Menta piperita: proprietà, benefici e quando assumerla

Menta piperita: proprietà, benefici e quando assumerla

Indice

Domande e Risposte

Menta piperita: com’è fatta la pianta, cenni storici e uso tradizionale

La menta piperita (Mentha x piperita L.) appartiene alla famiglia delle Lamiaceae ed è un ibrido naturale tra la menta acquatica (Mentha aquatica L.) e la menta spicata (Mentha spicata L.). Si tratta di una pianta erbacea perenne, rizomatosa, che può raggiungere altezze variabili tra 30 e 90 cm. Caratteristica è la morfologia del fusto, generalmente eretto o ascendente e di colore verde o leggermente violaceo, da cui si diramano foglie opposte, picciolate e dalla forma ovata-lanceolata. Le foglie, di un intenso verde scuro sulla pagina superiore, presentano ghiandole secretrici di oli essenziali, responsabili del profumo intenso e inconfondibile della menta.

La menta piperita è originaria dell’Europa, ma è oggi coltivata e naturalizzata in varie parti del mondo, specialmente nelle regioni dal clima temperato come Nord America, Sud America e Asia. L’ibrido si propaga generalmente per via vegetativa (da stoloni o rizomi) e produce infiorescenze composte da piccoli fiori violacei o rosati disposti in spighe terminali.

La menta ha una lunga storia di utilizzo in molte culture antiche. Ritrovamenti storici suggeriscono che fosse apprezzata già dagli Egizi, i quali la impiegavano sia come pianta aromatica sia per scopi medicinali. In epoca greco-romana, la menta era considerata un simbolo di ospitalità e veniva impiegata in infusi per lenire problemi digestivi. Plinio il Vecchio e Ippocrate la menzionano per la sua azione rinfrescante e per la capacità di “calmare il ventre”. Nel Medioevo, i monaci la coltivavano nei giardini dei conventi, riconoscendone l’utilità nel trattamento di diversi disturbi gastrointestinali e per profumare ambienti e tessuti.

La menta piperita, in particolare, è stata selezionata e riconosciuta come ibrido di grande rilevanza in fitoterapia, grazie all’alto contenuto di olio essenziale ricco di mentolo e mentone. Largamente coltivata per uso commerciale, la menta piperita viene oggi sfruttata in numerosi ambiti: dalla profumeria all’alimentare (caramelle, gomme da masticare, liquori) fino all’uso farmaceutico. Nella medicina popolare, è nota come carminativo (riduce i gas intestinali) e digestivo, oltre che come pianta rinfrescante e, in certi casi, analgesica.

immagine che mostra la pianta della menta piperita

Quali sono le sostanze attive contenute nella menta piperita

La droga (cioè la parte di pianta di interesse medicinale) è rappresentata dalle foglie di Mentha x piperita. Queste foglie devono contenere, secondo la Farmacopea Europea (11.8), non meno di 12 mL di olio essenziale per kg di materiale essiccato (o almeno 9 mL/kg se le foglie sono tagliate). L’olio essenziale viene estratto, di solito, tramite distillazione in corrente di vapore a partire dalle sommità fiorite fresche.

Principali costituenti chimici dell’olio essenziale

  • Mentolo (30-55%): monoterpene ciclico principale, responsabile della sensazione di freschezza e di molte proprietà farmacologiche, tra cui azione antispastica sulla muscolatura liscia e leggera analgesia locale;
  • Mentone (14-32%): altro componente di rilievo, che conferisce l’odore caratteristico alla menta e sinergizza con il mentolo;
  • Isomentone (1,5-10%): stereoisomero del mentone, con effetti simili ma più deboli;
  • Mentofurano (1-9%) e pulegone (fino al 4%): molecole potenzialmente tossiche ad alte dosi, ma presenti in concentrazioni limitate nelle preparazioni farmaceutiche;
  • 1,8-cineolo (3,5-8%): composto balsamico e decongestionante, spesso presente anche nell’eucalipto;
  • Limonene, mentil acetato, carvone: altri monoterpeni e derivati ossigenati.
Le foglie di menta contengono inoltre flavonoidi (eriocitrina, luteolina-7-O-rutinoside, esperidina, etc.), acidi fenolici (incluso l’acido rosmarinico) e tannini, che contribuiscono all’azione antiossidante e potenzialmente antinfiammatoria. Sono presenti anche piccole quantità di triterpeni e fitosteroli, nonché una modesta frazione lipidica con acidi grassi come palmitico, linoleico e linolenico.

