Indice
Domande e Risposte
Passiflora: com'è fatta la pianta, cenni storici e uso tradizionale
Il
nome passiflora deriva dal termine latino
“Passio”, attribuito dai
conquistatori spagnoli nel XVI secolo per descrivere i fiori come simbolo della “passione di Cristo”.
Passiflora incarnata L. (sin.
Passiflora edulis var.
kerii (Spreng.) Mast, oppure
Passiflora kerii Spreng.) è una
pianta perenne originaria del continente americano, cresce in cespugli specialmente nelle aree desertiche tra Stati Uniti e Messico. Oggi il
nome botanico ufficialmente riconosciuto è
Passiflora edulis Sims, anche se ancora poco usato per indicare la
pianta medicinale. La droga è costituita dalle parti aeree, compresi frammenti di fusto, fiori e frutti.
Il genere Passiflora comprende oltre 500 specie, alcune di queste sono coltivate per i
frutti commestibili (
Passiflora edulis Sims), mentre altre a
scopo ornamentale (
Passiflora caerulea L.). Il
fiore di questa pianta è
particolarmente appariscente, è costituito da un calice con sepali verdastri, seguito internamente da una corolla a petali bianchi e da una corona costituita da numerosi filamenti bianco-violacei. Inoltre, al centro del fiore spiccano gli stami caratterizzati da antere di colore arancione.
La passiflora ha una lunga tradizione d’uso come pianta medicinale per i suoi effetti a livello del
sistema nervoso e il nome della specie “incarnata” è ampiamente diffuso in testi e pubblicazioni scientifiche. La
nuova nomenclatura di Passiflora edulis Sims ha creato confusione riguardo le
due tipologie di piante, che tuttavia rimangono
differenti nelle componenti e negli usi, nonostante anche dal punto di vista botanico sia complicato discriminarle. Grazie a un’analisi fitochimica è possibile riconoscere la
pianta dotata di proprietà ansiolitiche (prec. Passiflora incarnata), quella più tradizionalmente descritta in campo medicinale, mentre
Passiflora edulis è nota maggiormente in
campo alimentare. Il suo frutto, chiamato maracuja o
frutto della passione, è infatti conosciuto per l’apporto nutrizionale oltre che per altre
proprietà benefiche. L’origine nord-americana è un ulteriore criterio per identificare la pianta con proprietà sedative, anche se l’ampia diffusione della sua coltivazione in altri continenti non permette una facile individuazione.
Per ulteriore chiarezza, le informazioni di seguito riportate sul sistema nervoso sono riferite alle
parti aeree di Passiflora incarnata L., mentre i dati sul
frutto fanno riferimento a lavori raccolti per
Passiflora edulis Sims.
Quali sono le sostanze attive contenute nella passiflora
La droga di
Passiflora incarnata è una
fonte di alcaloidi, composti fenolici, flavonoidi e glicosidi cianogenici. Le sostanze
fitochimiche primarie sono flavonoidi (apigenina, luteolina, quercetina e kaempferolo) e
glicosidi flavonoidici (vitexina, isovitexina, orientina e isoorientina). Sono inoltre presenti anche
derivati del γ-pirone (maltolo),
alcaloidi indolici (β-carboline) e tracce di
glicosidi cianogenici (ginocardina). Secondo la
Farmacopea Europea 10.8 le parti aeree essiccate devono avere un contenuto minimo dell’1% di flavonoidi, espressi come isovitexina. A seconda dello stadio di sviluppo possono essere presenti tracce di alcaloidi armanici.
I
principali nutrienti del frutto di
Passiflora edulis sono fibre alimentari,
carboidrati,
lipidi, acidi carbossilici, polifenoli, composti volatili,
proteine, amminoacidi,
vitamine e minerali. Tra i principali metaboliti secondari ci sono flavonoidi (isoorientina e quercetina), triterpenoidi, carotenoidi e composti solforati.
A cosa serve la passiflora
Passiflora incarnata (parti aeree)
Questa pianta è un diffuso rimedio tradizionale per il
trattamento di nervosismo e insonnia. Nonostante esistano diversi studi clinici sull’uomo, a oggi il meccanismo d’azione di questa specie è ancora sconosciuto, benché esistano alcune evidenze che mostrino come passiflora coinvolga la regolazione dell’
acido gamma-aminobutirrico (GABA), grazie alla presenza di un certo quantitativo di tale molecola nella droga. La disfunzione del sistema GABA è infatti spesso implicata in molte condizioni neuropsichiatriche. L’analisi dei diversi costituenti, tuttavia, porta a credere che gli
effetti ansiolitici siano dati dalla sinergia di diverse componenti, piuttosto che dall’azione di un singolo principio attivo. Studi preliminari, infatti, attribuirono l’attività ai flavonoidi (in particolare il flavone crisina), ma dati più recenti hanno rivisto l’esclusività di questo ruolo. Nonostante il meccanismo sia poco chiaro, i dati pubblicati su estratti di passiflora forniscono un certo supporto all'uso tradizionale per il trattamento di sintomi lievi di stress mentale e per favorire il sonno.
