Nurofen® ogni quante ore prenderlo?

Nurofen® ogni quante ore prenderlo?

Indice

Domande e Risposte

Che cos’è il Nurofen e perché si usa?

Il Nurofen è un farmaco che contiene come principio attivo l’ibuprofene, un composto non steroideo che ha una azione antiinfiammatoria. L’ibuprofene è caratterizzato da una buona azione analgesica (cioè è in grado di ridurre il dolore), antiinfiammatoria (riduce l’infiammazione) e antipiretica (abbassa la temperatura corporea).

Il Nurofen è indicato per il trattamento di sintomatico di breve durata del dolore di varia natura, come emicrania, dolori dentali, nevralgie, dolori muscolari e osteoarticolari, dolori mestruali. Può anche essere utilizzato nel trattamento dei sintomi febbrili e influenzali.

Esiste anche una forma farmaceutica Nurofen influenza e raffreddore che contiene anche pseudoefedrina, indicata per il trattamento dei sintomi del raffreddore e dell'influenza quali congestione nasale e sinusale, dolori, febbre, mal di gola, mal di testa.

Il Nurofen è disponibile in diverse forme farmaceutiche a diversi dosaggi:
  • Compresse rivestite da 200 mg, 400 mg;
  • Capsule molli da 400 mg;
  • Nurofen febbre e dolore per bambini: sospensione orale da 100 mg o 200 mg/5 mL al gusto fragola o arancia; oppure capsule molli masticabili da 100 mg;
  • Nurofen Supposte: Baby da 60 mg; Junior da 125 mg;
  • Nurofen influenza e raffreddore: compresse rivestite contenenti ibuprofene 200 mg e pseudoefedrina 30 mg.
Il Nurofen e Nurofen febbre e dolore appartengono alla categoria dei Farmaci Analgesici-Antiinfiammatori non steroidei (o FANS), e in particolare ai derivati dell’acido propionico.

Nurofen influenza e raffreddore appartiene alla categoria degli Analgesici FANS + decongestionanti e in particolare ai derivati dell’acido propionico.

Nurofen viene dispensato dietro presentazione di una Ricetta OTC - medicinali non soggetti a prescrizione medica da banco

Nurofen febbre e dolori sono dispensati dietro presentazione di una Ricetta SOP - medicinali non soggetti a prescrizione medica ma non da banco. L’imballaggio esterno dei medicinali previsti dal presente articolo reca un bollino di riconoscimento che ne permette la chiara individuazione da parte del consumatore

Il farmacista può dare consigli al cliente su questi medicinali. Gli stessi medicinali possono essere oggetto di pubblicità presso il pubblico se hanno i requisiti stabiliti dalle norme vigenti in materia e purché siano rispettati i limiti e le condizioni previsti dalle stesse norme.

Il Nurofen nelle sue varie forme è stato inserito tra i farmaci in classe C, quindi farmaci a totale carico del paziente (con l’eccezione dei titolari di pensione di guerra diretta vitalizia (Legge 203/2000)).

Posologia: come si assume e come agisce il Nurofen?

Per la posologia più adatta, seguire sempre i consigli del medico curante.
Il Nurofen deve essere utilizzato per un periodo di tempo limitato (massimo 3 giorni)

Le compresse non vanno somministrate ai bambini con meno di 12 anni.
Le compresse vanno assunte per via orale a stomaco pieno, per ridurre i possibili problemi a livello gastrico. 
Le capsule molli non vanno masticate.
La somministrazione della sospensione orale a lattanti e bambini di età compresa fra 3 mesi e 12 anni deve avvenire mediante siringa dosatrice o cucchiaino dosatore forniti con il prodotto.
Le supposte vanno somministrate per via rettale per breve periodo.

I pazienti che soffrono di problemi di stomaco possono assumere il medicinale durante i pasti.


Posologia

Utilizzare sempre la dose minima efficace per la durata di trattamento più breve possibile necessaria per controllare i sintomi.
Se per caso fosse necessario prolungare il trattamento, o in caso di peggioramento dei sintomi, consultare sempre il proprio medico.


