Artiglio del diavolo: usi tradizionali, benefici e dosi consigliate

Artiglio del diavolo: usi tradizionali, benefici e dosi consigliate

Indice

Domande e Risposte

Artiglio del diavolo: com'è fatta la pianta e uso tradizionale 

L’artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens (Burch.) DC. ex Meisn.) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Pedaliaceae, che cresce nelle aride steppe dell'Africa Meridionale, in particolare nella regione desertica del Kalahari in Namibia e in zone dei vicini Sudafrica, Botswana, Angola, dove è una pianta protetta ed è illegale la sua raccolta, anche di un solo esemplare, senza un permesso dei vari dipartimenti di conservazione della natura. Attualmente l’artiglio del diavolo è infatti sempre più coltivato, dato che è molto richiesto dal mercato per le sue proprietà medicinali. La pianta, tuberosa e perenne, è caratterizzata da fusti annuali striscianti, che crescono da un tubero primario (tubero madre), il cui fittone (l’asse primario della radice) può crescere fino a 2 metri di profondità. La pianta presenta fiori tubulari di colore rosso-violetto.

Il nome Harpagophytum deriva dal greco e significa “uncino”, in riferimento all’aspetto delle sue radici. Le radici secondarie sono utilizzate per via orale nella medicina tradizionale africana per trattare una vasta gamma di condizioni di salute, tra cui indigestione, febbre, reazioni allergiche e reumatismi; i tuberi freschi in erano utilizzati in forma di unguento per stimolare il travaglio. Per i suoi preparati si documentano, inoltre, altre applicazioni etnofarmacologiche tra cui infezioni delle vie urinarie, dolore post-partum e malattie infiammatorie intestinali. Era utilizzato per lenire i crampi mestruali, mentre aumentando la dose poteva favorire l’espulsione della placenta dopo il parto. Gli infusi di artiglio del diavolo assunti per via orale hanno trovato impiego nel trattamento di reumatismi, malattie del fegato, dei reni, del pancreas e dello stomaco e come bevande toniche nelle malattie infettive, compresa la tubercolosi. La polvere, sotto forma di unguento, è stata utilizzata per favorire la guarigione delle ferite e per facilitare il parto

Nella medicina tradizionale, l'artiglio del diavolo è stato a lungo utilizzato per disturbi della sfera femminile, a basse dosi, per trattare i crampi mestruali, mentre ad alte dosi per l’espulsione della placenta post-partum. Inoltre, la polvere di artiglio del diavolo è stata impiegata per via orale per alleviare il dolore nelle donne durante e dopo la gravidanza. Il primo europeo a scoprire l'artiglio del diavolo e il suo utilizzo tradizionale fu un tedesco, G.H. Mehnert, che venne a conoscenza di questa pianta dai popoli San e Nama in Namibia nel 1904 e lo portò successivamente in Germania, dove oggi è ampiamente importato ed è una droga che entra nella formulazione di diversi prodotti registrati come farmaci vegetali tradizionali.


immagine che mostra i fiori della pianta artiglio del diavolo

Quali sono le sostanze attive contenute nell'artiglio del diavolo?

I principali composti dell'artiglio del diavolo sono i glicosidi iridoidi, come arpagoside, arpagide e procumbide, che sono presenti nelle radici secondarie e sono stati descritti come i costituenti terapeutici più promettenti e dotati di proprietà amaricanti. La definizione comune di artiglio del diavolo identifica radici ottenute da due specie del genere Harpagophytum (Pedaliaceae), ovvero Harpagophytum procumbens DC. e Harpagophytum zeyheri Decne. Entrambe le specie contengono quantità diverse di iridoidi. Le piante sono abbastanza facilmente distinguibili durante le fasi di fioritura e fruttificazione, mentre difficilmente si distinguono nel materiale vegetale essiccato, che necessita di tecniche analitiche più sofisticate, come la cromatografia liquida ad alta pressione (HPLC). Considerando che la maggiore concentrazione di arpagoside si trova in H. procumbens, questa è riconosciuta come la specie con maggior valore, tuttavia i campioni commerciali sono spesso una miscela di entrambe le specie (contenuto minimo di arpagoside dello 1,2%).

