Esami del sangue per il fegato: quali fare e quando preoccuparsi

Esami del sangue per il fegato: quali fare e quando preoccuparsi

Indice

Domande e risposte

Dove è il fegato e a che cosa serve

Il fegato è la ghiandola più grande del nostro corpo, è situata nell’addome e appartiene all’apparato digerente. Si trova alla nostra destra (la stessa dell’appendice, per ricordarselo) nella parte alta della cavità addominale, sotto il diaframma e accanto allo stomaco. La sua forma è ovoidale ed è lungo nell’adulto circa 25 cm. Trattandosi di una ghiandola, il compito delle sue cellule (cellule epatiche) è produrre sostanze, come la bile, che serve per digerire i grassi e le vitamine liposolubili, cioè che si sciolgono nei grassi (vitamine A, D, E, K), e quindi alla sintesi del colesterolo e dei trigliceridi. Il fegato funzionante è necessario per un corretto metabolismo delle proteine e per gestire gli zuccheri, e funge da magazzino per sostanze importanti come il glicogeno, le vitamina B12, e il ferro.

Il fegato è un importante “detox” per il nostro organismo, provvedendo alla disintossicazione dalle sostanze di scarto. Un esempio: l’ammoniaca, che deriva dal metabolismo delle proteine, che è tossica per il nostro organismo, viene trasformata in urea, che attraverso il sangue viene filtrata dai reni, i quali a loro volta producono lo scarto finale: l’urina.

Quali sono gli esami per il fegato e quando farli

Gli esami per valutare la salute del fegato sono di due tipi: 

  • Analisi del sangue (esami ematici). Misurano la quantità delle sostanze che vengono prodotte dal fegato per capire se vi sono danni di funzionalità, e permettono di individuare eventualmente le cause della malattia del fegato, se presente. Capire cioè se la malattia ha origine metabolica, virale, autoimmune. Ha senso fare analisi del sangue di controllo su alcuni valori base, e analisi specifiche solo in presenza di un questito diagnostico, cioè di un dubbio da parte del medico rispetto alla presenza di una malattia epatica a seguito di sintomi;
  • Esami strumentali (ecografie, TAC…) che permettono di “guardare” l’organo per individuare eventuali danni o lesioni e capire l’origine di sintomi presentati dal paziente. L’esame strumentale di primo livello è l’ecografia dell’addome che misura le dimensioni del fegato, i margini, i lobi e lo stato di salute dei vasi sanguigni e delle vie biliari, la colecisti e la milza. 

In caso di dubbio di fibrosi epatica, esiste un altro strumento chiamato Fibroscan che misura la stiffness (ovvero la durezza del fegato) per definire la severità della fibrosi.

Quando i valori del fegato devono preoccupare

È possibile tenere sotto controllo il nostro fegato già nelle analisi del sangue, per misurare la quantità delle sostanze che devono essere prodotte dal fegato. Normalmente le analisi del sangue di routine, cioè non richieste dal medico per indagare dei sintomi specifici, non includono gli esami specifici sottostanti, ma solo i valori riguardanti il metabolismo di zuccheri e grassi come la glicemia Hb glicata, colesterolo, HDL, LDL, e i trigliceridi.

I parametri più specifici che riguardano il fegato e che possono essere misurati con le analisi del sangue sono:

  • La transaminasi ALT o GPT è l’alanina transaminasi, un enzima presente negli epatociti che non deve trovarsi nel sangue. Alti valori di questo enzima nel sangue suggeriscono la presenza di malattia epatica come l’epatite, dove le cellule epatiche sono danneggiate. Valori normali sono inferiori a 35 U/l per le donne e inferiori a 40 U/l per gli uomini. Valori molto superiori a questi possono segnalare disturbi a ossa, cuore o muscoli, ma soprattutto malattie e disfunzioni del fegato. Di norma il dosaggio della transaminasi ALT si effettua in coppia con quello delle transaminasi AST (GOT), perché quando vi è un danno a livello epatico in genere i valori dell’ALT risultano più elevati delle GOT;
  • La transaminasi AST o GOT, è l'aspartato transaminasi, un altro enzima, che se presente nel sangue oltre una certa quantità suggerisce la presenza di malattia ai tessuti epatici ma anche nei tessuti cardiaci. Valori normali sono inferiori a 35 U/l per le donne e inferiori a 40 U/l per gli uomini. È necessario che il medico confronti questi valori con quelli di ALT per poter capire se davvero si tratta di danno epatico e non ad altri tessuti. Sia nelle Alt che nelle AST i valori sono da considerarsi davvero preoccupanti se superano di dieci volte i valori di riferimento;
  • Gamma Glutamil Trasferasi GGT e Gamma GT. È un enzima necessario alla funzione di detox che deve svolgere il fegato. Alti valori di questo enzima indicano la possibilità di problemi di funzionalità epatica, solitamente in seguito all’abuso di alcol. I valori di riferimento da considerarsi normali variano da laboratorio a laboratorio, a seconda dello strumento utilizzato. Una Gamma GT alta suggerisce la possibilità di un danno al fegato o alle vie biliari dovuto all’alcolismo oppure all’uso di certi farmaci che alzano il valore. Una GGT o Gamma GT bassa invece non deve far preoccupare;
  • Bilirubina diretta e indiretta (proveniente dalla milza. La bilirubina è un prodotto di scarto dalla sintesi della proteina chiamata emoglobina. Alti livelli nel sangue possono significare una cattiva capacità da parte del fegato di smaltire questa sostanza. L’eccesso di bilirubina è quello che conferisce alla pelle il colore giallastro che chiamiamo ittero. Per quanto riguarda i valori normali di bilirubina, la bilirubina diretta o coniugata, dovrebbe essere presente in quantità inferiori a 0,3 mg/dl. I valori di bilirubina totale (diretta o indiretta) dovrebbero essere nell’intervallo da 0,10 a 1,30 mg/dl. Livelli inferiori alla norma non rappresentano un problema medico, mentre valori molto sopra la media possono indicare disturbi a livello epatico;
  • Albumina. È una proteina presente nel plasma che viene prodotta dal fegato, necessaria per trasportare nel sangue gli ormoni gli  acidi grassi. Se il fegato non funziona bene, come nel caso di cirrosi epatica, potrebbe produrre troppa poca albumina nel plasma.  I valori di riferimento per l’albumina sono compresi fra 3,5 e 5,5 grammi per 100 millilitri (35-55 g/Litro). Problemi al fegato provocano un abbassamento dei valori dell’albumina;
  • Lattato deidrogenasi (LDH). È un enzima che si trova sia nel fegato che nel miocardio e nei muscoli, importante nella produzione di energia della cellula. Alcune malattie del fegato possono alterare i valori di latticodeidrogenasi;
  • ALP. Un enzima che troviamo sia nel fegato che in altri organi e tessuti, in particolare nello scheletro (ma anche in ghiandole salivari e ghiandole mammarie), pertanto il suo dosaggio ematico tiene conto di questa differenziazione. In condizioni di salute le concentrazioni di fosfatasi alcalina di origine epatica e di origine ossea sono più o meno sovrapponibili, e sono, per uomini e donne, da 50 a 150 U/L in media (unità per litro di sangue). Valori superiori alla norma segnalano (o possono segnalare) disturbi epatici tra cui calcoli delle vie biliari, cirrosi epatica e danni al fegato dovuti ad un eccessivo consumo di alcool, epatiti croniche e virali;
  • Fosfatasi alcalina. L’AlPh è un enzima presente in vari tessuti del corpoinclusi i dotti biliari. Se alta può indicate un blocco dei dotti biliari, ma il valore va considerato accanto agli altri esami di funzionalità epatica, come bilirubina e transaminasi (AST e ALT). Valori che indicano la presenza di infezione virale (HBV, HCV,HAV, EBV; Toxoplasma, CMV), cioè Anticorpi specifici per l'epatite A, l'epatite B, l'epatite D e l'epatite E. Valori che indicano la presenza di patologia autoimmune (celiachia, ANA, AMA, ANCA, ASMA, LKM);
  • Fattori della coagulazione come il tempo di protrombina e il tempo di tromboplastina parziale. Uno dei compiti del fegato è anche quello di produrre le proteine che promuovono la coagulazione del sangue. Tra queste vi è la protrombina (PT), anche definita fattore II di coagulazione. L’esame del tempo di protrombina (o tempo di Quick) infatti serve a misurare il tempo necessario al sangue per formare un coagulo, che rappresenta – in condizioni normali di salute – la naturale reazione dell’organismo a un'emorragia, ad esempio a seguito di una lesione con perdita di sangue. valori troppo elevati, indice di una coagulazione lenta e di un maggior rischio di emorragia, si registrano anche in chi soffre di disturbi epatici tra cui tumori, cirrosi, epatiti e ostruzione biliare. Valori inferiori alla norma, che quindi segnalano il rischio di trombosi (formazione di coaguli nel sangue che possono portare a ostruzione dei vasi e in particolare delle arterie che raggiungono cuore e cervello). 