Ansia
Sono stati condotti
alcuni studi sull’uomo per valutare il
presunto effetto ansiolitico di passiflora, uno di questi studi è stato progettato per valutare il trattamento del disturbo d'ansia generalizzato, mentre altri due studi sono stati eseguiti per valutarne l'efficacia nel trattamento dell'ansia preparatoria (pre-chirurgica). In uno studio clinico con 60 pazienti, l’uso di 500 mg di un estratto commerciale di passiflora,
somministrato 90 minuti prima di un intervento chirurgico, ha ridotto i sintomi di ansia rispetto al trattamento placebo, senza indurre sedazione. Un secondo studio, con 70 pazienti prima di un’anestesia spinale, ha evidenziato che un estratto di passiflora contenente 2,8 mg di benzoflavone in 700 mg di estratto acquoso, assunto 30 minuti prima dell’operazione, riduceva l’innalzamento dell’ansia, pur non modificando la sedazione o la frequenza cardiaca. Inoltre, in uno studio randomizzato in doppio cieco è stato confrontato l’effetto di passiflora con il farmaco
benzodiazepinico oxazepam. I risultati hanno dimostrato che sia l'estratto che l'oxazepam avevano
effetti migliorativi, riducendo l’ansia valutata secondo la scala di Hamilton. Importante segnalare che alcuni pazienti trattati con l'estratto di passiflora nello studio hanno sperimentato un piccolo ma significativo deterioramento delle prestazioni lavorative.
Una delle principali
limitazioni di questi studi è che la maggior parte di essi
non contiene alcuna descrizione del tipo di preparato erboristico utilizzato, fornendo informazioni incomplete sul potenziale uso terapeutico. Un recente studio ha infine valutato la
riduzione di ansia in pazienti sottoposti a un’estrazione dentale. Gli effetti ansiolitici di una compressa di passiflora (260 mg di estratto) erano simili a quelli di una compressa di midazolam (15 mg), tuttavia i pazienti hanno preferito il secondo trattamento in quanto capace di generare episodi di amnesia relativamente alla procedura subita.
Astinenza da oppiacei
Per verificare la possibile attività adiuvante di un estratto di passiflora nel
trattamento dell'astinenza da oppiacei a base di clonidina, è stato condotto uno studio clinico randomizzato in doppio cieco. Un totale di
65 partecipanti con dipendenza da
oppiacei è stato
assegnato in modo casuale al trattamento. I risultati hanno mostrato che il gruppo di pazienti trattati con l’aggiunta di passiflora ha mostrato una
riduzione dei sintomi più precoce rispetto ai pazienti trattati con placebo e clonidina. Purtroppo,
non sono riportate informazioni sulla tipologia di estratto utilizzato.
Sintomi della menopausa
Uno studio clinico ha
confrontato gli effetti di due estratti derivati dalle erbe medicinali Hypericum perforatum e Passiflora incarnata sui sintomi della
menopausa. Gli autori hanno concluso che entrambi i preparati possono esercitare
effetti benefici sui sintomi precoci della menopausa; tuttavia, la ricerca non contemplava alcun gruppo placebo, non è quindi possibile confrontare i risultati con la normale evoluzione dei sintomi menopausali.
Insonnia
Alcune ricerche hanno esaminato i
possibili effetti sedativi di passiflora sull’
insonnia, è stato infatti dimostrato che l
'ansia è correlata ai disturbi del sonno. Una prima
indagine clinica ha confrontato diversi trattamenti: placebo, diazepam,
valeriana, lavanda, kava-kava e passiflora. L'estratto di passiflora (rapporto droga-estratto: 5,9:1) è stato somministrato in una singola dose di 1200 mg e gli effetti sono stati confrontati direttamente con placebo e diazepam (10 mg) dopo la somministrazione di caffeina. Tutti e tre i trattamenti, incluso il placebo, tuttavia hanno prodotto una simile diminuzione della prontezza mentale indotta da caffeina.