Altri componenti chimici presenti nella droga sono gli zuccheri (principalmente il tetrasaccaride stachiosio), i feniletilglicosidi (verbascoside e isoacteoside), i triterpenoidi (acido oleanolico e ursolico), i fitosteroli (principalmente β‐sitosterolo), gli acidi aromatici (caffeico, cinnamico e clorogenico) e flavonoidi (luteolina e canferolo).

Gli effetti terapeutici dell'artiglio del diavolo derivano da molteplici meccanismi e dipendono dalla quantità relativa di ciascun costituente; tuttavia, l'arpagoside è il maggiore responsabile dell'attività terapeutica della pianta; pertanto, il suo contenuto viene utilizzato per la titolazione. Le radici secondarie sono state descritte come le parti della pianta più ricche di arpagoside, rispetto al fittone e alle foglie.

La droga, una volta raccolta, viene rapidamente sezionata a fette e immediatamente essiccata in stufa a 50°C per evitare degradazioni e contaminazioni, a causa dell'elevato contenuto di acqua e zuccheri, che costituiscono fino al 50% del peso fresco. Nonostante l'aspetto legnoso del prodotto essiccato, il materiale vegetale è altamente igroscopico, e dopo pochi minuti di infusione in acqua, torna al suo aspetto originario.

A cosa serve l'artiglio del diavolo?

Gli effetti farmacologici dell’artiglio del diavolo appaiono complessi e non del tutto chiariti. Alla droga sono state attribuite diverse proprietà, tra cui antiflogistiche, analgesiche, antireumatiche, spasmolitiche, ipoglicemiche e digestive, ma solo le prime due sono state approfondite da studi scientifici. Gli effetti analgesici e antinfiammatori sono attribuiti ai glicosidi iridoidi, in particolare ma non in modo esclusivo all’arpagoside, i cui studi in vitro e in modelli animali evidenziano gli effetti sulle ciclossigenasi.

Tuttavia, la somministrazione di alte dosi di Harpagophytum procumbens non modifica le concentrazioni plasmatiche di prostaglandine, suggerendo un meccanismo d’azione diverso dai comuni farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Questo aspetto è confermato dal fatto che l’uso clinico di artiglio del diavolo non è accompagnato dai classici effetti collaterali in ambito gastrointestinale, al contrario si riportano benefici anche in questo distretto. L’uso per il trattamento dei disturbi digestivi deriva dalle proprietà amaricanti degli iridoidi.

