Indice
Che cos’è e quando farla
La colonscopia è un
esame diagnostico tramite il quale il medico può esaminare le pareti interne del
colon retto (lungo circa un metro e mezzo) per identificare eventuali malattie intestinali come:
-
Tumori;
-
Lesioni;
-
Polipi (piccole escrescenze di natura benigna che però potrebbero trasformarsi in tumori maligni);
-
Coliti;
Diverticoli;
-
Morbo di Crohn.
Tramite la colonscopia si possono anche rimuovere alcune
lesioni (si parla in questo caso di colonscopia “operativa”). Si tratta – come è noto – di un
esame invasivo, che però non richiede ospedalizzazione e viene eseguito solitamente ambulatorialmente.
- Il medico introduce nell’intestino attraverso l’ano, un tubo flessibile (chiamato colonscopio) sottile e di lunghezza variabile che ha alla sua estremità una telecamera e che permette, qualora fosse necessario, di introdurre pinze da biopsie o aghi per rimuovere tessuti, politi, o aspirare gas o liquidi.
Si
prescrive una colonscopia:
- In presenza di sanguinamenti rettali o di sangue occulto nelle feci;
- Dimagrimento;
-
Dolori addominali non dovuti ad altre cause note;
-
Alterazioni del colon-retto rilevate durante l’esecuzione di clisma opaco, TAC o risonanza magnetica;
- Qualora l’esito dello screening colorettale per scoprire i tumori del colon-retto in fase iniziale sia risultato positivo.
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Come funziona la colonscopia
La colonscopia è un
esame invasivo, e per molti
doloroso, pertanto si propone l’
anestesia, locale o totale.
- In quest’ultimo caso il paziente verrà tenuto qualche ora in osservazione finita la procedura;
- Che dura dai 15 minuti se non ci sono operazioni da fare;
- Fino a 60 minuti in presenza di polipi.
Per prima cosa bisogna
sdraiarsi sul fianco sinistro con le ginocchia piegate e ricevere i
sedativi per via endovenosa. A questo punto il medico
introduce lo strumento attraverso l’
ano fino al retto e al colon, introducendo
aria per
distendere le pareti dell’intestino ed esaminarle meglio. Se il medico individua la presenza di
polipi sulla mucosa intestinale potrà decidere di
eliminarli direttamente o successivamente.
- È importante rimuovere i polipi perché con il tempo potrebbero trasformarsi in lesioni tumorali maligne (cancro del colon-retto). L’esame in sé non dà rischi, se non la possibilità di sanguinamento momentaneo.
Se la procedura è stata eseguita con anestesia totale, il paziente sarà tenuto in osservazione per qualche ora. È comunque
consigliato per tutti quelli che si sottopongono a colonscopia di
farsi accompagnare da qualcuno all’esame, in caso di effetti dei farmaci anestetici somministrati. Terminato l’esame si può
mangiare qualcosa. Nei
giorni appena successivi si potrebbero sentire dei crampi o dei fenomeni di meteorismo a causa dell’aria introdotta nell’intestino durante l’esame, ma sono
sintomi passeggeri.
Come prepararsi a questo esame
Il risultato della colonscopia è
attendibile solo se il
colon è pulito, cioè se
non ci sono feci. Qualora non lo fosse, sarà necessario ripetere l’esame. Per questo nei
tre giorni precedenti la colonscopia bisognerà seguire una
dieta apposita, smettendo di assumere:
-
Cibi contenenti fibre come frutta, verdura, cereali, legumi (anche in forma liquida);
-
Carni rosse;
-
Tisane.
Sarà invece
possibile assumere:
-
Carni magre;
-
Pesce;
-
Brodi di carne;
-
Tè;
-
Camomilla;
-
Acqua.
Si consiglia, per sicurezza, di
assumere dei lassativi per bocca per essere certi che non ci siano residui fecali nell’intestino.
La colonscopia
si può eseguire anche in gravidanza o in allattamento, in presenza di malattie croniche come
diabete,
insufficienza renale,
cardiaca o
respiratoria. L’importante è segnalarlo per tempo di modo che il medico possa suggerire un lassativo adatto.
