Indice
Introduzione
Una persona che perde conoscenza, non risponde e non respira potrebbe avere un
arresto cardiaco. Quando il
cuore non pompa il sangue in modo adeguato, i tessuti non ricevono l’ossigeno e vanno incontro a danni che possono portare rapidamente a morte. Se una persona in queste condizioni viene soccorsa con un massaggio cardiaco e defibrillazione in
3-5 minuti, la
possibilità che sopravviva è doppia o tripla. Certo: ci vuole, oltre al massaggio cardiaco, un
defibrillatore. Ogni anno 60.000 persone in Italia e 400.000 in Europa hanno un arresto cardiaco improvviso e nel 70% dei casi succede in presenza di altre persone, ma
solo nel 58% dei casi chi assiste interviene con le
manovra salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e nel
28% dei casi con il
defibrillatore. La percentuale di sopravvivenza è dell’8%.
Le misure previste dalla
nuova legge approvata nell’estate del 2021 prevedono per questo di coinvolgere maggiormente i cittadini nel primo soccorso e di dare loro gli strumenti per farlo: oltre ai 10 milioni di euro per l’installazione dei DAE in luoghi pubblici molto frequentati, all’obbligo di insegnamento a scuola delle manovre di primo soccorso.
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Perché una scarica elettrica fa ripartire il cuore
Il
cuore è un
muscolo (miocardio) suddiviso in
quattro cavità:
due atrii (destro e sinistro) e
due ventricoli (destro e sinistro). Il miocardio è in grado di generare e condurre in modo autonomo gli impulsi nervosi per regolare la contrazione degli atri e dei ventricoli che fanno circolare il sangue in tutto l’organismo. La sorgente di questi impulsi, che sono di tipo elettrico, è a livello dell'atrio destro del cuore (detto nodo seno-atriale). È questo tessuto che scandisce la
giusta frequenza di contrazione del cuore in maniera tale da garantire un ritmo normale. Quando il cuore si contrae sotto l'azione del nodo seno-atriale, medici e cardiologi parlano di ritmo cardiaco normale o ritmo sinusale ed è compreso tra
60-100 battiti al minuto. Nell’
arresto cardiaco c’è un
problema nel sistema elettrico del cuore che, non pompando più il sangue nell’organismo, mette a rischio la vita delle persone. Il
defibrillatore è un dispositivo che, generando una scarica elettrica di brevissima durata ma ad alta energia, crea uno
shock che interrompe questa condizione e
permette al cuore di partire nuovamente a battere con un ritmo regolare.
Come funziona
Il defibrillatore, a
batteria o collegabile a una
presa di corrente, genera delle
precise scariche elettriche che vengono
trasmesse al cuore attraverso
due piastre metalliche (elettrodi o paddles, in inglese) che vengono posizionate sul
torace. L'applicazione delle due piastre elettriche può avvenire in diversi punti del busto. Le posizioni più frequenti sono: una
appena sotto la spalla (sottoclavicola destra) e una
appena sotto l'ascella sinistra (ascellare media sinistra).
Cause dell’arresto cardiaco
Ci sono
varie condizioni all’origine dell’arresto cardiaco, ma l’effetto è lo stesso: il
sangue non raggiunge più tessuti e organi che, non ricevendo ossigeno, vanno incontro a sofferenza e morte. Il
cervello è un organo particolarmente sensibile:
bastano pochi minuti senza ossigeno perché
le cellule nervose muoiano, con danni che possono compromettere molte funzionalità e la stessa vita. Il cuore può smettere di battere a causa di un infarto grave ed esteso (morte di cellule del muscolo cardiaco) o per la mancanza di ossigeno, in caso soffocamento. A volte, nell’arresto cardiaco il sangue non circola perché il cuore, in particolare il
ventricolo,
si muove, ma in modo irregolare e veloce (fibrillazione e
tachicardia), e non ha la spinta efficace per pompare il sangue. Se l’arresto è dovuto alla fibrillazione ventricolare e c’è un defibrillatore, basta
erogare una scarica elettrica per causare uno
shock che interrompe la fibrillazione, così viene
resettato il sistema elettrico e le
fibre muscolari ripartono a contrarsi in modo regolare. Nella maggioranza dei casi, un arresto cardiaco difficilmente può essere trattato nel giro di 2-5 minuti con un defibrillatore, per questo è importante,
nell’intervallo di tempo che va dalla perdita di coscienza all’uso del defibrillatore, garantire almeno un minimo flusso di sangue per ridurre il processo di morte dei tessuti. Questa possibilità di mantenere un’ossigenazione minima è garantito dal
massaggio cardiaco (rianimazione cardiopolmonare).