Alcuni studi preclinici hanno identificato l’arpagoside come il responsabile della riduzione di citochine proinfiammatorie, mentre l’attività analgesica sembra essere mediata dal sistema oppioide. Studi preclinici suggeriscono anche un potenziale neuroprotettivo, grazie alla sua capacità di ridurre lo stress ossidativo e la neuroinfiammazione, fattori chiave nelle malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson.
  • Il trattamento di 259 pazienti con disturbi reumatici per otto settimane, con una dose giornaliera di 960 mg di estratto secco (non titolato) ha ridotto il dolore, migliorando l’indice della qualità della vita e ridotto il ricorso a farmaci antidolorifici
  • Un secondo studio clinico del 2009 ha valutato un totale di 122 pazienti con osteoartrosi, alle ginocchia o ai fianchi, in trattamento con artiglio del diavolo. La valutazione globale dell'efficacia ha rivelato effetti antidolorifici simili a quelli della diacereina, farmaco usato nel trattamento dell’osteoartrite. Un più recente studio randomizzato, in doppio cieco, ha confrontato l'efficacia dell’artiglio del diavolo con meloxicam (un farmaco antinfiammatorio) nel trattamento dell'osteoartrite del ginocchio in 60 pazienti (età compresa tra 40 e 60 anni) con diagnosi di osteoartrite del ginocchio di grado 1 o 2 secondo la scala di Kellgren-Lawrence. Un gruppo assumeva due compresse da 480 mg di un prodotto registrato con estratto di artiglio del diavolo al giorno (totale 960 mg) per un mese, mentre l’altro gruppo 15 mg di meloxicam al giorno per 10 giorni. Alla fine dello studio, sono stati analizzati 15 pazienti per gruppo, a seguito di alcune esclusioni o ritiri. I risultati hanno mostrato un miglioramento dei sintomi in entrambi i gruppi, ma non è stata riscontrata una superiorità significativa di un trattamento rispetto all'altro;
  • Una revisione Cochrane del 2014 ha analizzato tre studi clinici randomizzati, due dei quali confrontavano l'effetto dell’artiglio del diavolo contro un placebo, mentre il terzo confrontava l’effetto a rofecoxib, un FANS inibitore selettivo della ciclossigenasi 2, farmaco oggi ritirato dal mercato;
    • Entrambi gli studi con il placebo, su un totale di 315 partecipanti, hanno mostrato un miglioramento significativo nel punteggio del dolore, con dosi di artiglio del diavolo pari o superiori a 50 mg;
    • Il terzo studio, condotto su 88 partecipanti, ha mostrato punteggi di riduzione del dolore simili in entrambi i gruppi di trattamento, dove 12,5 mg di rofecoxib sono stati confrontati con 60 mg di arpagoside. 
Tuttavia, la qualità delle prove scientifiche per tutti e tre gli studi è stata valutata come bassa; quindi sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi effetti sull’uomo.

Come e quando assumere l'artiglio del diavolo

Dall’analisi dei dati di letteratura scientifica risulta che la dose minima giornaliera efficace di arpagoside è di 30 mg per un estratto etanolico, in particolare 60 mg al giorno per i pazienti con dolori cronici. In caso di dolore acuto la dose minima efficace è di 100 mg al giorno somministrata sottoforma di estratto acquoso.

Per patologie reumatiche o osteoarticolari minori è indicata l’assunzione di un infuso realizzato con 4,5 g di droga in 500 ml di acqua per 8 ore, da suddividere in 3 singole dosi. Il trattamento non deve superare le 4 settimane. In alternativa, 45 mg di estratto secco etanolico (90%) da assumere due volte al giorno.

Per problemi del tratto gastrointestinale si consiglia la preparazione di un infuso con 1,5 g di droga in 250 ml di acqua per 8 ore, da suddividere in 3 assunzioni nell’arco della giornata (monografia EMA). In questo caso è sconsigliato l’uso per più di due settimane. In caso di estratto secco ottenuto con etanolo al 60% la dose indicata è di 480 mg, due volte al giorno, in forma di capsule o compresse.

In commercio sono disponibili diversi prodotti per uso topico contenenti artiglio del diavolo (creme, gel o unguenti), a volte associato ad altri prodotti naturali, da applicare localmente in caso di dolori muscolari e articolari o come decontratturante dopo attività fisica intensa. Generalmente è consigliata l’applicazione due o tre volte al giorno.

Quali sono le controindicazioni, gli effetti collaterali e le interazioni con i farmaci?

Per quanto riguarda la sicurezza, il Comitato per i medicinali vegetali (HMPC), EMA, afferma che l'artiglio del diavolo è stato utilizzato in sicurezza per almeno 30 anni (di cui almeno 15 anni all'interno dell'Unione europea) e il suo utilizzo, solo per adulti, non richiede supervisione medica. Gli effetti collaterali includono "sintomi di stomaco e intestino (diarrea, nausea, vomito, dolore addominale), mal di testa, vertigini e reazioni di ipersensibilità (allergiche) (eruzione cutanea, orticaria e gonfiore del viso)". 

