Tachidol: a cosa serve, compresse e ogni quante ore

Tachidol: a cosa serve, compresse e ogni quante ore

Indice

Domande e risposte

Tachidol è un farmaco che contiene due principi attivi: paracetamolo e codeina. Questi appartengono alle categorie dei farmaci Antipiretici, Analgesici e Farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS), e agli Alcaloidi naturali dell’oppio.

Tachidol è indicato per il trattamento sintomatico del dolore da moderato a severo che non risponde al trattamento con analgesici non-oppioidi utilizzati da soli. Codeina è indicata nei pazienti di età superiore ai 12 anni per il trattamento del dolore moderato acuto che non è adeguatamente controllato da altri analgesici come il paracetamolo o l’ibuprofene (da soli). 

Tachidol è disponibile in tre diverse forme farmaceutiche (granulato effervescente, compresse effervescenti e compresse rivestite con film) ad un dosaggio fisso di 500 mg di paracetamolo e 30 mg di codeina fosfato.

Tachidol può essere dispensato dietro presentazione di Ricetta RNR (non ripetibile) - medicinali soggetti a prescrizione medica da rinnovare volta per volta.

La codeina è un alcaloide naturale dell’oppio con una debole azione analgesica a livello centrale ed esercita il suo effetto attraverso i recettori oppioidi μ (mu) dove agisce come agonista parziale, anche se la sua affinità per questi recettori è bassa. Il suo effetto analgesico è possibile grazie alla sua conversione in morfina. Ulteriori dettagli sulla modalità di azione della codeina sono disponibili qui.

La codeina è metabolizzata principalmente tramite coniugazione con l’acido glucuronico, ma, attraverso una via metabolica minore quale l’O-demetilazione, può essere convertita in morfina tramite una trasformazione metabolica catalizzata dal citocromo CYP2D6. Circa il 7% della popolazione di origine caucasica presenta un deficit dell’enzima CYP2D6 dovuto a una variazione genetica. Questi soggetti sono detti metabolizzatori lenti e possono non beneficiare dell’effetto terapeutico atteso poiché sono incapaci di trasformare la codeina nel suo metabolita attivo morfina. Allo stesso modo, è importante tenere presente che circa il 5.5% della popolazione in Europa occidentale è costituito da metabolizzatori ultra-rapidi. Questi soggetti presentano uno o più duplicati del gene CYP2D6 e quindi sono in grado di metabolizzare più velocemente la codeina a morfina. Questi individui possono presentare concentrazioni più alte di morfina nel sangue con conseguente aumento del rischio di reazioni avverse (vedi sotto).

L’esistenza di metabolizzatori ultra-rapidi va considerata con particolare attenzione nel caso di pazienti con insufficienza renale nei quali si potrebbe verificare un aumento della concentrazione del metabolita attivo morfina-6-glucoronide.

La variazione genetica relativa all’enzima CYP2D6 può essere accertata dal test di tipizzazione genetica.

Il paracetamolo riduce la sintesi delle prostaglandine agendo come inibitore non selettivo dell’enzima ciclo-ossigenasi (COX-1, un enzima presente in quasi tutte le nostre cellule e che sintetizza le prostaglandine, importanti composti endogeni che vengono usati per trasportare informazioni a livello locale nel nostro organismo) con un meccanismo d’azione diverso da quella degli altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS e aspirina). L’effetto analgesico è riconducibile ad una azione diretta del paracetamolo a livello del Sistema Nervoso Centrale, probabilmente mediata dal sistema oppioide e serotoninergico, oltre che da una azione di inibizione della sintesi delle prostaglandine a livello centrale agendo su una terza forma dell’enzima ciclo-ossigenasi (COX-3), espresso a livello cerebrale, che potrebbe rappresentare il bersaglio predominante del paracetamolo e di altri farmaci con spiccate caratteristiche antifebbrili.

