Aggiornato il 29.09.2024
Calano i volumi degli interventi cardiochirurgici ma solo pochi vengono effettuati in ospedali in linea con gli standard ministeriali: 3 pazienti su 4 vengono curati in strutture sotto soglia.
Tra i principali interventi cardiochirurgici, solo l’angioplastica coronarica con PCTA viene eseguita nelle strutture eccellenti (90% su totale strutture in Italia)
L’analisi è stata realizzata da Micuro, la piattaforma digitale per trovare la miglior struttura sanitaria in Italia sulla base di valutazioni trasparenti e imparziali elaborate su dati PNE di AGENAS
Gli interventi cardiochirurgici in Italia sono in calo, relativamente ad alcune delle patologie più importanti. Il trend di volumi dell’infarto (-17% vs 2017), del bypass aortocoronarico (-14,2%) e dell’angioplastica aortocoronarica (-1,4%) sono segnali di una diffusa prevenzione da parte della popolazione, di un buon follow up (inteso anche come maggiore conoscenza in merito ai rischi) e del miglioramento dello stile di vita ma gran parte delle persone continua a rivolgersi a strutture non in linea con gli standard ministeriali. Relativamente all’infarto, infatti, solo il 22,8% viene trattato in strutture sopra soglia. Lo stesso accade con il bypass aortocoronarico (21,2%), e la valvuloplastica (24%). Solo l’angioplastica coronarica con PCTA performa bene visto che l’89,2% degli interventi viene realizzato nelle strutture riconosciute eccellenti dal Ministero.
I dati sono stati raccolti e analizzati da Micuro, la piattaforma digitale per trovare la miglior struttura sanitaria in Italia sulla base di valutazioni trasparenti e imparziali elaborate su dati provenienti da fonti ufficiali del Ministero della Salute e del Programma Nazionale Esiti (PNE) gestito da AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali). Le performance sono misurate sulla base di standard nazionali di riferimento.
Al calo dei volumi e alla forte incidenza di ospedali sotto soglia che coprono una maggior quantità di interventi cardiochirurgici si aggiunge poi uno stallo del numero di strutture eccellenti. Se si considera il solo indicatore dei volumi (almeno 100/anno), le strutture sopra soglia che trattano l’infarto sono calate del 15,3% rispetto al 2018. Oggi rispetto alle 536 strutture che trattano l’infarto in Italia, solo il 15,4% è sopra soglia. La situazione migliora se si prende in considerazione l’indice di sopravvivenza (almeno 92%) a 90 giorni dalla dimissione: in questo caso gli ospedali sopra soglia sono in crescita dell’1,6% rispetto al 2018.
Anche le strutture che trattano il bypass aortocoronarico sono in calo, se si considerano quelle che rispettano la soglia ministeriale di eccellenza (100 ricoveri/anno): -14,2% vs 2018. Ancora più netto il calo di quelle che, oltre ai volumi annuali (180 in questo caso), rispettano l’indicatore della sopravvivenza a 30 giorni del 98,5%: qui il calo in 5 anni è del 30%. In Italia sono solo 11 le strutture in linea con gli standard (11,3% vs alle 97 del totale Italia). La situazione è ulteriormente critica se si considera che sono presenti solo in 9 regioni: Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Calabria. A incidere sull’andamento di questo tipo di intervento è anche il frequente ricorso all’emodinamica rispetto al passato, riducendo gli interventi cardiochirurgici.
Segnali di ripresa invece per gli interventi di angioplastica coronarica con PTCA. Non tanto per i volumi di ricoveri negli ultimi 5 anni (-1,4%), che calano meno delle altre patologie, ma per la buona stabilità delle strutture sopra soglia. Il volume dei ricoveri negli ultimi 5 anni è stabile, coprono il 59,1% del totale delle strutture che hanno questa specialità.
Buone invece le performance per le strutture che trattano la valvuloplastica. Le strutture eccellenti in Italia sono solo 26 (il 22% vs le 117 del totale Italia) ma da sole coprono il 24% dei casi. Purtroppo, a fronte di una crescita di volumi (+18% vs 2018), le strutture sopra soglia sono in calo (-10% vs 2018).
“È importante che il numero di strutture eccellenti sia distribuito in maniera ottimale tra tutte le regioni, in modo da garantire un’alta qualità di cura concentrata in centri selezionati e con reparti specialistici molto performanti sia in termini di volumi che di sopravvivenza post ricovero, come nel caso di alcune patologie cardiache” – ha dichiarato la professoressa Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e responsabile del Comitato Scientifico di Micuro. “Per avere un servizio sanitario nazionale ancora più efficiente è fondamentale che venga favorito un maggior numero di interventi nelle strutture che rispettano e superano gli standard qualitativi. Invece, oggi, ancora tante persone si rivolgono a strutture che, nonostante gli sforzi, continuano a rimanere sotto-soglia per certi interventi. Se una struttura non garantisce in maniera continuativa i volumi minimi per alcune patologie, è più importante che si concentri su altre specialità e garantisca tutt’al più il pronto intervento per le patologie tempo-dipendenti, come gli infarti, ad esempio, visto che - grazie a prevenzione, educazione, stili di vita - i volumi sono in calo”.
Migliori strutture per angioplastica coronarica con PCTA (fonte dati PNE)
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