La sicurezza dei preparati a base di artiglio del diavolo è stata valutata in modo sistematico. Negli studi in doppio cieco, l'incidenza degli effetti avversi è stata simile al placebo, mentre eventi avversi minori si sono verificati in circa il 3% dei pazienti, principalmente eventi avversi gastrointestinali. Gli autori hanno concluso che l'incidenza di eventi avversi è molto bassa, sebbene siano necessari maggiori studi sulla sicurezza a lungo termine. Non emergono dati dalla letteratura scientifica sull’uso in donne in gravidanza e allattamento; tuttavia uno studio preclinico recente, condotto su un modello animale, riporta possibili azioni spasmogeniche e uterotoniche

L’uso per bambini e adolescenti sotto i 18 anni è controindicato in assenza di adeguati dati sulla sua sicurezza. In ogni caso è importante attenersi alle indicazioni riportate dai diversi prodotti ed eventualmente seguire il consiglio di un professionista sanitario.

Conclusione 

Collettivamente, le revisioni sistematiche suggeriscono la presenza di benefici dei preparati a base di artiglio del diavolo in caso di condizioni infiammatorie e/o dolorose, ma sono necessari ulteriori studi rigorosi per comprovarne pienamente l'efficacia

Il Comitato per i medicinali vegetali (HMPC) ha concluso che "sulla base del suo uso di lunga data, i preparati di radice di artiglio del diavolo possono essere utilizzati per il sollievo di dolori articolari minori”. Ciò significa che, nonostante non ci siano prove solide dagli studi clinici, l'efficacia di questo prodotto vegetale è plausibile.

Infine, l'artiglio del diavolo e i suoi componenti, in particolare l'arpagoside, mostrano proprietà farmacologiche interessanti, suggerendo potenziali effetti terapeutici in un ampio spettro di patologie, come artrite, osteoporosi, diabete mellito di tipo 1, infiammazione intestinale e malattie neurodegenerative; ambiti che dovranno essere approfonditi con future ricerche. 



 
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Libro: Farmacognosia e fitoterapia: basi farmacologiche ed aspetti applicativi. 
    Autori: Mazzanti G, Dell’Agli M, Izzo A. 
    Editore: Piccin 
    Anno: 2020;
  • Libro: Fitoterapia: impiego razionale delle droghe vegetali
    Autori: Capasso F, Grandolini G, Izzo A. 
    Editore: Springer 
    Anno: 2006;
  • Libro: ESCOP Monographs 2nd edition
    Autori: European Scientific Cooperative On Phytotherapy 
    Editore: Thieme 
    Anno: 2003.
  • Menghini L, Recinella L, Leone S, Chiavaroli A, Cicala C, Brunetti L, Vladimir-Knežević S, Orlando G, Ferrante C. Devil's claw (Harpagophytum procumbens) and chronic inflammatory diseases: A concise overview on preclinical and clinical data. Phytother Res. 2019 Sep;33(9):2152-2162.
  • Farpour HR, Rajabi N, Ebrahimi B. The Efficacy of Harpagophytum procumbens (Teltonal) in Patients with Knee Osteoarthritis: A Randomized Active-Controlled Clinical Trial. Evid Based Complement Alternat Med. 2021 Oct 19;2021:5596892. doi: 10.1155/2021/5596892.

Domande e risposte

L’uso dell’artiglio del diavolo è efficace nel ridurre i dolori articolari? 

I dati scientifici supportano l’uso dell’artiglio del diavolo per la riduzione dei dolori articolari, tuttavia la qualità degli studi non permette di arrivare a conclusioni certe. Per ottenere gli effetti benefici si consigliano dosi giornaliere di 50 mg di arpagoside.

È consigliato l’uso di artiglio del diavolo per i disturbi del tratto gastrointestinale? 