Nurofen e Nurofen febbre e raffreddore

Adulti e adolescenti oltre i 12 anni
  • Compresse: 1-2 compresse da 200 mg o 1 compressa da 400 mg, 2-3 volte al giorno;
  • Sospensione orale: 200-400 mg di ibuprofene (controllare sul foglietto illustrativo a quanti mL di sospensione orale corrispondono), 2-3 volte al giorno. L’uso della sospensione orale negli adulti è indicato soprattutto nei pazienti che presentano disfagia (problemi a deglutire);
  • Bambini tra i 2 - 12 anni (10 – 43 Kg di peso corporeo): la dose giornaliera è strutturata in base al peso ed all’età del paziente. La dose giornaliera di 20-30 mg/kg di peso corporeo, suddivisa 3 volte al giorno ad intervalli di 6-8 ore, può essere somministrata sulla base dello schema riportato sul foglietto illustrativo (non superare le dosi consigliate). L’intervallo tra le dosi non deve essere inferiore alle 4 ore. Non superare la dose complessiva di 1200 mg (6 compresse o 30 mL) nelle 24 ore;
  • Capsule molli: una capsula al giorno, da assumere con acqua. Se necessario assumere una capsula ogni 6 ore ma non superare la dose di 3 capsule (1200 mg) al giorno;
  • Capsule molli masticabili: vanno masticate prima della deglutizione. Non è necessario bere dell’acqua. Assumere ogni 6-8 ore, con u minimo di 6 ore tra le due dosi. Non vanno utilizzate nei bambini con meno di 7 anni o un peso corporeo inferiore ai 20 kg.
Anziani
Non è necessario modificare lo schema posologico.
  • Supposte se la somministrazione orale è sconsigliata (ad es, in presenza di vomito non controllabile). Chiedere sempre consiglio al medico e fare riferimento alle informazioni riportate sul foglietto illustrativo;
  • Baby (60 mg) sono indicate nei bambini dai 6 kg (3 mesi) ai 12,5 kg (2 anni);
  • Junior (125 mg) sono indicate nei bambini dai 12,5 kg (2 anni) ai 20,5 kg (6 anni) 
La singola dose massima non deve superare i 10 mg (Baby) o i 20-30 mg (Junior) di ibuprofene per kg di peso corporeo, suddivisa in 3 o 4 somministrazioni. L’intervallo tra una somministrazione e la successiva non deve essere inferiore alle 6 ore. 

Sospensione orale per bambini
  • La dose giornaliera di 20-30 mg/kg di peso corporeo, suddivisa 3 volte al giorno ad intervalli di 6-8 ore, può essere somministrata sulla base dello schema riportato sul foglietto illustrativo contenuto nella confezione (non superare le dosi consigliate);
  • Nel caso di febbre post-vaccinazione si raccomanda la somministrazione di una dose singola (2,5 ml) seguita, se necessario, da un’altra dose dopo 6 ore. Non somministrare più di due dosi nelle 24 ore;
  • Nurofen febbre e dolore va utilizzato per trattamenti di breve durata. Nei lattanti di età compresa tra 3 e 5 mesi deve essere consultato il medico qualora i sintomi persistano per un periodo superiore alle 24 ore o nel caso di peggioramento della sintomatologia. Nel caso l’uso del medicinale sia necessario per più di 3 giorni nei lattanti e nei bambini di età superiore ai 6 mesi e negli adolescenti, o nel caso di peggioramento della sintomatologia deve essere consultato un medico.


Nurofen influenza e raffreddore

Compresse
Il farmaco può essere somministrato solo per un breve periodo di trattamento:
  • 5 giorni massimo di terapia per la popolazione adulta;
  • 3 giorni massimo di terapia per la popolazione pediatrica (12-18 anni).
Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della dose minima efficace per la durata di trattamento più breve possibile necessaria per controllare i sintomi. Nel caso l’uso del medicinale sia necessario per più di 5 giorni negli adulti e per più di 3 giorni negli adolescenti, o nel caso di peggioramento della sintomatologia deve essere consultato il medico.

Popolazione pediatrica
Non somministrare ai bambini di età inferiore ai 12 anni

Adulti e adolescenti oltre i 12 anni
La dose iniziale è 1-2 compresse al giorno, poi, se necessario, 1-2 compresse ogni 4 ore. Non superare la dose di 6 compresse nelle 24 ore.

Anziani
Non sono richieste modifiche della posologia consigliata tranne nei pazienti con alterazioni renali o epatiche per i quali è necessario adattare individualmente la posologia.


Come agisce il farmaco?