Un secondo studio clinico randomizzato in doppio cieco con placebo ha valutato la potenziale efficacia di passiflora su 41 volontari affetti da insonnia primaria, attraverso un trattamento con infuso di parti essiccate della pianta. I risultati hanno rivelato che nei soggetti riceventi passiflora, solo la
qualità del sonno percepita era migliorata, mentre
nessun dato oggettivo, misurato attraverso polisonnografia, era stato modificato.
Disturbo da deficit di attenzione e iperattività
Poiché
Passiflora incarnata è un rimedio tradizionale per l'ansia e il disturbo da
deficit di attenzione e iperattività (ADHD), la sua
potenziale attività benefica contro l'ADHD è stata valutata in uno studio clinico randomizzato in doppio cieco su un
campione di 34 bambini. I bambini sono stati divisi in due gruppi: un gruppo ha ricevuto compresse di passiflora 0,04 mg/kg/die (due volte al giorno), mentre il secondo ha ricevuto compresse di metilfenidato (farmaco per ADHD) 1 mg/kg/die (due volte al giorno), per 8 settimane.
Non sono state osservate differenze significative tra i due trattamenti, sebbene i bambini trattati con metilfenidato abbiano manifestato una maggiore diminuzione dell'appetito e la maggiore comparsa di ansia/nervosismo.
Passiflora edulis (frutto)
Sebbene l'uso del
frutto di Passiflora edulis abbia un ruolo chiave nella gestione di vari disturbi nella medicina popolare ed esistano vari riscontri in esperimenti preclinici, l'efficacia di questo frutto non è stata esplorata in modo approfondito direttamente sull'uomo. Tutte le valutazioni cliniche hanno saggiato estratti ottenuti dalla buccia del frutto.
Uno studio clinico ha mostrato che
l'uso combinato di un estratto di passiflora e di farmaci ipoglicemizzanti, come gliburide, metformina e insulina,
migliora la sensibilità all'insulina in un gruppo di pazienti con
diabete mellito di tipo 2. Tuttavia,
l'uso singolo dell’estratto del frutto non è risultato altrettanto efficace sul controllo glicemico in pazienti diabetici presenti in un’altra ricerca.
Altri studi isolati hanno dimostrato che l’estratto di buccia è in grado di ridurre la pressione sistolica e diastolica, oltre che alleviare efficacemente i sintomi clinici della
tosse riducendo il
sibilo respiratorio e la mancanza di respiro negli adulti con
asma. Infine, un ulteriore studio clinico ha riscontrato una riduzione di sintomi dell'
osteoartrosi, riconducendo gli effetti alle potenziali proprietà antinfiammatorie.
Come e quando assumere la passiflora
Gli estratti di Passiflora incarnata si ottengono solitamente a partire dalle sue parti aeree (foglie, fusti, fiori), che vengono essiccate e poi trasformate mediante diversi processi estrattivi. Il metodo più diffuso prevede l’utilizzo di solventi idroalcolici (ad esempio etanolo tra il 25% e il 90%), che consentono di isolare in modo efficace i principali flavonoidi (tra cui vitexina e isovitexina), spesso riportati in concentrazioni dal 2 al 5% nelle preparazioni secche. In alcune farmacopee, come quella europea (11.8), sono descritte anche soluzioni diverse (ad esempio con metanolo 60% V/V o acetone 40% V/V), sebbene tali procedimenti siano meno frequenti in commercio.
Un uso classico della passiflora è sotto forma di infuso: la Commissione E tedesca suggerisce 2,5 g di droga essiccata in acqua bollente, da assumere tre o quattro volte al giorno. Alcune fonti riportano dosi leggermente maggiori o minori, poiché non esiste un’unica formulazione condivisa. L’EMA (Agenzia Europea dei Medicinali) segnala che in molti testi tradizionali si consiglia una quantità più elevata, compresa in genere tra 1 e 8 g di droga al giorno per tisane o polveri. Le tinture e gli estratti fluidi, ottenuti con etanolo a varie concentrazioni, vengono invece utilizzati a dosi giornaliere che possono variare da 2 a 8 ml, in più somministrazioni.
Per quanto concerne il contenuto di alcaloidi armanici, la Commissione E raccomanda di mantenersi al di sotto dello 0,01%. Inoltre, sebbene non vi siano linee guida precise sulla durata del trattamento, la maggior parte delle fonti consiglia di non prolungarne l’assunzione oltre 2-4 settimane senza consultare un medico.
Quali sono le controindicazioni, gli effetti collaterali e le interazioni con i farmaci?