Sebbene i dati a supporto dell’efficacia siano scarsi, diverse evidenze dimostrano che non ci sono particolari effetti collaterali a livello gastrointestinale, a differenza dell’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). La presenza di principi amari potrebbe favorire i processi digestivi, ma i dati a supporto di queste attività si riferiscono ad altre piante.

L’uso dell’artiglio del diavolo può essere considerato sicuro? 

L’artiglio del diavolo è considerato sicuro dall’Agenzia europea per i medicinali, in minor percentuale sono stati riportati effetti collaterali non gravi come diarrea, nausea, vomito, dolore addominale, mal di testa, vertigini e reazioni di ipersensibilità (eruzione cutanea, orticaria e gonfiore del viso). Tuttavia, non esistono dati sull’uso in gravidanza o allattamento.

L’artiglio del diavolo è consigliato in caso di disturbi legati alla sfera femminile? 

Gli usi dell’artiglio del diavolo come antinfiammatorio o analgesico nel contesto della gravidanza e dei crampi mestruali sono esclusivamente di derivazione tradizionale. Non ci sono dati scientifici a supporto di queste attività, inoltre uno studio in vivo ha mostrato potenziali attività spasmogeniche. Per questo motivo si sconsiglia l’uso di questo preparato fino a quando non verranno raccolti dati più specifici in questi ambiti.  

A cosa fa bene l'artiglio del diavolo?

L’artiglio del diavolo tradizionalmente usato per disturbi digestivi, reumatismi e problemi femminili, presenta un potenziale terapeutico per alleviare i dolori articolari minori. Gli studi clinici indicano benefici nel trattamento del dolore, specie nei disturbi reumatici. 

Quali sono le controindicazioni dell'artiglio del diavolo? 

Gli effetti collaterali dell'artiglio del diavolo possono includere sintomi gastrointestinali come diarrea, nausea e dolore addominale. Sebbene generalmente sicuro, si consiglia cautela in presenza di danni o irritazioni alla mucosa gastrica, poiché i principi amari possono aumentare le secrezioni gastriche. L'uso a lungo termine richiede ulteriori studi sulla sicurezza, mentre non ci sono dati sufficienti per garantire la sicurezza in donne in gravidanza, allattamento e bambini/ragazzi sotto i 18 anni.

Che differenza c'è tra arnica e artiglio del diavolo? 

L'arnica e l'artiglio del diavolo sono due piante distinte. L'artiglio del diavolo, originario del Sud Africa, è noto per i suoi effetti analgesici e antinfiammatori, specialmente nei disturbi reumatici e dopo assunzione orale. Al contrario, l'arnica, originaria delle regioni montane dell'Europa, è spesso utilizzata per contusioni e dolori muscolari, mostrando proprietà antinfiammatorie e lenitive ma ad uso esclusivamente topico. Le piante presentano principi attivi differenti.

Quante volte al giorno si può mettere l'artiglio del diavolo?

Sebbene sia riportato a livello tradizionale un uso topico ed esistano in commercio diverse formulazioni, per esempio la crema contenente artiglio del diavolo, gli studi scientifici riguardanti l’uso cutaneo sono pochi e riguardano prevalentemente modelli in vitro o animale. Tutti gli studi clinici descrivono un uso orale dell’artiglio del diavolo, da assumere tra le due e tre volte al giorno a seconda della preparazione e dell’indicazione d’uso.

Le informazioni presenti in Micuro hanno scopo divulgativo e informativo. Non costituiscono in alcun modo un mezzo di autodiagnosi e automedicazione. Per qualsiasi dubbio sull'uso di un farmaco, rivolgersi al proprio medico.

La riproduzione o l’utilizzazione dei contenuti pubblicati su Micuro è strettamente riservata. Il riutilizzo del materiale su riviste, giornali, radiodiffusione o generica messa a disposizione al pubblico viene concesso solo previa esplicita richiesta e autorizzazione obbligatoria.