Il paracetamolo ha proprietà analgesiche e antipiretiche paragonabili a quelle dell’aspirina, però gli effetti antinfiammatori sono piuttosto scarsi. Il paracetamolo è un buon antidolorifico, può quindi dare sollievo in tutte le condizioni in cui ci sia una forma di dolore medio-lieve, ad esempio in caso di mal di testa. Ulteriori dettagli sulla modalità di azione del paracetamolo sono disponibili nella pagina dedicata alla Tachipirina.

L'associazione paracetamolo-codeina possiede un’attività antalgica superiore a quella dei suoi componenti presi singolarmente, con un effetto nettamente più prolungato nel tempo. La loro azione è sinergica in quanto il paracetamolo agisce sui meccanismi biochimici centrali e periferici del dolore, mentre la codeina interagisce con i recettori degli oppioidi.
Tachidol va assunto secondo le indicazioni riportate nel foglietto illustrativo.

ADULTI E BAMBINI AL DI SOPRA DEI 12 ANNI

  • Bustine di granulato effervescente: 1-2 secondo necessità, fino a 3 volte al giorno, sciolte in mezzo bicchiere d'acqua ed assunte ad intervalli di almeno 4 ore;
  • Compresse effervescenti: 1-2 secondo necessità, fino a 3 volte al giorno, sciolte in mezzo bicchiere d'acqua ed assunte ad intervalli di almeno 4 ore;
  • Compresse: 1-2 secondo necessità, fino a 3 volte al giorno assunte ad intervalli di almeno 4 ore.

Per la posologia più adatta, seguire sempre i consigli del medico curante.

immagine che rappresenta una compressa effervescente

Il farmaco non deve essere assunto per più di 3 giorni. Se il dolore non migliora dopo 3 giorni, consultare il proprio medico.

Tachidol non deve essere assunto da bambini di età inferiore ai 12 anni, a causa del rischio di gravi problemi respiratori.

Tachidol è controindicato nei pazienti: ipersensibili ai principi attivi o ad uno degli eccipienti, pazienti affetti da grave anemia emolitica, grave insufficienza epatocellulare e patologie epatiche in fase attiva, insufficienza respiratoria, in stato di disidratazione, affetti da fenilchetonuria, gravidanza o durante l’allattamento al seno, metabolizzatori ultra-rapidi del CYP2D6.

È controindicato anche nei pazienti pediatrici (0-18 anni di età) che si sottopongono a interventi di tonsillectomia e/o adenoidectomia per la sindrome delle apnee notturne ostruttive, a causa dell’aumentato rischio di sviluppare reazioni avverse gravi e pericolose per la vita.

Somministrare con cautela nei soggetti con insufficienza renale (clearance della creatinina ≤ 30ml/min) o epatica. In tali casi è consigliabile distanziare le dosi di almeno 8 ore.

La somministrazione di dosi elevate o prolungata nel tempo può causare epatopatia ad alto rischio e alterazioni, anche gravi, a carico del rene e del sangue (paracetamolo) o dipendenza (codeina).

Nelle persone anziane l'uso prolungato degli alcaloidi dell'oppio può aggravare una preesistente patologia (cerebrale, vescicale, ecc.).

Usare con cautela in caso di alcoolismo cronico, eccessiva assunzione di alcol (3 o più bevande alcoliche al giorno), anoressia, bulimia o cachessia, malnutrizione cronica (basse riserve di glutatione epatico), disidratazione, ipovolemia.

Durante il trattamento con paracetamolo prima di assumere qualsiasi altro farmaco controllare che non contenga lo stesso principio attivo, poiché se il paracetamolo è assunto in dosi elevate si possono verificare gravi reazioni avverse.

In caso di reazioni allergiche si deve sospendere la somministrazione. È opportuno, per la presenza di codeina, non assumere bevande alcoliche; la codeina può provocare un aumento dell’ipertensione intracranica.