A cosa serve la menta piperita

Le proprietà associate alla menta piperita sono state oggetto di tradizioni antiche e di indagini scientifiche più recenti. La sua notorietà deriva principalmente dall’effetto benefico sul tratto gastrointestinale e dalla capacità di indurre una marcata sensazione di freschezza.


Benefici digestivi

La menta piperita è storicamente usata come rimedio carminativo ed eupeptico, utile cioè per migliorare la digestione e ridurre il gonfiore addominale. L’olio essenziale, ricco di mentolo, può inibire l’ingresso di ioni calcio (Ca2+) nelle cellule muscolari lisce, determinando un’azione antispasmodica sullo stomaco e sull’intestino. Alcune persone lo utilizzano per lenire sintomi come flatulenza, crampi e senso di pienezza gastrica, soprattutto sotto forma di tisane o capsule gastroresistenti contenenti l’olio.


Azione sul colon irritabile (IBS)

La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è uno dei campi d’elezione per l’impiego dell’olio essenziale di menta piperita, grazie alle sue proprietà rilassanti sulla muscolatura liscia e all’effetto leggermente anestetico locale. L’idea è che il mentolo e i suoi derivati possano ridurre la sensazione di distensione e il dolore addominale caratteristici dell’IBS. Sebbene i risultati degli studi siano promettenti, si consiglia solitamente l’uso di capsule gastroresistenti, così da evitare il rilassamento dello sfintere esofageo inferiore (che potrebbe indurre bruciore di stomaco).


Effetti rinfrescanti e antispastici

Grazie all’azione del mentolo sui canali TRPM8, la menta piperita offre una marcata sensazione di freschezza al contatto con mucose e pelle. Per questo motivo, gel e creme a base di menta sono spesso utilizzati localmente per procurare un effetto lenitivo o “freddo” su aree infiammate, punture di insetto, lievi scottature o cefalea di tipo tensivo (attraverso massaggi sulle tempie e sulla fronte).


Proprietà antimicrobiche e antinfiammatorie

Alcune ricerche mettono in luce le potenziali attività antimicrobiche della menta piperita nei confronti di batteri intestinali patogeni (Escherichia coli, salmonella, etc.) e di alcuni virus. Tali effetti sembrano ricondursi sia all’olio essenziale sia ai flavonoidi e fenoli presenti. Alcuni studi ne suggeriscono inoltre una blanda azione coleretica e di supporto alla funzionalità epatica.

La letteratura scientifica ha dedicato numerosi studi all’uso della menta piperita in diversi ambiti, sia sotto forma di foglie (in tisane, infusi, estratti) sia di olio essenziale. Nella seguente sezione, verranno sintetizzati i principali risultati emersi dagli studi clinici, distinguendo le preparazioni a base di foglie di menta da quelle a base di olio essenziale.


Studi clinici sulle foglie di menta piperita

Disturbi digestivi lievi e azione carminativa
Tradizionalmente, le foglie di menta piperita sono note per la loro azione carminativa e per favorire la digestione. Alcune ricerche, sebbene non approfondite quanto quelle sull’olio essenziale, suggeriscono che l’uso di estratti acquosi (infusi o decotti) possa contribuire a ridurre il tono dello sfintere esofageo, permettendo il rilascio di gas intrappolati e quindi fornire sollievo al senso di pienezza. Nonostante ciò, l’impatto clinico generale appare limitato e necessita di ulteriori conferme.

Effetti sulla motilità intestinale nei bambini
Un piccolo studio clinico svolto in doppio cieco e con crossover ha coinvolto 30 lattanti con coliche addominali. I bambini sono stati trattati con gocce di estratti di menta piperita (la forma esatta non era chiarita) confrontate con il farmaco simeticone. Dopo 7 giorni, entrambi i gruppi hanno mostrato una riduzione nel numero e nella durata delle crisi di pianto, senza differenze significative tra la menta e il simeticone. Sebbene lo studio presenti limiti metodologici (e non definisce precisamente il tipo di preparazione), i risultati suggeriscono che le foglie di menta possano avere un’efficacia simile a quella del simeticone nel controllare le coliche infantili.


