Dialisi a domicilio: cos’è, come funziona, effetti collaterali

Dialisi a domicilio: cos’è, come funziona, effetti collaterali

Indice

Domande e risposte

Che cos'è la dialisi e quando è necessaria 

La dialisi è un procedimento artificiale che sostituisce la funzione renale nei casi in cui questa sia drasticamente ridotta, depurando il sangue delle sostanze tossiche e dei fluidi in eccesso. Si tratta di un trattamento da iniziare generalmente quando la malattia renale giunge allo stadio 5 o terminale, ovvero quando il rene perde fra l’85 e il 90% della funzione d’organo (VFG <15 ml/min/1,73 m2), a seconda della condizione clinica complessiva del paziente.

La dialisi è un trattamento salvavita, poiché l’insufficienza renale avanzata, se non trattata, conduce alla morte. Tuttavia, si può vivere per l’intera vita in dialisi, qualora fosse necessario per una grave compromissione renale e non si fosse candidabili per un trapianto di rene. Chiaramente, l’aspettativa di vita dipende dallo stato di salute complessivo della persona, non si può isolare solamente il problema dialisi. Ci sono pazienti che hanno vissuto bene in dialisi per trent’anni.

La riduzione della capacità renale si misura con la riduzione del filtrato glomerulare, ovvero il volume di plasma (componente liquida del sangue) filtrato attraverso il glomerulo, l’unità funzionale più piccola del rene; si parla di MRC in presenza di una riduzione della Velocità di Filtrazione Glomerulare (VFG) che sia al di sotto di 60 ml/min/1,73 m2.
 
STADIO DESCRIZIONE del danno renale VFG (ml/min/1,7m2)
1 Funzione normale o aumentata >90
2 Lieve compromissione funzionale 89-60
3a
Compromissione funzionale moderata
59-45
3b 44-30
4 Compromissione funzionale grave 29-15
5 Insufficienza renale terminale <15 (o dialisi)
 


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Perché viene l’insufficienza renale

I reni sono organi preposti alle attività di:

  • Depurazione del sangue da sostanze tossiche prodotte dall’organismo;
  • Gestione dei fluidi corporei;
  • Produzione di ormoni che regolamentano importanti funzioni corporee.


Numerose condizioni patologiche possono portare a un’alterazione irreversibile della loro funzione: le glomerulonefriti, le displasie congenite e le infezioni delle vie urinarie possono riguardare esclusivamente il rene; mentre altre condizioni, come le malattie metaboliche (diabete), cardiovascolari (ipertensione), le malattie infettive e le alterazioni del sistema immunitario, interessano tutto l’organismo.
I danni causati da queste patologie possono insorgere lentamente nel tempo (insufficienza renale cronica) o in modo repentino (insufficienza renale acuta); le condizioni che più spesso portano alla dialisi sono, prevalentemente, quelle di tipo cronico.

In particolare, si definisce Malattia Renale Cronica (MRC) una condizione di alterata funzione renale che causi una diminuita capacità del rene di filtrare il sangue, che persista per più di 3 mesi e per la quale il danno renale sia documentato da una biopsia renale, con esami del sangue o delle urine.

Sintomi

L’insufficienza renale è, generalmente, una condizione inizialmente asintomatica. I sintomi, che compaiono successivamente, sono causati dalla quantità di sostanze tossiche o liquidi in eccesso accumulati nel sangue e nei tessuti (uremia).
Tra di essi:

La riduzione della quantità di filtrato determina cinque stadi di insufficienza renale, correlati alla gravità della malattia.

Come funziona la dialisi?

La dialisi oggi può essere effettuata in ospedale, in un centro specializzato, ma anche a casa.
Esistono due differenti tipi di dialisi: emodialisi e dialisi peritoneale. 