Nei pazienti che hanno subito l’asportazione della colecisti, la codeina può indurre dolore addominale biliare o pancreatico acuto, generalmente associato con anomalie nei test di laboratorio, indicative di spasmo dello sfintere di Oddi.

In presenza di tosse che produce catarro, la codeina può impedire l’espettorazione.

Usare con cautela nei soggetti con carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi.

L’uso concomitante di Tachidol e farmaci sedativi (benzodiazepine o farmaci correlati) può portare a sedazione, depressione respiratoria, coma e morte. A causa di questi rischi, la prescrizione concomitante di questi farmaci sedativi dovrebbe essere riservata ai pazienti per i quali non sono possibili trattamenti alternativi. Se è stata presa la decisione di prescrivere Tachidol insieme a medicinali sedativi, deve essere utilizzata la dose efficace più bassa e la durata del trattamento deve essere la più breve possibile. I pazienti devono essere seguiti attentamente per segni e sintomi di depressione respiratoria e sedazione. 

È importante contattare il proprio medico prima di associare Tachidol a qualsiasi altro farmaco.

Alcune forme farmaceutiche di Tachidol contengono degli eccipienti che possono causare problemi in alcuni tipi di pazienti.
Il granulato effervescente contiene:

  • Maltitolo: pazienti affetti da rari problemi ereditari d’intolleranza al fruttosio non devono assumere questo medicinale;
  • 282,9 mg di sodio per bustina sono equivalenti al 14% dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS (2 g di sodio per un adulto);
  • Aspartame, è una fonte di fenilalanina. Può essere dannoso a chi è affetto da fenilchetonuria. Non sono disponibili studi né non-clinici né clinici sull’uso di aspartame nei bambini al di sotto delle 12 settimane di età. 

Le compresse effervescenti contengono:

  • Sorbitolo, i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio non devono assumere questo medicinale;
  • 349 mg di sodio per compressa effervescente sono equivalenti al 17,5 % dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS (2 g di sodio per un adulto);
  • Aspartame, è una fonte di fenilalanina. Può essere dannoso a chi è affetto da fenilchetonuri. Non sono disponibili studi né non-clinici né clinici sull’uso di aspartame nei bambini al di sotto delle 12 settimane di età.

Le compresse rivestite con film contengono:

  • Lattosio: i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o dal malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.


Sovradosaggio

In caso di ingestione/assunzione accidentale di una dose eccessiva di Tachidol avvertire immediatamente il medico o rivolgersi al più vicino ospedale. 

Paracetamolo
Esiste il rischio di intossicazione, specialmente nei pazienti con malattie epatiche, in caso di alcolismo cronico, nei pazienti affetti da malnutrizione cronica e nei pazienti che ricevono induttori enzimatici. In questi casi il sovradosaggio può essere fatale.
L'intossicazione acuta si manifesta con nausea, vomito, anoressia, pallore, dolori addominali, malessere, sudorazione: tali sintomi compaiono in genere entro le prime 24 ore. Il paracetamolo, assunto in dosi elevate di gran lunga superiori a quelle comunemente consigliate, può provocare citolisi epatica che può evolvere verso la necrosi completa e irreversibile, che comporta insufficienza epatocellulare, acidosi metabolica ed encefalopatia, che possono portare al coma ed alla morte. Contemporaneamente, si osservano aumentati livelli delle transaminasi epatiche (AST, ALT), della lattico deidrogenasi e della bilirubina, insieme ad una diminuzione del valore della protrombina, che può mostrarsi da 12 a 48 ore dopo la somministrazione. Sintomi clinici di danno epatico si manifestano di solito già dopo uno o due giorni, e raggiungono il massimo dopo 3-4 giorni.