Studi clinici sull’olio essenziale di menta piperita

Sindrome dell’intestino irritabile (IBS)
La sindrome dell’intestino irritabile è caratterizzata da dolori addominali o discomfort associati a cambiamenti delle abitudini intestinali (stitichezza, diarrea o forme miste). L’olio essenziale di menta piperita (in capsule gastroresistenti) è una delle terapie fitoterapiche più studiate per questa condizione. In uno studio clinico su 110 pazienti con IBS, è stato valutato l’effetto di capsule contenenti 0,2 mL di olio essenziale di menta, somministrate 3-4 volte al giorno prima dei pasti per un mese. Rispetto al placebo, i soggetti trattati con menta hanno mostrato un miglioramento più marcato dei sintomi di dolore addominale, gonfiore, flatulenza e urgenza evacuativa. In un secondo studio clinico, 91 pazienti hanno ricevuto 225 mg di olio essenziale di menta 2 capsule, 3 volte al giorno, per 3 mesi. A fine trattamento, oltre il 70% dei pazienti ha riferito un netto miglioramento del quadro sintomatologico. Risultati simili si ritrovano in ulteriori lavori che confermano l’azione positiva sul dolore, sul gonfiore e sulla qualità di vita. In un terzo studio clinico, un preparato di olio essenziale di menta progettato per un rilascio prolungato nel piccolo intestino è stato confrontato con placebo in pazienti con IBS di tipo misto o diarrea-prevalente. Dopo 4 settimane, il gruppo trattato con menta ha mostrato una riduzione significativa dei punteggi dei sintomi rispetto al placebo, indicando un effetto benefico nella gestione a breve termine del disturbo.

Questi risultati sono stati consolidati anche in diverse meta-analisi, che riconoscono l’olio essenziale di menta piperita come intervento efficace e sicuro, almeno per periodi di trattamento intorno a 4-8 settimane. La riduzione del dolore addominale viene spesso attribuita all’effetto antispasmodico del mentolo sui muscoli lisci intestinali.

Disturbi digestivi e dispepsia
Sebbene la maggior parte degli studi si concentri su IBS, alcuni hanno esplorato l’effetto dell’olio essenziale di menta anche per disturbi dispeptici e coliche biliari. In uno studio condotto su pazienti affetti da dispepsia funzionale (senza ulcere), l’olio di menta in capsule gastroresistenti, spesso in associazione ad altri estratti (come cumino), ha dimostrato di poter alleviare la pesantezza e il gonfiore addominale. Tuttavia, i risultati sono meno consistenti rispetto a quelli per l’IBS. Un altro lavoro, che valutava la menta piperita su pazienti con disturbi dispeptici post-intervento ginecologico, non ha rilevato differenze significative rispetto al placebo. Ciò suggerisce che l’olio essenziale di menta possa non essere sempre efficace in tutti i contesti di dispepsia.

Uso endoscopico e antispasmodico
La menta piperita è stata anche utilizzata come antispasmodico topico durante endoscopie o colonscopie, con risultati promettenti. In uno studio su 20 pazienti, l’iniezione di una sospensione acquosa di olio essenziale di menta nel colon durante endoscopia ha ridotto rapidamente gli spasmi, facilitando la procedura. In un secondo studio, si è valutata l’efficacia della menta a confronto con altri antispastici (come l’N-butilscopolamina), mostrando effetti similmente vantaggiosi nel rilassare la muscolatura e con minori effetti collaterali.

Nausea e vomito legati a chemioterapia
Esistono segnalazioni sul ruolo dell’olio essenziale di menta piperita come coadiuvante nel controllo della nausea e del vomito in pazienti oncologici. In uno studio clinico randomizzato, un gruppo di pazienti in chemioterapia ha ricevuto capsule contenenti olio di menta più antiemetici standard, confrontandole con un gruppo placebo. È stata riportata una significativa riduzione degli episodi emetici e dell’intensità della nausea nel gruppo con menta. Anche se questa ricerca risulta ancora preliminare, suggerisce un potenziale interesse dell’olio essenziale di menta nell’ambito della nausea indotta da farmaci.

Cefalea di tipo tensivo
La letteratura segnala alcuni studi in cui l’applicazione locale dell’olio essenziale di menta (10% in etanolo) su fronte e tempie ha migliorato i sintomi della cefalea tensiva. In uno studio clinico con disegno crossover, la combinazione di olio di menta in etanolo ha determinato, rispetto al placebo, una riduzione significativa del dolore già dopo 15 minuti, con un’efficacia simile al paracetamolo. Pur trattandosi di studi di piccole dimensioni, i risultati sono incoraggianti sull’uso topico dell’olio essenziale di menta per cefalee lievi e moderate.

Applicazioni in ambito respiratorio
L’inalazione di mentolo genera una sensazione di freschezza e decongestione, soprattutto nella mucosa nasale. Tuttavia, diversi studi non confermano un reale miglioramento nella pervietà delle vie aeree o nella riduzione di secrezioni, sebbene gli effetti soggettivi di sollievo siano piuttosto frequenti e apprezzati.