L’ibuprofene è un composto non steroideo con un effetto antiinfiammatorio e appartiene alla classe dei FANS. È in grado di inibire l’azione delle cicloossigenasi che trasformano l’acido arachidonico in altre sostanze come le prostaglandine, le prostacicline e il tromboxano. Quindi blocca la sintesi delle prostaglandine a livello periferico. Questo spiega la sua azione antiinfiammatoria e antipiretica. Inoltre, ha un effetto analgesico non narcotico circa trenta volte superiore a quello dell’acido acetilsalicilico (l’aspirina). 

Per ulteriori dettagli sul meccanismo d’azione dell’ibuprofene fare riferimento alla pagina “Ibuprofene: cos'è, posologia, avvertenze e controindicazioni”.

La pseudoefedrina è un agente simpaticomimetico con un’azione di vasocostrizione agendo direttamente sui recettori adrenergici. Ha una azione di stimolo per i recettori di tipo alfa e beta, oltre a stimolare lievemente il sistema nervoso centrale.

Immagine che rappresenta i farmaci da banco in mano ad una persona

Prima di assumere Nurofen cosa devo sapere? Avvertenze e precauzioni

Nurofen nelle sue varie forme farmaceutiche è controindicato nei pazienti con ipersensibilità al principio attivo o ad uno degli eccipienti contenuti nella forma farmaceutica.

Il Nurofen compresse è controindicato anche in:
  • Adolescenti con meno di 12 anni;
  • Pazienti che hanno avuto in precedenza reazioni di ipersensibilità (es. broncospasmo, asma, riniti, angioedema od orticaria) conseguenti all’impiego di ibuprofene, acido acetilsalicilico, o di altri prodotti antinfiammatori non steroidei (FANS);
  • Pazienti con grave insufficienza epatica o renale;
  • Caso di insufficienza cardiaca severa (IV classe NYHA);
  • Pazienti con storia di emorragia, o perforazione gastrointestinale, correlati a precedenti terapie con FANS;
  • Pazienti con ricorrenti ulcere peptiche/emorragie in atto o pregresse (due o più distinti episodi di provata ulcerazione o sanguinamento);
  • Durante l’ultimo trimestre di gravidanza;
  • Prima o dopo interventi chirurgici cardiaci.
Inoltre, Nureofen febbre e dolore è controindicato nei bambini di età inferiore a 3 mesi o di peso inferiore ai 5,6 kg.

Nurofen va utilizzato con cautela nei pazienti con problemi di coagulazione.

I pazienti anziani hanno un aumento della frequenza delle reazioni avverse ai FANS, in particolare emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali.

Nei pazienti disidratati esiste il rischio di alterazione della funzionalità renale.

Nei pazienti con asma bronchiale o malattie allergiche, in atto o pregresse, può insorgere broncospasmo.

Evitare l’uso concomitante di Nurofen e di altri FANS, inclusi gli inibitori selettivi della ciclossigenasi-2.

I pazienti con Lupus eritematoso sistemico (LES) e con malattia mista del connettivo possono aver un aumentato rischio di meningite asettica

A causa dei possibili effetti cardiovascolari e cerebrovascolari dell’ibuprofene (ritenzione di liquidi, ipertensione ed edema), è necessaria cautela prima di iniziare il trattamento nei pazienti con anamnesi positiva per ipertensione e/o insufficienza cardiaca. Consultare il proprio medico prima di eventualmente assumere il farmaco.

L’uso di ibuprofene, specialmente ad alte dosi (2400 mg/die), può essere associato a un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (es. infarto del miocardio o ictus). Basse dosi di ibuprofene (es. meno di 1200 mg/die) non sembrano essere associate ad un aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi.

I pazienti con fattori di rischio per eventi cardiovascolari (es. ipertensione, iperlipidemia, diabete, ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia (II-III classe NYHA), cardiopatia ischemica accertata, malattia arteriosa periferica e/o malattia cerebrovascolare) devono essere trattati con ibuprofene soltanto dopo attenta valutazione clinica e si devono evitare dosi elevate (2400 mg/die).                                                                                 
Fare attenzione all’uso di ibuprofene nei pazienti con funzionalità renale compromessa, che potrebbe essere peggiorata dal farmaco, con rischio di lesioni renali permanenti e insorgenza di insufficienza renale.

Utilizzare con cautela nel trattamento dei pazienti con funzionalità epatica o renale ridotta. In tali pazienti è opportuno ricorrere al monitoraggio periodico dei parametri clinici e di laboratorio, specialmente in caso di trattamento prolungato.