Misure di emergenza:

  • Ospedalizzazione immediata;
  • Prima di iniziare il trattamento prelevare un campione di sangue per determinare i livelli plasmatici di paracetamolo, ma almeno 4 ore dopo il sovradosaggio;
  • Eliminazione rapida del paracetamolo tramite lavanda gastrica;
  • Il trattamento in seguito ad un sovradosaggio include la somministrazione dell’antidoto l’N-acetilcisteina (NAC) per via endovenosa od orale, se possibile entro 8 ore dall’ingestione. L’N-acetilcisteina può, tuttavia, dare un certo grado di protezione anche dopo 16 ore. La posologia è di 150 mg/kg/e.v. in soluzione glucosata in 15 minuti, poi 50 mg/kg nelle 4 ore successive e 100 mg/kg nelle 16 ore successive, cioè un totale di 300 mg/kg in 20 ore;
  • Trattamento sintomatico. Devono essere effettuati dei test epatici all’inizio del trattamento, che vanno ripetuti ogni 24 ore. Nella maggior parte dei casi, le transaminasi epatiche ritornano nella norma in una o due settimane con piena ripresa della funzionalità epatica. Nei casi molto gravi, tuttavia, può essere necessario il trapianto epatico.


Codeina

  • Segnali negli adulti: i sintomi sono rappresentati da depressione acuta dei centri respiratori (cianosi, ridotta funzionalità respiratoria), sonnolenza, rash, prurito, vomito, atassia, edema polmonare (raro);
  • Segnali nei bambini (dose tossica: 2 mg/kg come singola dose): ridotta funzionalità respiratoria, arresto respiratorio, miosi, convulsioni, segnali di rilascio di istamina: rossore facciale e gonfiore, orticaria, collasso, ritenzione urinaria.

Misure di emergenza:

  • Ventilazione assistita;
  • Somministrazione di naloxone.

È possibile che, quando due o più farmaci vengono assunti in associazione, uno o più di questi farmaci interferiscano tra di loro causando effetti collaterali anche gravi. Questi sono eventi relativamente rari e non si verificano in tutti i pazienti. Inoltre, l’intensità e la gravità dell’interazione dipendono da diversi fattori: dosaggio utilizzato, durata del trattamento, contemporaneità della somministrazione, dieta e/o corredo genetico del paziente. Chiedere sempre consiglio al proprio medico o al farmacista quando si inizia un trattamento farmacologico.

  • Il paracetamolo può aumentare la possibilità che si verifichino effetti indesiderati se somministrato contemporaneamente ad altri farmaci;
  • Nel corso di terapie con anticoagulanti orali è opportuno ridurre le dosi di paracetamolo;
  • Farmaci induttori delle monoossigenasi: usare con estrema cautela e sotto stretto controllo durante il trattamento cronico con farmaci che possono determinare l’induzione delle monossigenasi epatiche o in caso di esposizione a sostanze che possono avere tale effetto (per esempio rifampicina, cimetidina, antiepilettici quali glutetimmide, fenobarbital, carbamazepina);
  • Fenitoina: la somministrazione concomitante di fenitoina può risultare in una diminuita efficacia del paracetamolo ed in un aumentato rischio di epatotossicità. I pazienti in trattamento con fenitoina devono evitare l’assunzione di dosi elevate e/o croniche di paracetamolo. I pazienti devono essere monitorati in caso di evidenza di epatotossicità;
  • Probenecid: causa una riduzione di almeno due volte della clearance del paracetamolo attraverso l’inibizione della sua coniugazione con acido glucuronico. Deve essere presa in considerazione una riduzione della dose di paracetamolo se somministrato contemporaneamente al probenecid;
  • Salicilamide: può prolungare l’emivita di eliminazione (t1/2) del paracetamolo.

La somministrazione di paracetamolo può interferire con la determinazione della uricemia (mediante il metodo dell’acido fosfotungstico) e con quella della glicemia (mediante il metodo della glucosio-ossidasi-perossidasi).
 

