Aggiornato il 30.11.2017
Oggi lo sport è un fenomeno seguito e apprezzato, non solo il calcio ma anche il tennis, il ciclismo, la pallavolo, il rugby iniziano ad appassionare un pubblico sempre più ampio. Per questo, anche la questione del doping è sempre sotto i riflettori, anche considerando che con l’evolversi delle tecnologie si evolvono anche le sostanze dopanti.
Ma partiamo dalle basi.
Per doping si intende l’uso di sostanze medicinali, naturali e sintetiche, finalizzato al miglioramento – illusorio – delle prestazioni fisiche in ambito sportivo. Si tratta di una pratica illegale che se oggi riguarda il mondo dello sport ha, in realtà, origine antiche. In ogni tempo gli uomini hanno fatto uso di stupefacenti per affrontare guerre e situazioni critiche. Chiaramente, nella misura in cui il doping non migliora realmente la performance ma crea solo un’illusione del miglioramento, rappresenta una pratica molto pericolosa che può compromettere la salute di chi la adotta.
Nello specifico il termine deriva dall’inglese “to dope”, espressione coniata nel XVII secolo per indicare l’usanza dei marinai di caricarsi con sostanze “energetiche” per affrontare le tempeste in mare e poi entrato nel linguaggio comune prima come verbo, per indicare generalmente l’assunzione di droghe, ovvero drogarsi; e poi, come sostantivo, per indicare nello specifico l’uso di assumere sostanze per migliorare le performance sportive.
In Italia il doping si è diffuso rapidamente e, attualmente è regolamentato dalla legge del 14 dicembre 2000, n. 376, che recita: “Costituiscono doping l’assunzione o la somministrazione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche e idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti.” I primi casi si sono registrati nel 1954 e dato che, negli anni, tale pratica si è evoluta in termini quantitativi e qualitativi, la normativa è stata più volte rivista fino al Decreto Ministeriale 3 ottobre 2023 - Revisione della lista dei farmaci, delle sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e delle pratiche mediche, il cui impiego è considerato doping.
Come specificato dal Ministero della Salute le sostanze dopanti sono di varia natura e, in particolare i divieti si dividono in tre categorie: le sostanze e metodi sempre proibiti; le sostanze e metodi proibiti in competizione; le sostanze e metodi proibiti in particolari sport.
Sostanze e metodi sempre proibiti
Sostanze e metodi proibiti in competizione
Sostanze e metodi proibiti in particolari sport
Beta-bloccanti.
Analizziamone alcune nel dettaglio.
Di solito l'obiettivo di uno sportivo che assume farmaci dopanti è quello di ossigenare quanto più possibile i tessuti, quindi anche i muscoli, per renderli scattanti e vigorosi.
L'eritropoietina è un farmaco, nonché ormone, solitamente viene somministrato nei pazienti con insufficienza renale o affetti da anemia, che provoca una maggiore ossigenazione del sangue a fronte di un calo dell'emoglobina. Negli sportivi in buona salute tende ad aumentare la produzione di globuli rossi, quindi, ad aumentare l’apporto di ossigeno. Tuttavia, l’aumento della pressione arteriosa che provoca può determinare diversi effetti collaterali.
I farmaci betabloccanti, generalmente consigliati ai cardiopatici che manifestano angina pectoris e ipertensione, negli atleti comportano regolarizzazione del battito, riduzione di tensione e ansia e potenziamento muscolare. I rischi connessi all'assunzione di questi farmaci ricadono sulla stessa funzionalità cardiaca e sono simili a quelli dei beta 2 antagonisti, broncodilatatori, come il salbutamolo, che alterano la funzione polmonare.
Gli steroidi anabolizzanti, tra i dopanti più diffusi, sono dei lipidi che si formano a partire dal colesterolo e che vengono mescolati a ormoni maschili, come il testosterone. Si usano per far aumentare il volume dei muscoli senza esercizio e promuovere la crescita della massa ossea. Il rischio è di creare squilibri ormonali che possono portare a sterilità nell'uomo e nella donna. A ciò si aggiunge la mascolinizzazione dei tratti e l'irsutismo per le donne, la perdita di capelli e la disfunzione erettile per gli uomini, nonché l'aumento di incidenza dei tumori, di malattie cardiovascolari ed epatiche.