Sicurezza gastrointestinale: i FANS devono essere somministrati con cautela ai pazienti con una storia di malattia gastrointestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn) poiché tali condizioni possono essere peggiorate.
Durante il trattamento con tutti i FANS sono state riportate emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione, che possono essere fatali. Negli anziani e in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione, il rischio di emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione è più alto con dosi aumentate di FANS. Questi pazienti devono iniziare il trattamento con la più bassa dose disponibile. L’uso concomitante di agenti protettori (es. misoprostolo o inibitori di pompa protonica) deve essere considerato per questi pazienti ed anche per pazienti che assumono basse dosi di acido acetilsalicilico o altri farmaci che possono aumentare il rischio di eventi gastrointestinali.
Pazienti con storia di tossicità gastrointestinale, in particolare anziani, devono riferire qualsiasi sintomo gastrointestinale inusuale (soprattutto emorragia gastrointestinale) in particolare nelle fasi iniziali del trattamento.
Cautela deve essere prestata ai pazienti che assumono farmaci concomitanti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazione o sanguinamento, come corticosteroidi orali, anticoagulanti come warfarin, inibitori selettivi del reuptake della serotonina o agenti antiaggreganti come l’acido acetilsalicilico.
Quando si verifica emorragia o ulcerazione gastrointestinale in pazienti che assumono Nurofen, il trattamento deve essere sospeso.
L’ibuprofene, inibendo in modo reversibile l’aggregazione delle piastrine, potrebbe aumentare la durata di una eventuale emorragia.

Reazioni cutanee severe: sono state segnalate raramente reazioni cutanee gravi, alcune delle quali fatali, tra cui dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi epidermica tossica in associazione all’uso di FANS. L’insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento. 
È stata segnalata pustolosi esantematica acuta generalizzata (PEAG) in seguito all’assunzione di medicinali contenenti ibuprofene. Ibuprofene deve essere sospeso alla prima comparsa di segni e sintomi di reazioni cutanee gravi, come eruzione cutanea, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.

Mascheramento dei sintomi di infezioni sottostanti: Nurofen può mascherare i sintomi di infezione, cosa che potrebbe ritardare l’avvio di un trattamento adeguato e peggiorare pertanto l’esito dell’infezione. Quindi è particolarmente importante prestare attenzione quando Nurofen è somministrato per il sollievo dalla febbre o dal dolore correlati a infezione. Il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico se i sintomi persistono o peggiorano.

Colite ischemica: alcuni casi di colite ischemica sono stati riportati con pseudoefedrina. Se si sviluppano dolore addominale improvviso, sanguinamento rettale o altri sintomi di colite ischemica, la pseudoefedrina deve essere sospesa e si deve consultare un medico.

Nurofen e aspirinetta: l'ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica quando i farmaci vengono somministrati contemporaneamente. Dopo la somministrazione di singole dosi di 400 mg di ibuprofene, assunto entro 8 ore prima o 30 minuti dopo la somministrazione di acido acetilsalicilico a rilascio immediato (81 mg, aspirinetta), si è verificata una diminuzione dell’effetto dell’acido acetilsalicilico sulla formazione di trombossano e sull’aggregazione piastrinica. Non è chiaro l’effettivo rischio clinico, ma non si può escludere la possibilità che l'uso regolare a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito ad un uso occasionale di ibuprofene.

Un trattamento prolungato con farmaci con azione analgesica (come l’ibuprofene) a dosi maggiori di quanto indicato può causare la comparsa di emicrania. Evitare di peggiorare la situazione aumentando il dosaggio dell’analgesico.

Evitare il consumo concomitante di alcol, che potrebbe aumentare gli effetti collaterali dei FANS, in particolare a livello gastrointestinale o sul sistema nervoso centrale.


Sovradosaggio


Tossicità
I bambini manifestano segni e sintomi di tossicità dopo ingestione di ibuprofene a dosi di 400 mg/kg o maggiori. I segni e i sintomi di tossicità non sono stati generalmente osservati a dosi inferiori a 100 mg/kg nei bambini o negli adulti. Comunque, in alcuni casi potrebbe essere necessario un trattamento di supporto. 