Quando una persona è in arresto cardiaco, cioè non è cosciente e non si muove, con il massaggio cardiaco si sostituisce in parte la
pompa cardiaca e si
spinge meccanicamente il sangue verso gli organi. Se poi si applica il defibrillatore, c’è un’arma in più per far ripartire l’attività elettrica cardiaca a un ritmo corretto.
Fibrillazione atriale e ventricolare: che differenza c’è?
Nella
fibrillazione atriale, il disturbo del ritmo di contrazione delle fibre cardiache, interessa le
due camere alte del cuore e tale condizione è più benigna, può essere controllata con dei farmaci o con l’erogazione di una scarica elettrica (cardioversione), ma non è connessa con l’arresto cardiaco.
La
fibrillazione ventricolare è una condizione grave perché
compromette la capacità del cuore di pompare il sangue, quindi la circolazione sanguigna. Per ripristinare il ritmo di contrazione del miocardio si sfrutta sempre lo stesso concetto di shock elettrico che impone una pausa nella contrazione delle fibre che dopo ripartono a un ritmo.
I defibrillatori non sono tutti uguali
Esistono
diversi tipi di defibrillatore:
- Manuale;
- Semiautomatico;
- Automatico;
- Impiantabile.
Ogni defibrillatore ha la capacità di
generare delle scariche elettriche (eseguire la cosiddetta defibrillazione elettrica) e di
trasmetterle attraverso delle piastre metalliche da porre sul torace, quindi sul cuore, del soggetto in pericolo di vita. La defibrillazione elettrica è una procedura medica impiegata non solo in caso di arresto cardiaco. In clinica si usa per il
ripristino del normale ritmo cardiaco nelle persone che soffrono di
aritmia, ossia da un'alterazione del ritmo sinusale (fibrillazione atriale). Il defibrillatore impiantabile è un altro esempio dell’uso di questo strumento nella pratica clinica per prevenire la morte improvvisa in soggetti a rischio.
Defibrillatore manuale
Il defibrillatore
manuale esterno è un
dispositivo associato a uno strumento per l'elettrocardiogramma (
elettrocardiografo), che può essere impiegato esclusivamente dal
medico. Dal punto di vista funzionale, associare il defibrillatore manuale a uno strumento per l'elettrocardiogramma è fondamentale. Infatti, in base al tracciato elettrocardiografico, il medico
decide quale scarica elettrica trasmettere al paziente.
L'
utilizzo corretto del defibrillatore manuale richiede una
preparazione specifica sia su come funziona lo strumento per la defibrillazione, sia su come funziona un elettrocardiografo (lettura dei tracciati, saper riconoscere un'aritmia ecc). Per la specifica preparazione richiesta, e per altri motivi, il defibrillatore manuale è un dispositivo che si usa praticamente solo
in ambito ospedaliero o
in alcune ambulanze.
Defibrillatore semiautomatico
Il defibrillatore semiautomatico (DAE) è costruito con una
tecnologia in grado di analizzare il ritmo cardiaco di un soggetto e di
stabilire quale scarica elettrica impartire. È un particolare tipo di defibrillatore utilizzabile anche da
personale non medico, perfino da qualsiasi cittadino. All’operatore infatti non è affidata nessuna diagnosi: è la macchina stessa ad analizzare il ritmo cardiaco del paziente e a indicare se è necessario o meno effettuare una defibrillazione. L'
analisi del ritmo cardiaco richiede dai
10 ai 20 secondi e avviene
per mezzo delle stesse piastre metalliche che servono alla trasmissione della scarica elettrica. Non è possibile erogare uno shock se la macchina non ha stabilito che è necessario, perché il pulsante (di solito contrassegnato da un lampo) viene automaticamente bloccato. Quando invece ce n’è bisogno, all’operatore è richiesto solo di
premere il pulsante di scarica accertandosi che
nessuno stia toccando il paziente.