Gli
effetti indesiderati associati all’uso di Passiflora incarnata (parti aeree) risultano nel complesso
piuttosto rari, ma
includono disturbi gastrointestinali (come
nausea,
diarrea e
vomito) e reazioni di ipersensibilità di lieve entità (
orticaria o
rush cutaneo). Alcune segnalazioni più occasionali parlano di
vertigini,
sonnolenza e
mal di testa, mentre in casi isolati si è osservata
tachicardia o palpitazioni;
un singolo report descrive un episodio di tachicardia ventricolare e nausea severa, in un paziente che aveva assunto quantità di passiflora superiori ai dosaggi abituali. Sebbene non sia provata una relazione causale diretta, è consigliabile
evitare l’abuso della pianta.
Come accade con altri rimedi ad azione sedativa,
la passiflora può potenziare l’effetto di farmaci ansiolitici o di sostanze alcoliche, per cui è opportuno cautelarsi quando la si associa a questi prodotti.
L’uso in bambini al di sotto dei 12 anni dovrebbe avvenire solo dopo consulto medico, poiché mancano dati specifici sulla sicurezza in questa fascia di età. Infine, data la scarsità di informazioni sulla sicurezza in
gravidanza e
allattamento, si raccomanda di non impiegarla in tali periodi.
Conclusione
In conclusione, sebbene i dati qui forniti
per
Passiflora incarnata (parti aeree) dimostrino che
questa pianta medicinale può esercitare effetti benefici nel trattamento di diverse condizioni patologiche legate al sistema nervoso, a oggi
non è stata definita una composizione standardizzata per i suoi estratti. Per questo motivo rimangono spesso sconosciute le concentrazioni dei vari costituenti chimici nei suoi preparati e risulta molto difficile ricondurre o prevedere effetti farmacologici specifici. La presenza di queste lacune, insieme a mancanze metodologiche negli studi clinici,
non permette di accertare il potenziale terapeutico di questa pianta.
Infine, il frutto di
Passiflora edulis, benché molto apprezzato e ricco di studi preclinici, richiede maggiore attenzione prima di poter traslare questi effetti anche sull’uomo.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
L’uso di Passiflora incarnata può indurre sedazione?
I dati finora raccolti sull’uomo dimostrano che questa pianta può potenzialmente aiutare a migliorare il sonno agendo soprattutto sulla componente ansiolitica; tuttavia, gli effetti sembrano lievi o di bassa entità. Benché non comuni, sono stati riportati alcuni casi di sedazione in caso di sovradosaggio.
Quali parti della pianta sono usate per l’azione sul sistema nervoso?
La droga è costituita dalle parti aeree essiccate, le quali comprendono foglie, frammenti di fusto, fiori e frutti.
Passiflora incarnata è utile per contrastare il disturbo del deficit di attenzione nei bambini?
Sebbene esista uno studio clinico dedicato, l’uso di Passiflora incarnata nel deficit di attenzione non gode di sufficiente supporto scientifico per dimostrare la presenza di una reale efficacia.
Quale è il meccanismo d’azione con cui agisce Passiflora incarnata?
Non è possibile stabilire il meccanismo d’azione di questa pianta, in quanto i suoi effetti sembrano legati a una moltitudine di costituenti che agiscono in modo sinergico. Gli studi finora effettuati non hanno permesso di individuare nessun costituente attivo principale; tuttavia, studi in vitro hanno evidenziato la modulazione del sistema GABA, di cui il flavonoide crisina sembra essere il principale responsabile.
A cosa fa bene la passiflora?
La passiflora è usata a livello tradizionale per il trattamento di sintomi lievi di stress mentale e per favorire il sonno.
Quali sono gli effetti collaterali della passiflora?
Gli effetti collaterali riportati con l’uso di Passiflora incarnata (parti aeree) sono rari e comprendono disturbi gastrointestinali e reazioni di ipersensibilità. La passiflora può inoltre potenziare gli effetti di altri sedativi centrali.
Quando prendere la passiflora?
La passiflora è indicata come rimedio tradizionale per il trattamento di nervosismo, insonnia e disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Non esistono dati specifici sulla durata di utilizzo, tuttavia è raccomandato un consulto medico se i sintomi persistono oltre le due settimane. La passiflora non è indicata per bambini dai 3 ai 12 anni, se non sotto prescrizione medica. La droga è sconsigliata durante la gravidanza e l’allattamento, in mancanza di dati specifici.
Perché la passiflora si chiama così?
Il nome passiflora deriva dal termine latino “Passio” e fa riferimento alla bellezza del fiore come simbolo della “passione di Cristo”.