Sintomi
La maggior parte dei pazienti che hanno ingerito quantitativi significativi di ibuprofene manifesteranno i sintomi entro 4-6 ore. I sintomi di sovradosaggio più comunemente riportati comprendono: nausea, vomito, dolore addominale, letargia e sonnolenza, effetti sul sistema nervoso centrale (SNC) tra cui mal di testa, tinnito vertigini, convulsioni e perdita della coscienza. Raramente sono stati anche riportati nistagmo, acidosi metabolica, ipotermia, effetti renali, sanguinamento gastrointestinale, coma, apnea, diarrea e depressione del SNC e dell’apparato respiratorio, obnubilamento della vista. Sono stati riportati disorientamento, stato di eccitazione, svenimento e tossicità cardiovascolare comprendente ipotensione, bradicardia e tachicardia. 
Nei casi di sovradosaggio significativo sono possibili insufficienza renale e danno epatico.
In casi di avvelenamento grave, è possibile che si verifichi acidosi metabolica e un prolungamento del tempo di protrombina/ INR, probabilmente causato da un’interferenza con l’azione dei fattori della coagulazione presenti in circolo. In soggetti asmatici si può avere esacerbazione dell’asma.

Come per gli altri simpaticomimetici, una dose eccessiva di pseudoefedrina può provocare sintomatologie legate a disturbi del sistema nervoso centrale e a stimolazione cardiovascolare, tra cui: irritabilità, irrequietezza, tremori, sete, visione offuscata, ansietà ansia, insonnia, febbre, sudore, esoftalmo, allucinazioni, debolezza muscolare, palpitazioni, convulsioni, ritenzione urinaria, ipertensione, difficoltà nella minzione, nausea, vomito, tachicardia e aritmie cardiache.


Trattamento

Non esiste un antidoto specifico per il sovradosaggio di ibuprofene. In caso di sovradosaggio è pertanto indicato un trattamento sintomatico e di supporto e deve includere il mantenimento della pervietà delle vie aeree e il monitoraggio della funzionalità cardiaca e dei segni vitali fino alla stabilizzazione del paziente. Particolare attenzione è dovuta al controllo della pressione arteriosa, dell’equilibrio acido-base e di eventuali sanguinamenti gastrointestinali.

Entro un’ora dall’ingestione di una quantità potenzialmente tossica deve essere presa in considerazione la somministrazione di carbone attivo. In alternativa, nell’adulto, deve essere presa in considerazione la lavanda gastrica. Deve essere assicurata una diuresi adeguata e le funzioni renale ed epatica devono essere strettamente monitorate.
Il paziente deve rimanere sotto osservazione per almeno quattro ore successivamente all’ingestione di una quantità di farmaco potenzialmente tossica. L’eventuale comparsa di convulsioni frequenti o prolungate deve essere trattata con diazepam per via endovenosa.

Se l’ibuprofene è già stato assorbito si devono somministrare sostanze alcaline per favorire l’escrezione nelle urine dell’ibuprofene acido. Somministrare broncodilatatori in caso di asma.

L’eliminazione della pseudoefedrina può essere accelerata da diuresi acida o da dialisi. I fenomeni ipertensivi possono essere trattati con farmaci bloccanti dei recettori alfa IV. Le aritmie cardiache possono richiedere l'uso di agenti bloccanti beta-adrenergici dopo la somministrazione di bloccanti alfa-adrenergici. Ipereccitabilità e allucinazioni possono essere trattati con clorpromazina.

In rapporto alle condizioni cliniche del paziente possono essere necessarie altre misure di supporto. Per maggiori informazioni, contattare il locale centro antiveleni.  

Alcune forme di Nurofen contengono particolari eccipienti che potrebbero dare problemi in alcuni pazienti:
  • Saccarosio: i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosio-galattosio, o da insufficienza di sucrasi isomaltasi, non devono assumere questo medicinale;
  • Sodio: 2 compresse rivestite da 200 mg, o una da 400 mg, contengono 34,68 mg di sodio, equivalente all’1,73% dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.
Nurofen Febbre e Dolore contiene maltitolo liquido. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio non devono assumere questo medicinale. Può avere un lieve effetto lassativo. Il valore calorico del maltitolo è di 2,3 kcal/g.
  • Propilene glicole (presente nell’aroma fragola) 11,75 mg in 5 ml;
  • Piccolissima quantità di glutine (presente nell’amido di frumento presente nell’aroma arancia). Questo medicinale è considerato «senza glutine» ed è molto improbabile che possa causare problemi ad un paziente celiaco. 
Attenzione, un paziente allergico al frumento (condizione diversa dalla celiachia) non deve prendere questo medicinale.