In caso di emergenza
chiunque può usare un defibrillatore semiautomatico, anche se non provvisto del patentino. I defibrillatori semiautomatici odierni sono dotati di un
sistema vocale che impartisce le istruzioni che rendono lo strumento utilizzabile in sicurezza anche da chi non ha il patentino. Attualmente, con un
corso di 6-8 ore totali, comprensivo di una parte teorica e di una parte pratica, chiunque può imparare a utilizzare correttamente un defibrillatore semiautomatico. Di solito, chi partecipa a questi corsi per l'uso di un defibrillatore semiautomatico riceve istruzioni anche su come provvedere alla
rianimazione cardiopolmonare, procedura complementare alla defibrillazione. Negli ultimi anni, in seguito ad alcuni tragici episodi di morte per arresto cardiaco, sempre più
locali ad accesso pubblico - tra cui aeroporti, ristoranti, centri sportivi, hotel, scuole, università, negozi, uffici governativi ecc - hanno cominciato a dotarsi di
uno o più defibrillatori semiautomatici e a
istruire alcuni membri del personale all'utilizzo di queste apparecchiature.
Manca però un censimento e soprattutto una
geolocalizzazione di questi strumenti che permetterebbe, nel momento in cui si soccorre qualcuno, di avere subito l’informazione, per l’operatore del 118 o, ancora meglio, sul cellulare, di dove trovare il defibrillatore più vicino.
Defibrillatore automatico
Il defibrillatore automatico è capace di
analizzare il ritmo cardiaco, di
stabilire in autonomia la scarica elettrica da trasmettere al paziente e di
emetterla senza alcuna digitazione di pulsanti da parte dell'utente soccorritore. In altre parole, chi usa un defibrillatore automatico deve soltanto azionare lo strumento, posizionare le piastre metalliche sull'individuo che necessita della defibrillazione e lasciare che il dispositivo faccia le sue operazioni. Nei locali pubblici, rispetto ai modelli semiautomatici, i defibrillatori automatici, anche se più semplici da usare, sono
meno diffusi.
Defibrillatore cardiaco impiantabile
Il defibrillatore
cardioverter impiantabile o
ICD, è un defibrillatore di
dimensioni ridotte,
portatile e capace di monitorare il ritmo cardiaco di un individuo e
impartire una scarica elettrica al cuore al momento del bisogno.
È indicato in situazioni diverse da quelle dell’arresto cardiaco improvviso: serve infatti in soggetti che hanno già una
patologia cardiaca e viene impiantato con un
intervento chirurgico.
Si inserisce infatti nella sottocute, appena sotto la
clavicola sinistra. È unito al cuore per mezzo di elettrocateteri, i quali svolgono la funzione di monitoraggio del ritmo cardiaco e la funzione di trasmissione della
scarica elettrica, se necessario.
Al paziente in cui viene
impiantato il
defibrillatore, in base alla
gravità della
patologia che ne richiede l’impiego, può essere collegata una specifica percentuale d’invalidità, sulla base della quale si può aver
diritto a dei
trattamenti di
assistenza erogati dall’Inps:
pensione d’invalidità civile o
assegno di assistenza per invalidi civili parziali o non autosufficienti.
Quando usare il defibrillatore
La defibrillazione e la rianimazione cardiopolmonare (RCP) sono due procedure mediche che possono salvare la vita di chi è vittima di un arresto cardiaco. Durante un arresto cardiaco è fondamentale, prima di tutto,
chiamare il 118 e
iniziare subito il massaggio cardiaco/rianimazione cardiopolmonare, quindi trovare
un defibrillatore. Non appena lo strumento è a disposizione, bisogna farne uso.
Cos’è la respirazione cardiopolmonare? (RCP)
La
rianimazione cardiopolmonare può salvare la vita di una persona, perché, con la sua corretta esecuzione, consente al sangue ossigenato di raggiungere i diversi organi del corpo, cervello in primis, e di mantenerli in vita. L'RCP consiste nell'
alternare il cosiddetto massaggio cardiaco alla
respirazione artificiale. Il
massaggio cardiaco, effettuato con delle forti compressioni manuali a livello del torace, simula l'azione di pompaggio del cuore; mentre la respirazione artificiale, realizzata
bocca a bocca e con le
narici del paziente chiuse, consente l'introduzione nelle vie aeree di nuovo ossigeno. L'RCP può risultare una procedura salva-vita anche in caso di annegamento, soffocamento e infarto del miocardio.