Come e quando assumere la menta piperita

La menta piperita può essere sfruttata in diverse forme e preparazioni, a seconda delle necessità e del tipo di disturbo da affrontare. Da sempre, il modo più diffuso di assumerla è la tisana, ottenuta versando acqua bollente su foglie fresche o essiccate e lasciando in infusione per qualche minuto; questa pratica consente di estrarre non solo parte dell’olio essenziale, ma anche i flavonoidi e gli acidi fenolici che la pianta contiene. Le tisane di menta, caratterizzate da un aroma intenso e rinfrescante, sono spesso consigliate dopo i pasti per lenire bruciori, gonfiori addominali o quella sgradevole sensazione di pesantezza che può presentarsi soprattutto in caso di eccessi alimentari.

Oltre alle tisane, esistono preparazioni più concentrate come le tinture o gli estratti fluidi, realizzati per esempio con etanolo al 45% o al 70%. Questi prodotti liquidi si somministrano di solito goccia a goccia, diluiti in un po’ d’acqua, offrendo la possibilità di calibrare con precisione la dose in base alle indicazioni del medico o del farmacista. Chi non apprezza il sapore alcolico può ricorrere agli estratti secchi, disponibili in capsule o compresse, spesso associati anche ad altre piante officinali: in questo modo si ottiene un effetto sinergico nel trattare problemi come flatulenza o cattiva digestione.

Un discorso a parte meritano le capsule gastroresistenti di olio essenziale di menta, impiegate prevalentemente per la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e altri disturbi funzionali digestivi. In queste formulazioni, l’olio essenziale è racchiuso in capsule che si sciolgono preferibilmente a livello intestinale, evitando che il mentolo rilassi eccessivamente lo sfintere esofageo, causando bruciori di stomaco. La posologia di questi prodotti può variare, ma si attestano spesso tra i 500 e i 750 mg di olio essenziale al giorno, divisi in più somministrazioni prima dei pasti.

Per usi più specifici, come per esempio il trattamento locale di tensioni muscolari o cefalea tensiva, l’olio essenziale di menta piperita può essere incorporato in un olio vettore (per esempio di mandorle dolci o di jojoba) e poi massaggiato delicatamente sulle zone interessate, come tempie e fronte in caso di mal di testa, oppure spalle e nuca per alleviare contratture. In questi casi, è importante evitare l’applicazione di olio essenziale di menta puro direttamente sulla pelle se non si è certi della propria tolleranza, poiché alcune persone possono avvertire bruciore o irritazione.

Infine, la menta piperita si trova comunemente in prodotti per l’igiene orale, come dentifrici e collutori, sfruttando le sue proprietà rinfrescanti e leggermente antisettiche: un collutorio con estratto di menta può aiutare a mantenere l’alito fresco e una flora batterica equilibrata, sebbene non si sostituisca a terapie specifiche in caso di disturbi parodontali seri.

Quali sono le controindicazioni, gli effetti collaterali e le interazioni con i farmaci?

La menta piperita, quando viene utilizzata entro le dosi comunemente consigliate, è in genere ben tollerata e priva di effetti indesiderati seri. Tuttavia, non bisogna dimenticare che le sue proprietà miorilassanti e antisettiche derivano in buona parte dal mentolo e da altri terpeni: in individui particolarmente sensibili, questi composti possono causare reflusso gastroesofageo o irritazioni. Chi è predisposto al bruciore di stomaco, per esempio, potrebbe peggiorare la sintomatologia se assumesse frequentemente prodotti a base di olio essenziale di menta in forma non gastroresistente. Nei casi di reflusso gastroesofageo o di esofagite, è perciò opportuno consultare un professionista prima di introdurre regolarmente l’olio essenziale di menta nella dieta.

Inoltre, le persone con colelitiasi o altre problematiche delle vie biliari dovrebbero esercitare cautela, dato che la menta possiede proprietà coleretiche (ovvero stimola il rilascio di bile), che potrebbero aggravare certe condizioni. Nei bambini molto piccoli (in genere sotto i 4 anni), l’utilizzo di olio essenziale di menta può risultare problematico: la letteratura riporta casi di laringospasmo e problemi respiratori a causa del forte aroma e dell’effetto pungente del mentolo.

Dal punto di vista delle interazioni farmacologiche, gli estratti di menta e in particolare l’olio essenziale potrebbero inibire alcuni enzimi del citocromo P450, come il CYP3A4, compromettendo così il metabolismo di determinati farmaci. Un esempio riportato in letteratura è l’interazione con la felodipina, un antipertensivo metabolizzato appunto dal CYP3A4: in presenza di alte dosi di olio essenziale di menta, i livelli plasmatici di felodipina potrebbero aumentare, con il rischio di accentuare eventuali effetti collaterali del farmaco. Per questo motivo, chi segue terapie croniche dovrebbe sempre informare il proprio medico prima di assumere per lunghi periodi preparati di menta ad alte concentrazioni.

