Esame istologico: che cosa è, come si esegue e quando è positivo

Esame istologico: che cosa è, come si esegue e quando è positivo

Indice

Domande e risposte

Esame istologico (o istopatologico): che cos’è?

L’istologia è la branca della medicina che studia i tessuti e le loro anomalie per diagnosticare eventuali malattie. L’esame istologico, detto anche istopatologico, è un’analisi condotta al microscopio di campioni di tessuti organici prelevati tramite biopsia, per individuare dei segni e delle alterazioni indici di malattia. Si tratta di un test di laboratorio fondamentale per la diagnosi di tumore, che sia maligno o benigno. L’esame istopatologico può essere eseguito su ogni parte “solida” che compone il nostro organismo sulla quale siano state rilevate delle anomalie sospette: ossa, organi interni, nervi, pelle e mucose. 

L’esame istologico non è sinonimo di esame citologico: l'esame citologico si occupa infatti nel dettaglio dello studio delle cellule del tessuto esaminato, per capire se vi sono in esse delle mutazioni genetiche che indicano la presenza di una malattia. L’esame istologico esamina frammenti del tessuto per valutarne la struttura. Chiaramente si tratta di due esami ugualmente importanti e da condursi insieme per formulare una diagnosi. 

Solitamente sono necessari almeno 10 giorni per avere il referto di un esame istologico. 

Come si fa una biopsia?

Per eseguire un esame istologico serve una minima parte di tessuto da analizzare. La biopsia è quella procedura che permette di prelevare dal corpo del paziente il campione di tessuto. La biopsia serve a diagnosticare eventuali tumori benigni e maligni, epatiti cioè infiammazioni del fegato, nefrite cioè infiammazione del rene, a valutare le infezioni dei linfonodi e diverse malattie della pelle.
Il campione di tessuto prelevato tramite biopsia viene poi portato in laboratorio dove viene tagliato in fettine molto sottili per essere analizzato al microscopio. 

Vi sono diversi tipi di biopsia:

  • La biopsia punch, che si esegue sulla cute tramite piccoli bisturi, per esempio nel caso di nei o macchie sospette della palle. Si fa in anestesia locale, dura pochi minuti e la ferita viene chiusa con pochi punti di sutura;
  • La biopsia con ago aspirato che viene introdotto nella zona da prelevare sotto controllo di ecografia, o TAC o raggi X. Si usa normalmente per prelevare dei noduli al seno o per asportare del tessuto dal midollo osseo. Si tratta di un ago vuoto all’interno di dimensioni variabili a seconda della porzione che si intende prelevare e la procedura si esegue in anestesia locale;
  • La biopsia endoscopica, che si esegue con l’endoscopio, un tubo flessibile con una piccola telecamera all’estremità, solitamente per prelevare tessuto dallo stomaco durante una gastroscopia o dall'intestino crasso (colon) durante una colonscopia;
  • La biopsia di escissione (asportazione), è invece un intervento chirurgico, necessario quando serve prelevare una porzione più consistente per la quale non è possibile usare un’altra tecnica. Viene eseguita da un chirurgo in sala operatoria, quasi sempre in anestesia locale.
Sulla biopsia si esegue poi l’esame istologico che può essere positivo (che indica la presenza di malattia) o negativo

Esame istologico estemporaneo: che cos’è?

Infine, un ultimo tipo di biopsia è la biopsia perioperatoria, che viene eseguita in sala operatoria mentre si esegue un intervento per capire la natura del tessuto che si sta operando e capire come proseguire.

In questo caso si parla di Esame istologico estemporaneo. In genere si richiede questa urgenza in caso di sospetto tumore rilevato in sede di intervento chirurgico oppure per stabilire l’estensione delle massa e definire se andare ad incidere e rimuovere.

L’esame istologico estemporaneo è un test rapido, dove il campione viene sottoposto a congelamento, sezionato e subito analizzato per definire la tipologia di lesione. Non ha dunque la stessa attendibilità dell’istologico standard, eseguito con le tecniche e i tempi che abbiamo visto, ma consente una prima valutazione che permette all’equipe di decidere seduta stante come procedere con l’intervento che stanno eseguendo. In seguito, i campioni biologici prelevati saranno sottoposti ad un esame istopatologico più approfondito.

Come si esegue l'esame istologico?

Dopo aver prelevato il campione biologico, viene inviato in laboratorio e preparato per l’esame al microscopio e trattato in cinque fasi:

  • Fissazione, che serve per impedire che il campione vada in rapido deperimento, ovvero inizi a “morire”;
  • Disidratazione, passaggio funzionale alla prima fase;
  • Inclusione, fase in cui il campione precedentemente privato della componente acquosa, viene incorporato ad altro materiale più saldo ma inerte. La procedura standard prevede l’uso della formalina, che ha lo scopo di stabilizzare i campioni biologici sezionati, e la conservazione permanente in paraffina liquida. Una volta che questa si sia solidificata, si passa alla fase successiva;
  • Sezionamento, è questa la parte più importante dell’intero esame. Consiste nel sezionare il materiale biologico precedentemente trattato in “fette” sottilissime che possano essere osservate anche in controluce. Il sezionamento permette di visionare dettagli minuti della struttura cellulare ingranditi al microscopio ottico o elettronico, e si ottiene attraverso strumenti detti microtomi, in grado di “affettare” il campione in strisce estremamente sottili (nell’ordine di micron-μm) e con un grado di spessore che varia a seconda del tipo di campione e all’esame da effettuare. A volte il sezionamento prevede un altro passaggio, ovvero il congelamento delle sezioni;
  • Colorazione, altro passaggio fondamentale per evidenziare tessuti che, per natura, sono pressoché trasparenti e omogenei. I coloranti usati in questa fase dell’esame istopatologico variano a seconda del tipo di campione e al suo Ph. Se si devono analizzare molecole che abbiano un Ph acido, si useranno coloranti basici, se, al contrario, le molecole da esaminare sono basiche, si useranno coloranti acidi.
Se l'esame istologico risulta positivo il paziente viene chiamato a ritirarlo con precedenza rispetto ad altri casi meno urgenti, e possono bastare da pochi giorni ad una settimana. In media per l’esito di un esame istologico è necessario attendere fino a due settimane, ma la tempistica dipende anche dalla natura del campione biologico. 

immagine con infermiera che guarda al microscopio dei campioni

Che cosa si vede nell’esame istologico?

Chiaramente ogni referto istologico è diverso perché dipende qual è la condizione che si esamina. In ogni modo, generalmente nel caso di tumori si trovano informazioni su:

  • Le caratteristiche cromatiche specifiche in base alle colorazioni a cui i tessuti erano stati sottoposti per visualizzarne meglio la struttura;
  • Le tecniche molecolari usate per analizzare la struttura molecolare dei tessuti. In alcuni casi si include l’indagine genetica (cioè sul DNA) delle cellule di cui è composto il tessuto;
  • La descrizione macroscopica del tessuto ad occhio nudo che include informazioni sul colore, le dimensioni e il peso del campione biologico considerato;
  • La descrizione al microscopio delle cellule del tessuto comparate con le cellule di un analogo tessuto sano;
  • La diagnosi, cioè il tipo di tumore (maligno/benigno) e la stadiazione, ovvero quanto le cellule neoplastiche divergono rispetto a quelle sane in una scala di riferimento e la proliferazione, ovvero la velocità con cui le cellule tumorali si moltiplicano, che ci dice quanto la neoplasia sia aggressiva. Nella diagnosi leggiamo anche se si tratta di un secondarismo, ovvero di una metastasi a distanza;
  • Le dimensioni della massa tumorale (se escissa completamente);
  • Analisi dei margini della massa tumorale (sempre se escissa nella sua totalità);
  • Eventuali altre annotazioni del medico.

Da quali esami si diagnostica un tumore?

Oltre all’anamnesi ci sono diversi strumenti che insieme possono aiutare a diagnosticare un tumore:

  • Esami del sangue, sia quelli “standard” che per individuare i “biomarcatori” cioè la presenza di una serie di proteine o DNA che indica la presenza di una certa malattia. Alcuni dei più comuni sono l’alfa-fetoproteina per il carcinoma epatocellulare, e il carcinoma del testicolo, l’antigene carcinoembrionario per il carcinoma del colon, le immunoglobuline sieriche per il mieloma multiplo, la CA 125 per il cancro alle ovaie, la CA 27-29 per quello della mammella);
  • I test di imaging, tramite i quali si può avere l’immagine del tumore. Si tratta di strumenti dal funzionamento diverso ma che permettono di individuare una massa, stabilirne le dimensioni e che legami ci sono con gli organi e le strutture vicine. Sono test di imaging la radiografia, l'ecografia, la TC (TAC), la PET (positron emission tomography) e la risonanza magnetica;
  • Biopsia ed esame istologico. Una volta individuata una possibile lesione, si procede con la biopsia, cioè prelevando un campione che deve essere analizzato per la diagnosi definitiva.


Riferimenti bibliografici

Domande e risposte

Che cosa si vede da un esame istologico?

L’esame istologico permette di descrivere colore, le dimensioni e il peso del campione biologico considerato; se si tratta di tumore, in tal caso la stadiazione, ovvero quanto le cellule neoplastiche divergono rispetto a quelle sane in una scala di riferimento e la proliferazione, ovvero la velocità con cui le cellule tumorali si moltiplicano, che ci dice quanto la neoplasia sia aggressiva. Nella diagnosi leggiamo anche se si tratta di un secondarismo, ovvero di una metastasi a distanza.

Che differenza c'è tra la biopsia e l'esame istologico?

Per eseguire un esame istologico serve una minima parte di tessuto da analizzare. La biopsia è quella procedura che permette di  prelevare dal corpo del paziente il campione di tessuto.

Quanto tempo ci vuole per i risultati di un esame istologico?

Se l'esame istologico risulta positivo il paziente viene chiamato a ritirarlo con precedenza rispetto ad altri casi meno urgenti, e possono bastare da pochi giorni ad una settimana. In media per l’esito di un esame istologico è necessario attendere fino a due settimane, ma la tempistica dipende anche dalla natura del campione biologico.

Quando un esame istologico è urgente?

Solitamente è possibile richiedere una prestazione urgente per sospetta patologia neoplastica (tumore), per una condizione clinica che necessita di intervento urgente, per una patologia pediatrica o all’interno di percorsi di indagine in preospedalizzazione.

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