Approvata la legge sui defibrillatori automatici esterni (DAE)
Dopo vent’anni di attesa,
è stata approvata la Legge 04 agosto 2021, n. 116 sulle “
Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici”.
Tra le
novità più importanti per
rafforzare il primo soccorso in caso di arresto cardiaco ci sono:
- Obbligo dell’introduzione a scuola dell’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare;
- Obbligo per le società sportive professionistiche e dilettantistiche di dotarsi di defibrillatori;
- Obbligo per il 118 di fornire ai cittadini le istruzioni telefoniche per riconoscere l’arresto cardiaco, per fare il massaggio cardiaco e per utilizzare il DAE e l’introduzione di applicazioni per la geolocalizzazione dei DAE;
- Stanziamento di 10 milioni di euro per la diffusione nei prossimi cinque anni dei DAE in luoghi molto frequentati come aeroporti, stazioni ferroviarie, porti, scuole e università e sui mezzi di trasporto (aerei, treni, navi);
- I cittadini comuni, sono autorizzati a utilizzare i DAE, anche se non hanno ricevuto una formazione specifica, in assenza di personale sanitario o di personale non sanitario, ma formato sul primo soccorso.
La nuova legge colloca pertanto l’Italia all’avanguardia sul piano della riforma del primo soccorso.
Molte di queste innovazioni sono presenti anche nelle nuove linee guida europee sul primo soccorso.
recentemente aggiornate e pubblicate da
European Resuscitation Council (ERC), di cui l’Italian Resuscitation Council (IRC) è parte, sulla base delle raccomandazioni di International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR).
Alcuni contenuti della legge sono riferiti all’
articolo-Manifesto dell’IRC –
Gruppo italiano per la Rianimazione Cardiopolmonare, che si articola complessivamente in 10 punti, e che è stato pubblicato su Resuscitation, rivista scientifica edita dallo European Resuscitation Council.
Il manifesto IRC per il coinvolgimento delle persone nei soccorsi
- Promuovere iniziative e campagne di sensibilizzazione locali e nazionali sul tema dell’arresto cardiaco e della rianimazione cardiopolmonare
- Introdurre la formazione obbligatoria al primo soccorso a scuola in tutte le classi di ogni ordine e grado
- introdurre l’abilitazione obbligatoria al Basic Life Support–Defibrillation (abilitazione al primo soccorso e all’utilizzo del Defibrillatore semi-Automatico Esterno – DAE) per gli studenti delle classi dell’ultimo anno delle scuole di secondo grado
- Introdurre l’abilitazione obbligatoria al Basic Life Support – Defibrillation (BLSD) al momento del conseguimento della patente di guida
- Introdurre la salvaguardia giuridica, sia civile che penale, rispetto a tutti gli eventi riconducibili ai tentativi di rianimazione e defibrillazione con DAE, verso la vittima e verso terzi, anche da parte dei soccorritori occasionali (oggi la legge autorizza l’uso del DAE solo a chi ha avuto una formazione specifica, ma questo riduce la possibilità di intervento tempestivo)
- Istituire registri epidemiologici regionali degli arresti cardiaci negli assessorati e agenzie per l’emergenza territoriale che confluiscano in un unico registro nazionale del Ministero della Salute
- Censire i DAE attualmente presenti in luoghi pubblici o accessibili attraverso un database regionale che comunichi con applicativi per la mappatura e la localizzazione, offrendo ai proprietari un servizio di promemoria sulle scadenze della manutenzione
- Aumentare la diffusione dei DAE attraverso l’obbligo di presenza in siti specifici e incentivarne l’acquisto e la registrazione attraverso sgravi fiscali da applicare solo se i dispositivi vengono registrati presso le agenzie regionali comunicando l’orario e le modalità con cui accedervi
- Creare un’applicazione per cellulari che renda possibile la localizzazione dei DAE e il coinvolgimento dei possibili soccorritori nelle vicinanze (gente comune che ha scaricato l’applicazione) avvisandoli grazie alla geolocalizzazione della presenza di un arresto cardiaco e di eventuali DAE nelle vicinanze. Un esempio di questo tipo è l'App DAE RespondER promossa dalla regione Emilia Romagna
- Introdurre l’obbligo per tutte le centrali operative del 112/118 di fornire alle persone che hanno segnalato l’emergenza e sono presenti sul posto le istruzioni telefoniche per riconoscere l’arresto cardiaco, per fare il massaggio cardiaco e per utilizzare il DAE.
