura: se è lontana dall'articolazione, si procede con un trattamento di osteosintesi, mirato all'unione dei frammenti ossei con mezzi metallici, come chiodi e placche. Se è vicina all'articolazione, si procede generalmente alla sua sostituzione con una protesi totale d'anca o con un'endoprotesi (che prevede la sostituzione della sola componente femorale).

Riabilitazione

Per una ripresa ottimale è fondamentale seguire adeguati protocolli di riabilitazione post-intervento: questa viene in genere iniziata nell'ospedale in cui viene eseguita l'operazione e proseguita in un centro riabilitativo di lunga degenza.

Trend dei ricoveri per frattura del collo del femore 

Secondo quanto riporta il PNE 2023, in epoca pre-pandemica (nel quinquennio 2015-2019) si era assistito a un progressivo aumento del volume di ricoveri chirurgici per frattura di femore (pari a un +5%). Nel 2020, anno dello scoppio della pandemia da Covid-19, si è invece registrata una contrazione delle ospedalizzazioni (-7,6% rispetto all’atteso) dovuta probabilmente al minor numero di traumatismi associati alla limitata mobilità durante il lockdown. Nel 2021 si è osservato al contrario un parziale riavvicinamento al trend prepandemico (-6,0%), proseguito nel 2022 con un lieve aumento dei ricoveri (circa 3.800 in più rispetto all’anno precedente) e un disallineamento rispetto all’atteso pari a -3,1% (pari a circa 3 mila ricoveri in meno). 

Volume annuale di interventi chirurgici

Il volume annuale di interventi chirurgici è uno dei parametri in grado di incidere maggiormente sugli esiti delle cure. Gli ospedali che effettuano un maggior numero di operazioni per frattura del collo del femore, infatti, in base alle evidenze scientifiche, sono quelli che vantano risultati migliori in termini di sopravvivenza a lungo termine. Per questo motivo, il DM 70/2015 fissa un valore minimo di 75 operazioni annue che le strutture sono tenute a rispettare. Ebbene, in base a quanto riporta il PNE 2023, nel 2022 le strutture italiane in linea con questa soglia sono 418 (pari al 61% del totale): un dato in lieve miglioramento rispetto al biennio precedente. Queste strutture coprono il 96% dell’attività chirurgica complessiva rispetto al 95% del 2021 (e al 96% del 2019). Restano 173 strutture (pari al 25% del totale) caratterizzate da volumi di attività particolarmente bassi (pari allo 0,6% della casistica totale).

Tempestività dell'intervento nei pazienti anziani

Il timing degli interventi è un altro parametro in grado di influenzare gli esiti delle cure. Gli studi dicono che prima s’interviene e più si riducono le possibili complicanze. Sul versante delle performance ospedaliere, spiegano gli autori del PNE 2023, l’indicatore maggiormente utilizzato per valutare la qualità del processo assistenziale  è la proporzione di pazienti anziani con frattura di femore avviati tempestivamente al trattamento chirurgico. La raccomandazione è di ricorrere all’intervento nel più breve tempo possibile (entro 48 ore dall’accesso in ospedale), dopo rapida stabilizzazione di eventuali patologie concomitanti in fase acuta, dato che un prolungamento dei tempi di attesa preoperatoria determina aumenti significativi della degenza ospedaliera, della morbosità e della mortalità. L'indicazione del DM 70/2015, al riguardo, è di operare almeno il 60% di pazienti con un'età pari o superiore ai 65 anni entro 48 ore.

Ebbene, nel 2022 la proporzione di pazienti anziani operati tempestivamente risulta in lieve aumento rispetto all’anno precedente (il valore mediano è pari al 53% contro il 48% del 2021). 

Per quanto riguarda la variabilità inter e intra-regionale, nel 2022 la distribuzione delle strutture si colloca quasi ovunque ampiamente al di sotto dello standard del 60% indicato dal DM 70/2015. Solo in cinque Regioni e Province Autonome si sono registrati valori mediani superiori alla soglia: Veneto, Marche, Emilia Romagna, Trento e Bolzano. 
 
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Quali sono i possibili sintomi della frattura del collo del femore?

Possibili segnali della frattura del collo del femore sono dolore acuto, incapacità di muoversi subito dopo un'eventuale caduta, comparsa di gonfiore, presenza di ematomi e tumefazioni, impossibilità di stare in piedi e di scaricare il peso sul lato dell'anca lesionata, limitazione dei movimenti, che provocano dolore all'anca, in particolare la rotazione interna della gamba interessata e deformazione e accorciamento della gamba interessata.

Quali sono i fattori di rischio della frattura del collo del femore?

Fattori di rischio della frattura del collo del femore sono un'età avanzata (generalmente associata a minore equilibrio e deterioramento organico che aumentano il rischio di cadute), la presenza di osteoporosi (malattia sistemica caratterizzata da una diminuzione della massa scheletrica e da fragilità ossea), il sopraggiungere della menopausa (le donne in menopausa soffrono in genere di un più rapido indebolimento delle ossa), inoltre le comorbilità (alcune malattie, come il diabete, possono ridurre la robustezza dell'osso), la sedentarietà, l'abitudine al fumo, il consumo eccessivo di alcol, l'utilizzo di farmaci a base di cortisone e un'alimetazione povera di calcio e vitamina D.

Come prevenire le fratture del collo del femore?

In giovane età occorre proteggere le articolazioni durante la pratica sportiva ed evitare di sottoporle a movimenti ripetuti e usuranti. In età avanzata è fondamentale adottare alcuni accorgimenti per scongiurare il rischio di cadute: in casa, rimuovere i tappeti su cui è facile inciampare, illuminare bene i locali e indossare calzature con suole antiscivolo. Fuori casa, prestare attenzione a dove si cammina evitando superfici scivolose e sconnesse. 
Per contrastare l'osteoporosi, spesso alla base delle fratture del collo del femore, sono fondamentali invece una vita attiva e un'alimentazione che assicuri un adeguato apporto di calcio e vitamina D. Vanno evitati, inoltre, il fumo, un consumo esagerato di alcol e una perdita eccessiva di peso. 

Come si arriva alla diagnosi di frattura del collo del femore?

Per arrivare alla diagnosi è sempre necessaria una radiografia. Se restano dei dubbi, inoltre, può essere utile sottoporsi a Risonanza Magnetica e TC.

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