Appartengono alla categoria degli steroidi anabolizzanti anche i glucocorticosteroidi, naturalmente prodotti dall’organismo o sintetizzati per integrare la carenza in chi soffre d'insufficienza delle ghiandole surrenali. Un noto glucocorticoide è il cortisolo, i cui valori crescono nei periodi di forte stress, che fornisce agli atleti una spinta alla competitività, aumentando la resistenza fisica e allontanando la stanchezza.
Come per gli altri farmaci dopanti anche questo ha effetti deleteri sulle ossa; oltre a provocare insonnia, ipertensione, depressione e diabete in quanto aumenta la metabolizzazione del glucosio. La resistenza alla stanchezza è indotta anche dall'insulina che può portare a seri danni cerebrali, appetito persistente e coma per ipoglicemia.
Altro pericoloso dopante è l'omatomedina, sintetizzato naturalmente dal fegato e somministrato a chi ha problemi di crescita. Nei soggetti sani può portare a un aumento del volume osseo incontrollato ed esporre al rischio di tumore.
Tra i farmaci vietati c’è anche l'ormone della crescita, che viene assunto dai soggetti che manifestano un deficit dell'ipofisi. Ghiandola che regola, tra le altre, le funzioni connesse allo sviluppo e appunto alla crescita, in particolare nell'età puberale. Gli sportivi lo assumono per guarire più velocemente dai traumi e per potenziare la massa muscolare. Tale prassi può avere gravi conseguenze a livello scheletrico ed aumentare la predisposizione a malattie cardiovascolari, dislipidemie e cancro.
Anche la corticotropina è un ormone che viene assunto impropriamente per avere maggiore energia e per sopportare sforzi, fatica e dolore.
Tra i farmaci stimolanti più noti si annoverano le amfetamine che potenziano tanto a livello fisico quanto mentale, aumentano la concentrazione e la motivazione degli atleti durante le competizioni. Chiaramente, forzando le prestazioni oltre natura provocano un crollo psicofisico con depressione e astenia persistenti. Nei test antidoping la loro presenza nel sangue perdura anche dopo diversi giorni.
Il 1° gennaio la WADA, Agenzia Mondiale Antidoping, ha pubblicato la lista aggiornata delle sostanze e metodi proibiti in ambito sportivo per il 2024. Rispetto a quelle già incluse sono state inserite nuove sostanze, tra cui il tramadolo: oppioide sintetico antidolorifico il cui abuso può comportare, oltre al rischio di dipendenza fisica, un disturbo da uso di oppiacei e possibilità di overdose.
E se fino a ieri la donazione di plasma o componenti plasmatici tramite plasmaferesi da parte degli atleti era proibita, oggi non lo è più se realizzata in un centro autorizzato.
Ad ogni modo, visto che la materia è molto complessa e l'elenco dei farmaci e delle sostanze dopanti molto lungo, come sottolinea la stessa WADA, per essere sempre aggiornati, la cosa migliore è consultare il sito istituzionale in cui è riportata la lista completa ed è presente un motore di ricerca ad hoc per semplificare la consultazione delle sostanze.
Le procedure di controllo antidoping avvengono tramite prelievi ematici e di campioni biologici. Le procedure seguono regole molto rigide, che vanno dalla sala dove si effettuano gli esami, ai diritti dell’atleta e contemplano anche la verifica di eventuali cestini dei rifiuti.
Premesso che i controlli possono avvenire sia durante le competizioni che fuori competizione, senza preavviso, in generale il protocollo prevede i seguenti passaggi:
La storia, dalla seconda metà del Novecento, è costellata di casi eclatanti nell’ambito del doping.