Intervista al dott. Andrea Scapigliati
Past Presidente di Italian Resuscitation Council (IRC) e dirigente medico dell’Unità operativa di cardioanestesia e terapia intensiva cardiochirurgica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, firmatario del Manifesto IRC per favorire il coinvolgimento delle persone nei soccorsi.
Perché è importante avere una legge per l’impiego dei defibrillatori (DAE)?
La
nuova legge sui
defibrillatori automatici esterni rappresenta una tutela per la vita e la salute delle persone perché introduce elementi che migliorano il
primo soccorso in caso di arresto cardiaco. È importante che si arrivi a un’applicazione
rapida ed
efficace del testo di legge attraverso, per esempio, l’introduzione di
criteri uniformi per la diffusione dei DAE nei luoghi pubblici e negli impianti sportivi, la creazione di una mappa nazionale geolocalizzata dei DAE che permetta di individuarli rapidamente grazie alle applicazioni per cellulari e l’avvio della formazione a scuola. È obiettivo di IRC continuare a collaborare con le istituzioni per la
sensibilizzazione e la
formazione dei
cittadini sul
primo soccorso.
Cosa bisogna fare quando c’è un arresto cardiaco?
Quando una persona è incosciente,
non risponde ai richiami e allo scuotimento e
non respira, normalmente è in arresto cardiaco. Bisogna quindi
chiamare il 112/118 e partire tempestivamente con il
massaggio cardiaco e la
rianimazione cardiopolmonare. È di primaria importanza il massaggio cardiaco, in quanto l'ossigeno permane nel sangue per svariati minuti. Nel frattempo è necessario informarsi della presenza di un
defibrillatore.
Cosa si deve fare se non c’è un defibrillatore?
Se non è disponibile un defibrillatore, il soccorritore non deve allarmarsi, ma
chiamare velocemente il 118 e dedicarsi subito alla
rianimazione cardiopolmonare. Il defibrillatore è importante, ma si può salvare la vita di un individuo anche solo continuando l'RCP
fino a quando non arrivano i soccorsi.
Perché il Manifesto IRC prevede che il defibrillatore possa essere usato anche senza un corso?
I defibrillatori
semiautomatici e automatici sono in grado di
fare la diagnosi ed erogano lo shock solo se c’è fibrillazione. La macchina attiva la scarica solo se è necessario, se c’è la fibrillazione. Ampi studi dimostrano che non serve una formazione specifica, ma
basta seguire passo per passo le istruzioni vocali che lo strumento impartisce.
Quando bisogna interrompere l'RCP?
Un soccorritore dovrebbe
eseguire l'RCP fino all'arrivo dei soccorsi ospedalieri o fino a quando il soccorritore non esaurisce le proprie forze (N.B: il massaggio cardiaco è molto faticoso). Se i
soccorritori sono più d'uno, possono
alternarsi nella pratica del massaggio cardiaco e in questo modo riposarsi.
Perché geolocalizzare i defibrillatori?
Uno studio nella città di Parigi dimostra che la percentuale di impiego del defibrillatore è inferiore all’1% perché
i dispositivi ci sono, ma non si sa dove siano. In Italia bisognerebbe che, chiamando il 118, si potesse sapere anche dove si trova il defibrillatore più vicino alla persona che si sta soccorrendo. La legge in discussione prevede che il defibrillatore sia presente nei locali della pubblica amministrazione e nei centri sportivi. Serve quindi che il
118 sia a conoscenza di dove sono localizzati i defibrillatori, ma è utile anche una app (che è già stata sviluppata e testata App DAE RespondER), che indichi
dove trovare il dispositivo. Manca però un
censimento. A tale proposito si potrebbe prevedere la raccolta di questi dati anche grazie a un modulo da compilare online, al momento della vendita e censire così i luoghi dove trovare il defibrillatore.
Consulta le Strutture Sanitarie che effettuano una Visita Cardiologica:
Dove effettuare una Visita Cardiologica?