Nurofen può interferire con l’effetto di altri farmaci e quali sono i suoi effetti collaterali?

IMPORTANTE: è possibile che, quando due o più farmaci vengono assunti in associazione, uno o più di questi farmaci interferiscano tra di loro causando effetti collaterali anche gravi. Questi sono eventi relativamente rari e non si verificano in tutti i pazienti. Inoltre, l’intensità e la gravità dell’interazione dipendono da diversi fattori: dosaggio utilizzato, durata del trattamento, contemporaneità della somministrazione, dieta e/o corredo genetico del paziente. Chiedere sempre consiglio al proprio medico o al farmacista quando si inizia un trattamento farmacologico.

L’ibuprofene dovrebbe essere evitato in associazione con:
  • Acido acetilsalicilico: la somministrazione concomitante di ibuprofene e acido acetilsalicilico non è generalmente raccomandata a causa del potenziale aumento di effetti indesiderati. Inoltre, l’ibuprofene potrebbe inibire l’azione antiaggregante dell’acido acetilsalicilico;
  • Altri FANS inclusi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi-2: l’uso concomitante di due o più FANS deve essere evitato in quanto possono far aumentare il rischio di reazioni avverse a carico del tratto gastrointestinale
L’ibuprofene (come altri FANS) deve essere utilizzato con cautela in associazione con:
  • Corticosteroidi: aumento del rischio di ulcerazione o emorragia gastrointestinale;
  • Anticoagulanti: i FANS possono aumentare gli effetti degli anticoagulanti, come il warfarin;
  • Agenti antiaggreganti e inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs): aumento del rischio di emorragia gastrointestinale;
  • Antipertensivi (ACE inibitori e Antagonisti dell’angiotensina II), diuretici e beta bloccanti: i FANS possono ridurre l’effetto dei diuretici e di altri farmaci antiipertensivi dato che inibiscono la sintesi delle prostaglandine e quindi anche la loro azione vasodilatante a livello renale. In alcuni pazienti con funzione renale compromessa (per esempio pazienti disidratati o pazienti anziani con funzione renale compromessa) la co-somministrazione di un ACE inibitore o di un antagonista dell’angiotensina II e di agenti che inibiscono il sistema della ciclo-ossigenasi può portare a un ulteriore deterioramento della funzione renale, che comprende una possibile insufficienza renale acuta, generalmente reversibile. Quindi, la combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente nei pazienti anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo l’inizio della terapia concomitante e successivamente ad intervalli regolari.
I diuretici possono aumentare il rischio di nefrotossicità dei FANS.
  • Glicosidi cardiaci: i FANS possono peggiorare l’insufficienza cardiaca, ridurre il VGF (velocità di filtrazione glomerulare) e aumentare i livelli plasmatici di glicosidi;
  • Antidiabetici: possibile aumento dell’effetto delle sulfaniluree;
  • Litio: possibile aumento dei livelli di litio nel sangue (litiemia), con possibilità di raggiungimento della soglia tossica. Qualora tale associazione sia necessaria, monitorare la litiemia allo scopo di adattare la posologia del litio durante il trattamento contemporaneo con ibuprofene;
  • Metotrexato: possibile aumento dei livelli plasmatici di metotrexato;
  • Ciclosporina: aumentano il rischio di nefrotossicità;
  • Mifepristone: i FANS non devono essere assunti per 8-12 giorni dopo la somministrazione di Mifepristone in quanto i FANS possono ridurre gli effetti del Mifepristone;
  • Tacrolimus: possibile aumento del rischio di nefrotossicità;
  • Zidovudina: aumentato rischio di tossicità ematologica, aumentato rischio di emartrosi ed ematoma in pazienti emofilici sieropositivi per l’HIV;
  • Antibiotici chinolonici: i FANS possono aumentare il rischio di convulsioni associate agli antibiotici chinolonici. I pazienti che assumono FANS e chinoloni possono avere un rischio aumentato di sviluppare convulsioni;
  • Alcol, bifosfonati e pentossifillina: possono potenziare gli effetti collaterali gastrointestinali e il rischio di sanguinamento e ulcera;
  • Baclofene: aumentata tossicità del baclofene;
  • Inibitori del citocromo CYP2C9 (ad es., voriconazolo, fluconazolo): la somministrazione concomitante può aumentare l’esposizione all’ibuprofene, che è substrato del CYP2C9. È necessario considerare la riduzione della dose di ibuprofene in caso di cosomministrazione;
  • Uricosurici (probenecid): possibile rallentamento dell’eliminazione dei FANS con relativo aumento delle concentrazioni ematiche;
  • Alcaloidi della segale cornuta (ergotamina e metisergide): aumento del rischio di ergotismo;
  • Inibitori dell’appetito (anoressizzanti) e psicostimolanti simil anfetamine: rischio di ipertensione;
  • Ossitocina: rischio di ipertensione.