Che cosa fare se la colonscopia dà esito positivo

Il
risultato della colonscopia si esprime in termini di
positivo/negativo. Che cosa significa?
- Quando l’esito è negativo vuol dire che non sono state riscontrate anomalie nel colon. Pertanto il medico consiglierà di continuare negli anni a presentarsi agli screening e basta.
- Un risultato positivo indica invece la presenza di polipi o di tessuto anomalo. Non bisogna spaventarsi: la maggior parte dei polipi non sono forme tumorali maligne, ma alcuni possono essere in forma pre-cancerosa che potrebbe degenerare in una forma maligna. Il tumore del colon-retto ha infatti origine quasi sempre da polipi adenomatosi, cioè da tumori benigni nati dalla proliferazione delle cellule della mucosa intestinale. Se non vengono individuati, questi tumori impiegano mediamente tra i 7 e i 15 anni per trasformarsi in forme maligne.
I passi successivi alla
rimozione dei polipi dipendono dalla
dimensione e dalla
quantità degli stessi.
- Se sono stati tolti polipi piccoli (del diametro minore di 1 centimetro) il medico suggerirà di ripetere l’esame ogni 5/10 anni;
- Mentre in caso di rimozione di polipi più grandi o di diversi polipi o con specifiche caratteristiche cellulari, si consiglia di ripetere l’esame ogni 3/5 anni;
- Se invece i polipi, una volta tolti ed esaminati, sono risultati cancerosi, si suggerisce i ripetere l’esame in un intervallo variabile da 3 mesi ad un anno.
La colonscopia virtuale
La
colonscopia virtuale è una TAC, che permette di ottenere
immagini tridimensionali del colon individuando la presenza di neoplasie, polipi, diverticoli, senza necessità di introdurre strumenti nel colon, ma solo immettendo un apposito gas attraverso una sonda rettale.
Anche per la colonscopia
virtuale l’intestino deve essere perfettamente
pulito e quindi la
preparazione è la
medesima della colonscopia tradizionale.
- È particolarmente consigliata in pazienti molto anziani e fragili. La colonscopia virtuale dipende dalla sensibilità dello strumento di TAC e potrebbe non essere sempre in grado di individuare lesioni molto piccole, inferiore ai 5 millimetri.
- Viene inoltre sconsigliata in pazienti che abbiano già avuto un tumore del colon-retto.
La colonscopia con videocapsula
Da qualche anno esiste un’altra possibilità, nata originariamente per l’endoscopia dell’intestino tenue, ma che sta iniziando a essere usata anche per il colon:
- L’Endoscopia Capsulare o Videocapsula Endoscopica.
È un
esame diagnostico “
per bocca” che prevede
l’ingestione di una capsula contenente una videocamera che scatterà delle fotografie all’interno del nostro apparato digerente e che poi verrà rimossa autonomamente dal paziente.
- Dal 2017 l’endoscopia con videocapsula è stata inserita nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
Come preparazione, è necessario un
digiuno nelle dodici ore che precedono l’esame e l’assunzione di lassativi. Al momento la Videocapsula non sostituisce la colonscopia per individuare le neoplasie del colon.
Lo screening prima della colonscopia ti salva la vita. I numeri

Il
cancro del colon-retto è il tumore più diffuso in Italia, e la sopravvivenza dipende da quanto in
tempo ce ne siamo accorti.
- Il tasso di sopravvivenza a 5 anni per un tumore al colon allo stadio A (iniziale, individuato subito ed eliminato) è superiore al 95%;
- Per quelli allo stadio B siamo oltre l’80%;
- Mentre per quelli allo stadio C siamo intorno al 65% di persone vive dopo 5 anni;
- Infine, se ci si accorge del tumore quando è allo stadio D, il più grave, la sopravvivenza a 5 anni è di poco superiore al 5%, per gli uomini, e circa del 10%, per le donne.
La
diagnosi precoce ci salva letteralmente la vita, ma la colonscopia
non è un esame di screening, che significa che viene prescritto
solo in presenza di
sintomi, oltre a essere invasivo. Solo per caso è possibile riuscire a individuare lesioni potenzialmente cancerose tramite questo esame.
