Aggiornato il 03.04.2025
L’istologia è la branca della medicina che studia i tessuti e le loro anomalie per diagnosticare eventuali malattie. L’esame istologico, detto anche istopatologico, è un’analisi condotta al microscopio di campioni di tessuti organici prelevati tramite biopsia, per individuare dei segni e delle alterazioni indici di malattia. Si tratta di un test di laboratorio fondamentale per esempio per la diagnosi di tumore, che sia maligno o benigno, ma anche di epatiti (infiammazioni del fegato), di nefriti (infiammazioni del rene), di infezioni dei linfonodi e di diverse malattie della pelle . L’esame istopatologico può essere eseguito su ogni parte “solida” che compone il nostro organismo sulla quale siano state rilevate delle anomalie sospette: ossa, organi interni, nervi, pelle e mucose.
Prima quindi si esegue una biopsia (prelievo) e su questo campione si esegue poi l’esame istologico, che può essere positivo (che significa presenza di malattia) o negativo.
L’esame istologico non è sinonimo di esame citologico: l'esame citologico si occupa infatti nel dettaglio dello studio delle cellule del tessuto esaminato, per capire se vi sono in esse delle mutazioni genetiche che indicano la presenza di una malattia. L’esame istologico esamina frammenti del tessuto allo scopo per valutarne la struttura. Chiaramente si tratta di due esami ugualmente importanti e da condursi insieme per formulare una diagnosi.
I risultati (referti) degli esami istologici dovrebbero essere disponibili in due settimane, ma alla prova dei fatti le tempistiche variano anche di molto, e dipendono anche dalla natura del campione biologico.
Se l'esame istologico risulta positivo il paziente viene chiamato a ritirarlo con precedenza rispetto ad altri casi meno urgenti, e possono bastare da pochi giorni ad una settimana.
Chiaramente ogni referto istologico è diverso perché dipende qual è la condizione che si esamina. In ogni modo, generalmente nel caso di tumori si trovano informazioni su:
La biopsia è il prelievo di quella minima parte di tessuto che serve per fare l’esame istologico. Il campione di tessuto prelevato tramite biopsia viene poi portato in laboratorio dove viene tagliato in fettine molto sottili per essere analizzato al microscopio.
Vi sono diversi tipi di biopsia:
Sulla biopsia si esegue poi l’esame istologico che può essere positivo (che indica la presenza di malattia) o negativo.
Indicazioni sulla preparazione del paziente. La preparazione del paziente per il prelievo di un campione tissutale varia in base alla sede e alla tecnica utilizzata per la biopsia. In alcuni casi, il medico potrebbe consigliare di sospendere temporaneamente l'assunzione di farmaci anticoagulanti o antiaggreganti, previo consulto con il medico curante, per ridurre il rischio di sanguinamento. Per biopsie eseguite in anestesia locale, generalmente non è necessaria una preparazione specifica, mentre per procedure più invasive, come una biopsia epatica o polmonare, potrebbe essere richiesto il digiuno nelle ore precedenti l'esame. Inoltre, è importante informare il medico riguardo ad eventuali allergie ai farmaci o a materiali come il lattice, che potrebbero essere utilizzati durante la procedura.
Come ogni procedura medica, la biopsia può comportare alcune complicanze, ma è rarissimo che siano gravi. Tra gli effetti collaterali più comuni vi sono il dolore locale e la formazione di ematomi nella zona del prelievo. In alcuni casi, possono verificarsi infezioni, che richiedono trattamento antibiotico. Per biopsie che interessano organi interni, come polmoni o fegato, esiste un piccolissimo rischio di complicanze più gravi, come il pneumotorace (presenza di aria nella cavità pleurica) o emorragie interne. Sebbene tali eventi siano rari, è fondamentale che il paziente sia adeguatamente informato sui rischi e benefici della procedura, in modo da affrontarla con maggiore consapevolezza.
Infine, un ultimo tipo di biopsia è la biopsia perioperatoria, che viene eseguita in sala operatoria mentre si esegue un intervento per capire la natura del tessuto che si sta operando e capire come proseguire. In questo caso si parla di esame istologico estemporaneo. In genere si richiede questa urgenza in caso di sospetto tumore rilevato in sede di intervento chirurgico oppure per stabilire l’estensione delle massa e stabilire fino a dopo andare ad incidere e rimuovere. L’esame istologico estemporaneo è un test rapido, dove il campione viene sottoposto a congelamento, sezionato e subito analizzato per definire la tipologia di lesione. Non ha dunque la stessa attendibilità dell’istologico standard, eseguito con le tecniche e i tempi che abbiamo visto, ma consente una prima valutazione che permette all’equipe di decidere seduta stante come procedere con l’intervento che stanno eseguendo. In seguito, i campioni biologici prelevati saranno sottoposti ad un esame istopatologico più approfondito.
Differenziazione tra esame istologico e citologico. L'esame istologico e l'esame citologico si differenziano principalmente per il tipo di campione analizzato e l'obiettivo diagnostico. L'esame istologico prevede l'analisi di un frammento di tessuto, permettendo una valutazione dettagliata dell'architettura cellulare e della disposizione delle cellule all'interno del tessuto stesso. Al contrario, l'esame citologico si basa sullo studio di singole cellule o gruppi di cellule prelevate mediante agoaspirato, scraping o lavaggio di cavità corporee, e si utilizza principalmente per indagini rapide e di screening, come nel caso del Pap-test. Mentre l'istologia fornisce una diagnosi più precisa e definitiva, la citologia risulta meno invasiva e spesso viene utilizzata come test preliminare.
Dopo aver prelevato il campione biologico, viene inviato in laboratorio e preparato per l’esame al microscopio e trattato in cinque fasi:
L’esame istologico permette di descrivere colore, le dimensioni e il peso del campione biologico considerato; se si tratta di tumore, in tal caso la stadiazione, ovvero quanto le cellule neoplastiche divergono rispetto a quelle sane in una scala di riferimento e la proliferazione, ovvero la velocità con cui le cellule tumorali si moltiplicano, che ci dice quanto la neoplasia sia aggressiva. Nella diagnosi leggiamo anche se si tratta di un secondarismo, ovvero di una metastasi a distanza.
Per eseguire un esame istologico serve una minima parte di tessuto da analizzare. La biopsia è quella procedura che permette di prelevare dal corpo del paziente il campione di tessuto.
Se l'esame istologico risulta positivo il paziente viene chiamato a ritirarlo con precedenza rispetto ad altri casi meno urgenti, e possono bastare da pochi giorni ad una settimana. In media per l’esito di un esame istologico è necessario attendere fino a due settimane, ma la tempistica dipende anche dalla natura del campione biologico.
Solitamente è possibile richiedere una prestazione urgente per sospetta patologia neoplastica (tumore), per una condizione clinica che necessita di intervento urgente, per una patologia pediatrica o all’interno di percorsi di indagine in preospedalizzazione.
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