Interazioni con la pseudoefedrina
Il prodotto può potenziare l'effetto di altri agenti simpaticomimetici, come i decongestionanti.
L'effetto della pseudoefedrina potrebbe essere ridotto dalla guanetidina, reserpina e dalla metildopa e potrebbe essere influenzato dagli antidepressivi triciclici. A sua volta la pseudoefedrina può ridurre l'effetto della guanetidina e può aumentare la possibilità di aritmie in pazienti digitalizzati, o in pazienti che assumono anticolinergici (inclusi antidepressivi triciclici) o chinidina.


Effetti indesiderati

Come tutti i farmaci, questo medicinale può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino.
Se si manifesta uno di questi disturbi, interrompere l’assunzione e informare immediatamente il proprio medico.
I pazienti anziani hanno un aumento della frequenza delle reazioni avverse ai FANS, specialmente emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali.
In pazienti con asma bronchiale o malattie allergiche in atto o pregresse può insorgere broncospasmo.
Tra gli effetti indesiderati non comuni che possono comparire in meno di 1 paziente su 1000 possiamo elencare: reazioni di ipersensibilità come urticaria e prurito, mal di testa, vertigini, dispepsia, dolori addominali e nausea, eruzioni cutanee.

Raramente (in meno di 1 paziente su 10.000) possono comparire i problemi cerebrovascolari tipici dei FANS, oltre a diarrea, flatulenza, stitichezza, vomito, epatotossicità, aumento delle transaminasi, della fosfatasi alcalina e dei livelli dell’acido urico, riduzione dell’ematocrito e del calcio ematico, prolungamento del tempo di sanguinamento.

Molto raramente sono stati segnalati peggioramento delle infezioni, problemi ematopoietici (anemia, leucopenia, trombocitopenia, agranulocitosi, pancitopenia con manifestazioni come febbre, mal di gola, ulcere del cavo orale, sintomi simil influenzali, spossatezza grave, ematomi e sanguinamenti inspiegabili), riduzione dei livelli dell’emoglobina, insufficienza renale acuta, ematuria, nefrite, sindrome nefrosica, eritema multiforme, reazioni bollose e sindrome di Steven-Johnson, necrolisi tossica dell’epidermide, problemi epatici, epatiti, ittero, ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinale, melena, ematesi, gastrite, ipertensione, disturbi visivi, meningite asettica, gravi reazioni di ipersensibilità con gonfiore del volto, della lingua e della gola, dispnea, tachicardia, ipotensione.

Per brevi periodi di trattamento, Nurofen non altera, o altera in modo trascurabile, la capacità di guidare veicoli e usare macchinari.


Segnalazione delle reazioni avverse sospette

Se si manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo articolo, rivolgersi al proprio medico o al farmacista. 

La segnalazione delle reazioni avverse sospette, che si verificano dopo l’autorizzazione all’immissione in commercio di un farmaco, è importante in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio dello stesso. Agli operatori sanitari e ai pazienti è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza dei farmaci.

Posso assumere Nurofen in gravidanza o durante l’allattamento?

Gravidanza

Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l’ibuprofene non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari e la dose e la durata del trattamento devono essere rispettivamente la più bassa e per il più breve tempo possibile.

Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre:
  • Il feto a tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); disfunzione renale che può progredire a insufficienza renale con oligoidroamniosi;
  • La madre e il neonato, alla fine della gravidanza, al possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che può verificarsi anche a dosi molto basse; inibizione delle contrazioni uterine risultante in travaglio ritardato o prolungato.
Conseguentemente, l’ibuprofene è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.
L’ibuprofene, come anche gli altri FANS, causa l’inibizione della sintesi delle prostaglandine e questo può avere effetti negativi sulla gestante e/o lo sviluppo embrio/fetale, con aumento del rischio di aborto, malformazione cardiaca e gastroschisi. Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia.
La somministrazione di pseudoefedrina nel primo trimestre di gravidanza potrebbe causare anomalie fetali.