  • Emodialisi: si esegue prelevando il sangue dal paziente, immettendolo in una macchina (dializzatore) che lo filtra attraverso una membrana sintetica semipermeabile e reimmettendolo, dopo il trattamento, nella circolazione corporea. L’accesso al torrente ematico avviene attraverso una "fistola arterovenosa", appositamente creata per aumentare la velocità e la pressione del sangue. Altra modalità di accesso al torrente ematico consiste nell’inserimento di cateteri venosi posti "a ponte" tra un’arteria o una vena. Nella terapia emodialitica si eseguono, normalmente, 3 sedute alla settimana di 4 ore ciascuna, in ospedale, oppure in centri territoriali specializzati e gestiti prevalentemente da infermieri. L’emodialisi può essere eseguita anche a domicilio, se il paziente, o il suo caregiver, accetta ed è in grado di essere "addestrato" all’utilizzo della macchina emodializzatrice.
  • Dialisi peritoneale: prevede l’utilizzo della membrana peritoneale (ovvero quella sottile membrana che riveste internamente tutta la cavità addominale delimitando uno spazio detto spazio peritoneale), come membrana semipermeabile che consente la filtrazione delle sostanze tossiche dal sangue verso un liquido iniettato in cavità addominale. Tramite un piccolo intervento chirurgico, si posiziona un catetere all’interno della cavità addominale, attraverso il quale viene immesso in addome un liquido sterile con alte concentrazioni di glucosio e ioni che attirano osmoticamente. La dialisi peritoneale è un trattamento quotidiano che viene fatto dal paziente a domicilio e può essere di due tipi:
    • Dialisi Peritoneale Ambulatoria Continua, in cui il paziente inserisce e rimuove attraverso il catetere 2 litri di soluzione dialitica per 4 volte al giorno;
    • Dialisi Automatizzata in cui lo scambio del liquido dialitico inserito nel peritoneo avviene durante la notte per un periodo di 8-11 ore ed è governata da una macchina.


La scelta del trattamento, se non ci sono controindicazioni di natura clinica, sociale, geografica o logistica, è demandata alla volontà del paziente; alternativamente si cerca di adattare il trattamento alle necessità dell’individuo.

In entrambi i casi, la dialisi è una terapia completamente indolore. Oggi, a differenza di quel che accadeva anni fa, la dialisi può essere adattata alle esigenze del neonato e del bambino, nei rari casi in cui vi sia insufficienza renale cronica (più frequente nei nati pretermine).

L'abbassamento della pressione, che si può migliorare con una correzione nell'assunzione dei liquidi, seguendo le indicazioni del nefrologo, è un comune effetto collaterale della dialisi.


immagine infografica che rappresenta il trattamento di dialisi

Che cosa posso fare se sono in dialisi

Quello che facevi prima (lavorare, studiare, gestire casa e famiglia, fare una normale attività fisica). Molte persone erroneamente pensano che la dialisi significhi la fine della vita “normale”, ma non è così. Nei casi di insufficienza renale non cronica, i reni dopo il trattamento possono recuperare parte della propria funzionalità. In ogni caso, esclusi i momenti della terapia vera e propria, la maggior parte dei pazienti non deve modificare le proprie abitudini in relazione alla dialisi. Anzi: dopo la dialisi ci si sente “meglio” perché aiuta ad alleviare i sintomi dei problemi renali. Chiaramente, non si parla di persone con già una qualità della vita compromessa dalla malattia. 

Tuttavia, diversi malati si sentono molto stanchi e affaticati nel periodo della terapia. L’attività fisica, seguiti da uno specialista come un medico dello sport, aiuta a contrastare la stanchezza e a vivere meglio il periodo di terapia.

Che cosa mangiare durante la dialisi?

L’aspetto più importante, per mantenere il proprio benessere durante la dialisi, è tenere sotto controllo un pericoloso accumulo di liquidi. Gonfiarsi significa oscillazioni nella pressione sanguigna e quindi dell’attività cardiaca, che sono da evitate. Il primo consiglio è farsi seguire da un nutrizionista anche per capire eventuali carenze reali che possono richiedere integratori. I fai da te per le persone con insufficienza renale sono molto pericolosi.

La dieta del paziente dializzato si basa su tre elementi:

  • Alto apporto di proteine;
  • Controllo nell'assunzione dei liquidi;
  • Controllo nell'assunzione di alcuni elementi.


Alla base della piramide, si trovano i cibi da consumare quotidianamente; al vertice, quelli da assumere con moderazione. È altresì importante cercare di mantenere uno stile di vita attivo ed una moderata attività fisica quotidiana. È bene assicurarsi di assumere circa ½ litro di acqua al giorno e salare poco o nulla i cibi, sostituendo il sale per esempio con erbe aromatiche o spezie. Evitare il consumo di bibite che aumentano la sete. Si consiglia inoltre di masticare gomme o caramelle, meglio senza zucchero.