Dagli anni ’50 del secolo scorso si registrano gli episodi più diversi, alcuni anche tragici caratterizzati da errori di valutazione che hanno stroncato le carriere di atleti promettenti, come Pantani; ed altri invece realmente eclatanti come quello di Marion Jones che ammise lei stessa di aver fatto uso di sostanze. Recentemente, il celebre Jannik Sinner, che ha fatto appassionare al tennis milioni di italiani, è stato accusato di aver fatto uso di clostebol, uno steroide anabolizzante che aumenta le prestazioni sportive, proibito dalla WADA, a cui era risultato due volte positivo. Tuttavia, dato che la concentrazione del farmaco nel sangue è stata ritenuta bassa, la sentenza del 20 agosto ha assolto il campione perché, secondo il tribunale: non ha «alcuna colpa o negligenza» nell’assunzione; una formula di assoluzione piena che gli ha permesso di evitare le squalifiche. Comunque, a fronte dell’avvenuta assunzione, Sinner è stato sanzionato, oltre che con una multa pecuniaria, con una diminuzione dei punti di ranking conquistati al torneo di Indian Wells, giocato a marzo proprio tra i due test.
Come per tutte le questioni che implicano il rispetto di sé e degli altri, anche il doping è un tema che andrebbe per prima cosa affrontato in termini culturali, promuovendo valori come il rispetto, l’integrità e la correttezza. Ovviamente, sarebbe altrettanto importante organizzare programmi di educazione e sensibilizzazione rivolti a professionisti del settore: atleti, allenatori, medici sportivi e membri dello staff, soprattutto per informarli sui pericoli che si corrono nel fare uso di sostanze vietate e sulle sanzioni. Le organizzazioni sportive e le agenzie antidoping dovrebbero offrire corsi e seminari sull'etica dello sport e sui rischi per la salute legati all'uso di sostanze proibite. Poi, data la centralità che lo sport riveste nella vita delle persone sarebbe un tema da trattare anche nelle scuole per preparare i ragazzi sulla questione.
Inoltre, è molto importante la corretta informazione, diffondendo i siti su cui è possibile consultare rapidamente l’elenco dei farmaci o integratori che possono contenere sostanze vietate, per evitare di incorrere in penalità per un banale errore.
A livello pratico il modo migliore per prevenire il doping è quello di intensificare i controlli, in particolare quelli a sorpresa e sanzioni severe.
Sicuramente, offrire agli atleti il supporto di psicologi dello sport per gestire lo stress, le aspettative e le pressioni nelle competizioni, può prevenire il ricorso a pratiche dopanti per migliorare le prestazioni o affrontare l'ansia. Anche un’assistenza medica continua può aiutare, proponendo agli atleti in difficoltà soluzioni compatibili con i regolamenti.
Far capire agli atleti i rischi per la salute che si corrono anche a lungo termine a causa dell’assunzione di sostanze dopanti, è un disincentivo efficace; così come la promozione di uno stile di vita sano che costituisce un “dopante” naturale e lecito.
Naturalmente, tutta la prevenzione, anche sull’uso di integratori e sulle esenzioni andrebbe fatta in collaborazione con le istituzioni sportive che dovrebbero promuovere ambienti competitivi equi e premiare maggiormente il fair play e l'integrità, rafforzando così il valore dell'onestà nello sport.
In tutto questo anche i media hanno un ruolo rilevante, nella misura in cui possono influenzare l'opinione pubblica promuovendo atleti e modelli di comportamento che si distinguono per la loro correttezza.
Come è emerso, la questione del doping ha importanti implicazioni etiche dal momento che non riguarda solo le regole sportive, ma tocca la giustizia, la salute, il rispetto e l'integrità personale. A partire dalla negazione del fair play a quello della parità, che si perdono per il vantaggio sleale dato dal doping. Per arrivare alla negazione dei valori dello sport dove i celebri motti “che vinca il migliore” o l’importante è partecipare” vengono sostituiti dal “vincere a tutti i costi”. Con il doping decade, quindi, tutta l’etica della competizione, il rispetto per gli avversari. Insomma, prevenire e combattere il doping significa proteggere lo spirito stesso dello sport e i suoi valori fondamentali.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Per negare le proprie debolezze ed evitare le sconfitte.
Gli Anabolizzanti. L’Androstenedione, un ormone prodotto da ghiandole surrenali, ovaie e testicoli che viene normalmente convertito in testosterone ed estradiolo negli uomini e nelle donne, disponibile legalmente solo previa prescrizione, consente di ridurre i tempi di recupero aumentando intensità dell’allenamento. L’Ormone della crescita. Gli Stimolanti. La Cannabis. I Diuretici.
Ciclismo e rugby che sottopongono a grandi stress fisici e mentali gli atleti.
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