Cosa fare per mantenere il fegato sano

Una straordinaria capacità del fegato è quella di autorigenerarsi, anche in un organismo adulto, ad esempio dopo un intervento chirurgico in cui una sua parte sia stata asportata.
Questa caratteristica permette anche a un organo rallentato o (in parte), danneggiato, di riprendersi con le opportune stimolazioni e terapie. In generale adottare buone abitudini quali seguire una dieta sana, bere poco alcool e non fumare, oltre a svolgere attività fisica per mantenere veloce il metabolismo, sono in grado di rimettere in sesto anche un fegato in difficoltà.
L’importante è capire quando (e quanto) si è a rischio, e l’unico strumento che possediamo per farlo è sottoporci agli esami del sangue per la funzionalità epatica di quando in quando, anche solo quelli di routine. Ma noi approfondiremo il discorso analizzando tutti i test ematici utili a capire se il nostro fegato funziona correttamente o meno.

Immagine che rappresenta una persona che corre

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Come si chiama l'esame del sangue per controllare il fegato?

I principali esami del sangue legati al fegato sono la transaminasi, la bilirubina, l’albumina, la Gamma Glutamil Trasferasi GGT e Gamma GT, la lattato deidrogenasi (LDH).

Quali valori del sangue indicano problemi al fegato?

I valori legati alla funzionalità epatica sono la transaminasi, la bilirubina, l’albumina, la Gamma Glutamil Trasferasi GGT e Gamma GT, la lattato deidrogenasi (LDH). Sono da considerarsi preoccupanti se sono molto alti e in particolare se superano di dieci volte i valori di riferimento.

Cosa sono i valori AST e ALT?

La transaminasi ALT o GPT è l’alanina transaminasi un enzima presente negli epatociti che non deve trovarsi nel sangue. Alti valori di questo enzima nel sangue suggeriscono la presenza di malattia epatica come l’epatite, dove le cellule epatiche sono danneggiate.
Di norma il dosaggio della transaminasi ALT si effettua in coppia con quello delle transaminasi AST (GOT), perché quando vi è un danno a livello epatico in genere i valori dell’ALT risultano più elevati delle GOT. La transaminasi AST o GOT, è l'aspartato transaminasi, un altro enzima, che se presente nel sangue oltre una certa quantità suggerisce la presenza di malattia ai tessuti epatici ma anche nei tessuti cardiaci. 

Quando le gamma GT sono preoccupanti?

Il Gamma GT è un enzima necessario alla funzione di detox che deve svolgere il fegato. Alti valori di questo enzima indicano la possibilità di problemi di funzionalità epatica, solitamente in seguito all’abuso di alcol. I valori di riferimento da considerarsi normali variano da laboratorio a laboratorio, a seconda dello strumento utilizzato. Una Gamma GT alta suggerisce la possibilità di un danno al fegato o alle vie biliari dovuto all’alcolismo oppure all’uso di certi farmaci che alzano il valore. Una GGT o Gamma GT bassa invece non deve far preoccupare.

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