Il giorno della dialisi, se questa avviene al mattino, è bene fare una buona colazione per evitare abbassamenti pressori, ipoglicemie o nausea. Se ci si sottopone a dialisi nel pomeriggio, si consiglia di pranzare almeno due ore prima dal suo inizio, con pasto leggero e poi recuperare con la cena successivamente. 

Quando è necessario il trapianto di rene

La dialisi è per sempre? Dipende. La durata nel tempo del percorso di dialisi dipende dalle cause che l'hanno generata. Se si tratta di insufficienza renale, può essere un problema transitorio e reversibile, dove la dialisi si interrompe quando i reni ricominciano a funzionare bene. Nei casi di compromissione più grave, invece, può essere permanente e richiedere il trapianto di rene.
Il trapianto d’organo è il trattamento sostitutivo per eccellenza nella terapia dell’insufficienza renale in stadio terminale, essendo quello più conveniente in termini economici e di sopravvivenza. La dialisi tiene in vita le persone candidabili per trapianto di rene, mentre sono in attesa di un donatore compatibile. Quando la persona non può sottoporsi a trapianto, è possibile rimanere in dialisi tutta la vita. Ci sono malati in dialisi da trent’anni!



RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Quanto tempo si può vivere in dialisi?

Dipende. La durata nel tempo del percorso di dialisi dipende dalle cause che l'hanno. Se si tratta di insufficienza renale, può essere un problema transitorio e reversibile, dove la dialisi si interrompe quando i reni ricominciano a funzionare bene. Nei casi di compromissione più grave, invece, può essere permanente e richiedere il trapianto di rene. Quando la persona non può sottoporsi a trapianto è possibile rimanere in dialisi tutta la vita. Ci sono malati in dialisi da trent’anni! 

Come si arriva alla dialisi?

Si tratta di un trattamento da iniziare generalmente quando la malattia renale giunge allo stadio 5 o terminale, ovvero quando il rene perde fra l’85 e il 90% della funzione d’organo (VFG <15 ml/min/1,73 m2), a seconda della condizione clinica complessiva del paziente.
La dialisi è un trattamento salvavita, poiché l’insufficienza renale avanzata, se non trattata, conduce alla morte. 
La riduzione della capacità renale si misura con la riduzione del filtrato glomerulare, ovvero il volume di plasma (componente liquida del sangue) filtrato attraverso il glomerulo, l’unità funzionale più piccola del rene; si parla di MRC in presenza di una riduzione della Velocità di Filtrazione Glomerulare (VFG) che sia al di sotto di 60 ml/min/1,73 m2

Cosa vuol dire fare la dialisi?

Esistono due differenti tipi di dialisi: emodialisi e dialisi peritoneale. L’emodialisi si esegue prelevando il sangue dal paziente, immettendolo in una macchina (dializzatore) che lo filtra attraverso una membrana sintetica semipermeabile e reimmettendolo, dopo il trattamento, nella circolazione corporea. Nella terapia emodialitica si eseguono, normalmente, tre sedute alla settimana, di 4 ore ciascuna, in ospedale, oppure in centri territoriali specializzati e gestiti prevalentemente da infermieri. L’emodialisi può essere eseguita anche a domicilio se il paziente, o il suo caregiver, accetta ed è in grado di essere “addestrato" all’utilizzo della macchina emodializzatrice. La Dialisi peritoneale prevede, tramite un piccolo intervento chirurgico, di posizionare un catetere all’interno della cavità addominale, attraverso il quale viene immesso in addome un liquido sterile con alte concentrazioni di glucosio e ioni che attirano osmoticamente. La dialisi peritoneale è un trattamento quotidiano che viene fatto dal paziente a domicilio.

Come si sta dopo la dialisi?

Molte persone erroneamente pensano che la dialisi significhi la fine della vita “normale”, ma non è così. Solitamente si può proseguire le abitudini di prima (lavorare, studiare, gestire casa e famiglia, fare una normale attività fisica). Anzi: dopo la dialisi ci si sente “meglio” perché aiuta ad alleviare i sintomi dei problemi renali. Nei casi di insufficienza renale non cronica, i reni dopo il trattamento possono recuperare parte della propria funzionalità. Chiaramente, non parliamo di persone con già una qualità della vita compromessa dalla malattia. Tuttavia, diversi malati si sentono molto stanchi e affaticati nel periodo della terapia. L’attività fisica, seguiti da uno specialista come un medico dello sport, aiuta a contrastare la stanchezza e a vivere meglio il periodo di terapia.

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