- L’unico modo per scoprire ed eliminare le lesioni precancerose per tempo è lo screening del colon retto, un semplice test del sangue occulto nelle feci, che non richiede alcun esame medico, ma solo di depositare un po’ delle proprie feci in un’apposita scatola da consegnare al laboratorio analisi. Si cerca il sangue proveniente dal sanguinamento di un polipo, ma non sempre il sangue deriva da un polipo.
- Circa 5 persone su 100 risultano positive a questo screening, ma non bisogna spaventarsi: il sangue può provenire da emorroidi o da piccole lesioni dovute alla stitichezza. Sarà la colonscopia, eseguita a seguito di un test occulto positivo, a determinarne l’origine.
Lo
screening del colon retto viene eseguito
ogni 2 anni nelle persone
tra i 50 e i 69 anni, è gratuito e basta presentarsi con il prodotto alla data e ora indicata sulla lettera di invito da parte della propria Azienda Sanitaria. Perché viene consigliato ogni due anni quando le forme precancerose ci mettono molto di più per trasformarsi, eventualmente, in cancro? Perché può darsi che un polipo o una lesione tumorale non sanguinino il giorno dell'esame, e quindi è meglio
ripeterlo a distanza di due anni.
- Alcuni programmi regionali di screening usano al posto della ricerca del sangue occulto la rettosigmoidoscopia (esame strumentale per esaminare la parte finale del colon, cioè retto e ano) che viene eseguita una sola volta in persone di 58-60 anni.
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
In che posizione si fa la colonscopia?
Per prima cosa bisogna sdraiarsi sul fianco sinistro con le ginocchia piegate e ricevere i sedativi per via endovenosa. A questo punto il medico introduce lo strumento attraverso l’ano fino al retto e al colon, introducendo aria per distendere le pareti dell’intestino ed esaminarle meglio. Se il medico individua la presenza di polipi, sulla mucosa intestinale potrà decidere di eliminarli direttamente o successivamente. È importante rimuovere i polipi perché con il tempo potrebbero trasformarsi in lesioni tumorali maligne (cancro del colon-retto). L’esame in sé non dà rischi, se non la possibilità di sanguinamento momentaneo.
Cosa non mangiare per fare la colonscopia?
Il risultato della colonscopia è attendibile solo se il colon è pulito, cioè se non ci sono feci. Qualora non lo fosse, sarà necessario ripetere l’esame. Per questo nei tre giorni precedenti la colonscopia bisognerà smettere di assumere:
- Cibi contenenti fibre come frutta, verdura, cereali, legumi (anche in forma liquida);
- Carni rosse;
- Tisane.
Sarà invece possibile carni magre, pesce, brodi di carne, tè, camomilla, e acqua.
Si consiglia, per sicurezza, di assumere dei lassativi per bocca per essere certi che non ci siano residui fecali nell’intestino.
Quando è necessario fare colonscopia?
Si prescrive una colonscopia:
- In presenza di sanguinamenti rettali o di sangue occulto nelle feci;
- Dimagrimento;
- Dolori addominali non dovuti ad altre cause note;
- Alterazioni del colon-retto rilevate durante l’esecuzione di clisma opaco, TAC o risonanza magnetica;
- Qualora l’esito dello screening colorettale per scoprire i tumori del colon-retto in fase iniziale sia risultato positivo.
Quanto fa male la colonscopia?
La colonscopia è un esame invasivo, e per molti doloroso, pertanto si propone l’anestesia, locale o totale. In quest’ultimo caso il paziente verrà tenuto qualche ora in osservazione finita la procedura, che dura dai 15 minuti se non ci sono operazioni da fare, fino a 60 minuti in presenza di polipi. Se la procedura è stata eseguita con anestesia totale, il paziente sarà tenuto in osservazione per qualche ora. È comunque consigliato per tutti quelli che si sottopongono a colonscopia di farsi accompagnare da qualcuno all’esame, in caso di effetti dei farmaci anestetici somministrati. Terminato l’esame si può mangiare qualcosa. Nei giorni appena successivi si potrebbero sentire dei crampi o dei fenomeni di meteorismo a causa dell’aria introdotta nell’intestino durante l’esame, ma sono sintomi passeggeri.