Associazioni controindicate

  • Agonisti e antagonisti della morfina (buprenorfina, nalbufina, pentazocina) a causa del ridotto effetto analgesico dovuto al blocco competitivo dei recettori, con rischio di insorgenza di sindrome da rigetto;
  • Alcool: aumenta l’effetto sedativo degli analgesici morfinici. Lo stato di ridotta allerta può rendere pericoloso guidare e usare macchinari;
  • Naltrexone: rischio di ridotto effetto analgesico. Il dosaggio dei derivati della morfina deve essere aumentato se necessario.


Associazioni da valutare

  • Altri analgesici agonisti della morfina (alfentanil, destromoramide, destropropossifene, fentanyl, diidrocodeina, idromorfone, morfina, ossicodone, petidina, fenoperidina, remifentanil, sufentanil, tramadolo), farmaci antitussivi morfino-simili (destrometorfano, noscapina, folcodina), farmaci morfinici soppressori della tosse (codeina, etimorfina), barbiturici, metadone per aumentato rischio di depressione respiratoria che può essere fatale in caso di sovradosaggio;
  • Altri farmaci ad azione sedativa: derivati della morfina (analgesici, soppressori della tosse e trattamenti di sostituzione), neurolettici, barbiturici, ansiolitici diversi dalle benzodiazepine (meprobamato), ipnotici, antidepressivi sedativi (amitriptilina, doxepina, mirtazapina, mianserina, trimipramina), antistaminici H1 ad azione sedativa, farmaci antipertensivi ad azione centrale, baclofene e talidomide per aumento dell’azione depressiva a livello centrale. Lo stato di vigilanza alterato può rendere pericoloso guidare o usare macchinari;
  • Medicinali sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati: l’uso concomitante aumenta il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa dell’effetto additivo depressivo sul SNC. Limitare dose e durata dell’uso concomitante.


Effetti indesiderati

Come tutti i farmaci, questo medicinale può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino.

Se si manifesta uno di questi disturbi, interrompere l’assunzione e informare immediatamente il proprio medico: respirazione lenta o difficoltosa, confusione, sonnolenza, pupille ridotte, nausea o vomito, stipsi, mancanza di appetito, reazioni allergiche come gonfiore di mani, piedi, caviglie, viso, labbra, lingua e/o gola (angioedema), gonfiore della gola (edema della laringe), grave reazione allergica (shock anafilattico), prurito, arrossamenti della pelle accompagnati da prurito (orticaria), eruzioni della pelle (rash).

I pazienti metabolizzatori rapidi della codeina (per duplicazione del gene di CYP2D6) hanno un aumentato rischio di sviluppare effetti indesiderati per tossicità da oppioidi anche a dosi comunemente prescritte. Questi pazienti convertono la codeina in morfina rapidamente con conseguente incremento dei livelli sierici della morfina. Sintomi generali di tossicità da oppioidi includono confusione, sonnolenza, respirazione superficiale, pupilla miotica, nausea, vomito, costipazione e mancanza di appetito. Nei casi più gravi questo può comprendere sintomi di depressione respiratoria e circolatoria, che può essere pericolosa per la vita e molto raramente fatale.

Il prodotto può causare sonnolenza ed è pertanto consigliabile astenersi dalla guida di veicoli o dall'uso di macchinari.
 

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

Se si manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo articolo, rivolgersi al proprio medico o al farmacista. 
La segnalazione delle reazioni avverse sospette, che si verificano dopo l’autorizzazione all’immissione in commercio di un farmaco, è importante in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio dello stesso. Agli operatori sanitari e ai pazienti è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza dei farmaci.

Gravidanza

Vi è una limitata esperienza clinica con l’uso di paracetamolo in gravidanza o durante l’allattamento. Non sono stati segnalati effetti indesiderati né nella donna né nel feto o nei neonati. In ogni caso, è consigliabile utilizzare il paracetamolo durante la gravidanza solo dopo una attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio.
Se si assume codeina al termine della gravidanza, tenere in considerazione le sue caratteristiche morfinomimetiche (rischio teorico di depressione respiratoria nei neonati in caso di assunzione di alte dosi prima della nascita, rischio di sindrome di astinenza in caso di somministrazione cronica al termine della gravidanza). In studi negli animali sono stati osservati degli effetti teratogeni (può causare anomalie o malformazioni nell'embrione). 
 