Allattamento

L’ibuprofene e i suoi metaboliti possono passare in basse concentrazioni nel latte materno. Non sono stati segnalati effetti pericolosi per i neonati, quindi per trattamenti brevi con la dose raccomandata per dolore e febbre, l’interruzione dell’allattamento non è generalmente necessaria.


Fertilità

I farmaci che inibiscono la sintesi di ciclossigenasi/prostaglandine possono causare un indebolimento della fertilità femminile per effetto sull’ovulazione. Questo effetto è reversibile dopo interruzione del trattamento.
La somministrazione di Nurofen dovrebbe essere sospesa nelle donne che hanno problemi di fertilità o che sono sottoposte a indagini sulla fertilità.

Quali sono le modalità di conservazione di Nurofen?

Conservare tutti i medicinali al di fuori della vista e della portata dei bambini.
  • Le compresse rivestite hanno una validità di 3 anni e vanno conservate ad una temperatura inferiore ai 30°C;
  • Le capsule hanno una validità di 2 anni e vanno conservate ad una temperatura inferiore ai 25°C nella confezione originale al riparo dall’umidità;
  • La sospensione orale ha una validità di 2 o 3 anni in confezione intatta, ma di 6 mesi dopo la prima apertura. Non conservare a temperatura superiore a 30°C;
  • Le supposte hanno una validità di 2 anni e vanno conservate ad una temperatura inferiore ai 25°C.
Il periodo di validità si riferisce sempre al prodotto correttamente conservato all’interno del suo confezionamento integro.
Per evitare danni all’ambiente, non gettare alcun medicinale nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chiedere sempre al farmacista come eliminare i medicinali che non si utilizzano più.

Domande e risposte

A cosa serve Nurofen?

Il Nurofen va utilizzato per il trattamento di breve durata del dolore di diverso tipo, come emicrania, dolori dentali, nevralgie, dolori muscolari e osteoarticolari, dolori mestruali e per trattamento sintomatico di febbre e sindromi influenzali.

Come va assunto Nurofen?

Esistono diverse forme farmaceutiche di Neurofen. Per le modalità di assunzione chiedere sempre consiglio al proprio medico o ad un farmacista e attenersi alle istruzioni riportate sul foglietto illustrativo presente nella confezione del farmaco. In ogni caso, è consigliabile assumere il farmaco a stomaco pieno per ridurre gli eventuali effetti collaterali a livello gastrico.

Se sono in stato di gravidanza posso assumere Nurofen?

A causa dei possibili effetti collaterali sulla madre e sul feto, l’assunzione di Nurofen è sconsigliata nel terzo trimestre di gravidanza e durante il primo e il secondo trimestre andrebbe assunto solo in caso si una effettiva necessità e comunque per il più breve tempo possibile.

Quali effetti collaterali provoca Nurofen?

Il Nurofen appartiene alla classe dei FANS, e come con tutti questi farmaci possono comparire numerosi effetti collaterali, in particolare nei pazienti anziani che possono avere un aumento della frequenza delle reazioni avverse. Sono state segnalate emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali; nei pazienti con asma bronchiale o malattie allergiche in atto o pregresse può insorgere broncospasmo. Altri effetti segnalati sono reazioni di ipersensibilizzazione, reazioni cutanee anche gravi, ritenzione di liquidi, edemi, ipertensione, insufficienza renale, disfunzioni epatiche, mascheramento dei sintomi di infezioni sottostanti (ad es, nelle complicanze della varicella), emicrania. In caso di comparsa di effetti collaterali, interrompere immediatamente il trattamento e informare il medico.

Per quanto tempo posso assumere Nurofen?

Il trattamento con Nurofen deve essere fatto per il più breve tempo e al dosaggio più basso possibili, e comunque non superiore ai tre giorni.

Perché c’è stata una carenza di Nurofen nelle farmacie?

La carenza temporanea di Nurofen è stata causata dalla ondata pandemica di Covid-19 che ha determinato un incremento delle vendite, dal momento che l’ibuprofene è tra i farmaci più comunemente consigliati per contrastare i sintomi più comuni da Covid-19 quali febbre, dolori muscolari e mal di testa. Inoltre, vi è stata anche una crisi della catena distributiva a causa della difficile disponibilità delle materie prime necessarie per la realizzazione del confezionamento del prodotto finito.

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