Gli effetti collaterali segnalati più di frequente rimangono comunque lievi e transitori: eruttazioni dal sapore di menta, nausea, disturbi digestivi come crampi addominali, eventuali reazioni allergiche cutanee e rari casi di nefrite interstiziale solo in seguito a ingestioni molto elevate. Tuttavia, è fondamentale attenersi alle dosi indicate e non superare i limiti consigliati dalle linee guida internazionali per ridurre l’assunzione di componenti potenzialmente tossici come il pulegone e il mentofurano, presenti in tracce ma comunque da tenere in considerazione in caso di uso massiccio o prolungato.

Nel complesso, la menta piperita si conferma un rimedio fitoterapico sicuro e apprezzato, purché se ne rispetti la posologia e si ponga attenzione a eventuali interazioni o controindicazioni.

Conclusione

La menta piperita è una pianta di grande rilievo in campo fitoterapico, grazie alle sue proprietà carminative, spasmolitiche e rinfrescanti. L’olio essenziale, ricco di mentolo e mentone, esercita un’azione benefica sul tratto gastrointestinale, favorendo la riduzione di flatulenza, crampi e tensione addominale. Inoltre, può lenire i sintomi dell’intestino irritabile e offrire un lieve effetto analgesico locale, soprattutto se applicato sulla cute o sulle mucose in forma adeguatamente diluita. L’olio di menta trova impiego anche per mitigare disturbi funzionali dell’apparato digerente, oltre a essere molto apprezzato nell’industria alimentare, cosmetica e aromaterapica. Nel complesso, la maggior quantità di evidenze riguarda l’uso dell’olio essenziale di menta piperita in forma di capsule gastroresistenti per la gestione sintomatica dell’IBS, dove gli studi convergono nel mostrare un miglioramento rispetto al placebo. Le foglie di menta, impiegate come tisana o estratto acquoso, sono tradizionalmente associate a benefici digestivi e carminativi, con qualche evidenza sperimentale per l’alleviamento delle coliche infantili. Tuttavia, in quest’ambito, la ricerca appare meno ampia e strutturata rispetto a quella dedicata all’olio essenziale.

Sebbene gli studi clinici a supporto del suo uso come fitoterapico siano numerosi, molti di essi presentano limiti metodologici o dimensioni ridotte del campione. Tuttavia, l’uso tradizionale è ben radicato, e la sicurezza a dosi normali è considerata buona.



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Domande e risposte

La menta piperita può aiutarmi a digerire meglio dopo i pasti?

Sì, la menta piperita è tradizionalmente usata come rimedio digestivo, soprattutto in caso di sensazione di pesantezza e gonfiore. Sorseggiare una tisana di menta piperita dopo i pasti può contribuire a rilassare la muscolatura liscia gastrointestinale e favorire il transito.

Qual è il modo migliore di assumere la menta piperita in caso di colon irritabile (IBS)?

Molte persone con IBS preferiscono le capsule gastroresistenti di olio essenziale di menta. Queste forniscono una dose controllata di mentolo e limitano il contatto con lo stomaco, riducendo il rischio di reflusso o bruciore. La posologia più diffusa varia tra 500 e 750 mg di olio essenziale di menta al giorno, suddivisi in più assunzioni.

È sicuro utilizzare l’olio essenziale di menta in aromaterapia?

Sì, se impiegato correttamente e in concentrazioni adeguate. Tuttavia, occorre evitare di inalare vapori troppo concentrati e, soprattutto, di esporre bambini piccoli a oli essenziali forti senza indicazioni mediche, per il rischio di laringospasmo o irritazione delle vie respiratorie.

Posso coltivare menta piperita in casa e usarla per tisane?

Assolutamente sì. La menta piperita è relativamente facile da coltivare in vaso o in giardino; necessita di irrigazioni frequenti e un’esposizione a mezza ombra. Dopo aver raccolto le foglie, si possono essiccare all’aria e conservare in un barattolo di vetro, per poi preparare tisane.

Come si conserva l’olio essenziale di menta piperita?

È importante mantenerlo in boccette di vetro scuro, ben chiuse, al riparo da luce, calore e umidità. L’olio essenziale, se conservato inadeguatamente, può ossidarsi e produrre sostanze irritanti (come il mentofurano). Assicurati anche di rispettare la data di scadenza indicata dal produttore.

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