Allattamento

Codeina non deve essere usata durante l’allattamento al seno dato che la codeina passa nel latte materno. Alle normali dosi terapeutiche codeina e il suo metabolita attivo possono essere presenti nel latte materno a dosi molto basse ed è improbabile che possa influenzare negativamente il lattante. Tuttavia, se il paziente è un metabolizzatore ultrarapido, livelli più elevati del metabolita attivo morfina possono essere presenti nel latte materno e, in rarissimi casi, possono provocare sintomi di tossicità da oppioidi nel neonato, che possono essere fatali. È stato riportato un caso di intossicazione da morfina in un neonato allattato al seno materno la cui madre era una metabolizzatrice ultra-rapida trattata con codeina a dosi terapeutiche.

Tachidol: modalità di conservazione e validità

Tachidol granulato ha una validità di 2 anni e va conservato ad una temperatura inferiore ai 25°C.
Le compresse hanno una validità di 3 anni. Le compresse effervescenti vanno conservate nella confezione originale e protette dall’umidità ad una temperatura inferiore ai 30°C.
La compressa rivestita, una volta estratta dal blister, può essere conservata per 24 ore nella confezione originale e protetta dalla luce.

Il periodo di validità si riferisce sempre al prodotto correttamente conservato all’interno del suo confezionamento integro.

Per evitare danni all’ambiente, non gettare alcun medicinale nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chiedere sempre al farmacista come eliminare i medicinali che non si utilizzano più.

Domande e risposte

A cosa serve il Tachidol?

Il Tachidol è indicato per il trattamento del dolore moderato/severo in pazienti che non hanno giovamento con altri farmaci antidolorifici utilizzati da soli.

Con quale frequenza posso assumere il Tachidol?

Il Tachidol va assunto al massimo 3 volte al giorno con un intervallo di almeno 4 ore tra le assunzioni. Il farmaco non deve essere assunto per più di 3 giorni. Se il dolore non migliora dopo 3 giorni, consultare il proprio medico.

Se assumo Tachidol posso prendere anche la Tachipirina?

Tachidol contiene paracetamolo che è lo stesso principio attivo contenuto nella Tachipirina. L’assunzione di quantità eccessive di paracetamolo aumenta il rischio di sviluppare effetti collaterali, è quindi opportuno evitare di assumere i due farmaci in contemporanea.

Se devo fare degli esami del sangue posso prendere il Tachidol?

L’assunzione di Tachidol può alterare i risultati di alcuni esami diagnostici. In caso di dubbi, consultare il proprio medico o il centro prelievi.

Quali sono gli effetti collaterali del Tachidol?

L’assunzione di Tachidol, in alcuni pazienti particolarmente sensibili al farmaco, può causare una serie di effetti collaterali, quali: respirazione lenta o difficoltosa, confusione, sonnolenza, pupille ridotte, nausea o vomito, stipsi, mancanza di appetito, reazioni allergiche come gonfiore di mani, piedi, caviglie, viso, labbra, lingua e/o gola (angioedema), gonfiore della gola (edema della laringe), grave reazione allergica (shock anafilattico), prurito, arrossamenti della pelle accompagnati da prurito (orticaria), eruzioni della pelle (rash). Se si manifesta uno di questi disturbi, interrompere l’assunzione e informare immediatamente il proprio medico.

Le informazioni presenti in Micuro hanno scopo divulgativo e informativo. Non costituiscono in alcun modo un mezzo di autodiagnosi e automedicazione. Per qualsiasi dubbio sull'uso di un farmaco, rivolgersi al proprio medico.

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